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sabato 17 luglio 2010

Interrogazione comunale sulle restrizioni idriche a Poggio

di Franco Magi

TIPO ATTO: Interrogazione

DATA PRESENTAZIONE: 16-07-2010

PRESENTATORE: Franco Magi

DESTINATARI: Sindaco, Assessore ai Lavori Pubblici

IL SOTTOSCRITTO

PREMESSO che con improvvisa, unilaterale ed arbitraria decisione la società ABBANOA, a partire dal 07 luglio, ha modificato la portata di erogazione della conduttura che serve Poggio dei Pini, riducendola a soli 18 lt/sec.;

VERIFICATO che invero anche gli autodichiarati 18 litri al secondo sono in realtà non più di 12 lt/sec.;

CONSIDERATO che a seguito della detta decisione da parecchi giorni l’intera lottizzazione di Poggio dei Pini è rimasta senza acqua corrente;

CONSIDERATO che la società ABBANOA non può fingere di non sapere che a decorrere dal tragico evento alluvionale del 22 ottobre 2008 i pozzi della Cooperativa Poggio dei Pini (che supplivano alle carenze idriche estive) non sono più attivi, e che pertanto i 18 lt/sec - sufficienti fino a tale data – oggi sono del tutto insufficienti a soddisfare le esigenze di oltre 600 famiglie e 1800 abitanti;

CONSIDERATO ALTRESI’ che la predetta Società Cooperativa Poggio dei Pini ha prontamente avviato le procedure per la riattivazione dei propri pozzi, i cui tempi stimati sono di circa 7 giorni;

VALUTATO che nelle more della riattivazione dei pozzi da parte della Poggio dei Pini, ABBANOA non può esimersi - per evidenti ragioni igieniche e di salute pubblica - dal ricalibrare gli impianti di adduzione idrica ripristinando i precedenti valori di erogazione;

DATO ATTO che la Protezione Civile, tramite il Programma di sorveglianza, prevenzione e allarme degli effetti delle ondate di calore sulla salute, ha emesso per queste giornate un allerta caldo;

CONSIDERATO INOLTRE che l’inspiegabile scelta di ABBANOA sta generando fortissimi disagi alla popolazione – disagi amplificati dall’eccezionale ondata di caldo che ha colpito l’isola – che possono compromettere finanche la salute dei cittadini;

VALUTATO che la decisione di ABBANOA appare oltre che arbitraria al limite della legalità;

TUTTO CIO’ PREMESSO E CONSIDERATO

interroga il Sindaco e l’Assessore competente per sapere

- Se sia già intervenuto sulla società ABBANOA al fine di riottenere il ripristino della citata portata di 25 lt/sec, quantomeno nelle more della riattivazione dei pozzi;

- Se intenda valutare di procedere nei confronti della società ABBANOA per interruzione di pubblico servizio;

- Quali ulteriori iniziative intenda eventualmente assumere (o abbia assunto) per risolvere le sovraespresse problematiche.

Franco Magi

mercoledì 14 luglio 2010

Centomila

Il blog ha appena registrato centomila accessi. Come prima cosa voglio ringraziare chi ha partecipato a questa iniziativa e ci ha creduto, trovando che uno strumento di informazione, ma soprattutto di approfondimento e di confronto, fosse utile per la nostra comunità.
Ringrazio anche chi ha cercato in mille modi di boicottare questa iniziativa, spesso in modo così maldestro da mettere in ulteriore evidenza la sua utilità ed il fatto che nella nostra comunità non ci sono certamente solo rose e fiori, ma abbiamo innegabilmente anche qualche stronzo. Mi viene da sorridere quando penso a chi, alcune settimane dopo la sua attivazione, scrisse "ecco perchè il blog è un fallimento", a chi ha alterato i risultati dei sondaggi, a chi ha scritto commenti sotto falso nome, a chi ha millantato conoscenze in tutti i settori dello scibile e opposto la difesa della privacy alla trasparenza. Nonostante le calunnie, le bugie e le invidie, per ben centomila volte avete deciso di consultare questo blog.

