Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com

giovedì 29 gennaio 2009

I miei ringraziamenti

Sebbene ritenga che il ringraziamento sentito, non gridato in piazza, sia molto più apprezzabile di quello sparato ai quattro venti, magari in periodo di campagna elettorale, non ho intenzione di imitare l'anonimo redattore dell'ultimo notiziario della Cooperativa Poggio dei Pini, elencando una lunga sequenza di nominativi di persone da ringraziare. Ciò non toglie che a tutti costoro vada anche il ringraziamento mio personale e dei lettori del blog che mi permetto in quest'occasione di rappresentare.

Se però si decide di fare una operazione di questo tipo, ritengo che sia opportuno farlo con onestà. Anche se è lecito utilizzare i sentimenti come strumento per gestire le pubbliche relazioni o fare campagna elettorale, io vedo nel ringraziamento qualcosa di diverso: un modo per segnalare agli altri i contributi offerti spontaneamente e senza interessi da membri della nostra comunità, per il bene collettivo.

Tra l'altro mi sembra che, forse per la fretta, ci sia qualche "dimenticanza" in questo festival della gratitudine. Per un senso di correttezza vorrei cercare di colmare questa lacuna. Vorrei farlo, permettetemi, senza liste di nominativi, per mettere in evidenza alcuni comportamenti che, a mio avviso, hanno portato qualcosa di positivo per tutti noi.

Desidero ringraziare ancora una volta chi, a partire dal pomeriggio del 22 ottobre, si è gettato nel fango delle case altrui. Voglio ringraziare i volontari accorsi da ogni parte della Sardegna nella nostra valle, e quello sparuto nugolo di ragazzi "di casa nostra" in tuta arancione che hanno offerto ancora una volta, stavolta contro l'acqua e non il fuoco, uno dei volti migliori della nostra comunità, quello della vera solidarietà. Non la solidarietà dei politici bugiardi che sentiamo in questi giorni, ma quella vera e disinteressata.

Voglio ringraziare chi ha messo a disposizione degli altri la propria conoscenza per aiutarci a capire quello che era successo e per trovare gli strumenti per immaginare un futuro diverso e migliore per il nostro territorio.

Subito dopo il disastro molte domande si sono fatte strada nella nostra mente; molti come, molti perchè. Nella confusione della disgrazia e della disperazione c'è stato anche chi ha trovato risposte sbagliate: è colpa del lago di Poggio e dei poggini egoisti. All'incontro con Soru tenutosi in novembre, chi era presente ha sentito lo scroscio di applausi che si è levato tra i residenti di Frutti d'Oro all'affermazione "quella diga probabilmente sarà eliminata". Eppure, poco tempo dopo, tutti hanno dovuto convenire che quel piccolo lago non solo non aveva provocato alcun danno, ma aveva frenato la forza della piena che è arrivata a valle con minor violenza.

In una visione futura del bacino idrografico, la diga e altre opere di contenimento appaiono un elemento indispensabile, non solo in un ottica di sicurezza nei confronti di futuri eventi alluvionali, ma anche per la difesa dagli incendi boschivi e per quella lotta alla desertificazione che rappresenta una insidia terribile per la nostra isola.

Chi ha pensato di utilizzare la disgrazia per scaricare le responsabilità di pessimi amministratori su un elemento naturale che non poteva discolparsi è stato messo a tacere dalle argomentazioni scientifiche e dai ragionamenti costruttivi e pieni di buon senso che si sono diffusi anche grazie ai nuovi nuovi mezzi di comunicazione.

Il lago di Poggio dei Pini campeggia nella Home Page del sito del Comune di Capoterra

In realtà i piccoli invasi come quello di Poggio dei Pini sono così utili che anche in prospettiva futura si pensa di realizzare in Sardegna numerose altre dighe grandi e piccole. Una di queste sarà prossimamente ultimata nella valle del Riu Monti Nieddu, alle spalle di Pula. Il laghetto di Poggio campeggia tuttora, insieme alla verdissima pineta di Pauliara, nella home page del sito del Comune di Capoterra. Speriamo che quel quadretto possa continuare a costituire uno dei biglietti da visita del nostro territorio. Oggi sia il lago che la pineta sono minacciati: il primo deve essere messo in sicurezza e ripristinato, mentre la seconda deve essere salvaguardata da un autolesionista tentativo di cementificazione.

Se oggi tutti quanti conosciamo un meglio alcuni degli ingranaggi che compongono questo formidabile meccanismo che è il nostro pianeta e se domani, grazie a questa conoscenza e all'esperienza traumatica che abbiamo vissuto, saremo in grado di rispettare meglio la natura, un lo dobbiamo anche a chi ci ha aiutato con pazienza a compiere questo percorso.

Voglio ringraziare anche chi ha, sin dal primo giorno, utilizzato il mezzo di comunicazione più diffuso (i giornali quotidiani) per cercare di invertire la tendenza allo scaricabarile nei confronti di quello che ho definito "il lago espiatorio". Oggi un articolo sul quotidiano vale ancora come 50 articoli di un blog.

Voglio ringraziare le molte persone, prima sconosciute, che si sono avvicinate alla nostra comunità anche tramite il blog, che hanno condiviso questo nostro percorso conoscitivo. Il loro intervento è solo apparentemente poco significativo. In realtà sono stati creati dei collegamenti prima inesistenti tra i residenti delle varie realtà urbane del comune di Capoterra, contribuendo a mio avviso anche a creare legami che potranno incidere sulla coesione sociale dell'intera comunità capoterrese, la Capoterra di oggi, quella composta da un centro storico e dalle frazioni costiere e montane. Gli imbecilli che seminano zizzania e divisione ci saranno sempre, ma sono grato a chi si è adoperato per l'unione e la costruzione.

Voglio infine ringraziare chi ha inviato a questo blog non solo i suoi pensieri e le sue idee, ma anche una caterva di documenti e di mappe. Il blog è diventato in quei giorni una delle più complete fonti di documentazione sul fenomeno che si era appena verificato, consultato anche dagli stessi operatori che dovevano intervenire nell'emergenza. Grazie a questi contributi siamo stati traghettati (forse senza neanche accorgercene) dall'epoca della informazione fumosa, incompleta e manipolata, dal periodo della conoscenza e competenza millantata, a una nuova era caratterizzata da una informazione dettagliata e precisa. Dall'epoca della comunicazione unilaterale, a quella del confronto partecipato, libero e democratico. Senza di voi questo sarebbe stato uno stupido contenitore vuoto.

Parole parole parole

Sarà che il Festival di Sanremo è alle porte, ma anche questa volta, dopo il "quando quando quando" di qualche giorno , ho deciso di dare al mio articolo un titolo che rievoca una vecchia canzone. In realtà c'è ben poco da cantare nella valle del S. Girolamo che, continuando così, rischia di diventare un nuovo Bèlice.
Dopo oltre tre mesi sono stati fatti solo pochi rattoppi alle strutture distrutte: fogne, strade, ponti, rete idrica, diga ... tutto in alto mare.
Siamo a poche settimane dalle elezioni regionali. Se questa è l'attenzione preelettorale, chissà cosa succederà quando i candidati, che oggi promettono mari e monti, saranno impegnati in ben altre attività come l'assalto e la spartizione delle poltrone, le lotte tra le varie correnti di partito, la gestione delle clientele, i "viaggi di rappresentanza" e il favoloso gioco dell'aumentarsi all'unanimità le proprie prebende.

