1999, 2008, 2018 la cadenza decennale delle alluvioni nel nostro territorio si sta facendo sempre più regolare, con buona pace di coloro che, in occasione del tragico evento del 2008, avevano parlato di "piena millenaria". Millenaria un par de ciufoli direbbero nella capitale.
La prima lezione che la natura ha voluto impartire ancora una volta è che la piena non è affatto millenaria. I numeri dicono che questi eventi si stanno intensificando, sia come potenza che come frequenza. Abituiamoci e prepariamoci. Anche l'attuale decennalità non ci faccia illudere. Un evento del genere può ricapitare anche domani.
A Poggio dei Pini potremmo pensare che l'evento di questi giorni sia stato "inferiore" rispetto a quello del 22 ottobre 2008. Il dato pluviometrico parla chiaro: circa 250 mm nella giornata di ieri con una sola ora (dalle 13:15 alle 14:15) di intensità catastrofiche: 120 mm. Il resto suddiviso in vari momenti della giornata. Nel 2008 avevamo avuto 370 mm a Poggio dei Pini con precipitazioni concentrate in sole 3 ore e mezzo. La punta massima oraria era stata di 160 mm. I valori del 2008 rappresentano ancora un record. Nel 2008 Poggio dei Pini era l'epicentro dell'evento meteorologico. Spostandosi verso Assemini o verso Sarroch le precipitazioni erano state nettamente inferiori.
Con quei numeri lo scolmatore del lago di Poggio non ha potuto contenere i 400 mc./sec. della piena e il livello del lago era salito sino al punto di tracimare. Quest'anno la piena del Rio S. Girolamo sullo scolmatore avrà raggiunto più o meno i 100 mc/sec e lo scolmatore (che dopo i lavori in emergenza del 2008 ha raggiunto una portata di 200 mc/sec) ce l'ha fatta ad assorbire la piena. Parliamoci chiaro, però. Se quell'intensità fosse durata un'ora in più oggi parleremmo di ben altri scenari.
A Frutti d'oro sono quindi arrivati il Rio s. Girolamo e il Masone Ollastu in piena, ma con una portata pari a circa un quarto di quella del 2008. I lavori fatti presso la foce hanno poi permesso di assorbire egregiamente la piena. Un punto di attenzione però: l'alveo si riempie gradualmente di sedimenti e vegetazione. In qualche anno, forse anche decennio, il canale realizzato recentemente verrebbe ricoperto e saremmo punto e a capo.
Spostiamoci pero' di qualche chilometro più a nord vediamo che il pluviometro di S. Lucia ha registrato nella giornata di ieri ben 500 mm., un valore terribile che, fortunatamente si è spalmato in un arco di tempo maggiore rispetto all'evento del 2008. Il Bacino del Rio Gutturu Mannu è molto più vasto di quello del Rio S. Girolamo, quindi la quantità di acqua che si è riversata nello stagno è stata molto superiore.
Gia nel centro abitato di Capoterra le immagini ci mostrano una situazione molto più grave di quella del 2008, il Rio S. Lucia e tutti i ruscelli della zona di Macchiareddu, Assemini e Uta hanno raggiunto portate elevatissime. Quei corsi d'acqua sfociano nello stagno di Capoterra. Si tratta di una specchio d'acqua molto vasto (sulla carta) che (un tempo) avrebbe potuto assorbire la piena. La superficie dello stagno è stata pero' ridotta dall'uomo con le attività industriali delle saline a nord e quelle edilizie del quartiere di Residenza del Sole a sud. Si capisce quindi che il livello dello specchio d'acqua si sia innalzato sino a far saltare i tappi costituiti dai "ponticelli" che collegano lo stagno con il mare.
Purtroppo oggi abbiamo appreso che anche l'alluvione del 2018 si è portata via il suo angelo, Tamara ed è stato questo il danno più grosso. Il prezzo da pagare non alla sfortuna, ma alla incapacità umana di avere un rapporto corretto con la natura di cui siamo ospiti. Abbiamo tante risorse e tanta tecnologia, ma poi accadono queste cose. Ci preoccupiamo per lo spread, ma non del fatto che un corso d'acqua non abbia lo spazio per defluire nei momenti di piena.
Parliamo di infrastrutture. Credo che in qualche giorno i "crolli" sulla 195 e su qualche altra strada comunale saranno ripristinati. Su Poggio dei Pini incombono sempre i terribili progetti della Regione Sardegna. Mi piacerebbe assistere ad una fase nuova, con l'abbandono del viadotto monstre e la realizzazione di un nuovo ponte all'Hydrocontrol. Posizionerei due sistemi di montoraggio nell'attraversamento in coda al lago e anche presso la chiesetta di S. Girolamo. Con i soldi restanti (perche il ponte-mostro voluto da Maninchedda ci farebbe risparmiare oltre 7 milioni di euro) farei opere di regimentazione idraulica sui corsi d'acqua minori e saremmo più preparati ad affrontare la prossima inevitabile piena.
1 commento:
Tutto giusto, avrei aggiunto che se.l'epicentro fosse stato sul San Gerolamo la diga del lago grande probabilmente non ci sarebbe piu' . Il lago e' gestito malissimo e le.sue condizioni sono gravi .
Conosciamo bene i motivi di qualche frescone che dice che questi eventi sono millenari.
Un ultima cosa, alle 9,30 circa il San Gerolamo lambiva il ponticello sopra il lago e nessuno faceva niente dimenticandosi il passato recente.
Ciao Giacomo
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