L'argomento che da il titolo a questo post ha sempre rappresentato uno dei "taboo" della comunità poggina. Secondo il vecchio "Poggio Style" la domanda "ma gli amministratori della Cooperativa sono pagati?" ha sempre provocato uno sguardo simile a quello che ricevereste se faceste squillare il cellulare in Chiesa durante la messa domenicale. Questa riluttanza a parlare di un argomento che dovrebbe invece rappresentare uno dei primi punti della trasparenza amministrativa ha alimentato le dicerie più strampalate e fatto circolare le cifre più assurde; tutte falsità che vanno spesso a danno degli stessi amministratori, mettendone in dubbio l'onestà e la correttezza. Ma allora, perchè non pubblicizzare e mettere nero su bianco quali siano tutti (e dico tutti) i veri costi della politica poggina?
Da qualche tempo questo argomento, assai di moda anche a livello nazionale, è entrato a far parte della propaganda politica poggina. In particolare da quando uno dei due gruppi che si contendono il controllo della Cooperativa ha deciso di giocare la carta della "rinuncia al compenso" come arma per convincere l'elettorato della bontà della propria proposta. Evidentemente in questo periodo storico, con la crisi galoppante scoppiata nell'estate del 2011, la riduzione delle spese di questo tipo viene considerato un argomento convincente.
Eppure negli ultimi decenni i componenti del Comitato Esecutivo della Cooperativa hanno sempre ricevuto un compenso, o rimborso che dir si voglia. Ad ogni rinnovo del mandato (che nella Cooperativa è triennale) le molte decine di soci che hanno partecipato ai vari Consigli di Amministrazione (me compreso) hanno sempre confermato questa spesa. Ne consegue che anche qualcuno dei consiglieri attuali, ed in particolare Tonino Secchi che negli ultimi venti anni è stato presidente per due mandati e spesso componente dell'Esecutivo, ha ampiamente usufruito di "compensi" e rimborsi vari. Insomma, si sbandierano con entusiasmo i presunti risparmi, ma non si pubblicizza l'ammontare degli emolumenti ricevuti.
Un punto che è necessario chiarire ai residenti meno informati è che i componenti del Consiglio di Amministrazione sono quindici, ma solo alcuni hanno ricevuto questo compenso. Si tratta dei componenti del Comitato Esecutivo, l'organo della Cooperativa (numero variabile da 3 a 5 a seconda dei periodi) cui sono delegati ampi poteri. Veniamo agli importi. Il lordo mensile era di circa 400 euro, corrispondente a un netto di circa 250 euro al mese.
Mi scuso per l'imprecisione ma io, pur avendo fatto parte del CdA per un triennio, non ho mai percepito alcun rimborso e posso solo riferire le cifre approssimative che mi sono state comunicate verbalmente. Immagino che qualsiasi socio possa comunque farsi mostrare i dati recandosi in Cooperativa.
Non bisogna confondere poi i consiglieri con i Sindaci. Questi ultimi (sono tre) da diversi anni ricevono una cifra considerevole che, nel bilancio 2011 pesa ben € 47.115 ogni anno, o, come direbbe il nuovo presidente, 141.300 euro in un triennio. Nessuno propone di intervenire per ridurre questo costo spropositato degno di una SpA, eppure non ci vorrebbe molto. Una pubblicità dice "la Coop siamo noi", quindi sarebbe facile. Evidentemente in questo caso la Coop non siete voi.
Ci si può chiedere se sia giusto o sbagliato che alcuni amministratori della Cooperativa ricevano questi compensi. E' un quesito legittimo; parliamone tra soci.
Non è chiaro se il nuovo CdA, che non li ha riconfermati, li ritenesse o meno ingiusti. D'altronde se si fosse trattato di una spesa ingiusta ne dedurremmo che tale giudizio negativo potrebbe essere esteso anche all'attuale vicepresidente Secchi, che ne ha abbondantemente usufruito, e tutti i precedenti componenti dei vari Comitati Esecutivi. Se ne deduce, quindi, che si tratta solo di propaganda. Peccato.
Indubbiamente quasi tutti i Consiglieri di Amministrazione affrontano spese provocate dallo svolgimento di questa attività. Si tratta soprattutto di spese telefoniche e di trasporto. Gli amministratori della Cooperativa non sono boiardi collegati a qualche carrozzone politico messi li ad occupare centri di potere strategici, ma sono soci che si rendono disponibili ad occuparsi della amministrazione per un triennio (alcuni per un trentennio).