Dopo oltre tre mesi il guado è ancora così

Il Comune di Capoterra ha mostrato nei fatti, in questi mesi, un disinteresse e un immobilismo che sta scavando un solco sempre più ampio tra il centro storico di Capoterra e quelle frazioni considerate come corpi estranei, popolate da cittadini depositari di eguali doveri, ma minori diritti.
Della solidarietà, di cui la giunta di sinistra capoterrese si riempie la bocca nel corso dei molti comizi di questi giorni, non vi è traccia nei fatti. Io non lo dimenticherò.
Se i fatti non si vedono, giungono però le parole, come quelle contenute nella lettera scritta dal Sindaco ai promotori di una petizione che chiedeva di realizzare rapidamente due guadi: uno carrabile presso i campi sportivi e uno pedonale presso le fermate degli autobus.
Il primo cittadino del nostro comune, nel constatare che tra i firmatari della petizione vi sono anche numerosi residenti non-poggini prende atto del fatto che "il problema dell'isolamento di Pauliara investe l'intera comunità capoterrese". Non dovrebbe sorprendersi di ciò il nostro sindaco. Evidentemente questo comune non è popolato solo da persone di vedute limitate e scarso spessore umano che intervengono solo in favore dei propri conoscenti, ma vi sono anche molti residenti che si preoccupano dei problemi del vicino.
Il Sindaco ci fa sapere di essersi "attivato da tempo per sollecitare la soluzione del problema, partecipando a riunioni con tecnici e assessori regionali" e di avere "formalizzato per iscritto richieste e istanze a tutte le autorità, civili e militari, competenti".
La petizione chiedeva di realizzare due semplicissimi guadi in cemento e di ripristinare lo stradello COMUNALE che è tuttora un pantano fangoso. La gente non capirà mai come si possa attendere quattro mesi (o cinque, o sei ....) per uno stupido guado (non è il ponte sullo stretto di Messina). Se poi rispondi che hai fatto molte riunioni e inviato lettere anzichè mettere in moto le ruspe, penso che capirà ancor meno.
Se è vero che la Regione è stata rapidissima nell'operazione-rimborsi, gli enti (Regione compresa) che dovrebbero affrontare (e risolvere!) tutti gli altri problemi si stanno muovendo con una lentezza da lumaca.
Sarebbe poi interessante conoscere in maggior dettaglio i rapporti con i militari, a cui il Sindaco dice genericamente di avere scritto. Circola voce che nei giorni dell'alluvione ai militari non sia stata presentata alcuna richiesta per la realizzazione di un attraversamento con ponte mobile, mentre questo intervento sarebbe stato realizzato in pochi giorni (se richiesto).

Il Sindaco comunque ci comunica che "la Giunta regionale ha deliberato la ricostruzione del ponte, poco più a valle di quello crollato, stanziando per l'opera la somma di un milione di euro ed affidandone la progettazione ed esecuzione al Comune". Questa notizia la conoscono anche le pietre, sappiamo però che quel ponte sarà pronto tra molti mesi ... (anni!). Ecco perchè i promotori della seconda petizione chiedevano i guadi, subito.
Difatti la lettera si conclude annunciando che "contemporaneamente verrà realizzato, in via provvisoria e comunque in condizioni di sicurezza, l'attraversamento del fiume nella zona degli impianti sportivi, verrà sistemata la strada di accesso al guado fino alla rotonda di tanca Irde e riposizionata la segnaletica in maniera appropriata."
Questo annuncio era già stato dato in questo blog alla fine di dicembre.
La mia impressione è che i cittadini vengano presi in giro.

martedì 27 gennaio 2009

Il grande bluff

Circola ormai insistentemente al Poggio la voce che al Consiglio di amministrazione di venerdì 30 gennaio il nostro Presidente ed i suoi vice Presidenti rassegneranno le proprie dimissioni.
E fin qui non vi sarebbe nulla di strano, soprattutto in considerazione degli ultimi accadimenti, ed in particolare alla recente ordinanza del Giudice Dr. Giovanni Lavena, con la quale è stato accertato che:

  • per quanto concerne il prolungamento della strada n. 7 sino al lotto n. 57 in località Poggio dei Pini, a prescindere dalla realizzazione del tratto di strada in questione, eseguita abusivamente ma ormai prescritta, si deve valutare la rilevanza penale della bitumazione eseguita non prima del dicembre 2005;

  • i lavori eseguiti dalla Cooperativa Poggio dei Pini presso l’omonimo laghetto sono stati eseguiti in assenza di autorizzazione preventiva da parte del Genio Civile (competente in materia di acque pubbliche) e di nulla osta paesaggistico (trattandosi di sito vincolato);
Inoltre, nei giorni precedenti il Comune di Capoterra, a seguito della inottemperanza all’ordine di demolizione, ha acquisito gratuitamente al demanio comunale il pezzo di pineta di Pauli Ara diventato strada (privando i Soci della proprietà della stessa!) ed ha comunicato che eseguirà coartatamente la demolizione imputando le spese al responsabile dell’abuso (chissà se il Presidente riterrà di farle gravare sulla Cooperativa, e quindi su tutti i Soci…).
E’ fin troppo facile però, per chi osserva da qualche tempo le cose della politica, capire che la fine di questo teatrino non saranno le dimissioni, ma la “preconfezionata” richiesta di ritiro delle stesse che l’intero Consiglio di amministrazione formulerà ai “colleghi” dimissionari.

Un grande bluff ed una ingenua simulazione, già ampiamente concordati, per dare in pasto ai Soci, evidentemente stimandone poco l’intelligenza, nella convinzione che questo passaggio farsesco consenta di rifarsi una verginità amministrativa.
Duole constatare come si perseveri nel danneggiare l’immagine e la credibilità della nostra Cooperativa.
Avanti a tutto ciò il Collegio Sindacale che è chiamato ad un ruolo terzo e di controllo - indipendentemente dalla farsa di venerdì, non potrà esimersi dall’esercizio delle proprie funzioni anche a garanzia della società e di tutti i Soci.

Franco Magi

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immagine: Kaptain Kobold

domenica 25 gennaio 2009

Escursione alle miniere di uranio

Domenica scorsa 18 gennaio, abbiamo effettuato la seconda escursione del 2009. La partecipazione di ben 40 persone conferma che lo strumento telematico (blog, sito o portale) è particolarmente adatto a fungere da punto di contatto con il quale organizzare eventi nei quali i partecipanti si incontrano anche di persona. Oggi parliamo di una escursione, ma il medesimo discorso varrebbe per eventi culturali, sportivi, sociali. Ecco perchè da sempre punto molto sull'utilizzo di questo strumento come supporto alla socializzazione, in una società che invece ci porta sempre più ad agire individualmente. Non quindi un modo per "estranearsi" dietro una tastiera ma, al contrario, un mezzo per incontrarsi.

Partenza del gruppo dall'Hydrocontrol

In questa escursione abbiamo potuto usufruire del supporto di tre amici che ci anno aiutato a capire meglio quello che vedevamo. Oltre alla nostra "madrina", la geologa Rita Lai, erano presenti anche l'archeologo Mauro Dadea e il ricercatore Paolo Randaccio esperto in minerali radioattivi.

A contorno della salutare camminata, abbiamo così potuto conoscere le caratteristiche geomorfologiche del territorio attraversato, la storia delle popolazioni che lo hanno abitato e abbiamo anche potuto misurare la radioattività delle rocce che si trovano nei pressi della miniera di uranio.
Da Mauro abbiamo appreso che nella valle del Rio S. Girolamo si trovava un insediamento romano di dimensioni piuttosto ampie. Sin da allora il motivo che aveva spinto la gente in questa valle era la presenza di minerali da estrarre. Nell'800 due società, una francese e una genovese, avevano iniziato l'estrazione di magnetite e di altri minerali su entrambi i versanti del'arco montano di Su Aingiu Mannu. Nel versante occidentale sono sorte le miniere di S. Leone, mentre in quello orientale, si trova la zona mineraria S. Antonio in località Su Linnarbu, meta della nostra escursione. Il motivo della dedica a questo santo si fa risalire alla presenza, in queste montagne, di eremiti che seguivano il culto bizantino. Dall'imboccatura della valle, dove si trovava una stazioncina distrutta dall'alluvione del 22 ottobre scorso, partiva quella che fu la prima linea ferroviaria della Sardegna. Questa ferrovia attraversava la valle e i terreni dove vennero successivamente edificate le frazioni di Poggio dei Pini e di Rio S. Girolamo, per giungere poi al mare nei pressi di Su Loi, dove la magnetite veniva imbarcata. Le miniere di S. Antonio sono state abbandonate a casa della diseconomicità dell'estrazione. Negli anni '60 si effettuarono nuovi scavi per verificare la possibilità di estrarre uranio, ma la scarsa concentrazione di questo minerale radioattivo fece desistere l'ENI dal continuare l'impresa.


