Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

domenica 31 maggio 2009

L'acqua a Poggio: cornuti e mazziati

Nei giorni scorsi le abitazioni del rione Pauliara di Poggio dei Pini sono rimaste senz'acqua a più riprese. In alcuni momenti l'acqua mancava completamente, in altri la pressione era insufficiente, poi tornava e cosi via.

All'origine del problema sembra vi sia il fatto che la rete idrica di Poggio è ancora strutturata e dimensionata sulla base della situazione antecedente al 22 ottobre. Come è noto, sino al fatidico giorno dell'alluvione, il nostro centro residenziale era servito da due fonti di approvvigionamento distinte: i pozzi e la condotta Abbanoa (acquedotto Flumendosa). Non so esattamente quale fosse la percentuale di acqua proveniente da ognuna delle due fonti. Quando si parla di dati ufficiali a Poggio dei Pini tutto diventa difficile data l'assoluta assenza di informazioni utili nel sito della Cooperativa. Qui da noi vale ancora la tradizione orale. Mi sembra di ricordare che in una assemblea qualcuno affermò che fosse circa metà e metà.
Dal 22 ottobre i pozzi di Poggio sono inutilizzabili (ordinanza comunale) e quindi da quel giorno utilizziamo solo l'acqua del Flumendosa. Sempre se non ricordo male, prima del 22 ottobre, il rione Pauliara era l'unico a non essere collegato al sistema Flumendosa, ma era servito esclusivamente dai pozzi della cooperativa, tant'è che i residenti si lamentavano di avere un'acqua di qualità inferiore rispetto agli altri residenti. Ricordiamoci, infatti, che per potere erogare acqua potabile non basta mettere in funzione i pozzi con le relative pompe sommerse, ma sono necessari anche impianti di sollevamento, serbatoi e, soprattutto, sofisticati e costosi impianti di potabilizzazione.
Ad ogni modo dal 22 ottobre anche Pauliara è stata collegata al sistema di erogazione gestito da Abbanoa, ma evidentemente l'achitettura della rete idrica, venendo a mancare una delle due fonti di approvvigionamento, è entrata in crisi proprio in questa zona. E' indispensabile che questo problema, che è sempre collegato con l'emergenza alluvione, venga risolto da Abbanoa. Il gestore della rete (Cooperativa) nonchè nostro rappresentante per ora si limita a dirci che c'è un problema (grazie) ma non sappiamo se e come si sta cercando di risolverlo.
Inoltre stiamo pagando da ottobre acqua non potabile al prezzo di quella potabile. Il grande Totò direbbe: cornuti e mazziati. non solo danneggiati dall'alluvione, ma anche costretti a pagare un servizio di cui non usufruiamo.

Dato che l'erogazione non ha presentato problemi sino a pochi giorni fa è del tutto plausibile che la crisi di questi giorni sia stata causata dall'avvio delle operazioni di irrigazione dei giardini.
La cooperativa, giustamente, ha inviato una lettera che invita a moderare i consumi.
A prescindere dal fatto che lo spreco di acqua è un elemento deprecabile in qualsiasi situazione è necessario fare alcune considerazioni.
Chi gestirà, finita l'emergenza, le reti idrica e fognaria di Poggio dei Pini? Nessuno si esprime su questo argomento. Il Consiglio di Amministrazione uscente si è guardato bene dall'affrontare questo problema e dal proferire parola. Lascerà la patata bollente (e chissà quante altre magagne) al nuovo consiglio di amministrazione.
Non si sa quindi chi gestirà l'acquedotto di Poggio dei Pini. Abbanoa ha ricevuto l'incarico di riparare le condutture che sono stata danneggiate dall'alluvione ma non è vero, come talvolta ho sentito dire, che abbia anche preso in carico l'acquedotto e la fognatura. Il gestore di queste reti è ancora in tutto e per tutto la Cooperativa Poggio dei Pini.
Abbanoa, a meno che non vi sia un intervento straordinario in questo senso da parte della giunta regionale, non potrebbe neanche prendere in carico l'acquedotto di Poggio perchè le acquisizioni da parte di questo ente avvengono esclusivamente nei confronti degli acquedotti comunali. Distinguiamo quindi le certezze dalle ipotesi.

Un'altra domanda che è ancora a mio avviso colpevolmente senza risposta è: quanto costa l'acqua a Poggio? Quale è il raffronto dei costi tra oggi e l'anno scorso e quali sono gli scenari per il futuro?
Nonostante gli esperti del CdA e i dipendenti dell'ufficio tecnico della Cooperativa, i soci non sono riusciti ad avere nemmeno un prospetto economico, che dovrebbe essere basato su alcune semplici operazioni di aritmetica. Eppure queste indicazioni sono molto importanti, perchè non è vero che a Poggio dei Pini vivono solo i benestanti che possono permettersi di pagare senza battere ciglio aumenti di centinaia di euro nelle tariffe dei servizi essenziali. Vi sono poi scelte legate alla progettazione dei giardini per le quali sarebbe opportuno conoscere i costi idrici. Invece vengono messe in giro solo voci non ufficiali del tipo "adesso con Abbanoa l'acqua costa molto di più". Di più quanto? e per quali scaglioni? I soci sono veramente così ignoranti da non riuscire a fare quattro conti? Eppure basterebbe una tabella. Sappiamo che i costi idrici sono suddivisi per scaglioni, sappiamo anche che sul costo dell'acqua estratta dai pozzi di Poggio gravano i costi di potalibilizzazione, di sollevamento e quelli per le riparazioni dei guasti. C'è quindi da considerare, nel computo economico, i risparmi provenienti dalla mancata erogazione dell'acqua dei pozzi. E in futuro? Se davvero l'acquedotto passasse ad Abbanoa quale sarebbe lo scenario economico e quale quello gestionale? L'impressione e che si continuino a sfornare slogan e messaggi allarmistici: perderete le cubature, perderete milioni di euro, pagherete di piu, arriveranno gli speculatori.

I fatti invece dicono che i milioni di euro sono stati sprecati in consulenze inutili, cause perse, progetti inutilizzati e operazioni finanziarie azzardate; le cubature non esistono da un bel pezzo e gli unici speculatori che si sono visti sono quelli che vogliono radere al suolo le pinete.

Passiamo poi all'acqua sporca, quella delle fogne.

Potete osservare che i lavori di Abbanoa sono fermi ai bordi del lago e che, su quel fronte mancano poche centinaia di metri per ricollegarsi alla rete nei pressi del Centro Commerciale e dovrebbero finalmente cessare gli sversamenti fognari presenti in quella zona. A valle, lungo la strada che tutti percorriamo in direzione Maddalena, è in fase di costruzione una nuova conduttura fognaria che, collegherà La Residenza del Poggio e tutte le zone di Poggio ad esclusione di Pauliara con il link fognario principale del Casic. Il Rione Pauliara invece continuerà ad utilizzare, per le fogne, la conduttura che raggiungeva la costa in direzione Rio S. Girolamo-Su Loi e che continuerà a utilizzare l'impianto di sollevamento situato presso i campi sportivi, recentemente ripristinato da Abbanoa e che, trovandosi in quella posizione, sarà comunque spazzato via dalla prossima eventuale piena di grandi dimensioni.

mercoledì 27 maggio 2009

La Lago di Poggio all'Ente Foreste?

Non è ancora ufficiale, ma sembra ormai certo che il lago di Poggio dei Pini sarà gestito in futuro dall'Ente Foreste della Sardegna.

La notizia non giunge come un fulmine a ciel sereno. Il portavoce della Cooperativa, Antonio Sechi, aveva più volte annunciato che la Cooperativa, attuale concessionario del sistema dei laghi di Poggio, avrebbe potuto rinunciare alla gestione dell'invaso. Le indiscrezioni di questi giorni sembrerebbero confermare che si stia procedendo in questa direzione.