Sono certo che nessuno dei soci pretende che ci rimettano di tasca loro cifre che, in alcuni casi, possono superare alcune centinaia di euro mensilmente. Ho seguito da vicino la frenetica attività di Giacomo Cocco per due anni e sono certo che egli abbia speso ben più dei 250 euro al mese che ha ricevuto.
Si potrebbe poi discutere sul valore del tempo che un vecchio proverbio afferma corrispondere a "denaro". Io ho una visione romantica e idealista del volontariato, per cui il tempo dedicato a qualsiasi attività rivolta al miglioramento della vita di una comunità dovrebbe essere messo a disposizione gratuitamente, altrimenti si tratterebbe di un lavoro. Anche il lavoro è sacrosanto, ci mancherebbe, ma è necessario che sia ben chiaro quando ci si muove in ambito di volontariato e quando invece si lavora.
Assodato che chi affronta delle spese nella sua attività di amministratore deve essere rimborsato, si potrebbe discutere sulle modalità con cui mettere in pratica questo rimborso. Mi è stato spiegato che ci sono due strade: contabilizzare tutte le ricevute relative alle spese affrontate, oppure il compenso forfaittario. Qui entriamo nel territorio per me ostico della fiscalità. Mi dicono che gestire la contabilità di tutte le spese da rimborsare crea problemi e forse costi gestionali e che risulta molto più comodo attribuire un compenso forfaittario. Sarebbe questo il motivo per cui sino all'anno scorso in Cooperativa si è optato per questo sistema.
La cosa mi convince solo parzialmente perche mi sembra che in questo modo si risparmino seccature, ma si sprechino soldi in quanto una buona parte del "compenso" viene poi trattenuto dall'IRPEF e quindi non raggiunge nemmeno il destinatario, insomma uno spreco. Inoltre non possiamo nascondere il fatto che, in qualche caso, il posto nel Comitato Esecutivo non è stato attribuito a persone che si sono prodigate per la Cooperativa al punto da meritare un rimborso e questo rende ancora più giusta l'abolizione del compenso e l'adozione di una forma di rimborso.
Un altro problema provocato da questo sistema è che i consiglieri che non fanno parte del Comitato Esecutivo non ricevono alcun rimborso per le spese che affrontano.
E' quanto accaduto a me per il primo anno e mezzo del mio mandato. Occupandomi di informazione e di un Portale che allora era veramente aggiornato in tempo reale, ho visto andare alle stelle la mia bolletta telefonica. Solo nell'ultimo semestre sono riuscito a farmi assegnare uno dei cellulari della Cooperativa per ridurre questo esborso.
Già nel corso del mio mandato avevo espresso una preferenza per il rimborso delle spese affrontate, ma questa mia proposta non aveva trovato il gradimento di tutti gli altri amministratori (tranne Rita Lai) e quindi alla fine si decise di continuare con il solito sistema.
Cosa è successo dopo? Il rimborso è stato abolito subito dopo il ribaltone nel giugno del 2011.
Nel suo volantino elettorale inviato ai soci prima delle ultime elezioni, Tonino Secchi aveva scritto "per rispetto verso i sacrifici dei soci gli amministratori uscenti nell'ultimo anno hanno rinunciato alle indennità previste dallo Statuto lasciando nelle casse della Cooperativa più di 30.000 euro". Quando ho letto questa frase mi è venuto da pensare se i sacrifici dei soci avrebbero potuto essere rispettati meglio evitando far decadere i servizi e di sperperare diversi milioni di euro negli ultimi decenni. Andiamo comunque a verificare se la cifra indicata da Secchi è corretta. Prendiamo l'ultimo documento di bilancio nel quale troviamo i valori relativi al 2010 e al 2011. In questo documento ci sono due voci che possono essere riportate alla questione che stiamo affrontando. Per attribuire un valore annuo agli emolumenti dobbiamo prendere quello del 2010, perchè nel 2011 il rimborso è stato versato solo per metà anno. Le voci che ci interessano sono: "Emolumenti amministratori" € 31.181 e "Oneri INPS amministratori" € 3.533. In totale 34.714 euro all'anno.