Chiunque abbia realizzato un sito internet sa che non è facile ottenere questo risultato. La grande rete da un lato ci offre la possibilità di raggiungere miliardi di persone ma, come rovescio della medaglia, fa si che ogni pagina sia una goccia nel mare ed è difficilissimo attivare quei collegamenti che la portino sullo schermo delle persone a cui è destinata. E' per questo che la maggior parte dei siti internet oggi esistenti registra tanti accessi giornalieri quanti possono essere contati con le dita di una mano.

Sembra passato un secolo dal momento della nascita di questo blog, eravamo solo alla fine del 2007. Da allora sono stati scritti 344 articoli e innumerevoli sono stati i commenti dei lettori.
Recentemente, anche a causa dei miei impegni nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa, ho dovuto ridurre il numero degli interventi. Non è solo per mancanza di tempo, ma anche perchè dallo scorso mese di ottobre è attivo il Portale della Cooperativa (www.poggiodeipini.com) e a questo strumento è giustamente affidato il compito di fornire l'informazione e di gestire i rapporti tra i residenti e la società che rappresenta il fulcro e il motore di quella comunità. Uno strumento del genere avrebbe dovuto funzionare da tempo e da diversi anni veniva sollecitato dai poggini. Non aveva senso che il blog realizzato da un singolo individuo (perchè questa è la caratteristica dei blog) svolgesse il compito di punto centrale per l'informazione di una comunità di 2000 abitanti quando esiste un soggetto che è deputato a farlo, come recita il suo stesso Statuto.

Da qualche tempo, quindi, il blog è tornato ad essere il luogo per le considerazioni personali, mie e di altri lettori che a me si rivolgono, per gli approfondimenti, per fornire a chi legge dei "quadri d'unione" rispetto a problematiche in cui potrebbe facile perdersi, seguendo il susseguirsi degli eventi quotidiani.
Nonostante la diminuzione dei miei interventi il blog continua a registrare un numero di accessi molto significativo: siamo intorno a una media di sessanta visite al giorno, contro i circa centocinquanta dei periodi "caldi". Non voglio citare tutte le persone, gli enti, le associazioni che hanno pubblicato commenti e informazioni nel blog perchè per me tutti i contributii sono importanti, per cui ringrazio indistintamente chiunque abbia pubbllicato anche una sola riga in questo contenitore e penso di interpretare la gratitudine delle migliaia di persone che poi l'hanno letta.

Questo blog, che era nato per fare luce su una questione relativa alla cementificazione di tutto ciò che resta delle pinete di Poggio dei Pini (salvate!), ha poi raggiunto dei risultati assolutamente inaspettati e imprevedibili come quello di diventare il punto di riferimento durante i terribili mesi del post alluvione, oppure l'attivazione di quei collegamenti tra i residenti dei nuclei urbani che costituiscono il comune di Capoterra, forse avviando i primi tentativi di un necessario processo di avvicinamento tra i residenti delle frazioni e del centro storico, condizione necessaria per costruire la Capoterra di domani.

In queste pagine è stata diffusa quell'informazione, spesso di elevato livello scientifico, che non avrebbe trovato spazio certamente nei media tradizionali (Unione Sarda can you believe?) così come in altri siti locali. Dal blog sono partite due importanti inziative che hanno avuto effetti che vanno ben aldilà dell'ambito solitamente riservato a un sito internet: è nata l'Associazione 22 Ottobre, che ha realizzato importanti iniziative nel post alluvione, contribuendo a rappresentare la cittadinanza colpita e riconosciuta come interlocutore anche dalla Regione e dal Comune di Capoterra. Il secondo importante risultato è stato quelli di mettere in contatto il gruppo di soci della Cooperativa Poggio dei Pini che nel giugno del 2009 è riuscita a rinnovare un Consiglio di Amministrazione nel quale, triennio dopo triennio, venivano ribadite poltiche gestionali che, seppur innovative negli anni 70, dopo 40 anni erano diventate inedeguate ai tempi e alle situazioni.