In un ambito di scarsissima informazione e di frequenti manipolazioni della stessa, non sappiamo poi se l'artefice di questa decisione possa essere la Cooperativa oppure se si tratti di una imposizione proveniente dagli Enti Regionali. I laghi e i corsi d'acqua sono difatti un bene demaniale e non appartengono a società private. La concessione potrebbe essere stata revocata per gravi inadempienze, oppure potrebbe essere il concessionario ad avervi rinunciato. In questo caso, mi chiedo, come avrebbe potuto il CdA prendere una decisione così importante senza consultare e informare i soci?

Sappiamo anche che sugli eventi del 22 ottobre, e soprattutto sulle conseguenze più tragiche, è in corso una inchiesta giudiziaria volta ad accertare la presenza di eventuali responsabilità.
E' indubbio che, considerato quello che è accaduto, in futuro questa diga debba offrire maggiori garanzie di sicurezza, ed è necessario che anche la viabilità e tutte le infrastrutture che sono ad essa collegate rispettino le norme esistenti.

Il passaggio all'Ente Foreste non sorprende di certo. L'invaso "Saggiante", nato per scopi irrigui negli anni 50, aveva oggi la sua principale utilità nella funzione anticendio. L'Ente Foreste sta procedendo alla realizzazione, in Sardegna, di alcuni nuovi laghetti collinari che hanno proprio questa funzione. Si sta procedendo anche alla acquisizione e ripristino di invasi già esistenti e da tempo dismessi. Uno di questi è il laghetto di S. Antonio che si trova a pochi km da noi, nella valle del Gutturu Mannu e realizzato per supportare le attività della vicina minera di S. Leone, poco più a monte di Cirifoddi.

La diga di s. Antonio nel Gutturu Mannu sarà ripristinata e gestita dall'Ente Foreste


Il mio parere personale su questo trasferimento di competenze, qualora dovesse essere confermato, è positivo. E' vero che noi cittadini italiani abbiamo poca fiducia nella gestione pubblica, ed è altrettanto vero che questa sfiducia è spesso ampiamente meritata, ma a Poggio dei Pini si è voluto realizzare una specie di stato-fantasma. I fondi provenienti dalla vendita dei lotti e dalla quote dei soci sono stati impiegati per gestire strutture che solitamente sono di competenza pubblica. Il risultato è, a prescindere dai danni causati dall'alluvione, sotto gli occhi di tutti. Abbiamo gestito le infrastrutture, ma il numero e la qualità dei servizi presenti è addirittura inferiore a quello realizzato dai fondatori di Poggio nei primi 20 anni di vita del nostro centro residenziale. Potremmo anche volere continuare a gestire noi tutto quanto, ma i soldi non ci sono più e cementificare il nostro territorio costituirebbe un incomprensibile harakiri. Le strutture poi hanno bisogno di manutenzioni, adeguamenti, rifacimenti. Semmai la Cooperativa deve cercare di tutelare l'interesse dei soci svolgendo, nei confronti degli enti gestori di questa strutture, quelle funzioni di collaborazione, partecipazione, vigilanza, pressione che potrebbero favorire l'ottenimento di un livello di servizi più elevato.

Poggio maschilista

Non sono in grado di fornire una statistica su quanti consiglieri di amministrazione di sesso femminile vi siano stati nella storia della Cooperativa Poggio dei Pini. Penso però di non sbagliare affermando di avere visto ben poche donne occupare il seggio consiliare.
Personalmente non lo ritengo un segnale positivo per cui dico: forza donne di Poggio!, fate sentire la vostra presenza e portate nel nuovo consiglio di amministrazione una ventata di rosa.
Tra possibili candidati alle elezioni del nuovo CdA del 20 giugno sento ben pochi nomi femminili. Pensateci.

martedì 26 maggio 2009

L'allarme meteo arriva via SMS

di Maria Grazia Marilotti - Unione Sarda del 26-5-2009
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Utile, rapido ed economico. Capoterra, primo comune della provincia, lancia il nuovo servizio di comunicazioni con il cittadino via sms.

Sarà utilizzata la tecnologia dei messaggini s.m.s., per trasmettere nel modo più veloce possibile informazioni e notizie utili per la cittadinanza. Un vero e proprio centro informazioni con il compito di aggiornare tempestivamente il maggior numero di persone con messaggi personalizzarti a seconda del quartiere.

LE NOTIZIE «Per fare un esempio, se arriva una mareggiata, i primi ad essere avvisati saranno i residenti di Frutti d'Oro, in caso di incendi l'sms arriverà sui telefonini di chi abita a Poggio dei Pini - spiega il sindaco di Capoterra, Giorgio Marongiu - saranno notizie istituzionali e di servizio, con un'attenzione in più al versante della protezione civile».

Dal traffico congestionato sulla strada statale 195 alle informazioni dettagliate sulla viabilità in generale, ancora notizie meteo, variazioni di orario degli uffici, appuntamento culturali, aperture di strutture pubbliche e altro ancora. Tutto direttamente sul cellulare degli utenti che intendono accreditarsi per questo servizio.

L'ADESIONE «È un servizio efficace e gratuito - riprende il primo cittadino - e che avvicina le istituzioni ai cittadini con una comunicazione rapida. Contiamo di partire lunedì prossimo».

Per aderire al servizio basta inviare dal proprio cellulare un semplice sms gratuito al numero di telefono: 320 204 3225.

Poi occorre seguire le istruzioni che arriveranno sul telefonino assieme ad un sms di conferma, dove si chiede di indicare il quartiere di provenienza. Oppure si può avviare l'iscrizione attraverso il portale web del http://www.comune.capoterra.it/».

IL SERVIZIO All'amministrazione comunale questo servizio costa 1500 euro, oltre alle ricariche: 50 mila sms costano 3.600 euro. L'iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione tra l'amministrazione comunale e la compagnia di telefonia Leader Mobile.

«Il servizio di trasmissione sms - spiega ancora Marongiu - offre una maggiore garanzia in termini di sicurezza della popolazione in quanto ausilio importante per l'attivazione e il coordinamento dell'attività della Protezione Civile in situazioni di emergenza derivanti da calamità naturali o comunque situazioni di pericolo tali per cui risulta determinante la tempestività con la quale si diffonde lo stato di allerta e si danno le indicazioni sul comportamento da adottare a tutela della propria integrità».
immagine : di pouwerkerk

Strada 7: ammissione di colpa e tentativo di sanatoria

di Franco Magi
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Francamente senza parole: sarebbe da non crederci, ma dopo aver tenacemente insistito sulla regolarità del prolungamento e della bitumazione della strada 7, tanto da non esitare nel spendere i soldi dei Soci per ricorsi, controricorsi, pareri pro veritate e sostituzioni tavole, esponendo l’immagine esterna della Cooperativa, arrivando perfino a paventare conseguenze e ripercussioni su chi osava anche soltanto mettere in dubbio la bontà della loro azione, ecco finalmente cadere la “foglia di fico”.
Questa volta sono gli stessi Amministratori a dichiarare in un atto ufficiale che avevano “proceduto ai lavori di bitumatura del tratto terminale del prolungamento strada 7 in assenza della prescritta Concessione Edilizia”.


Lo ha affermato la Vice Presidente Ines Solinas nella nota di prot. 14872 del 21 maggio 2009.
Ma vediamo nei dettagli l’istanza protocollata al Comune di Capoterra (scarica pdf).
Con una mossa tanto sorprendente quanto di rara astuzia il Presidente Calvisi, “dribblando” scaltramente il rischio di un “possibile” conflitto di interesse, ha delegato “un vicepresidente” – nella fattispecie la Prof.ssa Ines Solinas – a firmare la richiesta di “rilascio della Concessione Edilizia in accertamento di conformità”.

