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giovedì 31 luglio 2008

Energia e group actions

Con il prezzo del petrolio alle stelle i temi legati all'energia sono diventati di grande interesse. Se ne parla a livello mondiale, a livello nazionale .. ha senso parlarne anche a livello di Poggio?
Forse si. Alcuni post di Giacomo Cillocu erano dedicati a questo argomento e ho quindi preso la palla al balzo per aprire questo nuovo articolo. Ricordo che questo blog aveva già ospitato un articolo di Silvio Ceccarelli dedicato al fotovoltaico.
Un altro frequentatore del blog, Giampaolo Lai, è un superesperto in materia. Chissà poi quanti altri lettori hanno qualcosa da dire su un argomento che è certamente molto lontano dalle questioni amministrative tradizionali, e quindi si spera anche dalle polemiche! Ciò potrebbe facilitare la creazione di un gruppo di lavoro dedicato all'energia.

Ho sentito molte proposte interessanti, anzi chiamiamole "possibilità" da vagliare, analizzare, comprendere. Oggi ci sono nuovi fornitori di energia. Può essere conveniente affidarsi a uno di essi? Essendo poi in 2000 (circa 900 unità immobiliari) sarebbe ipotizzabile una azione di gruppo che ci consenta di avviare iniziative che singolarmente non sarebbero possibili o convenienti?
E' conveniente diventare produttori di energia solare o eolica in modo da ridurre i costi rivendendo l'energia prodotta? Esistono agevolazioni economiche?
Vedo che nel frattempo sono fioccati i commenti su questo argomento inseriti nel precedente post.
Li riporto anche qui per favorire la discussione.

mercoledì 30 luglio 2008

Il Comitato si rifà vivo

Ricevo un comunicato del Comitato per lo Sviluppo Sostenibile di Poggio dei Pini che pubblico integralmente (anche grazie alla comodità del copia e incolla).
E' passato forse troppo tempo e sono successe molte cose importanti da quando la Cooperativa e il Comitato hanno inviato la loro ultima nota informativa ai soci. In tutti questi mesi l'informazione è stata lasciata in balia del passaparola, i cui echi si sono riprodotti anche in questo blog.
In realtà mi aspetto dalla Cooperativa spiegazioni relative all'impatto che avrà la bocciatura della Variante nei confronti dello scenario economico-urbanistico che era stato prospettato dal CdA in occasione di diversi incontri con i soci.
Dal Comitato, considerate le numerose ed aspre critiche mosse all'attuale amministrazione, mi aspetto invece la definizione di una proposta concreta di gestione della nostra comunità per i prossimi anni, in previsione delle elezioni per il rinnovo del CdA che si terranno nel 2009.
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A distanza di mesi dalle ultime comunicazioni ufficiali del Consiglio di Amministrazione esprimiamo preoccupazione ed inquietudine per l'assordante silenzio calato su questioni fondamentali per la vita e per il futuro della nostra Cooperativa.

  • Sembrerebbe che la variante al piano di lottizzazione non abbia superato nemmeno la procedura di intesa con la Regione Sardegna, trovando in ciò conferma tutti i dubbi espressi a suo tempo sia sotto il profilo sostanziale che formale: non può non ricordarsi in questa sede che il Consiglio di Amministrazione per lungo tempo aveva paventato - nel caso di mancata approvazione della variante - scenari apocalittici, dall'arrivo dei commissari liquidatori, alla bancarotta, dalle procedure concorsuali alla liquidazione coatta fino ad arrivare agli sciami di speculatori pronti a fare incetta delle (inesistenti) volumetrie del Poggio;
  • Sulla strada di Pauliara definita abusiva dalle competenti Autorità gli Amministratori avevano a più riprese assicurato i Soci sulla correttezza di tutti gli atti e la legittimità delle scelte operate. Anche in questo caso duole dover constatare che la Cooperativa - costituitasi in giudizio - si è vista soccombere nanti il TAR Sardegna, ciò ha comportato immaginabili ulteriori spese che sarebbe opportuno chiarire su chi andranno a gravare, oltreché un danno di immagine difficilmente quantificabile;
  • Abbiamo più volte tentato di conoscere la reale situazione economico-finanziaria della Cooperativa, ma a tutt'oggi non abbiamo ancora avuto risposte alle nostre richieste;
  • Per la prima volta dopo 40 anni con estremo rammarico e tristezza abbiamo dovuto constatare che non sono state aperte le piscine sociali;

Per questi motivi, e per numerosi altri che davvero non ci sentiamo più di snocciolare, non possiamo più celare tutto l'imbarazzo di fronte a questo inspiegabile e disinvolto silenzio.
Come sempre il tempo è stato galantuomo, ed ha ristabilito la giusta verità dei fatti, scoprendo alcune ingenue mistificazioni della realtà.

