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sabato 16 luglio 2016

Sono moroso!

Desidero dare ai soci della Cooperativa, alcuni dei quali amici, la motivazione della mancata contribuzione della quota sociale a decorrere da gennaio 2016.
 
Da circa un anno ho davanti a casa il cantiere della nuova SS 195 con conseguenti rumori diurni e notturni (causati da un generatore rumorosissimo) e soprattutto tanta polvere che respiro e mangio quotidianamente.
Finiti i lavori finiranno le polveri visibili ed inizieranno quelle sottili e ben più insidiose del traffico.
Quando 25 anni fa venni a Poggio fu per trovare un ambiente salubre a difesa delle mie patologie respiratorie, confortato dal fatto che la cooperativa sorge in un territorio a tutela ambientale; non pensavo certo di ritrovarmi sul limite di una quattro corsie a scorrimento veloce. Alla faccia della tutela ambientale, prima i tralicci dell’alta tensione che, dopo una sospetta curva vengono a lambire la strada 27 dove abito, poi sempre dopo un’altra sospetta curva, la nuova SS 195 che interseca i sopracitati tralicci davanti alla mia casa (70 metri).
Ora queste anomalie, a cose ormai fatte, sono state rimarcate da vari organi di stampa, ma i vari CdA che si sono succeduti non ne hanno mai fatto menzione.
In nessuna assemblea si é pensato di porre all’attenzione queste impattanti questioni come giustamente si è fatto per il nuovo viadotto che si deve costruire.
Ho anche pensato di cambiare casa, ma correttamente mi è stato fatto notare che la mia abitazione è praticamente invendibile, si parla di una svalutazione del 20/25% Vorrà dire che esasperato, per cambiare panorama andrò a sedermi su una delle numerose panchine.
Vuoi vedere che le hanno sistemate pensandomi?
 
Alessandro Geminiani
 

P.S. Per sincerarsi di quanto detto siete invitati per un caffè in veranda che, con giusto vento, risulterà corretto alla polvere

10 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Alessandro
Innanzitutto esprimo la mia solidarietà per quanto racconti. Il danno e la beffa da te subiti sono ben evidenti. Il cantiere stradale della viabilità della nuova SS 195 è sotto gli occhi di tutti quelli che vedono e guardano, soggiungendo che tra ruggito e raglio lo scarto è breve. Da anni, infatti, assistiamo impotenti a fatti simili, ascoltando il chiacchierare di vari amministratori tuttologi che, da tempo, si avvicendano alla guida della coop. senza fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione. Emblematica in tal senso è la conferenza dei servizi del 29 giugno 2016 (vedi verbale) per la sistemazione idraulica del Rio San Girolamo - progetto preliminare per la realizzazione del ponte per l'attraversamento presso il lago di Poggio dei Pini - partecipata esclusivamente da tecnici del settore dei vari uffici pubblici decisori, tranne la rappresentanza PdP e Comunale (per delega) diversamente esperta ma dotata di intense e copiose dichiarazioni allegate al verbale. Con spirito costruttivo, in più di un occasione, è stato suggerito, anche ai presenti, che alcune tematiche territoriali necessitano di interventi e partecipazioni attive preventive e non a posteriori. Al riguardo pare opportuno evidenziare che il raccontare nostalgico e vintage delle attività dei cosiddetti soci fondatori e promotori di PdP, dovrebbe aiutare a comprendere che il fare di allora equivaleva alla presenza - incisiva - di molti di loro nell'ambito delle varie attività professionali, pubbliche e private, nello sviluppo del territorio. Quanto è accaduto per la SS 195 è oramai ricorrente, ricorda quanto è accaduto per il PUC di Capoterra quando gli Uffici provinciali, deputati al controllo di valutazione ambientale strategica, assegnarono arbitrariamente precise quantità di metri cubi edificabili alle varie parti del territorio, esorbitando il compito istituzionale. Purtroppo la sinergia di quei soci fondatori e promotori si è affievolita vuoi per la complessità delle procedure normative, vuoi per la desolante solitudine di chi ritiene che la tuttologia sia la disciplina e lo strumento idoneo per la non partecipazione dei cittadini nei processi di elaborazione delle politiche pubbliche e nelle attività di governo degli Amministratori locali. Di fatto si nega quell'insieme eterogeneo di esperienze accomunate dall'esigenza di caratterizzare in senso partecipativo gli attuali assetti democratici, cercando di creare empowerment a favore dei cittadini, inteso come crescita della loro capacità di padroneggiare e influenzare in modo sempre più consapevole i processi di decisione collettiva.
Saluti Francesco Cilloccu (architetto)

Angelo Pani ha detto...