In realtà l’intera istanza è un esempio luminoso di equilibrismo amministrativo. Infatti cerca di far apparire come abusiva la sola bitumazione e non l’intera viabilità, come invero è stato accertato dagli uffici competenti e dai Tribunali. Considerazione questa talmente inverosimile che la stessa firmataria si contraddice dichiarando “il prolungamento strada 7”, quindi ammettendo implicitamente (e forse inconsapevolmente) che se ha prolungato ha anche aggiunto un pezzo che non c’era!
Poi l’altra considerazione apodittica: la firmataria asserisce essere “opere peraltro conformi agli strumenti urbanistici generali e di attuazione approvati e non in contrasto con quelli adottati sia al momento della realizzazione dell’opera, sia al momento della presentazione della domanda”. Ovviamente priva di fondamento: l’opera quando è stata realizzata non era per nulla conforme agli strumenti urbanistici generali e di attuazione approvati in quanto non era previsto alcun prolungamento della strada 7, ma soprattutto è in contrasto con la normativa attuale: tutti sanno che il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) vieta l’asfalto sotto le zone boscate. Ed ancora per modificare il reticolo viario di una lottizzazione non basterebbe comunque una concessione edilizia, ma servirebbe una ben più complessa variante al piano di lottizzazione.
Ma c’è di più: la Vice Presidente presenta istanza ai sensi dell’articolo 13 della Legge 47/85, facendo un riferimento assolutamente inconferente. Infatti la Regione Sardegna in forza del proprio Statuto speciale ha potestà legislativa e competenza primaria in materia Edilizia ed Urbanistica (articolo 3 dello Statuto speciale della Sardegna). Pertanto la norma applicabile è rappresentata dalla L.R. 23/85. E comunque quand’anche la Vice Presidente Ines Solinas avesse amministrato una Cooperativa con sede sul continente italiano la norma di riferimento sarebbe stata il “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia” DPR 380/01 e non la Legge 47/85.
Infine a coronamento dell’assurdo la Vice Presidente dichiara di “possedere i requisiti per ottenere la concessione edilizia”.
Invero – a seguito della inottemperanza all’ordine di demolizione - l’area di sedime della strada abusiva è stata acquisita gratuitamente al patrimonio comunale e pertanto oggi la Cooperativa, non avendo il titolo di proprietà, non ha i requisiti per ottenere la concessione edilizia in sanatoria. Nota di cronaca: firma gli elaborati prodotti in 8 esemplari il tecnico “Dott. Ing. Raffaele Reccia”, iscritto al n. 1096 dell’Albo degli Ingegneri della Provincia di Cagliari con studio in Cagliari via San Benedetto 60. Sarebbe bello sapere se anche questa spesa inutile è a carico dei Soci.

In conclusione devo confessare una certa curiosità, quasi ammirata: nel repertorio dei tanti giganti del diritto e dell’urbanistica ai quali i nostri Amministratori ci hanno abituati non mi dispiacerebbe conoscere chi da ultimo li ha supportati in questa nuova prodezza.

lunedì 25 maggio 2009

Reliquati elettorali

Poggio dei Pini è in piena campagna elettorale, ma non si vede. Manca meno di un mese alla data delle elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa (20 giugno). Difficilissimo dire cosa accade e quali movimenti si celino dietro il tradizionale silenzio preelettorale poggino. Molto probabilmente, come al solito, fervono le strategie.
Il silenzio, diventato pesantissimo a Poggio negli ultimi anni, è un valido alleato dell'illazione, della promessa, della informazione falsa o di quella solo parzialmente vera. E' facile costruire delle favole, ne abbiamo sentite tante in questi ultimi due anni. Basta prendere alcuni elementi di verità, mischiarli con qualche supposizione campata per aria, qualche normativa scaduta o superata et voilà, ne viene fuori una bella storia che potrebbe sembrare credibile. Se poi il "cantastorie" è bravo e convincente ecco che anche a Poggio dei Pini si può creare un piccolo feudo settecentesco nel quale imperversano le leggende. L'unica condizione affinchè ciò sia possibile è che l'informazione sia controllata o, in alternativa, non vi sia alcuna informazione. E' proprio così che siamo andati avanti sino alla nascita di questo blog, che ha indubbiamente rotto le uova nel paniere. Qualche giorno fa il New York Times ha annunciato che dal 2013 non esisterà più la versione cartacea del quotidiano, ma soltanto quella elettronica online. Poggio dei Pini non è New York e si vede! Non esiste un sito internet funzionante della nostra Cooperativa che dovrebbe servire ben 2000 residenti.
Qui da noi, nonostante il progresso delle comuncazioni che vi permette di leggere queste righe, anche per queste elezioni si mettono in pista le solite strategie ampiamente collaudate. Si fanno promesse fumose di qualsiasi tipo: dimmi cosa ti serve e io te lo prometto. C'è una promessa e una rassicurazione per ogni esigenza.
Vuoi... case, verde, lago, piscine, servizi, sport, quote sociali modeste, consulenze, elitarismo .. non preoccuparti, avrai tutto. Mi ha detto Picone che stanno per piovere milioni di euro: torniamo a sperperare.
Chi ha il potere e lo vuole mantenere cerca poi di utilizzare anche sotterfugi.
Veniamo alla questione dei reliquati.
Alcuni soci sono stati contattati dalla Cooperativa ricevendo una proposta di acquisto dei reliquati verdi, quei piccoli appezzamenti di terreno che solitamente si trovano tra il lotto e la strada, oppure fanno parte di un'area interclusa tra più lotti, che sarebbe di difficile manutenzione da parte della cooperativa.
A prescindere dall'utilità o meno della assegnazione ai soci o alla conservazione di queste aree come patrimonio di tutti, una attività di questo tipo è certamente delicata.
Si tratta sempre della alienazione di un patrimonio collettivo che andrebbe a beneficio di alcuni soci. Le domande che mi pongo sono:
  • è vero che la Cooperativa sta effettuando questa attività?
  • è opportuno che questa attività si svolga in assenza di alcuna comunicazione nei confronti di tutti i soci?
  • a quale cifra si intende cedere queste aree? (si sente parlare di cifre ridicolmente basse)
  • è opportuno che una siffatta operazione venga effettuata proprio a ridosso delle elezioni per il rinnovo del CdA?

venerdì 22 maggio 2009

Notizie varie

  • Le elezioni per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione della Cooperativa dovrebbero tenersi sabato 20 giugno alle ore 16. Ovviamente parleremo a lungo di questo argomento nei prossimi giorni. Il blog è a disposizione di tutti i candidati per far conoscere i loro programmi e comunicare con i nostri lettori.
  • Domenica mattina l'Associazione 22 ottobre organizza una giornata di Pulizia della Spiaggia di Frutti d'Oro (foce del S. Girolamo). Ci troviamo alle 9 con rastrelli, guanti e quant'altro. Personalmente mi piacerebbe vedere residenti di Poggio pulire quella spiaggia e magari persone che abitano a Frutti d'Oro piantare alberi a Poggio.
  • Il lavori di ripristino della rete fognaria proseguono. In questo momento stanno posando le tubazioni nella strada ai bordi del lago. (vedi foto)
  • La strada che passa per l'agriturismo Agricantus e porta verso Macchiareddu è in condizioni pietose ancora da prima dell'alluvione (7 mesi!). Ci sono molte buche profonde e pericolose. Stamattina ho incontrato un signore con un ape che ne riempiva una con della terra. Mi sono avvicinato per complimentarmi. Era furioso e ha lanciato una serie di improperi irripetibili contro il Comune. Che dire... meritatissimi! Ma che cosa fanno al Comune di Capoterra, giocano a briscola? Aspettano i fondi europei per riparare quattro buche?

mercoledì 20 maggio 2009

Finita l'era dei lotti?