L'augurio come sempre è che in ciascuno prevalga il buon senso e l'interesse generale dell'intera Cooperativa.
Come sempre accade nella storia sarebbe opportuno che chi ha le maggiori responsabilità ricoprendo i maggiori incarichi sociali tragga tutte le conseguenze del caso, comprendendo che gli errori di valutazione dei singoli, quando questi sono amministratori, finiscono con l'incidere sulla reputazione di tutta la Cooperativa.

mercoledì 23 luglio 2008

Avvicendamenti nel CdA?

L'assoluta mancanza, da oltre 5 mesi, di qualsiasi tipo di comunicazione ufficiale proveniente dalla Cooperativa Poggio dei Pini mi costringe a pubblicare importanti informazioni che riguardano alcuni probabili avvidendamenti che si sono verificati all'interno del Consiglio di Amministrazione riportando dei "si dice" comparsi in questo blog. Notiziari, foglietti, comunicati dei giovani-non-tanto-giovani, siti internet, forum, email, megafoni, piccioni viaggiatori. Niente. Solo e soltanto la antiquata quanto pericolosa vox populi che talvolta si trasforma in "un venticello, un'arietta assai gentile". E' cosi che si comunica a Poggio. Da sempre penso che sia ora di finirla per gli enormi danni che questo modo di agire ha provocato alla società poggina. Nel mio piccolo penso di avere non solo protestato ma anche fatto qualcosa.
E' piuttosto scandaloso ed ingiustificabile che non vi siano state comunicazioni ufficiali per un così lungo tempo. A parte il fatto che lo Statuto della Società, in varie occasioni già disatteso, prevede una cadenza "almeno bimestrale" nella pubblicazione del notiziario, c'è infatti da chiedersi quale sia il motivo di questo silenzio. Voi che ne pensate?
Ecco quindi quali sarebbero gli ultimi eventi. Mi scuso per il festival del condizionale. Chi è in grado di correggere o integrare quanto riportato lo faccia senza remore.