Questo risultato costituisce uno dei primi esempi nella società italiana di effettiva incidenza dei mezzi di comunicazione telematici sulla realtà amministrativa, seppure si tratti di una realtà molto piccola di un centro residenziale di 2000 abitanti. Chissà, forse in questo modo Poggio dei Pini, che ha rappresentato un esempio innovativo di centro residenziale a livello nazionale, ha trovato un altro modo, quarant'anni dopo, per essere nuovamente un laboratorio di innovazione nell'ambito della democrazia partecipata e dell'attivazione di politiche di amministrative virtuose.
Recentemente si è tenuto a Capoterra un convengo dedicato proprio al tema della Democrazia Partecipata, organizzato dall'ottima Demos Capoterra, e ho avuto modo di testimoniare l'esperienza di poggio dei Pini, constatando, in un ambito ancora dominato dalle logiche amminstrative tradizionali, l'unicità della nostra attuale esperienza nella Cooperativa.

domenica 4 luglio 2010

Il futuro urbanistico di Poggio dei Pini - la nuova Variante

In questi giorni a Poggio si parla molto della nuova variante predisposta dal CdA, o meglio della nuova proposta che dovrà definire il futuro urbanistico di questa località. L'11 luglio si terrà un referendum consultivo previsto, anzi richiesto, dallo statuto della Cooperativa nei casi di decisioni importanti per il futuro della comunità. Questa certamente lo è. Non ci sarà difatti un'altra variante dopo di questa.


Entro l'anno il Comune di Capoterra varerà il PUC e da quel momento in poi le scelte di oggi saranno blindate per i decenni successivi. Il fatto che il referendum sia consultivo significa due cose: sarà effettuato PRIMA di prendere una decisione, perche altrimenti che consultazione sarebbe? Pensate a un dialogo come questo ...

F. - Scusa Antonio, vorrei consultarmi con te: che ne dici se andiamo a mangiare una pizza alla Terrazza domani?
A. - Grazie Francesco, accetto volentieri.
F. - Ti ringrazio per la tua risposta Antonio, però sono spiacente, avevo già deciso di andare allo Jabalì con Mariella.

Il Consiglio di Amministrazione non è tenuto deliberare nel senso indicato dal referendum. Potrebbe anche fare l'esatto contrario. E' già successo con la questione delle
antenne.

Si potrebbe pensare che non sarebbe opportuno ignorare il parere dei soci, in particolar modo se l'esito di un referendum fosse netto. E' questo, a mio aviso il comportamento corretto. Un referendum che fornisce una indicazione netta, anche se consultivo, dovrebbe essere considerato alla stregua di una decisione popolare. E' una questone di rispetto nei confronti dei soci, anche se è il Consiglio di Amministrazione l'organo che ha la responsabilità delle azioni svolte dalla Cooperativa.
Il quesito referendario di quest'anno propone ai soci due soluzioni differenti, definite rispettivamente micro e macro. In realtà si tratta di definizioni un pò ambigue perchè la differenza tra le due opzioni non è molto rilevante, tutt'altro. Stiamo parlando di 21 lotti di differenza, corrispondenti a 2 milioni di euro. Se pensiamo che il totale dei lotti della opzione macro è di 148, capiamo che la differenza tra le due soluzioni è del 15%, un pò pochino per essere considerata una vera alternativa.

Un socio potrebbe ( e dovrebbe) chiedersi: ma a che cosa servono questi soldi? Ogni variante ha sempre cercato di dare una risposta a questa domanda. Nel 1997 la risposta era complessa e completa, infatti quella variante prendeva atto dell'impossibilità di costruire sulla montagna e conteneva anche una definizione per le aree servizi. Insomma concludeva la lottizzazione.
La Variante del 2007, invece, conteneva solo lotti, più di quelli già previsti nel 1997 e niente servizi, niente investimenti, niente rendite per il futuro.
Qualcuno afferma che la variante di quest'anno sia identica a quella di 3 anni fa. Facciamo finta di non sapere che questa critica provenga da quelle persone, sempre le stesse, che remano contro qualsiasi decisione del nuovo Consiglio di Amministrazione e cerchiamo di capire se hanno ragione. Cerchiamoli questi elementi di ugualianza.Il numero dei lotti nel 2008 era 189. Solo dopo una vera e propria sommossa popolare, cui io sono orgoglioso di avere partecipato, sono stati eliminati i lotti delle pinete e in altre aree di pregio. Mi viene da sorridere quando sento qualcuno di coloro che aveva approvato la "cementificazione delle pinete" (volenti nolenti le case nella pineta sarebbero state costruite con questo materiale e non con il marzapane), affermare oggi che la variante del 2007 conteneva "solo" 155 lotti. Non c'è limite alla faccia tosta. I lotti divennero 155 solo dopo che centinaia di soci, i cosiddetti "facinorosi", manifestarono il loro dissenso in modo talvolta anche molto acceso, ma la variante 2007 ne conteneva 189 e tanti sono, pinete comprese, quelli che giaccono in Regione. Oggi comunque, nelle due proposte i lotti sono ulteriormente diminuiti: 127 nell'opzione "micro" e 148 nell'opzione macro. In pratica i soci l'11 potranno (opzione macro) confermare un intervento che quantitativamente non si discosta molto dall'ultima variante dopo l'eliminazione dei lotti delle pinete, oppure potrebbero richiedere un'ulteriore riduzione (opzione micro).