Facciamo il punto sulla situazione urbanistica di Poggio dei Pini?
La variante al piano di lottizzazione, quella che ha suscitato vibranti polemiche quasi due anni fa, è stata bloccata dalle leggi regionali prima, e dall'alluvione poi. Difficile essere sintetici (nel blog troverete molti articoli su questo argomento) ma, in poche parole, la proposta della nostra Cooperativa era ampiamente incompatibile con il Piano Paesistico Regionale (PPR) e dopo l'alluvione probabilmente quest'area sarà gravata da vincoli idrogeologici ancora più severi. Sorvoliamo poi sulle polemiche causate dal mancato coinvolgimento dei soci, sorvoliamo sul fatto che la Coop ha perso tutti i ricorsi facendo fare una pessima figura alla nostra Comunità e spendendo, per progetti malfatti e cause perse, denari che avrebbero trovato utilizzo migliore, sorvoliamo sul fatto che a detta di alcuni (riunione pubblica dei soci) i lotti erano già stati spartiti senza la minima trasparenza. Beh mi rendo conto che ci sono un po' troppe cose su cui sorvolare. Se non siete di Elmas avrete qualche problema.
La bocciatura della variante fa emergere un'altro grave errore commesso dagli amministratori del passato. La lottizzazione A2-A3, quella situata all'ingresso di Poggio, era stata completamente approvata ancor prima dell'entrata in vigore del PPR che oggi probabilmente ne mette a rischio la realizzazione. La Cooperativa, invece di passare immediatamente alla fase esecutiva, ha cincischiato lanciandosi nell'avventura "variante" e così ha perso anche la possibilità di rendere possibili quelle entrate che adesso, con il bilancio in rosso (circa 300 mila euro di disavanzo nel 2008) apparirebbero come una boccata di ossigeno, un "tesoretto" buttato al vento. Chi troppo vuole nulla stringe.
Insomma, prima si dice che i lotti devono essere realizzati per tutelare l'interesse dei soci (è questo il fine della Cooperativa), poi si dice che i lotti devono essere fatti per ricostruire tutte le infrastrutture. Chissà cosa ci si inventerà la prossima volta.
Altroché interesse dei soci, siamo rimasti senza un lotto, perdendo la possibilità di edificare anche quelli mai messi in discussione. Abbiamo il bilancio in rosso, piscine fuori uso, sport ridimensionato. Non abbiamo realizzato quegli investimenti di cui si è parlato negli anni 90 e che avrebbero dovuto consentire alla cooperativa di costruire un sistema economico che non si basasse solo sulla vendita di lotti. Paghiamo elettricità e manutenzioni che non spetterebbero a noi e chi più ne ha più ne metta. Sarebbe questo il modo di tutelare gli interessi dei soci?
Continuano poi a circolare fandonie, spacciate per verità. Ovvio che non si vuole una efficiente informazione a Poggio, per raccontare favole con il porta a porta pre-elettorale.
Si è detto più volte che le famose cubature presenti nella convenzione con il Comune di Capoterra del lontano 1970 costituiscono un patrimonio dei soci, da tutelare quindi a spada tratta. Ma allora perchè tanti esperti, ivi compreso il Direttore Regionale dell'Ass.to LL.PP. hanno affermato pubblicamente che quella convenzione è ampiamente scaduta e con essa qualsiasi diritto? Sono scaduti anche i doveri? Non si sa. In realtà la nostra Cooperativa non ha mai avuto nessuna intenzione di cedere alcun servizio al Comune, nemmeno l'illuminazione, tanto paga pantalone.
"Le cubature se non le usiamo noi le daranno ad altri!". Aridaje con ste cubature. Favole vere forse 30 anni fa ma oggi diventate una mera leggenda. Una leggenda poggina data in pasto a soci appositamente male informati con il solo obiettivo di mantenere in vita una attività immobiliare che fa girare molti soldi, con i relativi onori derivanti dal potere di assegnare appalti, possibilmente non del tutto trasparenti. Informazione? Partecipazione? Macchè scherziamo? Le storielle vanno benissimo, tradizione orale. Cari soci passeggiate pure con il cane e fidatevi di noi che ci sacrifichiamo per farvi stare bene.
In realtà il Comune di Capoterra, che ha disatteso le leggi vigenti non adottando un Piano Urbanistico Comunale (PUC), sarà costretto a farlo entro breve tempo (in burocrazia breve tempo si legge "qualche anno"). Il PUC non potrà non applicare tutte le leggi esistenti, quelle di oggi e non quelle del 1970. Dovrà anche essere compatibile con ciò che scaturirà dagli studi idrogeologici dell'area che sono in fase di realizzazione nel post alluvione.
Scordiamoci quindi i lotti nei boschi e nelle pinete, lungo laghi e fiumi, sulle terrazze alluvionali e sui costoni franosi. Vedremo se nel nuovo PUC di Capoterra verranno assegnate alla Cooperativa nuove aree fabbricabili. Di certo, per ora, qualsiasi entrata da vendita di lotti è bloccata e la Cooperativa da alcuni anni presenta un disavanzo di gestione. E' questo il regalo che ci viene consegnato dagli amministratori recenti e passati.
Che facciamo, ci rimettiamo gli stessi a rimediare al danno che hanno causato?