Mauro Dadea racconta la storia della valle

Detto questo, prendiamo una carrareccia che si inerpica sul costone montuoso subito dopo la stazioncina diroccata.
Anche questo percorso, come tutti i sentieri della zona colpita dal nubifragio, risulta essere gravemente danneggiato in alcuni punti, in coincidenza dei canali che scendono dalla sommità dell'arco montano. Appare chiaro a tutti che quel giorno, il 22 ottobre, quei canali, per quanto di breve lunghezza, si erano trasformati in enormi torrenti impetuosi.
Questo sentiero offre la possibilità di avere una magnifica vista sulla valle che ora appare segnata dal largo solco del fiume.

In questa foto vorrei fare notare due cose. Innanzitutto la differenza tra il letto del fiume in condizioni normali di piena invernale (dove scorre l'acqua) e il letto del fiume del 22 ottobre 2008 (dove non c'è vegetazione) e immaginatevi cosa doveva essere la valle in quel drammatico mattino. La seconda cosa che vorrei fare notare è che la natura fa scorrere i fiumi con andamento serpentiforme. Non costruisce canali diritti in cui l'acqua raggiunge la velocità del suono.
Segnaliamo che i depositi ferrosi che avevano dato all'acqua una colorazione rossastra, come riportato in un articolo dell'unione qualche tempo fa, sembrano essere stati dilavati. L'acqua del fiume presenta ora una colorazione limpida e normale.

Giungiamo a una delle imboccatura della miniera che si trova proprio lungo il percorso. Incomincia la caccia al tesoro e si va alla ricerca di rocce che possano far segnare livelli di radioattività superiori a quella naturale.

Si analizzano le rocce alla ricerca di materiali radioattivi

Dopo la sosta per la ricerca delle rocce uranifere si prosegue per la mulattiera che posta alla radura dove una volta sorgeva l'insediamento romano. L'escursione è conclusa, abbiamo avuto anche il sole (non atteso) e si rientra per la pista di Genna 'e Craboni.

Serve sangue

Presso l'ospedale Brotzu di Cagliari è richiesta urgentemente la donazione di sangue.
Molti pazienti aspettano di essere operati sopratutto in Cardiochirurgia.
Per chi si presenterà al centro transfusionale del Brotzu, occorre specificare che il sangue donato è destinato al Reparto Cardiochirurgia

In particolare per il Sig. Antonio Salis 0Rh+ di Capoterra.
Il sangue in esubero servirà a tutti gli altri pazienti il lista d'attesa.

venerdì 23 gennaio 2009

Ripuliamo Poggio

Domenica 01 Febbraio
Il GRU.S.A.P. organizza la giornata di pulizia di Poggio.

Vorremmo riuscire a ripulire dall’immondezza il parco giochi presso il centro commerciale, le cunette delle strade, la zona delle antenne, dell’Osservatorio, le pinete etc. etc., insomma quei luoghi dove, a causa della mancanza di civiltà di alcuni, i rifiuti si stanno accumulando.

Più saremo, più riusciremo a fare.

L' incontro è previsto alla 8.30 presso la sede del Grusap (fianco ex parrocchia)

Chiunque possa dare una mano è caldamente invitato a partecipare residenti e non.
Munirsi di sacchetti guanti e quant' altro possa sembrarvi utile.
Oltre agli interventi di pulizia verranno messe a dimora
delle piccole querce nell' area di fronte al bar.

Accorrete numerosi!

Approvate le prime barriere frangiflutti a Frutti d'Oro

Avevamo già parlato di questo progetto che da oggi, dopo il parere favorevole della Giunta Regionale, passa a una fase esecutiva. Riporto l'articolo di dettaglio comparso sull'Unione Sarda e nel sito della Regione.


L'UNIONE SARDA - Ambiente e territorio : Quattro barriere contro le mareggiate
23.01.2009

Saranno realizzate tra la lottizzazione Picciau e Frutti d'Oro


La Regione ha approvato il progetto per la costruzione di quattro barriere antierosione davanti alla lottizzazione Picciau e Frutti d'Oro Quei quattro “pennelli” antierosione che dovranno salvaguardare il litorale di Capoterra dalle violenti mareggiate, sono compatibili con l'ambiente. Lo ha stabilito la Giunta regionale che ieri ha dato parere favorevole al progetto di protezione costiera predisposto dagli ingegneri Nicola ed Enrico Montaldo nell'ambito dell'accordo di programma sul Piano integrati d'area siglato tra il Comune di Capoterra e la stessa Regione. Un nulla osta atteso da dodici anni e diventato ancora più urgente quattro mesi fa, quando le abitazioni di Frutti d'Oro vennero sconvolte dall'alluvione del 22 ottobre e nei giorni successivi anche dai marosi scatenati dal vento di libeccio. Per ora il sì è stato dato esclusivamente per cinque dighe sofolte delle undici provviste inizialmente. Ma subito dopo la costruzione degli sbarramenti la zona verrà tenuta sotto stretto controllo per verificare i benefici o gli eventuali aspetti negativi che le strutture potranno avere sul litorale. Ci sono disponibili un milione e trecentomila euro per questo intervento di sistemazione e rinaturalizzazione delle difese litoranee, bonifica e sistemazione della fascia costiera che interesserà una tratto di 850 metri compresi tra gli insediamenti residenziali di Frutti d'Oro 1 e Frutti d'Oro 2. Un'area soggetta da decenni ad una progressiva erosione del mare che ha ridotto in maniera significativa l'estensione della spiaggia, esponendo le abitazioni e le infrastrutture più a ridosso della costa ad un elevato rischio mareggiate. I pennelli saranno realizzati in massi naturali, radicati a terra e sofolti, cioè semisommersi nel tratto terminale, a partire dalla nuova linea di riva (la lunghezza varia tra i 135 e i 210 metri). Si procederà anche al ripascimento, con sabbia proveniente da cave terrestri, nelle celle comprese tra pennelli adiacenti, in modo tale da completare il sistema di protezione costiera e riqualificare l'area d'intervento con la formazione di un insieme di spiagge asimmetriche (il volume della sabbia è stimato in circa 19 mila metri cubi). Durante la fase di realizzazione e per i primi due anni dal completamento delle opere, è previsto il monitoraggio del sistema di protezione e dell'evoluzione morfologica costiera (la spiaggia emersa e quella sommersa) nel tratto tra Cala d'Orri e La Maddalena Spiaggia. «Un'opera su cui l'amministrazione comunale puntava da anni e che finalmente ha trovato il pieno appoggio della giunta regionale», dice l'assessore ai Lavori pubblici, Efisio Demuru.
ANDREA PIRAS

mercoledì 21 gennaio 2009

Dimmi quando quando quando

I soci della Poggio dei Pini nell'ultimo decennio non hanno certamente dimostrato una grande attenzione al modo in cui la loro Cooperativa veniva gestita.
Poichè i nodi vengono quasi sempre al pettine, ecco che il 2008 è stato l'anno in cui sono venuti alla luce moltissimi errori di gestione e anche qualche grave irregolarità.
Se i soci della Coop si sono bevuti l'informazione bulgara, se hanno acconsentito senza fiatare allo sperpero delle risorse economiche, se non hanno aperto bocca mentre i servizi andavano in disfacimento, se si sono fatti addirittura modificare sotto il naso lo Statuto in ottica di riduzione della trasparenza, insomma perchè non provarci ancora?

Certo questa volta sarà più difficile. Indubbiamente esiste un nutrito gruppo di soci che hanno mangiato la foglia. Indubbiamente sono emersi errori molto gravi, sottolineati da solenni bocciature in sede amministrativa quando non addirittura penale. Indubbiamente lo stato dei servizi e il dissesto economico che è davanti agli occhi di tutti non è facilmente occultabile neanche dal più bravo degli affabulatori. Provarci è però doveroso. Gli interessi in gioco sono molto alti, sia quelli che riguardano il futuro (le 200 nuove abitazioni della variante), sia nei confronti del passato (gli archivi con le delibere e gli atti amministrativi sempre secretati).