Luca Madeddu è stato cooptato dal CdA probabilmente per sostituire il consigliere Oggiano. Non si sa se quest'ultimo sia dimissionario o decaduto. Curioso il fatto che alla prima uscita di questa voce molti abbiano creduto si trattasse di uno scherzo (riporto il fatto senza ironia).
Alcune settimane fa si sarebbe dimesso per malattia il consigliere, nonchè membro del Comitato esecutivo, Gianpiero Atzori. Al suo posto sarebbe subentrato Emanuele Levanti che non era stato eletto nell'ultima votazione per la sostituzione di un altro consigliere decaduto (Patteri), avvenuta nel corso della assemblea-fiume del 9 maggio scorso (rinnovo Collegio Sindacale). Riepilogando negli ultimi mesi vi sarebbero stati i seguenti avvidendamenti nel CdA:
- escono : Patteri, Atzori, Oggiano
- entrano: Cabizza, Levanti, Madeddu.
Tanto per essere chiari, in relazione alle recenti discussioni che hanno riguardato il progetto di Variante al Piano di Lottizzazione, due dei nuovi Consiglieri (Cabizza e Madeddu) hanno espresso posizioni vicine a quelle del CdA, mentre Levanti si è mostrato vicino alle tesi del Comitato per lo Sviluppo Sostenibile. Essendo il CdA composto da 15 consiglieri appare chiaro che questi avvicendamenti non comporteranno alcun sensibile mutamento del quadro politico generale. La presenza di un rappresentante di quella parte di soci che da tempo chiedono maggiore trasparenza e informazione potrebbe mettere a disposizione di tutti un minimo di notizie sull'attività del CdA, che attualmente opera in un silenzio degno più di una loggia segreta che di una società impregnata sulla cooperazione.
Vedremo comunque se sarà così, perche sembrerebbe che a Poggio dei Pini sia diffuso un morbo che limita la capacità di comunicazione dei consiglieri e di altri "rappresentanti" e questo morbo colpisce non appena si viene nominati, tanto che anche chi era ciarliero in precedenza viene improvvisamente colto da un profondo mutismo. Strano perchè chi rappresenta una qualsiasi istituzione dovrebbe per prima cosa sentire la necessità di comunicare. Qui da noi la rappresentanza avviene invece in modo "silenzioso". Paese timido il nostro Poggio.
Ci sono sempre due possibili motivi per il silenzio: essere concreti e di poche parole oppure avere qualcosa da nascondere. Ognuno scelga l'opzione che ritiene più plausibile. Peccato che lo Statuto vieti il prolungato mutismo. Forse qualche anno fa, quando lo Statuto venne stravolto con quello che molti definirono un "colpo di mano", gli amanti del silenzio avrebbero dovuto abolire anche l'articolo che impone l'obbligo oggi così clamorosamente disatteso. Ricordo che il Presidente ha affermato davanti a 500 soci che la coop. Poggio dei Pini sarà liquidata se non venisse approvata la variante. Ma la variante è stata bocciata dalla Regione, quindi? Vi sembra un momento per tacere?
Le modifiche statutarie di qualche anno fa hanno consentito a una persona che non è socio di far parte del CdA. Si tratta di una modifica che ho condiviso e che ha consentito, tanto per citare l'ultimo recentissimo caso, la nomina a consigliere dell'amico Luca Madeddu. Ma tutti ricordiamo la chiassora rissa verbale che avvenne nella riunione del 1 dicembre scorso, quando alcuni scalmanati "figli di soci" cercarono, senza riuscirvi, di impedire a un "figlio di socio" di prendere la parola durante una semplice assemblea, perdipiù informativa.
Ma allora decidiamoci, i parenti dei soci o addirittura gli estranei alla cooperativa possono essere consiglieri di amministrazione ma non potrebbero proferire parola in una assemblea? Tutto ciò potrebbe apparire come una assurda incoerenza. Si tratta, purtroppo, dell'assurdità e dell'incoerenza delle battaglie politiche legate alla gestione del potere che non hanno nulla a che vedere con la soluzione dei problemi reali della nostra comunità.
E' questa innegabilmente la realta che stiamo vivendo a Poggio in questo momento.
Chiudo riportando un commento di un lettore che, oltre ad essere attinente al tema di questo post, evidenzia i dubbi e le perplessità di moltissimi soci in questo momento.

Leggo all’art. 42 dello statuto della cooperativa che “Nel caso vengano a mancare uno o più amministratori nel corso dell’esercizio sociale, si procederà a norma dell’art.2386 del codice civile”.
Leggo all’art. 2386 del codice civile che “Se nel corso dell'esercizio vengono a mancare uno o più amministratori, gli altri provvedono a sostituirli con deliberazione approvata dal collegio sindacale, purché la maggioranza sia sempre costituita da amministratori nominati dall'assemblea. Gli amministratori così nominati restano in carica fino alla prossima assemblea”
Da socio gradirei apprendere da un comunicato formale della cooperativa, e non da voci di seconda o terza mano, tutto ciò che concerne eventuali avvicendamenti in seno al Cda.
In particolare mi piacerebbe avere risposta alle seguenti domande:
1) Se ci siano stati oppure no avvicendamenti in seno al Cda
2) In quali casi la sostituzione di un consigliere venga effettuata mediante nuove elezioni e in quali casi attraverso cooptazione
3) In caso di cooptazione quali siano i criteri di scelta e gli elementi di valutazione (adottati dal Cda e approvati dal collegio sindacale) del neo consigliere
Chiedo troppo ?