martedì 19 maggio 2009

In silenzio verso le elezioni della Coop

Poggio dei Pini è veramente un posto speciale, praticamente unico. E' situato in una posizione geografica ideale; a una distanza non eccessiva dalla grande città, dai suoi servizi e dal lavoro, ma anche immerso nella natura, ai piedi di una delle più grandi foreste dell'isola.
Oltre al considerevole valore ambientale dell'area, Poggio dei Pini è speciale anche per il modo in cui si è formato ed è stato amministrato in tutti questi anni. La forma di gestione cooperativistica ha infatti consentito una crescita urbanistica equilibrata e compatibile con l'ambiente. Non, come in tante lottizzazioni a carattere speculativo, un ammasso di abitazioni posizionate anche "colà ove non si puote", ma una sapiente distribuzione di superficie edificata immersa nel verde. Tanto verde, non solo nelle montagne ma anche in mezzo alle case. E' questo il segreto urbanistico di Poggio dei Pini, l'elemento che la caratterizza rispetto alle tante lottizzazioni, tutte molto simili, della costa (non solo capoterrese). Oltre al verde e al gradevole equilibrio urbanistico, Poggio dei Pini ha rappresentato, negli anni 70, un esempio di come la forma di gestione cooperativistica consentisse di realizzare servizi di qualità superiore rispetto a quelli che i meno efficienti ed organizzati comuni potevano garantire.
Non è un caso che in quegli anni Poggio dei Pini disponesse di strutture avveniristiche per l'epoca. Nel 77 ho messo per la prima volta piede in questa località per giocare una partita di basket in uno dei 5 campi coperti esistenti in tutta la provincia di Cagliari (3 a Cagliari, 1 a Quartu e .... 1 a Poggio). Mi dicono che anche i campi da tennis coperti erano gli unici. E le piscine.. e il campo di calcio .. la biblioteca ...
Che tristezza, oggi, pensare che molti di questi servizi sono finiti nell'album dei ricordi, segno di una gestione, quella degli ultimi decenni, che non solo non è stata in grado di crescere e di pianificare un futuro adeguato all'evolversi delle situazioni, ma non è stata neanche in grado di mantenere ciò che era stato fatto in precedenza.
Se consideriamo che proprio negli anni '90 e 2000 i lotti di terreno hanno avuto in incremento di valore enorme, possiamo facilmente comprendere, anche senza esaminare bilanci poco leggibili, che molte risorse esistenti sono state sprecate da chi ha amministrato la Cooperativa nell'ultimo ventennio. Abbiamo fatto le cicale (vedi articolo), invece di fare le formiche.
Ci si è accontentati di ripetere sempre la stessa formula di gestione, come se il mondo non cambiasse, come se le risorse non si esaurissero, come se le comunità vicine non esistessero. Poggio dei Pini, piccolo feudo immutabile e luogo incantato, governato sempre dalle stesse persone, sempre più inadeguate con il passare degli anni. Anche gli abitanti del borgo, una volta attivi, entusiasti e partecipanti alla crescita di questo luogo e alla sua vita comunitaria, sono diventati sempre più simili a statue di cera vittime di un incantesimo. Le statue, si sa, non danno fastidio, non parlano, non protestano, non propongono, non migliorano. Vorremmo mica fare "centu concas centu berrittas"? Meglio "chi fa da se fa per tre"? E dove lo mettiamo "l'unione fa la forza"? Tuffiamoci allora nel "divide et impera"!
Mancano pochissimi giorni alle elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione della Cooperativa.
I soci lo sanno? Probabilmente no. Quando si prepara il "pacco" il fattore sorpresa è decisivo . Anche questa volta chi tiene le redini del piccolo potere poggino utilizza la tattica che è sempre stata vincente: silenzio, poca informazione, strette di mano, grandi promesse, rassicurazioni per il futuro. Quest'anno le elezioni non saranno come tutte le altre volte. Adesso la gente conosce molte più cose su come è amministrata la Cooperativa in questi decenni. Non solo sa .. ma vede, vede la scomparsa di quei servizi che erano presenti in passato, vede il dissesto economico e gli sprechi, vede l'assenza di una strategia per il futuro che non preveda solo una cementificazione sbagliata e anche impossibile.
Il muro di gomma è stato violato e molti soci hanno mangiato la foglia. Sarà più difficile quest'anno presentarsi altezzosi e dire: "vota i nomi scritti su questo foglietto e non preoccuparti che ci pensiamo noi." oppure "io conosco Picone che risolverà tutti i nostri problemi, stai tranquillo". Dopo l'incredibile serie di errori e disfatte conseguite dai supermanager dell'ultimo Consiglio di Amministrazione, appare chiaro a tutti che le vere qualità delle persone cui dobbiamo affidare l'amministrazione della cooperativa sono ben altre. A mio avviso noi tutti dobbiamo partecipare, per quel poco o molto che possiamo dare, alla rinascita del luogo in cui viviamo. Ci sono tante persone tra i residenti che vogliono dare una mano, perche tenerli lontano? Per nascondere che cosa?
Questa consapevolezza si trasformerà in cambiamento? La risposta è si, ne sono certo per il semplice fatto che, ufficialmente, i "vecchi amministratori" non si presenteranno alle elezioni.
C'è però un problema. Saremo anche in grado di riconoscere i "falsi nuovi" da quelli veri?
Chiudo lanciando un appello: poggini, venite fuori (allons enfants). E' il momento di farvi sentire perche dopo le prossime elezioni chi ci guiderà potrà continuare a farlo per tre anni nel silenzio più assoluto, come è stato sino ad ora.
Potreste trovarvi case al posto delle pinete, potreste nuovamente vedere i vostri soldi spesi per inutili consulenze senza avere nemmeno la possibilità di conoscere, potreste essere esclusi da qualsiasi altra decisione importante per la vostra vita e rischiate di pagare voi stessi (con i soldi della quota sociale) gli avvocati che vi impediranno di verificare come vengono amministrati i vostri beni.
Qualunque sia la l'apporto che potete dare, fate sentire la vostra voce. Candidatevi, se potete portare vera linfa nuova a questa comunità. Se non ve la sentite date comunque il vostro apporto personale, perchè chi dovrà amministrare la cooperativa, se veramente nuovo sarà, dovrà farlo riaprendo la "casa dei segreti" e favorendo la partecipazione e la trasparenza, che sono elementi fondamentali per una vera rinascita.
Vi invito a utilizzare anche questo blog, scrivendo commenti o inviandomi una email per fornire la vostra disponibilità a costruire il cambiamento. Io, come penso di avere sempre dimostrato, non mi tirerò indietro. E voi?

giovedì 14 maggio 2009

Genio a Cooperativa: potete rimuovere la sabbia dal lago

Come avevo evidenziato nell'articolo "Il delta del Poggio" del 24 aprile, uno dei due principali problemi del lago di Poggio dei Pini è costituito dalla presenza di una grande quantità di sedimenti depositati sul fondo, che oggi occupano un buon 30% di quello che era il lago di una volta. La rimozione della terra rappresenta il primo indispensabile passo per il ripristino di questo specchio d'acqua. Se è vero, infatti, che l'innalzamento del livello idrometrico dipende dalla messa in sicurezza del canale scolmatore, effettuare quella costosa operazione sarebbe del tutto inutile se non si provvedesse al ripristino della profondità del piccolo bacino.

C'è poi da considerare la tempistica. La rimozione della terra dovrebbe essere effettuata nei mesi estivi, perche con il livello attuale e la forte evaporazione il lago sarà quasi completamente vuoto (sigh). Quella terra e quei massi il 22 ottobre hanno fermato la loro folle corsa dentro il piccolo bacino e non hanno contribuito alla distruzione che si è verificata più a valle. Rimuoverla significa fare spazio per la terra e i massi che arriveranno in futuro quando il fiume, come è ormai evidente, si risveglierà di nuovo.

Una notizia, probabilmente positiva, è contenuta nella lettera che il Genio Civile ha inviato al Concessionario della diga cioè alla Cooperativa Poggio dei Pini. Nella lettera (scarida pdf) , che ha come oggetto "rimozione sabbia presente a margine dell'area invasata dallo sbarramento "Saggiante", si autorizza la Cooperativa alla movimentazione degli accumuli detritici posti a margine dello specchio d'acqua causati dall'alluvione del 22 ottobre".

Da questa missiva del Genio si evince che la Cooperativa ha effettuato una richiesta in proposito. Giusto. Difatti i corsi d'acqua appartengono al demanio pubblico e chiunque voglia effettuare qualsiasi tipo di operazione deve richiedere la dovuta autorizzazione. L'autorizzazione non è mai eterna. Anche in questo caso, come per i famosi lavori sul lago piccolo, ha una durata ben determinata: 120 giorni.
Abbastanza curioso il fatto che i soci e residenti di Poggio dei Pini siano in grado, tramite questo blog, di leggere le parole e le decisioni del genio Civile ma non sappiano niente di quello che fa la "loro" Cooperativa.