L'ultimo "volantino" della Cooperativa mostra sempre più chiaramente questa tendenza allo spot elettorale cammufato da informazione.
Intanto diamo un'occhiata ai nomi. Volete scommettere che ci sarà una corrispondenza tra i nomi che compaiono nei volantini pseudo informativi e quelli che i soci ritroveranno nelle schede elettorali alle prossime elezioni?
A questo importante incontro non partecipa, clamorosamente, il Presidente della Cooperativa Giovanni Calvisi, ma vi troviamo quel consigliere cooptato Antonio Secchi. Sembra un vero e proprio passaggio di consegne.
Curiosa, poi, la costituzione d'ufficio di una rappresentanza del rione Pauliara. Non era sufficiente che la nostra amministrazione cooperativa fosse composta per un quarto da rappresentanti non eletti dai soci (cooptati). Adesso vengono cooptati anche i rappresentanti dei quartieri. Una democrazia alla Pinochet in salsa poggina.
Insomma la mitragliata di ringraziamenti in cui viene citato ed elogiato chiunque abbia dedicato pochi o molti minuti del suo tempo libero in favore del bene comune è chiaramente un vecchio sistema per raccogliere consensi e spingere le persone di fiducia di chi detiene il potere. Lo intuisce facilmente chiunque abbia smesso di credere a Babbo Natale.
Le comunicazioni che riceviamo da un di tempo a questa parte non costituiscono informazioni nuove, non testimoniano di rapide risoluzioni dei nostri problemi, ma celano le manovre occulte della campagna elettorale per il rinnovo dell'amministrazione della Cooperativa, che si terrà tra pochi mesi.

Quali sono le attività che e le novità che la Cooperativa vuole comunicare ai soci?
Eccole qua: il 16 gennaio, 86 giorni dopo il disastro la Cooperativa ha finalmente incontrato tutti gli enti che si devono occupare delle opere di ricostruzione. Una azione molto rapida, non c'è che dire.
La primavera è vicina e tutti noi temiamo che i lavori, perlomeno quelli che riguardano la rete fognaria (ancora disastrata), non siano ultimati prima dell'arrivo del gran caldo, con tutte le conseguenze immaginabili. Nonostante le moltissime righe dedicate a salamelecchi, banalità e cose risapute, non si riesce a sapere, da questo comunicato, per nessuna delle numerose opere urgenti, quando sarà realizzata, non iniziata, ma ULTIMATA. Alla faccia della progettualità.



La zona in cui verrà realizzato il nuovo ponte per il rione Pauliara


Apprendiamo quindi, ma lo sapevamo da dicembre, che per il nuovo ponte è stato stanziato un milione di euro e che l'opera deve essere gestita dal Comune. Il Sindaco afferma che interverrà con celerità (quando sarà ultimato il ponte? non si sa). L'inizio dipende anche da quando gli saranno concesse le aree necessarie che "sono di proprietà della Poggio dei Pini".
La memoria è labile, ma certamente i lettori ricordano che la Cooperativa si è opposta, intraprendendo una azione legale nei confronti del Comune che voleva espropriare una fascia molto sottile di terreno per l'allargamento dell'ultimo tratto della strada che conduce a Poggio (tra il bivio di Residenza e l'ingresso).
A causa di quel ricorso la strada, in quel tratto, è tuttora piuttosto pericolosa. La Coop ha giustificato quella opposizione con il fatto che la sottile fascia di terreno da espropriare (mi sembra di ricordare 70 cm.) creava problemi alla "famosa" lottizzazione A2-A3 e che quindi la cooperativa "deve tutelare gli interessi dei soci". Sebbene non siano ancora stati eseguiti i progetti, mi sembra di capire che la nuova strada, con relativo ponte, andrà a ricadere proprio nel bel mezzo di quella nuova lottizzazione, rendendone problematica la realizzazione o comunque riducendo quella piccolo area in due rettangolini alquanto modesti. Chissà se la Cooperativa ostacolerà ancora con i suoi avvocatoni pagati dai soci anche il nuovo ponte. E cosa ne sarà della lottizzazione A2/A3, una delle meno contestate e sulla cui edificazione tutti i soci erano favorevoli? Non si sa.

Passiamo alle strade interne. Quelle attualmente chiuse davanti alla Terrazza continueranno a essere inutilizzabili ancora per "alcuni mesi" anche perchè ci vede lavorare Abbanoa per ripristinare le fogne. Quanti sono alcuni? Un paio alla sarda? Due, quattro? Anche dieci mesi sono alcuni mesi. Non si sa. Fortunatamente "la Cooperativa ha chiesto garanzie di ripristino", e Il Genio ha garantito che le ripristineranno, prima o poi.
A proposito di strade, si può sapere chi ne sarà il proprietario? La cooperativa o il comune? Non si sa.


Il nuovo canale scolmatore e il fiume che scorre nel bypass

Lago. "La situazione andrà verso la normalità in tempo relativamente brevi". Qual'è la normalità? La gente si immagina che la normalità sia la situazione precedente al 22 ottobre. In realtà non si può parlare di normalità perchè senza un progetto e un intervento che renda sicura la diga sulla base di parametri che non sono stato ancora definiti, il lago avrà una capacità massima del 30% di quella che abbiamo sempre conosciuto e, in pratica questo vuol dire un lago secco in estate. Quando verranno definiti dall'agenzia del distretto idrografico i parametri indispensabili per progettare tutte le opere idrauliche e le infrastrutture? Non si sa. Comunque tranquilli perchè la situazione andrà VERSO la normalità in tempi RELATIVAMENTE BREVI. Una domanda che pongo a voi: quanto sono i tempi relativamente brevi? Facciamo un sondaggio.

Guadi. L'attraversamento temporaneo del fiume (riteniamo presso i campi sportivi anche se non viene specificato) verrà iniziato dal Genio Civile tra circa una settimana. Fine lavori? Non si sa. Attenzione poi che il Genio predisporrà il famoso guado, ma la stradina comunale, che è attualmente piuttosto malridotta, quando verrà sistemata? Non si sa.
Adesso si parla anche di un guado più vicino alla fermata degli autobus per l'attraversamento pedonale. Pare che il Genio non consentirà alcun attraversamento nella zona valle della diga ma è previsto "un passaggio pedonale lungo il lago". Per mio limite, non mi è chiaro cosa si intenda esattamente con questa dicitura. Escludendo attraversamenti mistici in stile "nuovo testamento", sarei portato a interpretare l'arcano immaginando che, quando sarà ripristinata la diga, sarà possibile, come pare ovvio, passare nuovamente sulla sommità del cumulo che la costituisce. E' corretto? Quando sarà riattivato questo passaggio? Non si sa. E' chiaro che un guadino molto semplice lo si voleva subito. Pretenziosi?

E' inquietante l'affermazione "il Sindaco ... ha inoltre informato i presenti dei contatti avuti con le autorità militari per il montaggio di un ponte di attraversamento temporaneo ... senza ottenere affidamenti certi in tempi ragionevoli". Sarei veramente curioso si sapere cosa ne pensano i militari di queste affermazioni che, in fin dei conti, gettano discredito sulle forze armate, scaricando su di loro la responsabilità di non essere stati in grado di realizzare un guado per quello che si è presto trasformato in un ruscelletto. A me sembra uno scarica barile. I militari erano sul posto, ed è vero che non hanno realizzato il ponte provvisorio, io lo sottolineai solo 5 giorni dopo l'evento calamitoso. E' però anche vero che chi gestiva l'emergenza era il Sindaco di Capoterra e che nessuno poteva effettuare interventi non richiesti o autorizzati da questa figura. Ci si chiede cosa fece allora il Sindaco e cosa fece la Cooperativa, nostra rappresentante per realizzare un'opera che a tutti quanti appare alquanto semplice. Forse se lo sono detti in questa riunione, ma a noi non viene riferito.
Il capraro del Rio S. Girolamo non ci ha pensato su molto, dopo pochi giorni ha ripristinato (immagino per conto suo) lo stradello che conduce al suo ovile recentemente i cacciatori hanno ulteriormente migliorato la pista di Genna 'e Craboni. Gente pratica che va dritta all'obiettivo. Tutti questi superesperti non sono invece riusciti a partorire un ridicolo guado.