mercoledì 9 luglio 2008

Ambiente e Burocrazia 2

di M. Rita Lai

Vorrei scrivere le mie considerazioni (spero finali) sulla vicenda Ambiente e Burocrazia che, come ho potuto leggere, ha scatenato tanti commenti e polemiche (tanto per cambiare). Devo dire che dopo il mio intervento non ho più avuto molto tempo per contattare il Genio Civile e chiarire la questione della richiesta fatta alla Coop. ed ho letto solo recentemente tutti i post sull’argomento.
Come avevo già avuto modo di spiegare la risposta del Genio Civile derivava dal fatto che la Cooperativa aveva inoltrato una generica richiesta di autorizzazione alla bonifica. Il G.C. ha mandato mesi fa la risposta con il dettaglio che ci ha fatto conoscere il nostro amico Liucca. (Tra parentesi, io ho parlato con alcuni tecnici del G.C. ma non ho avuto modo di avere la copia della lettera di risposta inviata alla Coop. con l’esatta elencazione di tutti i documenti richiesti. Mi chiedo come abbia fatto il nostro amico ad averla. Ha fatto una fotocopia della comunicazione andando personalmente al G.C,? Oppure ha avuto la possibilità di consultarla presso la bacheca della Coop? Oppure per lui l’accesso agli atti della Coop. non passa attraverso la procedura standard che invece si applica agli altri soci? Oppure l’ha avuta direttamente dalla segreteria o dall’Ufficio tecnico?).
Ma veniamo ai contenuti della risposta: non mi pare che si tratti di un “irrigidimento burocratico” del G.C. infatti quanto richiesto alla Coop. consiste nella normali prassi amministrativa riguardante le richieste di autorizzazioni a privati. Le marche da bollo richieste, tra l’altro, sono “dovute” sulla base di apposite normative che la struttura pubblica è “obbligata” a rispettare, sennò incorre nelle sanzioni della Corte dei Conti. Inoltre credo che le famose marche da bollo valgano circa 2 -3 Euro ciascuna. Non mi sembra quindi una cifra astronomica per le casse della Coop. In ogni caso il nostro amico, avendo visto la lettera del G.C., ci potrà dire a quando risale il numero di protocollo (febbraio?). Se la Coop. avesse risposto per tempo avrebbe comunque potuto operare gli interventi di bonifica. Non lo ha fatto perché ha ritenuto troppo oneroso dare un incarico esterno ed il suo personale non aveva le competenze o la disponibilità di tempo per farlo? Ha preferito tralasciare il problema, così come non ha risolto per tempo il problema delle piscine e tante altre urgenze. I motivi veri di tali decisioni non è dato saperli.