Ad ogni modo il gergo tecnico di questa definizione del Genio (loro geni, ma noi no) non mi consente, nella mia profonda ignoranza, di capire esattamente cosa significhi questa autorizzazione. Qualcuno mi aiuta? Quali sono esattamente questi "accumuli detritici"? si tratta della terra e della sabbia che si trovano dove una volta era l'acqua, oppure di altri detriti intorno al lago? Spero proprio di si e spero che vengano rimossi. La Cooperativa dirà qualcosa ai soci? Forse, si ma a tempo debito, siamo in campagna elettorale.

martedì 12 maggio 2009

Una lettera aperta tra passato e futuro

L'hanno ricevuta gli abitanti di Poggio dei Pini due giorni fa. Dodici pagine di carta patinata che ricorda un i vecchi notiziari della Cooperativa, quelli veri di quando c'era una redazione con tanto di nomi e cognomi (cosa rara al giorno d'oggi), prima che l'informazione a Poggio venisse declassata, sia dal punto visita tipografico che per quanto riguarda i contenuti. Pensate che i notiziari attuali sono tanto fumosi e incompleti che nessuno dei 900 soci aveva compreso, due anni fa, che la "loro" cooperativa si stava preparando a realizzare una mai discussa, ne tantomeno approvata, nuova cementificazione del territorio di Poggio dei Pini, pinete comprese. Una cooperativa composta, secondo qualcuno, da novecento idioti che non sanno leggere!
Il redattore di questo volumetto, che deve essere costato una bella cifra, è Franco Magi, giovane cresciuto a Poggio e attualmente unico rappresentante di questo centro residenziale all'interno del consiglio comunale capoterrese.


Una incredibile immagine "con capelli" di Franco Magi nel 1996 quando la Biblioteca di Poggio dei Pini fu la prima in Sardegna ad avere attivato un servizio di connessione ad Internet.


Meno male che io, con Internet e questo blogspot, posso raggiungervi senza dovere affrontare questo tipo di salasso finanziario. Il risparmio è uno dei tanti vantaggi della telematica rispetto alla carta stampata, sorprende sempre di più che la nostra Cooperativa in pratica non utilizzi internet. Il risparmio non interessa? Qualche giorno fa ho provato ad inviare un messaggio ad almeno uno dei 2 indirizzi e-mail pubblicizzati nei 2 siti intestati alla cooperativa, ma sono entrambe tornate indietro con la dicitura "indirizzo sconosciuto", un bell'esempio di efficienza.

Scusate ma devo dirlo e spero di non offendere nessuno. Poggio dei Pini sembra un mondo parallelo in cui tutto va alla rovescia.
Abbiamo un consigliere di Forza Italia ambientalista! Ma quando mai si è visto? Un berlusconiano che difende le pinete e lotta contro la cementificazione del territorio. Ma siamo pazzi? E poi abbiamo una Cooperativa un bel "rossa" che vuole radere al suolo le pinete, difesa da un avvocato "rossissimo" che arringa sulla necessità di mantenere le cubature (in realtà inesistenti) da Sa Birdiera a Punta sa Menta, dal Manzanarre al Reno. Una Cooperativa rossa di tipo molto aristocratico, in cui alcune persone si relazionano con le altre realtà presenti nel territorio con un atteggiamento di superiorità del tutto ingiustificato e fuorviante, sperperando cosi le risorse dei soci per servizi che avrebbero dovuto essere da tempo ceduti all'ente pubblico. Inoltre queste persone mostrano all'esterno una faccia "snob" che non corrisponde allo spirito della maggior parte dei residenti di Poggio e che è a mio avviso estremamente dannosa dal punto di vista della coesione sociale nel contesto territoriale in cui viviamo. L'esperienza dell'alluvione ha invece rinforzato i canali di comunicazione ed i rapporti di amicizia le varie realtà urbane e sociali del comune di Capoterra e rappresenta un "dono" lasciatoci da questa disgrazia.

Abbiamo una cooperativa "rossa" il cui presidente, proprio come Berlusconi, afferma di essere troppo anziano per usare internet e di preferire la bella (e costosa, tanto paghiamo noi) carta, ma contemporaneamente propone di realizzare una rete in fibra ottica di nostra proprietà. Insomma una gestione a cui Internet da proprio fastidio perchè rappresenta una rottura verso quel piccolo mondo di informazione controllata che ha portato alla dimissione di almeno tre giornalisti che dirigevano il notiziario poggino, l'ultimo fu Emanuele Atzori sotto le presidenza di Antonio Secchi.

Tornando alla carta, ci sono persone che non usano internet e avranno quindi potuto apprezzare le 12 pagine e le belle foto a colori di questa lettera.
Direi a occhio e croce che Franco ha realizzato un utile riepilogo dei tanti avvenimenti, grandi e piccoli, degli ultimi anni; legati non solo al disastro del 22 ottobre, ma anche alla gestione della cooperativa.
Inutile dire che il punto di vista di Franco, sulla maggior parte delle questioni trattate, rispecchia quello del sottoscritto, che non ha mai fatto mistero di apprezzare l'azione di chi, svegliando tutti da un sonno profondo, ha avviato quella pressione che ha fatto emergere moltissimi elementi di conoscenza che erano ignorati dai più o che erano stati distorti da una informazione basata sul passaparola. Probabilmente sarà stato merito anche di questo blog, certamente rigonfio di parole, opinioni, documenti se è stato possibile approfondire tantissimi temi legati alla conoscenza di questo piccolo centro, anche dal punto di vista della sua gestione.
Grazie a questa informazione, avviata da Franco ma alla quale hanno partecipato anche molti altri soci, siamo oggi in grado di comprendere come sia possibile che una società, che avrebbe dovuto essere florida per il gran numero di lotti di terreno ceduti a caro prezzo negli ultimi anni, si sia improvvisamente trovata con moltissimi servizi inutilizzabili e senza risorse nel momento del bisogno.
Chi conosce il sottoscritto cosi come l'estensore di questa lettera sa bene che la politica non è, come qualcuno vorrebbe far credere, l'elemento che giustifica una azione di informazione e di pressione realizzata tramite incontri, riunioni e fogli. Io non ho mai fatto politica attiva e, chi conosce me e Franco, sa bene che abbiamo posizioni politiche molto distanti (non molto, di più!).
La realtà è che entrambi amiamo questo posto e crediamo che possa continuare ad essere meraviglioso come lo è stato in passato, non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche sociale.
La lettera di Franco, essendo piena di immagini fotografiche, costituisce un file pdf di dimensioni ragguardevoli, ben 41 Mb. Siete avvertiti. Chi volesse scaricarlo, con un di pazienza, può cliccare qui.

Il documento riporta alla luce e analizza molti episodi che sono stati ampiamente trattati nella nostra cronaca quasi quotidiana qui nel blog. Non vi sono elementi nuovi, ma è utilissimo ritrovare tutti questi temi raccolti in un unico documento di facile lettura.

La storia di Poggio di questi ultimi anni sembra un romanzo manzoniano. Mi viene da sorridere quando rileggo e ripenso a tutte le arrampicate sugli specchi e agli azzeccagarbugli che proponevano come valido un modello di sviluppo basato sulla mancanza di trasparenza; un modello in cui il socio deve essere informato il meno possibile e deve essere tenuto distante dalla partecipazione attiva alla vita della cooperativa, rinunciando cosi al suo potenziale contributo volontario. Un modello che progetta, per il futuro, il depauperamento del verde, l'incremento smisurato della cementificazione, il ricorso ad azioni legali a tutto spiano contro tutto e tutti. In realtà a pochi mesi di distanza quelle argomentazioni sono state spazzate via da una montagna di cause perse, di denaro sprecato, di casse vuote ed indefinitiva, di occasioni mancate.

Mi è piaciuto molto il riferimento a Poggio come Svizzera Sarda. Si badi bene, non è campanilismo, ma una realtà che fa riferimento all'innegabile qualità ambientale e urbanistica di questa frazione capoterrese ed alla presenza di dinamiche di cooperazione e di autogestione che hanno consentito il raggiungimento di traguardi che altrove in Sardegna sono impensabili.