Mentre a Poggio si chiacchiera, la pista di Genna 'e Craboni viene rapidamente ripristinata dai cacciatori

La Cooperativa ha poi effettuato una mossa decisiva "auspicando uno studio per il riassetto idrogeologico del S. Girolamo". Per tutta risposta "l'ing. Silvano ha dato notizia del finanziamento di € 600.000 per lo studio idrogeologico". Tutto vero, però forse è anche il caso di dire che il commissario per l'emergenza Soru stanziò quella cifra pochissimi giorni dopo l'alluvione, con delibera prontamente pubblicata in questo blog. Una notizia un stantìa e una notizia farlocca per far apparire al lettore la presenza di attività o avanzamenti che in realtà sono notizie e decisioni già prese da tempo in altre sedi. Il redattore di questo volantino ci prende tutti per idioti.


Un grosso scarico fognario si getta nel Rio S. Girolamo

Delle fognature, che sono poi a mio avviso il problema più grave di tutti, clamorosamente non si parla. Quando saranno ripristinati perlomeno i tratti più importanit per il rischio salute, quelli più vicini alle abitazioni? Non si sa. Però c'è una bellissima frase in puro politichese, per tradurre la quale chiedo aiuto ancora uan volta ai lettori, "il Sindaco ha invitato la Cooperativa a valutare un nuovo modello di gestione delle reti fognarie e idriche stante l'ingente impegno in capo ad Abbanoa". Qualcuno traduce? Grazie.

Vorrei io ricordare al Sindaco l'ingente impegno delle le famiglie residenti in questo comune per pagare le ingenti tasse che si cumulano ai tanti problemi economici che, in questi tempi di recessione si fanno sentire ancor più acuti. Non trovo nessuno motivo per preoccuparmi dell'ingente impegno di Abbanoa. Con tutto il rispetto, faccia il suo dovere di far funzionare in fretta e bene le reti di sua competenza così come noi abbiamo sempre pagato ingenti somme sotto forma di tasse statali e comunali.

Vorrei chiudere proponendo al personaggio radiofonico "Grande Capo Estiqaatzi" l'ultima a frase di questo fantastico volantino "l'ing.... del genio civile ha accolto con favore la dichiarazione della Cooperativa". Se qualcuno è in grado di contattare il grande capo indiano è pregato di riferirci il suo parere su questa importante dichiarazione.

martedì 20 gennaio 2009

Indagati gli amministratori della Cooperativa

Purtroppo la querelle legale avviata con gli interventi abusivi presso il lago piccolo di Poggio dei Pini e continuata con la bitumazione del prolungamento della strada 7 non si è ancora conclusa. Dopo la "condanna" sul piano amministrativo sembra che il procedimento si sposti in sede penale.
Come riportato quest'oggi dai quotidiani Unione Sarda (scarica) e Giornale di Sardegna (scarica), il GIP Lavena ha imposto al pubblico ministero Caria di formulare le accuse per violazione del Codice Urbani, reati edilizi e violazione del regio decreto sulle opere idriche.
In seguito a questa iniziativa giudiziaria i nomi del presidente Calvisi e i dei due vicepresidenti della Cooperativa Poggio dei Pini (Solinas e Garau) saranno iscritti nel registro degli indagati.
E' difficile commentare questa notizia. Provo soprattutto dispiacere per il continuo deterioramento dell'immagine della nostra Cooperativa.
Ritengo che questa storia avrebbe dovuto concludersi molto prima. E' innegabile, e le recenti vicende lo provano, che siano stati commessi degli errori (probabilmente in buona fede) che hanno portato anche a violazioni della legge.
Da semplice cittadino non esperto in giurisprudenza, percepisco queste violazioni come fatti non eccessivamente gravi. Quello che veramente non capisco è il perchè non si sia voluto rimediare a questi errori, nonostante vi siano state molte opportunità per farlo. E' questo il modo di tutelare il tanto sbandierato interesse dei soci della Cooperativa?

lunedì 19 gennaio 2009

Elezioni regionali: i candidati del nostro comune

Come sapete il 15 e 16 febbraio 2009 si terranno le elezioni Regionali della Sardegna.
Nelle liste dei candati sono presenti cinque residenti di Poggio dei Pini.
In ordine alfabetico sono: Maria Maddalena Achenza (PD), Pasqualino Cabizza (la Sinistra), Mario Floris (UDS-PSI), Piero Salis (noto Marras, La Sardegna che cambia) e Cristian Solinas (P.S.d'Az.)
Risiedono nel comune di Capoterra anche Marco Espa (PD) e Raffaele Farigu (Nuovo PSI) e Mariano Marras (MPA).

Ai questi nostri concittadini auguro una esperienza positiva. Questo blog, che si considera al servizio dell'informazione nella nostra comunità, è a loro disposizione, qualora lo ritenessero opportuno, per comunicare ed interagire con i nostri lettori sui temi legati al loro progetto per l'amministrazione della nostra regione.

Vi comunico inoltre che venerdi 23 gennaio, alle ore 17, sarà presentato nei locali dell'ISIS Atzeni in via Trexenta a Capoterra, il volume dedicato all'alluvione del 22 ottobre intitolato "Diario di un disastro annunciato" (scarica locandina).

Questo è il duecentesimo articolo pubblicato nel blog dal giorno della sua apertura.

sabato 17 gennaio 2009

Il canto delle cicale

Ho avuto occasione di leggere (inviatomi per email) l'ultimo notiziario della Cooperativa Poggio dei Pini. Era molto atteso. Non perchè ci fosse necessità di sapere cosa accade a Poggio; questo blog e anche l'Unione Sarda hanno informato i cittadini in modo molto più tempestivo e con dovizia di particolari. La situazione è poi sotto gli occhi di tutti. I residenti sono preoccupati e hanno davanti agli occhi lo stato delle cose e dei luoghi.
Con il passare del tempo, molti hanno incominciato a chiedersi, constatando una situazione disastrosa (ma comunque risolvibile rimboccandosi le maniche), cosa stessero facendo le istituzioni: la Regione, il Comune, Abbanoa, il Genio Civile e soprattutto le 35 persone che, per responsabilità politica o perchè dipendenti, dovrebbero operare per risolvere i problemi della nostra comunità e per rappresentarci nei confronti delle altre istituzioni. Ci si dice che il notiziario arriva in ritardo per il grande lavoro svolto. Lo abbiamo visto e letto sui giornali: le cause legali fanno certamente perdere un sacco di tempo e richiedono notevoli sforzi.

Questo Notiziario, che ha perlomeno il merito di affrontare con un breve paragrafo molti dei problemi che ci sono sul tavolo, ci informa su quanto viene fatto dalla nostra silenziosa Cooperativa. Ci si parla quindi di intense attività legali, si leggono giustificazioni sulle situazioni oggetto di contestazioni (variante, antenne) e si apprende che, sui temi che principalmente stanno a cuore dei residenti, la Cooperativa sta a guardare.
Vediamo in dettaglio. I lettori sono, come al solito, invitati a commentare, integrare e correggermi.

In generale quasi tutte le informazioni vengono date senza dettagli. E' da sempre questo lo stile della nostra Coop. Si dice che viene svolta una certa attività ma, non fornendo dettagli, i soci non sono in grado di apprezzare quali siano le possibili ricadute che deriveranno da quelle decisioni. E' un come la storia della variante. Che senso ha "informare" che "si sta procedendo con la presentazione di una variante al Piano di Lottizzazione" senza però dire che questo intervento trasformerà l'assetto urbanistico del centro residenziale e comporterà l'edificazione delle due principali aree boscate di Poggio? Non è questo il modo di fare informazione. E' solo un modo di prendere in giro la gente, far finta di dire le cose per potere comunque deliberare senza controlllo e condivisione su argomenti che invece, per Statuto, richiedono la partecipazione dei soci alle scelte comunitarie.

Si dice quindi che si è dato incarico ad un legale di "tutelare la Società nei procedimenti amministrativi relativi agli eventi alluvionali del 22 ottobre". Ok, siamo stupidi e non dobbiamo sapere altro. Come ci si sta muovendo, quali sono le richieste, quali gli scenari? Niente. Tra qualche tempo verrà tirato fuori dal cappello a cilindro qualche coniglio. Se la notizia è buona verrà fuori in qualche assemblea elettorale, se invece è negativa la apprenderemo dai giornali. E' così anche per quanto riguarda la disastrosa vicenda della strada 7 sulla quale, in questo notiziario, no viene riportata neanche una parola.
I soci non devono interessarsi di queste cose, farebbero solo "casino". Una eccessiva informazione sarebbe controproducente. Macchè cooperazione e democrazia dell'antica Grecia: "ci pensaus nosus".