Ma vediamo ora i cosiddetti “diversi e complessi adempimenti richiesti alla Cooperativa dal Genio Civile per poter effettuare i lavori di bonifica della zona colpita dall’incendio”.
Il G.C. chiedeva in sostanza 4 cose: dove si devono fare gli interventi, in che cosa consistono e quando li devi fare, la loro compatibilità con il PAI.
1 – Localizzazione ed estensione degli interventi: premesso che il G.C. non è tenuto a conoscere le ubicazioni e l’estensione delle superfici percorse dal fuoco, questa competenza è infatti dei comuni, che ogni anno a fine estate dovrebbero mappare tali aree, anche al fine di apporre dei vincoli d’uso. (N.B. nessun comune della Sardegna lo fa mai!!), veniamo così alle famose copie della cartografia. Per un esperto di cartografia (geometra, topografo, ingegnere, geologo, forestale o altro) è facile, semplicemente guardando una carta al 25.000, constatare che l’area percorsa dall’incendio dell’estate 2007 è racchiusa completamente in un quadrato di 1 kmq ossia, in carta, in un francobollo di 4cm x 4cm, mentre al 10.000 la stessa area è racchiusa in un quadrato di 10 cm x 10 cm. Sarebbe stato quindi molto semplice per chiunque delimitare tale area, anzi ancora meglio sarebbe stato allegare una mappa uguale a quella che la Coop. ha affisso nelle strade di Poggio, in cui sono chiaramente disegnati anche i confini dei lotti e le aree verdi, oppure addirittura allegare una copia della famosa fotoaerea che la Coop ci ha regalato l’anno scorso, delimitando così molto più precisamente l’area percorsa dall’incendio. Per fare questa operazione, conoscendo bene il territorio, ci volevano forse 10 minuti. La potrebbe disegnare anche Giorgio nella sezione GEOPOGGIO con le immagini da satellite di Google (tra l’altro non appena sarà disponibile una nuova immagine aggiornata su Google Hearth, la zona bruciata sarà visibilissima e riconoscibilissima).
2 – Tipologia degli interventi: avevo già avuto modo di spiegare nel dettaglio come si devono fare gli interventi nelle aree percorse dagli incendi. Ripeto non c’è nulla da inventare esistono le LINEE GUIDA del MINISTERO DELL’AMBIENTE, con indicazioni tecniche, che consentono di effettuare le scelte operative più consone al sito di intervento, basta copiare quanto riportato nel loro sito internet e se si ha qualche dubbio chiedere il parere ad un esperto forestale. Semmai il problema viene dopo, cioè quando si attua l’intervento, con quale personale lo si esegue e con quali competenze. Su questo punto ci sarebbe da aprire un lungo dibattito sul fatto che la Coop., pur dovendo gestire un’area verde di notevole estensione, non ha mai ritenuto di doversi dotare di un esperto del verde, non un semplice giardiniere ma di una figura professionale con reali competenze in campo botanico-naturalistico-forestale, né mi pare che queste specifiche competenze siano presenti all’interno del GRUSAP, dove i volontari hanno altri tipi di interessi. Già più di 10 anni fa avevamo tentato di costituire un piccolo gruppo di “esperti” (si chiamava Comitato Verde) di cui faceva parte 1 perito agrario, 1 botanico, 1 geologo, 1 forestale e 1 rappresentate del GRUSAP, che avrebbero dovuto fornire gratuitamente alla Coop. delle indicazioni tecniche su vari argomenti riguardanti le aree verdi, ma questa iniziativa poi non ha avuto molto seguito e il gruppo si è sciolto.
3 – Tempistica: riguardo l’indicazione dei tempi non credo ci fossero particolari problemi.
4- Compatibilità con il PAI e vincoli del Regio Decreto 52371904: come in tutti gli intereventi sul territorio anche questo deve essere confrontato con quanto prescrive il PAI e la normativa del 1904 tutt’ora in vigore, in quanto le aree dove si dovevano svolgere le attività, essendo a cavallo di un corso d’acqua, sono potenzialmente sottoposte a vincoli e normative del PAI. Non c’è nulla di strano anche qui. Qualunque soggetto, pubblico o privato, debba attuare un intervento sul territorio sa che ormai in tutta la Sardegna deve verificare se esistono aree mappate nel PAI o nel PPR: nel primo caso deve predisporre una relazione di compatibilità idraulica (rischio esondazione) o geomorfologica (rischio frane), che comunque non è nulla di trascendentale (basta sapere cosa scriverci!!); nel secondo caso (zone vincolate dal PPR) deve predisporre una relazione di compatibilità paesaggistica. Ricordo solo per inciso che tra i beni ricompresi nel PPR e tutelati in base al Codice Urbani esistono i fiumi ed i corsi d’acqua, nonché laghi naturali ed artificiali, boschi e altri beni paesaggistici. Anche qui appare chiaro che qualsiasi intervento la Coop. deciderà di realizzare nelle aree verdi di sua proprietà si dovrà dotare di esperti in grado di affrontare tali tematiche con competenza. Le carte del PAI comunque, come tutti sanno sono disponibili nel sito internet della Regione e sono facilmente scaricabili in pochi secondi.

Concludendo la famosa Relazione tecnica richiesta e le cartografie allegate non erano di così difficile realizzazione, forse in una o due mattinate di lavoro si potevano predisporre ed inviare in duplice copia sia al Comune che al Genio Civile.
Mi pare ovvio, da quanto sopra esposto, che la Coop. per forza di cose si dovrà dotare di una struttura tecnica idonea a far fronte a questi ed altri adempimenti, oppure dovrà dotarsi di persone di fiducia che conoscano bene il territorio, in grado di predisporre documenti tecnici al passo con le normative in campo ambientale, che necessariamente in questi 40 anni si sono evolute e che richiedono sempre più conoscenza e competenza in molti campi. Insomma non siamo più negli anni ’60 quando tutto era più facile e meno sottoposto a controlli e verifiche, bisogna rassegnarsi al fatto che la legislazione italiana e regionale in molte materie (suolo, acqua, paesaggio, vincoli d’uso, dighe, norme sulla sicurezza, norme urbanistiche, ecc.) è notevolmente modificata e non si può più operare come in passato. E’ certo che queste nuove incombenze portano un aggravio delle spese in capo alla Coop., ma ciò è inevitabile.