La scommessa, per la Poggio dei Pini di oggi e per i suoi abitanti, è quella di riuscire a voltare pagina, perchè il tempo passa e non ci si può annichilire per sempre su un modello di sviluppo di tipo immobiliarista, anche perchè, superato un certo limite, ogni metro cubo di cemento in più altererebbe l'equilibrio uomo/natura, facendo diminuire di conseguenza anche il valore degli immobili.

Il Ponte per Pauliara nelle mani del Genio

E' ufficiale. Con ordinanza del Commissario Delegato per l'Emergenza alluvione (Ugo Cappellacci) datata 8 maggio 2009 (scarica pdf), il "Rifacimento del ponte sul Rio S. Girolamo e la sistemazione della viabilità in località Poggio dei Pini" viene assegnato all'Ass.to Lavori Pubblici della Regione attraverso il servizio del Genio Civile.

Foto aerea con tracciato del nuovo ponte

Come è noto la realizzazione di questa opera era stata in un primo tempo affidata al Comune di Capoterra in data 23/12/2008 ai sensi della L.R. 5/2007. Si sa che il Comune aveva mugugnato, per motivi che sinceramente non riusciamo a comprendere. La questione dei soldi sembra una scusa: da sempre è stato assegnato per questa opera 1 milione di euro, una cifra certamente sufficiente. I 100.000 euro trasferiti servivano per dare inizio ai lavori e non per l'intero ponte.
Nonostante ciò lo stesso Comune di Capoterra aveva inserito il Ponte per Pauliara nel suo programma triennale di opere pubbliche (estiquaatzi!). Evidentemente, però, questo ponte per il comune di Capoterra era un po' come il G8 alla Maddalena per il Governo: non vedevano l'ora di liberarsene, a questo proposito si veda il mio articolo "Il ponte sbolognato". Sui motivi sarei curioso di ottenere convincenti spiegazioni da parte dei silenti amministratori comunali e azzardo alcune ipotesi:

Ipotesi A: il ponte riguarda i cittadini di Poggio e non quelli del centro storico, quindi freghiamocene
Ipotesi B: mandronis

Cari lettori, come stanno le cose secondo voi?
Un'altra domanda che mi pongo riguarda i lavori di sistemazione della viabilità di Poggio dei Pini che è inclusa nel titolo di questo intervento. Gradirei avere maggiori dettagli su quali siano gli interventi previsti e sui loro tempi di realizzazione. Si tratta della strade della zona sportiva?
Adesso vedremo quanto tempo ci vorrà per avviare i lavori, nel frattempo le macchine continuano a distruggere le sospensioni negli scalcinati guadi esistenti.
I cittadini saranno certamente ben contenti di vedere assegnati i lavori al Genio Civile, che ha operato bene e rapidamente nelle opere di messa in sicurezza della diga (nonostante lo sbandamento iniziale).
Alla giunta del comune di Capoterra, prendendo atto dell'ennesima prova di incompetenza e incapacità, giunga un caloroso ringraziamento per i 7 mesi persi.

domenica 10 maggio 2009

Da Legambiente un libro che sembra scritto per noi

Invito caldamente tutti i visitatori del blog alla lettura di questa pubblicazione edita da Legambiente e dalla Protezione Civile Nazionale e intitolata: "Le buone pratiche per gestire il territorio e ridurre il rischio idrogeologico" (scarica pdf 3,5 Mb).

Questo libro sembra essere scritto apposta per noi, colpiti dall'alluvione del 22 ottobre nella nostra profonda ignoranza su come si gestisce un corso d'acqua.

Adesso che è giunto il momento di pensare al futuro, di ricostruire un territorio più sicuro, di rimediare per quanto possibile ai gravi errori commessi in passato, questa lettura mi sembra quanto mai appropriata. A maggior ragione dovrebbero leggere le 40 pagine di questo e-book, scritto con un linguaggio adatto a tutti (quindi anche agli amministratori comunali) quelle persone che hanno l'onere di prendere decisioni che incidono sulla vita, e purtroppo anche sulla morte, dei cittadini. Se fino ad oggi l'"analfabetismo idrogeologico" è stato tollerato, le mille immagini della tragedia capoterrese dovrebbero ricordare perennemente che certe cose non si possono fare e che non si scherza, con l'acqua e con la terra. Per quanto presuntuosi possiamo essere, non potremo cambiare le leggi della natura. E' molto meglio conoscerle.

Cos'è il dissesto idrogelogico?

È opinione comune che il dissesto idrogeologico sia una delle piaghe italiane, per cui, dopo ogni evento disastroso (frane o alluvioni) si grida perché lo stato intervenga “contro il dissesto idrogeologico”. Ma a ben guardare, cos’è il dissesto idrogeologico? Non possiamo chiamare
“dissesto idrogeologico” il fenomeno dell’erosione, ovvero la tendenza delle acque ad erodere il suolo e le rocce e a provocare frane, perché si tratta di una condizione naturale fisiologica, non patologica. Intervenire per fermare tale tendenza è semplicemente impossibile. Quello che possiamo fare è cercare di adattarci il più possibile ad essa (evitando di costruire in zone sbagliate, evitando di alterare il bilancio dei sedimenti nei bacini idrografici) e cercare di contrastare i fenomeni naturali solo dove è proprio necessario, concentrando gli sforzi su poche opere irrinunciabili che vanno attentamente progettate, realizzate e mantenute.

Cos'è una cassa di espansione?

Le “casse di espansione” sono aree in frangia al fiume, nelle quali l’acqua può “espandersi” durante le piene: l’acqua accumulata in queste aree non contribuisce alla portata di piena, riducendo perciò il rischio di alluvioni sui territori a valle.

sabato 9 maggio 2009

Finanziaria: 31 MLN per le alluvioni di tutta l'isola

Ho ricevuto questo comunicato di Marco Espa, PD che pubblico con la precisazione che si tratta di notizia strettamente legata al nostro territorio e non siamo in campagna elettorale. Ovviamente pubblicherò comunicati provenienti da qualsiasi altra forza politica.
“ BUONE NOTIZIE PER GLI ABITANTI DI CAPOTERRA, PIRRI MONSERRATO E DELLE ZONE ALLUVIONATE DI TUTTA LA SARDEGNA”
.

Approvata la legge finanziaria 2009 che ha visto, all'interno del suo articolato, due importanti emendamenti per complessivi 31 milioni di euro (uno della giunta regionale, votato dall'opposizione e inerente la messa in sicurezza del territorio e l'altro dell'opposizione, con primo firmatario Marco Espa che prevede risorse aggiuntive per gli indennizzi alle persone colpite), si sblocccano immediatamente i meccanismi per i rimborsi ai privati cittadini. L'assessore La Spisa, in risposta a Marco Espa ha annunciato lo sblocco dei rimborsi con la spendita immediata di 56 milioni di euro per indennizzare i cittadini di tutti i comuni della Sardegna con danni ai beni immobili, il ristoro per i cittadini che non avevano ancora avuto il contrubuto per i beni mobili di prima necessità e un primo acconto ai comuni per le spese sostenute.
E' una buona notizia - dichiara Marco Espa - abbiamo solo fatto il nostro dovere verso i cittadini, un impegno unitario di tutto il Consiglio, come abbiamo già detto i rimborsi ai danni subiti dai cittadini non hanno colore politico, siamo orgogliosi come opposizione di aver dato il nostro tenace contributo perchè il comissario straordinario per l'alluvione avesse le somme a disposizione per soddisfare coloro che oramai si erano indebitati nel ripristinare le loro case e che aspettano con ansia le risorse, a partire dai cittadini di Capoterra..
Riteniamo significativa anche il nostro emendamento approvato dal consiglio sulla velocizzazione dei lavori di ripristino che potranno essere effettuati 24 ore su 24.
Ora Cappellacci proceda con velocità nei pagamenti, come aveva fatto il suo predecessore Soru. Noi vigileremo su questo, niente intoppi burocratici.
Ora possiamo pensare adesso a reperire le risorse per finanziare il disegno di legge da me presentato insieme all'ex assessore all'urbanistica Gianvalerio Sanna e al consigliere Porcu sulla definitiva messa in sicurezza del bacino del rio san Girolamo, che interessa la sicurezza di 10mila persone che non possono ovviamente essere delocalizzate
. “(
se vuoi leggere il disegno di legge clicca qui)
Dopo la finanziaria di ieri, le somme per gli interventi post alluvione sono state garantite per quasi 100 milioni di euro dalla Regione; solo per 7 milioni dallo Stato centrale, ciò pare incredibile. La proporzione dovrebbe essere inversa. Berlusconi dona 150 milioni di euro a Catania per risanare i suoi debiti mentre il Rio san Girolamo, se non messo subito in sicurezza , in autunno rischia di creare nuovi grandi disastri.
Il presidente della Regione alzi la voce in difesa di tutti i sardi, noi Consiglio insieme ai parlamentari sardi prepariamo un disegno di legge nazionale per avere giustizia e ottenere risorse che mettano in sicurezza le zone più pericolose del nostro territorio scempiato da amministratori che non hanno saputo dire di no alla richiesta di lottizzazioni..