E' così difficile comunicare con il Comune di Capoterra? E qualora ci fosse dell'ostruzionismo da parte di questo ente (cosa tutt'altro che improbabile) perchè la Cooperativa non ha intrapreso altre iniziative di "sensibilizzazione" nei suoi confronti? Non saranno di ostacolo i rapporti economici esistenti tra alcuni consiglieri di amministrazione e lo stesso comune?
Altre lottizzazioni, anche più piccole della nostra, hanno ottenuto la doverosa attenzione del Comune (e ovviamente il richiesto l'intervento) anche con mobilitazioni popolari. La nostra Cooperativa invece fa la vittima e mette in moto gli avvocati.
Mi sembra palese e giusto che la cooperativa tuteli gli interessi dei soci, ma non è detto che l'unico modo sia rivolgersi alla carta bollata. Le fogne e le strade non possono aspettare mesi di burocrazia. Appare paradossale, poi, che la Cooperativa voglia tutelare gli interessi dei soci lottizzando le pinete, ma chi se la beve?

I lavori del lago si concluderanno a breve, la diga verrà ritirata su e il canale è stato raddoppiato. A un certo punto verrà eliminato il canale bypass e l'acqua del ruscello (se ce ne sarà ancora) potrà confluire nuovamente nel bacino. Ricordo però che, essendo stato abbassato nel frattempo il livello dello sfioratore, il lago avrà una capacità e una dimensione notevolmente inferiore a quella di una volta (70.000 mc contro 250.000). In un periodo successivo, ma probabilmente in estate, gli enti preposti decideranno sul destino del sistema lago-diga. Mi sembra di capire che siano aperte tutte le possibilità, ma anche (correggetemi se sbaglio) che, stando cosi le cose, senza ulteriori interventi, il livello dello sfioratore non potrà mai essere risollevato. Esiste anche la possibilità che il sistema venga considerato insicuro e rimosso. Se invece nulla di tutto ciò avvenisse (ne abbattimento, ne messa in sicurezza), allora avremo un mezzo laghetto in inverno e un "niente" in estate (quando serve). Questa è la situazione (chiedo conferma a Rita Lai).
La Cooperativa, che è il concessionario della diga, cosa sta facendo per far si che la soluzione finale non sia quella più positiva per tutti? Da quanto si legge non sta facendo niente, aspetta passivamente gli eventi. Dalla lettura del notiziario si potrebbe invece immaginare una situazione del lago che ritornerà presto alla normalità ante-22 ottobre senza che si faccia niente. Capisco che lo stile berlusconiano di comunicazione "ottimistica" possa essere utile in campagna elettorale, ma rischia poi di provocare solenni delusioni quando ci si scontra con una realtà diversa dalle promesse e dalle aspettative generate del sistema "ci pensaus nosus". E' una realtà costituita da strutture decadenti per manutenzioni inesistenti, servizi chiusi, casse vuote per sprechi nella gestione economica della società. Occhio quindi alle promesse elettorali e attenzione invece alle realtà che sono davanti ai nostri occhi.

Quando si parla di collegamento con Pauliara, a parte la questione del nuovo ponte che è già ampiamente conosciuta, mi sembra che le soluzioni dei guadi rappresentassero veramente una banalità, eppure non sono stati ancora realizzati. Un intervento che poteva essere fatto in pochi giorni e dal costo di pochi euro, la cui mancanza costringe centinaia di persone a un pellegrinaggio di 7+7 km ogni volta che deve raggiungere o spostarsi da quel quartiere. "Siamo in attesa di risposta da parte degli organi competenti" per uno stupido guado? Evidentemente la "balentìa" di cui si parla viene esercitata solo nei confronti dei soci.
Ci viene spiegato che l'acqua ha danneggiato le strade e i ponticelli in alcuni punti. Grazie per l'informazione. Anche in questo caso "siamo in attesa di conoscere le disposizioni degli organi competenti". Giusto. Ma cosa stanno facendo per sollecitare rapide decisioni e azioni?

Il paragrafo delle fogne è composto dalla bellezza di 4 righe che dicono più o meno "ci pensa Abbanoa". Sembra uno di quei messaggi preregistrati "gentile cliente siamo siamo in attesa di collegarvi con gli organi competenti ...", ma allora che ci stanno a fare?
In realtà esiste a Poggio un gravissimo rischio sanitario dovuto agli scarichi fognari che oggi confluiscono nel debole ruscello e molto presto formeranno pozze maleodoranti e pericolose.
A marzo inizieranno i lavori? E' tardi. I "giardini di marzo si rivestono di mille colori", cantava Battisti, ma qui a Poggio si rischia di vedere un colore poco naturale e non vi dico quale.
E' necessario che i nostri rappresentanti facciano il possibile per accelerare i tempi di intervento per il ripristino della rete fognaria e che verifichino il programma lavori in modo che le situazioni di maggiore emergenza (es. davanti alla Terrazza) siano le prime ad essere risolte. E' una questione veramente vitale.

Ci viene detto che pagheremo l'acqua molto più salata. Di quanto? E' possibile avere delle tabelle comparative del costo riferito ai vari scaglioni di consumo? Non mi sembra difficile, basta confrontare i costi del sistema misto precedente con quelli applicati da Abbanoa. Questa informazione, che non ci è stata data, è indispensabile alle famiglie per prendere decisioni importanti. Forse fare quatto somme e divisioni era troppo complicato e i 20 dipendenti della cooperativa non sono sufficienti per fare anche questo. Ci vuole il computer, ma purtroppo ha il disco rotto.

Sulla questione variante e antenna il CdA da il suo meglio nella sempre più difficile opera di arrampicarsi su specchi sempre più scivolosi. In una situazione diventata ormai indifendibile soprattutto a causa dell'intervento delle istituzioni (che non possono essere accusate di complottismo), la tattica difensiva viene affidata alla fumosità delle affermazioni e alla distorsione della realtà. Qualcuno ci crederà, tiriamo a campare.
Ecco quindi che si cerca di far credere che la variante sia stata parzialmente approvata ("dopo un primo parere favorevole ....") e che, forse, esiste un qualche conflitto tra i vari uffici regionali. Magari qualche incompetente che non ha capito la bontà di questa progettazione urbanistica coi fiocchi. Giusto fare ricorso per tutelare i nostri interessi, contro questi soprusi.
Si gioca con le parole perchè la realtà consiste nella assoluta non conformità di gran parte di queste nuove urbanizzazioni con le norme di tutela ambientale contenute nel PPR e in chissà quanti altri atti (anche in questo caso chiedo aiuto a Rita). Come se non bastasse la natura ha voluto ricordare, il 22 ottobre, che le distanze dai corsi d'acqua, l'assetto vegetazionale, la pendenza del terreno etc. devono essere rispettati. La realtà, al di là di questi ridicoli tentativi di alterarla, è di una variante fatta male che ha costituito uno spreco di denaro per la sua realizzazione e per la sua "difesa", una variante bocciata prima dalle leggi dell'uomo e poi da quelle della natura.

La storia della nuova antenna di S. Barbara è invece degna di uno sketch da Zelig. "Viste le ridotte dimensioni dell'antenna (piccola, lei).... considerate le richieste di MOLTI soci soci che lamentavano l'assenza di segnale ...... si potesse autorizzare in deroga al consulto referendario previa adeguata comunicazione". Insomma cari amici della strada 58, la vostra protesta contrasta il desiderio di MOLTI soci che adesso possono finalmente usare il loro cellulare grazie all'antenna che vi disturba, e poi perche tutta questa fretta? Come previsto dallo Statuto, prima o poi, sareste stati informati di questa azione che ha calpestato l'esito plebiscitario di quel referendum. L'antenna che c'è adesso non è un'antenna vera e propria. E' un intervento indispensabile per l'emergenza alluvione. Egoisti che non siete altri.