A presto RITA
immagine: olhosatentos

lunedì 7 luglio 2008

Le ultime parole famose

di Franco Magi
Vorrei proporre, quale spunto per una serena riflessione, una carrellata di dichiarazioni ufficiali del Presidente Calvisi e del Consiglio di Amministrazione, tratte dal verbale dell’assemblea dei Soci del 1 dicembre 2007 e dal Notiziario del mese di novembre 2007.
Tali affermazioni sono pertanto “virgolettate” in quanto da me ricopiate pedissequamente.
A ciascuno di noi il commento.


IL PRESIDENTE CALVISI, pagg. 12 e 13 del verbale di assemblea:

- “L’eventuale conseguenza di una mancata approvazione di un piano di lottizzazione di questo genere è abbastanza facile ipotizzarla, perché la società ha venduto l’ultimo lotto (…..) l’eventuale mancata approvazione del piano di lottizzazione potrebbe provocare la messa in mora delle convenzioni da parte del comune con la seguente alternativa: o i Soci versano volontariamente un ammontare abbastanza rilevante stimabile in circa 30.000 euro a testa per far si che le opere di urbanizzazione primaria vengano collaudate e cedute al Comune, altrimenti rimarrebbero a carico della Cooperativa, che entro poco tempo potrebbe andare in liquidazione coatta amministrativa, perché non è più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni
- “la liquidazione coatta amministrativa è una procedura concorsuale che è applicabile alle società Cooperative
- “viene nominato un liquidatore che provvederà a vendere (…..) sul mercato al miglior offerente


IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE nel “Notiziario” del mese di novembre 2007.

- “L’alternativa agli introiti derivanti dalla variante al piano di lottizzazione proposta non possono che essere ricercati o in un apporto massiccio da parte dei soci o nella liquidazione del patrimonio sociale
- “Si ricorda che l’intero territorio di proprietà della Poggio dei Pini indicato nel vecchio piano di lottizzazione è classificato nel vigente piano di fabbricazione comunale come area fabbricabile (zona C3, con edificabilità pari a 0,8 mc. per mq (…..) Va da se che la Cooperativa, non potendo far fronte agli impegni assunti con il Comune di Capoterra, non potrebbe evitare la procedura di liquidazione”.
- “In tal caso qualunque professionista sarebbe ben lieto di occuparsi di tale procedura liquidatoria, trovando nel patrimonio della società in liquidazione un ingente complesso di beni costituito da immobili ed aree edificabili che, messi all’asta, consentiranno ai nuovi proprietari di varare un massiccio progetto di sfruttamento intensivo delle aree fabbricabili con indici che sono agli antipodi di quanto finora realizzato nel nostro comprensorio, con buona pace delle aspettative di tutti i Poggini. Ricordiamo inoltre, considerate le caratteristiche della nostra Società, che è una Cooperativa a mutualità prevalente, il liquidatore, realizzato l’attivo e pagati i debiti, dovrà versare al Fondo Nazionale per lo Sviluppo e la Cooperazione il netto ricavo senza alcun beneficio per gli attuali Soci, che è doveroso rimarcare sono proprietari esclusivamente del proprio lotto.
- “Quanto sopra esposto, ben lungi da essere un panorama futuribile, è la rappresentazione realistica di quanto potrebbe accadere ove la Società non si dotasse di provviste finanziarie che le consentano di realizzare i propri programmi ed adempiere agli impegni assunti con l’Amministrazione Comunale. Non riteniamo che i promotori del referendum abbiano in animo di portare al collasso la Società, ma, senz’altro inconsciamente, la loro azione potrebbe avere come risultato finale la liquidazione del patrimonio sociale a beneficio non certo dei soci ma di quanti, certamente al di fuori della nostra comunità, riteniamo abbiano interesse al nostro patrimonio costituito da aree fabbricabili con volumetrie così accentrate che non hanno uguali in tutta l’area metropolitana di Cagliari. Se qualcuno ha presente il panorama dello sviluppo residenziale dell’hinterland di Cagliari, non avrà mancato di osservare che, esaurita da tempo la disponibilità di aree fabbricabili nella città e nelle immediate vicinanze, ormai si registrano fenomeni di urbanizzazione in una cerchia al di là dei 20-30 chilometri dal centro cittadino, per cui la disponibilità di così cospicue volumetrie in un area abbastanza limitrofa al centro cagliaritano non può non suscitare appetiti edilizi in chi della speculazione edilizia ha fatto la ragione del proprio business
”.

Franco Magi

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