Marco Espa
Consigliere Regionale della Sardegna
PD - Partito Democratico

22 ottobre, un evento amplificato da incendi e incuria del Rio

di Giacomo Cillocu
.
Per chi abita a Poggio da 30 anni, è sembrato molto strano che il Rio San Gerolamo abbia assunto dimensioni così notevoli, certo è che di pioggia ne è caduta tantissima e che sopratutto è caduta in un lasso di tempo cortissimo, ma questi fattori non sono gli unici.

Con queste fotografie che ho fatto a partire dal 1993 circa e nel 1996, vorrei far notare quali differenze ci sono nella colorazione dell'acqua sia del lago che nel canale scolmatore, questo perchè ritengo che l'azione incendiaria nell'arco dei 20 anni passati abbia contribuito in maniera determinante, il fatto che poi questo fiume sia stato lasciato incurato ha fatto il resto, è sicuro che un rio conosciuto per essere più che allegro, avrebbe dovuto avere più attenzione dagli organi preposti dalla legge e dallo stato, per una sua almeno minima manutenzione e sopratutto per un suo immediato riprisitino alle condizioni originarie variate nel corso degli anni per eventi non naturali.
Quando anni fa pioveva anche intensamente e per giorni, nessuno aveva mai visto delle esondazioni di questa portata, si allagava anche tutto il vallone delle piscine, la fitta vegetazione composta anche da alberi plurisecolari che poi vennero bruciati, tratteneva le acque e ne riduceva l'energia distruttiva, il letto del rio era sgombero da terra e altri ostacoli e aveva una sua forma naturale che veniva modificata molto lentamente ma mai drasticamente.
Dopo l'alluvione del 1999, la massa di sabbie giunse anche all'inizio del lago, questo fatto è noto anche a chi non abita qui da tanto, era quella lingua di sabbia dove stazionavano i cigni e le anatre, quella stessa massa ha camminato negli anni lungo il fiume fino a riempire con quest'ultima alluvione quasi un quarto ( volumetrico ) del bacino superiore di Poggio dei Pini, e ha fatto che si che l'onda di piena fosse ancora più violenta, impetuosa e distruttiva, tenendo presente che nell'acqua molto probabilmente c'erano disciolti detti materiali per una quantità ragionevole del 15%, l'acqua quindi pesava all'incirca kg. 1,30 circa per litro, questo fatto l'ha resa più dannosa e distruttiva, sia per gli argini che per tutto quello che ha travolto, persone, ponti e lago compresi, facendo innalzare notevolmente il livello in tutto la zona percorsa del rio.
In tutto questo reportage fotografico ci sono le foto dove l'acqua è marron e quelle dove l'acqua è più chiara ( normale ), le prime sono fatte nel 1993 ( dopo l'incendio ), le seconde nel 1996 circa, queste ultime con la loro colorazione determinano il fatto che negli anni si era ricostituita la vegetazione minima e pioniera, con le dovute differenze di rappresa in quanto prima del 1992 c'era molta più vegetazione prima dell'incendio del vallone delle piscine, questa volta invece hanno contribuito oltre alla grande pioggia, l'incendio di quest'estate e l'esistenza di una realtà che vedeva sommati tutti questi eventi erosivi degli ultimi ventanni insieme una situazione critica all'interno del rio per almeno gli ultimi 2 kilometri prima del lago.
Tra le tante, la pulizia del fondo del lago soprattuto dove si sono cumulate la sabbia e i fanghi è di fatto un'opera urgentissima da svolgere, in quanto oltre a mettere a repentaglio la sopravvivenza dello stesso potrebbe gravare ulteriormente sulla diga e su tutta la zona a valle, proprio perchè la diga svolge un'opera di rallentamento quasi naturale, quasi naturale ma non del tutto, infatti il lago è un'opera dell'uomo ed è per questo che avrebbe bisogno di manutenzioni costanti e straordinarie e che dovrebbero anche tutto il fiume a monte, si spera che con una azione dettata dall'urgenza e dal raziocinio si penda atto di questo fatto e si provveda quanto prima, se dovesse ripiovere molto, le cause di altri danni e tragedie sarebbero da ricondurre anche alla non esecuzione di quest'opera di ripristino, si spera che questa volta si metta davvero mano e non si stia a dormire come da norma e come si è fatto per lungo tempo.

Ciao Giacomo


Lago dopo la piena del 1993

Canale scolmatore dopo la piena del 1993

Canale scolmatore dopo la piena del 1996


Su Strumpu 1996

venerdì 8 maggio 2009

ARPAS: non c'è inquinamento a Capoterra

L'ARPAS (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale della Sardegna) scrive all'Associazione 22 Ottobre in risposta alla lettera con cui si richiedevano informazioni sullo stato dei suoli e delle acque in seguito all'evento alluvionale. La lettera è indirizzata anche a vari enti interessati ed è scaricabile cliccando qui.
In febbraio il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale (CFVA) ha effettuato sul Rio alcuni controlli che non hanno evidenziato alcuna contaminazione, salvo la presenza di Ferro e Manganese, responsabili di quella patina rossastra che si può notare in alcuni tratti del fiume.
Per quanto riguarda le acque marino-costiere, i campionamenti effettuati in novembre avevano rivelato la presenza di un inquinamento batterico. Il 16 marzo scorso è stato effettuato un controllo che invece ha dato esito di conformità.
A partire dal mese di aprile si è aperta la campagna di monitoraggio delle acque adibite alla balneazione che prevede controlli ogni 15 giorni in loc. su Spantu e ogni 30 giorni a La Maddalena Spiaggia e Torre degli Ulivi. Anche questi controlli non hanno mostrato la presenza di contaminazioni.
Sono in corso controlli anche sul Rio S. Lucia e sullo Stagno.
Il comunicato non contiene dati di dettaglio e non si conosce l'esatto punto in cui sono stati effettuati i prelievi lungo il fiume. Appare piuttosto strano che non vi sia inquinamento nella zona di Poggio dei Pini, dove da mesi le fogne versano i liquami nel Rio S. Girolamo. Si potrebbe supporre che i campionamenti siano stati effettuati più a monte della diga. Certamente positivo è invece il valore ottenuto sulle acque costiere, anche in vista delle imminente stagione balneare.

Una scarico fognario a cielo aperto a Poggio dei Pini. Nessun inquinamento?

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