Sia il comunicato di Secchi che l'ultima lettera del nuovo Presidente Sanna, sottolineano la rinuncia all'emolumento mensile, ma non chiariscono se i consiglieri ricevano rimborsi sotto altre forme. Dico subito che non ci sarebbe nulla di male, anzi sarei d'accordissimo, dato che io stesso feci una proposta simile. Ritengo anche che rimborsare gli amministratori sulla base di "ricevute" o assegnando un telefono a quelli che effettivamente svolgono un'attività che richiede intense comunicazioni, porterebbe a un risparmio. E' però importante chiarire in modo trasparente come avvengono questi rimborsi e quantificare correttamente il risparmio.
L'analisi delle differenze esistenti tra il bilancio del 2010 (con gli emolumenti) e quello del 2011 (con emolumenti solo per il primo semestre) mette in evidenza un incremento di alcune voci di bilancio: rimborsi spese + € 9.965, spese di rappresentanza + € 1.081, "servizi da terzi" + € 1.600, "erogazioni liberali" + € 5.600. A chi sono andati questi rimborsi? Che cosa sono queste spese di rappresentanza? Non si sa. Nemmeno io che ero consigliere sono riuscito a saperlo. In consiglio non si è presentato nessuno che potesse dare questo genere di informazioni.
Ma veniamo al problemino aritmetico finale. Se il bilancio dice che le spese per gli amministratori, tasse comprese, ammontano a 34.000 euro annui e se lo stesso Tonino Secchi scrive che il risparmio è superiore ai 30 mila euro annui, come mai il neo presidente Emilio Sanna afferma nella sua comunicazione ai soci: "tutti i Componenti del Comitato Esecutivo hanno deciso di rinunciare agli emolumenti previsti. Ciò consentirà di lasciare nel triennio di mandato disponibili per la comunità circa 130.000 euro".
In questa pur breve frase mi sembra di poter rilevare almeno due grossolani errori, uno di aritmetica e uno di logica.
Mi viene da sorridere quando penso alle tecniche di marketing che sono alla base di questa "numerologia poggina". Se un numero è gradito allora meglio amplificarlo riferendolo a un periodo più ampio. Se il valore mensile (come il salario) non fa abbastanza colpo, allora possiamo utilizzare quello annuale (come il bilancio). Sanna invece si sbilancia e ci fornisce, per il favoloso risparmio, addirittura il valore triennale. E perchè allora non quello decennale che fa cifra tonda? Magari, esagerando, potremmo trovarci anche noi a promettere 1 milione di posti di lavoro!
Se invece il numero è negativo allora viene mostrato nella sua forma mensile, settimanale, giornaliera, oraria!
Ad ogni modo prendo la calcolatrice, moltliplico per 3 il dato preso dal bilancio (34.000 euro) è ottengo 102.000 euro. E perche' allora Sanna "spara" 130.000? Da dove vengono i 28 mila mancanti? Forse vengono coniati in Cooperativa sotto forma di "patacca".
Mi giunge notizia, poi, che in una delle prima sedute del nuovo Comitato Esecutivo, nel quale, come è noto, non siede nessun componente della lista "Noi per Poggio", sia stato deliberato di assegnare un telefono ad ogni componente dell'Esecutivo. Come mai il Presidente non fa alcun accenno a questa decisione, peraltro giusta, che comunque provocherà una certa spesa?
Mi giunge notizia, poi, che in una delle prima sedute del nuovo Comitato Esecutivo, nel quale, come è noto, non siede nessun componente della lista "Noi per Poggio", sia stato deliberato di assegnare un telefono ad ogni componente dell'Esecutivo. Come mai il Presidente non fa alcun accenno a questa decisione, peraltro giusta, che comunque provocherà una certa spesa?
L'errore logico riguarda, invece, il significato più ampio del risparmio. Alla fine dell'anno, o se vogliamo alla fine dei 3 anni, i soci si troveranno più o meno servizi, più o meno soldi, a seconda non dell'ammontare degli emolumenti attribuiti agli amministratori, ma dal dato complessivo di bilancio, che nel 2011 è peggiorato di ben 100.000 euro rispetto al valore registrato nel 2010.
I soci cui vengono propinate queste cifre, versano nelle casse della Cooperativa ben 550.000 euro all'anno (1.650.0000 euro in tre anni), quali servizi ricevono, quali riceveranno nel prossimo triennio, come sarà la qualità della loro vita? Saranno tutelati dalla Cooperativa i loro inteessi nei confronti del costante tentativo di essere spennati dal Comune di Capoterra?
Sono questi i dati su cui tutti si attendono "miglioramenti" dal nuovo presidente.
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