"Ci si scontra con la limitatezza dei mezzi e delle risorse disponibili per sopperire a tutte le necessità dell'emergenza ..... sicuramente gli Enti pubblici dovranno garantire un adeguato aiuto ma difficilmente si arriverà a coprire la totalità dei costi".
Tutto vero, ma soldi per fare cosa? Le reti idrica e fognaria passano sotto la gestione di Abbanoa. Non si capisce di chi saranno le strade, illuminazione compresa e perchè dovrebbero ancora essere della cooperativa. Che ce ne facciamo? Il comune non le vuole?
Si usino gli avvocatoni per fargliele prendere in carico così come per tutti i cittadini italiani. C'è la convenzione del 1970 e non sono state collaudate? Eppure io penso che gli avvocatoni che oggi vengono utilizzati per cercare di cementificare le pinete potrebbero trovare il modo di convincere il Comune a fare quello che fa per tutti gli altri cittadini tasse-paganti del territorio che amministra.
Ad ogni modo questa storia dei "soldi sono finiti" dovrebbe riportarci alla mente alcune favole della nostra infanzia. Scegliete voi tra la storia della cicala e della formica e quella dei tre porcellini.
I soldi provenienti da lotti venduti a caro prezzo per almeno 15 anni (dal 1990 al 2005 il prezzo dei lotti è salito alle stelle) non sono stati usati per "mettere fieno in cascina", per fare manutenzione alle strutture, per investire sul futuro di una cooperativa che non poteva essere in eterno una impresa immobiliarista. Le opere previste dal famoso piano di lottizzazione sono state tutte realizzate ma non collaudate per oscuri ed incomprensibili (o inconfessabili) motivi.
I soldi sono stati usati per altro. Il tempo ha fatto il suo corso deteriorando alcune strutture, come ad esempio la piscina ormai inutilizzabile e alcuni campi sportivi. Ci si è messa poi anche la natura dando la sua poderosa mazzata il 22 ottobre.
Oggi le cicale hanno bisogno di soldi per continuare a cantare. Io, come quel giornalista iracheno, gli tirerei una scarpata.
immagine: picciarovdeuich

mercoledì 14 gennaio 2009

Strada 7: ultimo atto

Apprendiamo anche stavolta dall'Unione Sarda (scarica articolo) della decisione del Comune di Capoterra di procedere con la demolizione del prolungamento della strada 7 che conduce all'abitazione del Presidente della Cooperativa Poggio dei Pini, Giovanni Calvisi.
Della questione si è abbondantemente scritto anche in questo blog (link ingiunzione 27 febbraio, link bocciatura TAR 26 aprile). L'ultimo atto, dopo la bocciatura del ricorso presentato al TAR, sarà quindi questo intervento delle ruspe del comune che segue la decisione della Cooperativa di non provvedere al ripristino dell'area.
Non riesco a capire, e per questo chiedo delucidazioni ed interpretazioni ai lettori, se i costi dell'intervento di ripristino saranno attribuiti alla nostra Cooperativa oppure al presidente. Qual'è l'interpretazione corretta? Con quali soldi si è portata avanti questa fallimentare battaglia legale?
Cosa significa poi che il comune procederà con l'acquisizione dell'area? Un pezzo della pineta di Pauliara diventerà di proprietà comunale?
Altra cosa che mi risulta incomprensibile è il motivo per cui, dopo l'inappellabile sentenza del TAR, la Cooperativa abbia deciso di non provvedere al ripristino dell'area, andando incontro all'inevitabile intervento di questi giorni che sembra essere molto più penalizzante.
A proposito di ruspe, spero che i mezzi comunali provvedano quanto prima alla sistemazione dello stradello che conduce al guado dei campi sportivi. E' molto più urgente del ripristino della strada 7.

Non dimentichiamo il 22 ottobre

Vi segnalo un interessante articolo pubblicato nel blog Dirty Sky Sardinia. La gente non dimentica il 22 ottobre.. e noi?

clicca qui

lunedì 12 gennaio 2009

Speriamo che piova

Forse qualcuno di voi penserà che sono impazzito. Che tutta questa pioggia mi abbia annacquato il cervello? In questa stagione, che è stata certamente la più piovosa che memoria d'uomo ricordi, come è possibile sperare che continui a piovere? Più avanti vi spiegherò l'arcano.
La Valle del Rio S. Girolamo
Proprio oggi l'Unione Sarda pubblica la notizia della presunta contaminazione del Rio S. Gerolamo con metalli provenienti dalle miniere. Si, proprio le miniere che domenica prossima ci accingeremo a visitare. Si trovano sul costone montuoso che si affaccia sulla Valle del Rio S. Girolamo in località Su Linnarbu. Queste miniere hanno la particolarità di essere state sfruttate per l'estrazione di minerali "rari", tra cui l'uranio. Domenica prossima saremo accompagnati da un ricercatore universitario dotato di strumentazioni con le quali analizzeremo le rocce che si trovano all'uscita delle gallerie. Chi volesse partecipare all'escursione può contattarci via email; l'appuntamento è per domenica 18Aggiungi immagine gennaio alle 9.30 di fronte Hydrocontrol.

Il colore rossastro del fiume in quella zona della valle è probabilmente dovuto proprio alla fuoriuscita di materiale dalle miniere. Quali minerali? Veleni? Esiste un nuovo pericolo per le popolazioni che vivono lungo il fiume? Non si sa. Chi ne ha la competenza indaghi e ci faccia sapere.

L'acqua colorata di rosso dal minerale ferroso (Foto F. Jacazio)

Però sicuramente la notizia della "bomba ecologica" suscita interesse nell'immaginario collettivo e difatti i giornalisti nostrani, che tanto amano le "notizie bomba", ci si sono buttati a pesce. Con tutti i film catastrofistici che ci sono, una bella contaminazione da arsenico non è niente male. Mi ricorda la famosa sindrome di "Su Vajonti" che era partita da qualche idiota, facendo subito abboccare i pressapochisti di "Striscia la Notizia".
Ma siamo certi che il pericolo per l'uomo sia rappresentato dagli elementi naturali? Dall'acqua che cade sulle nostre teste, oppure dai minerali contenuti nelle rocce?
Ho l'impressione che le vere "bombe", che potrebbero colpirci in futuro non dipendano dalla natura ma da noi stessi. Nessuno però ne parla, perchè i nostri escrementi non sono una notizia interessante, e sono perdipiù puzzolenti.


Una condotta fognaria di Poggio interrotta dopo l'alluvione


I ritardi nell'esecuzione dei lavori rappresentano, in Italia, una consuetudine cui i cittadini sono rassegnati. La mancanza di trasparenza nell'amministrazione e la carenza di comunicazione libera è penetrata tanto in noi da portare qualcuno a ritenere che questo blog, dal quale sono partite molte critiche ma anche tante proposte e iniziative concrete, sarebbe addirittura dannoso.
Bene signori, volevate la bomba? Eccovela, è li pronta a scoppiare dal 22 ottobre, non c'è bisogno di andare a cercarla nelle profondità della terra. Come tutti ben sappiamo (ma facciamo finta di ignorare), gli scarichi fognari delle 800 abitazioni di Poggio dei Pini e di quelle di Residenza del Poggio finiscono nel Rio S. Girolamo. Oggi il rio, grazie alle piogge, disperde una parte delle sostanze inquinanti trascinandole con se sino al mare.
Il Rio lo conosciamo bene in estate, e sappiamo che presto diventerà una riarsa distesa di pietre. Quanto durerà il suo regime torrentizio. Marzo? Aprile? Certamente non maggio.
Dopo di allora resterà solo il rivolo di liquami che formerà pozze maleodoranti, ricettacolo di malattie. Qual'è allora la bomba ecologica? L'arsenico (presunto) o la merda (sicura)?
Vi chiedo perdono, ma quando ci vuole ...
Cosa sappiamo dei lavori di ripristino della rete fognaria? Termineranno entro aprile? Sappiamo che i lavori sono assegnati ad Abbanoa. Ma quanto tempo ci vorrà? Quale è il programma dei lavori. Le istituzioni che ci rappresentano, il Comune di Capoterra e la Cooperativa Poggio dei Pini, stanno seguendo la situazione o se ne fregano? Di certo non mettono al corrente la popolazione interessata. Che facciamo, giochiamo al buio sulla fiducia? Speriamo, preghiamo?