Mala tempora currunt se i debitori vanno orgogliosi delle loro insolvenze e annunciano pubblicamente che continueranno a non pagare. Non pagano perché sono soldi pretesi illegalmente? Non pagano perché richiesti per servizi non prestati? No, si rifiutano di contribuire alle spese necessarie per mantenere in vita la Cooperativa sottraendosi a un preciso obbligo assunto nel momento in cui hanno scelto di vivere nella nostra comunità.
Sempre più spesso si sente di soci che hanno sospeso i versamenti; sembra che non pagare sia diventato un fatto normale e loro non si vergognano neppure. Anzi, ne vanno fieri e diffondono sul web il loro pensiero. C’è chi se la prende con la qualità dei servizi, chi lamenta di aver subito gravi torti, chi denuncia mancati interventi da parte degli amministratori o li contesta per le decisioni prese. Ogni pretesto è buono per giustificare le proprie inadempienze.
Tanto per chiarire, non stiamo parlando di cifre così alte da ridurre sul lastrico una famiglia. No, le quote condominiali variano da un minimo di 63,5 euro al mese per i lotti più piccoli (750 mq) a un massimo di 95,5 (per un lotto di 3.750 mq). Si paga di più in un condominio in città. Le quote sociali costituiscono il principale introito della nostra comunità e il mancato pagamento, incidendo negativamente sul bilancio, provoca pesanti ripercussioni sulla qualità dei servizi erogati. Attualmente, la Cooperativa vanta crediti per 250 mila euro.
Poggio dei Pini siamo tutti noi, una comunità della quale fanno parte gli evasori e quanti pagano regolarmente le quote. Ma non siamo tutti uguali in quanto sui soci “responsabili” ricade l’onere di accollarsi le spese di chi pretende di alloggiare gratis nella comunità in cui ha scelto di vivere. “Quousque tandem …”: per citare sempre Cicerone, fino a quando i furbetti potranno abusare della pazienza di chi si sta facendo carico delle loro mancanze? L’inerzia degli amministratori, in questi casi, diventa acquiescenza e serve solo a incoraggiare quanti credono di potersi far gioco delle regole. Credo che la Cooperativa, per un principio di equità nei confronti di chi paga regolarmente le quote, abbia il dovere di agire. La legge le consente di chiedere al giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo. E chi ha motivi per contestare torti, inadempienze e scelte amministrative, conserverà intatto il diritto a rivalersi nelle sedi che riterrà più opportune. Dopo aver pagato i debiti, naturalmente.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Alessandro Geminiani mi scrive in replica:

Di ritorno da una breve vacanza dolomitica, eccomi riprecipitato nella quotidiana realtà che il contrasto coi giorni scorsi mi fa apparire ancor più bruciante.

Ho compreso che la mia provocatoria dichiarazione necessita di un chiarimento: l’autunno scorso alcuni amministratori riconobbero che la situazione creatasi mi escludeva di fatto da Poggio, venendo a mancare i requisiti minimi che contraddistinguono la qualità della vita nella nostra comunità. Poi mi è detto che la questione non riguardava il CdA ; peggio per me. Neppure il minimo coinvolgimento o informazione di possibili opere di mitigazione del danno.
Quindi la mia è stata una extrema ratio perché si evidenziasse il problema.

Angelo Pani, la controreplica non doveva essere questa, ero risentito, offeso, i toni sarebbero stati forti e offensivi quanto i tuoi, stavo per dare invio quando mi sono rammentato di mio padre: prima di un’azione forte o violenta , conta sino a dieci; al sei ho capito, ho sbagliato, il messaggio che ho pensato di dare era chiaramente fuorviante: se una persona della tua intelligenza l’ha frainteso, figuriamoci le persone normali.
Ma vedi, quando chi ti sta accanto comprende il tuo patimento, pensi che tutti possano comprendere, è stato il mio limite.
Spero di aver finalmente chiarito che il mio obiettivo non era non pagare le sopportabilissime quote che pagherò, arretrati e interessi compresi: lo stabilisce lo statuto che ho firmato, come giustamente dici, ma aiutatemi a capire tu e il tuo amico Cicerone che siete così intelligenti, i diritti che mi sono stati sottratti, quelli che il benedetto statuto mi ha garantito: ambiente salubre e silenzioso ecc. ecc. come devo fare per ottenerli? E non rispondete sono fatti miei , questo mi è già stato detto.
Possibile sia così difficile immedesimarsi nel mio problema? Affacciatevi alla finestra o veranda di casa e immaginate che quello che vedete venga sostituito da una quattro corsie con il traffico che ne consegue.
Poi una amara constatazione, possibile che anche chi si è detto solidale con me e mi conosce non abbia sentito il bisogno di dire che il disonesto e furbetto tratteggiato da Pani non corrisponde alla mia persona? Monta il desiderio di chiamarmi fuori.
Ho approfittato sin troppo, per fatti personali, del blog.