Ma non è solo una questione di quantità. Certamente sono stati corretti una serie di interventi che non tenevano conto delle problematiche idrogeologiche. Qualcuno potrebbe dire: l'alluvione del 2008 non si poteva prevedere. Giusto. Però non è che l'idrogeologia sia nata nel 2008. Esisteva da molto prima, con tutto il suo bagaglio di conoscenze e di vincoli ignorati. E' proprio l'averla trascurata che ha causato tanti danni il 22 ottobre 2008. A Poggio qualche errorino stato fatto nel 1970 e stava per essere ripetuto nel 2007, un pò meno giustificabile considerando il cambiare dei tempi e delle normative. Comunque nella nuova variante sono stati certamente eliminati quel lotti che, se realizzati, sarebbero stati spazzati via dall'alluvione, tanto per essere chiari.
Se dal punto di vista urbanistico e geologico esistono queste nette differenze. I punti deboli della variante 2007 erano costituiti soprattutto dall'impatto ambientale e dalla comunicazione. Inutile sottolineare che nella nuova variante non ci sono lotti nelle Pinete.
Per quanto riguarda la comunicazione, ricordiamo bene che i soci appresero di questo importante intervento solo dall'Unione Sarda. Nessuna informazione, nessun coinvolgimento, nessun referendum.
Quest'anno sono state indette riunioni, 350 soci hanno ricevuto una corposissima documentazione per email, gli altri per posta, nel Portale web è presente, oltre alla documentazione, anche un forum nel quale possono esprimere opinioni, critiche, proposte.
Tutto questo sarebbe davvero "identico" a un foglietto striminzito contenente alcune frasi sibilline in politichese?
A mio avviso, comunque, la più grande differenza è insita nella mancanza di prospettiva della variante del 2007. Fare case, ma non servizi, fare cassa quindi e per cosa? Per ricostruire tutte le infrastrutture. Niente per lo sport, nessun nuovo servizio e nessuna nuova fonte di reddito.
Ora anche un bambino, leggendo queste righe capirebbe che questi due interventi sono diversi come il giorno e la notte e io non mi sarei nemmeno permesso di tediarvi ribadendo concetti che, in fin dei conti, forse sapevate già. Si da il caso che il nuovo slogan del Boycott Group di Poggio sia proprio questo "le Varianti sono uguali, identiche".
Un'altra grande differenza è la presenza, nella nuova Variante, della definizione di aree servizi che potranno essere utilizzate per realizzare principalmente due tipologie di interventi: strutture sociali che migliorino la qualità della vita dei residenti, oppure strutture che creino un reddito. Anche se la relazione di Giuseppe Monni si spinge a ipotizzare una serie di servizi realizzabili (case per anziani, ampliamento centro commerciale, hotel, centro conferenze) in realtà se, cosa e quando realizzare sarà deciso di volta in volta dalle future amministrazioni. Oggi si deciderà di destinare alcune aree, chiaramente perimetrate, a servizi. E' chiaro che nelle presenza di servizi che producono reddito è insito l'obiettivo di generare entrate che possano, in futuro, consentire alla Cooperativa di fornire servizi ai soci, mantenere le strutture esistenti etc. Come sappiamo non esisteranno, dopo, altri lotti.