Lo scarico fognario di Residenza del Poggio finisce direttamente nel rio

Ci rendiamo conto di cosa significa una fogna a cielo aperto nei mesi estivi? Altrochè Su Vajonti! Quei personaggi che si sono occupati con ignorante solerzia del pericolo diga dovrebbero, anche per il bene delle lottizzazioni costiere, occuparsi invece dell'inquinamento che, a causa della forza di gravita, si sa, da monte prima o poi scende a valle.
Nel frattempo .... speriamo che piova.

domenica 11 gennaio 2009

Iniziative della parrocchia

Nel bollettino della parrocchia Madonna di Lourdes di Poggio dei Pini bengono annunciate alcune iniziative a carattere sociale che meritano, a mio avviso, la massima attenzione e diffusione.
Il Cineforum Giovani consentirà ai ragazzi di "riflettere e confrontarsi su vari argomenti del mondo giovanile e non solo". L'appuntamento è per l'ultimo lunedi del mese a partire dal prossimo 26 gennaio, alle ore 20 con la proiezione del film "Il Ragazzo del Reich" vincitore del Giffoni Film Festival del 2004.
Dal mese di gennaio si avviano due nuovi corsi: canto individuale e canto corale curati rispettivamente dai maestri Andrea Medda e Stefano Cui. Le iscrizioni si possono effettuare nei giorni di Lun, Gio e Ven dalle 15.30 alle 20.30 preso i locali della Scuola di Musica parrocchiale.
A gennaio, in dati e orari ancora da definire, si volgerà il 1° torneo di Ping Pong Oratorio. La partecipazione è aperta a tutti, senza limiti di età. Iscrizioni dal lunedi al venerdì dalle 19 alle 21.

venerdì 9 gennaio 2009

Germogli di speranza

Quasi ogni anno, nei pressi di Poggio dei Pini, scoppia almeno un incendio di notevoli proporzioni. La gente si è abituata a ricordare, come in un calendario perpetuo, quale è la zona che viene colpita ogni anno. Nella hit parade delle preferenze degli incendiari il "triangolo maledetto", compreso tra M. Arrubiu (il monte che si trova sopra l'Hydrocontol), la collina di Su Sinzuru (quella delle antenne) e le piscine di Poggio, o meglio i ruderi delle stesse dato che quest'anno non sono state aperte.
Nel 2008 il fuoco ha colpito principalmente la zona denominata "Su Culliresu", tra M. Arrubiu e l'Hydrocontrol.
Alcune settimane fa sono andato ad osservare da vicino il territorio per verificare come la natura avesse reagito alla doppia batosta: il fuoco in agosto e il più tremendo nubifragio degli ultimi 400 anni alla fine ottobre. Vi porto con me in questa passeggiata a pochi passi dalle nostre case. Non sono in grado di fornirvi le informazioni precise di un botanico o di un geologo (che sono invitati a intervenire), ma le impressioni di un semplice amante della natura.


Panoramica della collina di Su Culliresu

I terreni percorsi dal fuoco non appartengono alla Cooperativa Poggio dei Pini, ma si trovano appena al di fuori dei suoi limiti settentrionali. E' chiaro che per chi ama e rispetta la natura questo dettaglio ha ben poca importanza, perchè un bosco ha il medesimo valore naturalistico, la stessa bellezza e merita il medesimo rispetto ovunque si trovi. Purtroppo non è così per le mani disgraziate che ogni anni si armano di micce incendiarie con l'innegabile obiettivo di distruggere il patrimonio vegetazionale di questo preciso angolo del comune di Capoterra. La mia è anche una segnalazione affinchè l'amministrazione comunale sia maggiormente presente in quest'area, soprattutto per quanto riguarda il problema delle discariche abusive, cui accennerò in seguito.

Esercito di spettri

Sulla collina, dal dolce pendio, si trova un boschetto di querce da sughero che, come si può notare dalle foto precedenti, appare in lontananza come un piccolo esercito di spettri.
Fortunatamente, un esame ravvicinato ci mostra che molte (sigh pensavo tutte) querce hanno germogliato e si avvicinano al periodo della ripresa vegetativa con le carte in regola per sopravvivere. E' un'ottima notizia. Le querce da sughero sono, infatti, piante pirofite passive, protette dalla spessa corteccia che ricopre il loro tronco. Ecco una delle sughere ripresa da vicino.

Le sughere riprendono a vivere

Oltre alle sughere la collina era coperta da una macchia di cespugli che, a causa dei frequenti incendi e della presenza di attività umane nelle vicinanze, era abbastaza rada. Oltre agli onnipresenti cisti, che il fuoco ha trasformato rapidamente in cenere, vi erano anche alcune ceppaie di corbezzolo. Fortunatamente, come mostra la foto seguente, anch'esse sono piante pirofite (ma in questo caso passive). Se il loro fusto viene infatti irrimediabilmente danneggiato dall'incendio, l'apparato radicale è in grado di ricacciare polloni che si trasformeranno in una nuova pianta.

Il corbezzolo ricaccia i polloni dalle radici.

Non bisogna illudersi però dell'immortalità di queste piante. Le difese naturali cui ho accennato sono in grado di proteggere dal fuoco, ma non garantiscono la sopravvivenza in quasiasi condizione. Gli incendi particolarmente intensi sono in grado di sviluppare temperature così elevate da superare qualsiasi difesa naturale.
Il già citato cisto è scomparso, ma anche questa pianta, così diffusa nella nostra macchia mediterranea, ha in serbo una sorpresa che gli permetterà di rigenerarsi. Userà tra pochi mesi uno stratagemma ancora differente rispetto a quello utilizzato delle altre specie citate, a testimonianza della incredibile varietà della natura. Alla prossima ripresa vegetativa primaverile si assisterà infatti a una incredibile germinazione dei semi di queste piante che saranno pertanto le prime a ricorpire il suolo degradato dopo un incendio. Eh si, il suolo è l'elemento che sarà comunque e sempre danneggiato da un incendio. Privato della copertura vegetale, sarà esposto al dilavamento delle pioggie e al formidabile calore del sole estivo, impoverendosi. Il substrato vegetale ricco di sostanze organiche sarà trascinato via dalle precipitazioni e il suolo offrirà quindi meno nutrimento ai suoi futuri ospiti. Quanta fatica e quanti anni ci vorranno per riformare il bosco partendo da zero!

Se poi il terreno presenta forti pendenze, aspettiamoci la formazione di fenditure, voragini e attività franose. Nella foto seguente vi mostro uno dei tanti "rivoli" che all'alba del 22 ottobre si sono trasformati in torrenti impetuosi. L'abbiamo battezzato Riu Arrubiu.

Riu Arrubiu


E gli uomini, come preservano questo fazzoletto di terra che si trova all'imboccatura dell'alta valle dei Rio S. Girolamo? Abbiamo detto che lo incendiano quasi ogni anno. Ma non basta. L'Hydrocontrol è un "centro di ricerca per il controllo dei sistemi idrici" ed è stato edificato proprio sull'alveo del fiume. Sembra una barzelletta ma non lo è.

Osservate poi, proprio di fronte al centro di ricerca, quel che resta di un ponte della vecchia linea ferroviaria mineraria. Noterete che quel ponte si trova a una quota più alta rispetto alla strada attuale. Significa che i costruttori di allora aveva considerato una portata del fiume maggiore rispetto a quanto fatto dai nostri geniali progettisti del 21esimo secolo. Guardacaso il ponte moderno è stato distrutto sia nel 1999 che nel 2008 e la strada con la sua massicciata, funge pericolosamente da diga. Bel lavoro davvero.

Vi mostro poi il senso civico e il rispetto per la natura dei MAIALI che hanno trasformato un viottolo (nei pressi dell'Hydrocontrol) in una discarica a cielo aperto. Tra i materiali accatastati in più punti vi sono anche batterie di automobile e sacchi contenenti sostanze biancastre di probabile origine chimica (forse vernici). Questi materiali si trovano qui da alcuni anni e non sono mai stati rimossi, anzi aumentano. In seguito all'incendio e alla sparizione delle "frasche" fanno ancora più "bella mostra" di . Cosa aspetta il comune di Capoterra ad asportare questo materiale, bisogna fare una petizione per ogni cosa?

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