Torniamo ai numeri. Perche bisogna fare almeno 125 lotti e non meno o addirittura zero? Perche non si può smettere di costruire? Ricordo che qualche anno fa un personaggio certamente super partes, il noto architetto Renzo Piano, osservando il panorama dal punto di vedetta del M. Pauliara, restando ammirato dalla bellezza di Poggio dei Pini disse: "è molto bella, ma non costruite più". Si è già detto anni fa, proprio su questo blog, che costruire significa comunque ridurre il valore delle case già esistenti e mettere a rischio la qualità della vita, aumentando la pressione antropica, l'uso di strade, fogne, acquedotto etc.
Stiamo parlando di interessi che esistono, sono gli interessi di chi vive già qui. Che senso avrebbe un intervento se non considerasse prioritari gli interessi dei residenti? Deve essere quello il vero faro che ispira la decisioni di questi giorni. Non quindi il "difendere le cubature del 1970", non il mantenere in vita la Cooperativa per forza, men che meno avere risorse per gestire appalti, assegnare consulenze ai propri amici, distribuire prebende, godere della posizione di potere che viene offerta dalla possibilità di gestire dei quattrini. E' questo il grosso rischio.
Se Poggio fosse stata ben amministrata negli ultimi 20 anni, oggi avremmo chiuso la partita con il comune che ci vede ancora debitori, avremmo risparmiato moltissimi soldi che abbiamo dovito spendere per manutenzioni di infrastrutture che non ci competevano. In seguito all'alluvione avremmo avuto risorse per fronteggiare i tanti problemi, ad essa legati volendo potremmo anche decidere, sempre oggi, di non costruire piu' nulla oppure di fare solo le areee A2 A3 come chiede qualcuno. Avremmo realizzato parte dei servizi mancanti.
Così, purtroppo, non è stato. Quelle risorse sono state in parte sperperate. Nel valutare l'opzione minima, l'attuale CdA ha quindi ritenuto che, pur volendo andare incontro alle richieste di chi vuole ridurre al minimo l'uso di nuovo territorio, non si potesse non realizzare alcune cose e cioè: chudere la partita con il comune, realizzare una rete idrica duale che consenta di utilizzare l'acqua di Abbanoa solo per l'uso potabile e ripristinare i pozzi per l'uso irriguo (giardini), sistemare la zona sportiva e alcuni punti che sono stati semidistrutti dall'alluvione e presentano dei rischi in caso di un nuovo evento calamitoso.
Probablmente si poteva limare qualcosa e fare scendere l'opzione micro di una ventina di lotti. Io avrei gradito che una opzione di questo tipo fosse presente nel referendum anche se non è detto che l'avrei scelta. Pur essendo io stesso un amministratore sono ancora indeciso su quale scelta effettuare. Adesso vi spiego perche.

Perche molti residenti sono contrari a nuove costruzioni? Negli anni '90 e 2000 nelle casse della Coop sono entrati molti soldi tramite i lotti. Un intero quartiere è stato lottizzato e venduto a prezzi di mercato molto alti. Dove sono finiti quei soldi?
Il bilancio della Coop, mi dicono, è sempre stato in pareggio. Quindi, dato che in quegli anni non è stata realizzata nessuna opera significativa, vuol dire che ogni anno, due o tre lotti se ne andavano per bilanciare spese di vario tipo. Utili? Inutili? Rispondetevi da soli.
E' chiaro che i soci, oggi, anche quelli sensibili solo al proprio interesse personale, hanno capito che a stare troppo zitti alla fine ci rimettono di tasca propria: passeggiate tra le case anzichè in pineta, aumento della quota sociale, i figli che non possono fare sport, verde non curato, addiruttura minore sicurezza. In queste condizioni, giustamente, nessuno sarebbe disposto a rinunciare a un pezzo di territorio per alimentare questi sprechi. Ecco quindi che sale, nella lista delle condizioni che orienteranno la mia scelta, la risposta che darò a questa domanda: "Sapranno le amministrazioni future amministrare bene queste risorse, oppure anche loro le sprecheranno?". E' molto difficile darsi una risposta, è una scommessa. la chiave pero' sta proprio nei soci, sono certo che se continueranno trasparenza e partecipazione ci saranno meno "errori" e quindi sarei fiducioso del fatto che i denari vengano spesi bene. A questa condizione, varrebbe la pena poterne disporre. Dipende da noi.

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