Alessandro Geminiani

Per chi non ama apparire ma vuol dire qualcosa ( niente offese per favore, mi sono bastate): 340 2781583 – ageminiani@tiscali.it

Angelo Pani ha detto...

Devo essere sincero. Prima di scrivere, io mi sono fermato a contare solo fino a cinque. E quando l’indomani ho aperto il blog di Giorgio e ho riletto la mia replica mi son detto che ero andato giù un po’ troppo pesante. Ma, (arieccolo, stavolta però non è Cicerone) scripta manent …
Ora leggo il tuo nuovo intervento, di persona civilissima, e me ne dispiace doppiamente. Ma sono sicuro che non ce ne vorremo.

Saluti
Angelo Pani

Anonimo ha detto...

Sì, Alessandro Geminiani è un gran signore, persona civilissima e paziente, forse troppo. Ci conosciamo da diversi anni e me ne onoro. La tua replica Alessandro è esemplare, come ci si aspetta da un gentiluomo: fare dell'ironia su di un blog ha delle limitazioni, non sempre chi legge la coglie. Ho visto lo scempio di fronte alla tua casa, la superstrada corre a 50 metri, cioè è saltato quanto promesso dallo Statuto: di vivere in un'oasi di pace. Mi viene da pensare: se, come stabilito dallo Statuto, la Cooperativa non adempie alle promesse e si mettono i soci in condizioni simili perché il socio dovrebbe mantenere le sue di promesse? Ho paura che lo stesso ragionamento possa valere anche per il famigerato ponte sulla 51 che distrugge definitivamente la bellezza e la pace del luogo, forse è il caso di attivarsi con più incisività. Si stanno portando avanti opere inutili e costosissime, ci sono altre alternative molto più "economiche". Solidali con Alessandro. (Maria Spissu Nilson)

Giuseppe Monni ha detto...

Ciao a tutti, anch’io conosco Alessandro, che è persona corretta e amabile, perciò il suo gesto (sospendere il pagamento delle quote) è chiaramente un atto di denuncia per una situazione che, lo comprendiamo tutti, è angosciante. Ma comprendere non significa necessariamente condividere. Un atto di denuncia, secondo me, avrebbe senso (e utilità) se esistesse una colpa, e quindi un colpevole, ed esso, nella fattispecie, fosse la Cooperativa.
Personalmente non mi sono limitato a manifestare la mia solidarietà ad Alessandro e a tutte le altre vittime di questa opera pubblica (rectius: del suo tracciato): ho collaborato al gruppo che ha tentato di impedire la sua realizzazione, ho organizzato riunioni informative sia prima d’essere eletto sia dopo, etc. Anche da amministratore (vedi verbali) ho proposto iniziative che prendessero atto del detrimento della qualità della vita di quei residenti (proposte che però non sono state approvate dal CdA). Cionondimeno (lo dico con tutto l’affetto ed il rispetto possibili, nei confronti di Alessandro) ritengo che la Cooperativa non solo non abbia alcuna responsabilità (il che è ovvio: si tratta di un’opera pubblica) ma non avrebbe potuto impedirla in nessun modo (abbiamo approfondito la questione dal punto di vista legale e vi assicuro che purtroppo è così). Neanche lo Statuto pone in capo alla Società alcun dovere di tutelare i soci da questo genere di rischi, che sono intrinseci all’esistenza dell’articolo 42 Cost., un articolo che dovremmo considerare sacrosanto anche quando va a ledere i nostri (pur legittimi) interessi personali. La strada peraltro passa fuori della lottizzazione, in una zona, Alessandro, che non è neanche tutelata paesaggisticamente. Non comprendo quindi chi afferma che la Cooperativa avrebbe violato lo Statuto, non avrebbe adempiuto ai suoi doveri e addirittura non avtrebbe mantenuto le sue promesse. Evocando colpe non dovremmo essere generici, dovremmo circoscriverle, fondarle giuridicamente, distinguere tra persone e persone, ruoli e ruoli, periodi e periodi, altrimenti si rischia che siano tutti colpevoli e non lo sia nessuno.
Ciò su cui, invece, penso che potremmo essere tutti d’accordo è il fatto che gli Amministratori del tempo (credo che parliamo della fine degli Anni Novanta) avrebbero dovuto informare maggiormente i soci (così come stiamo cercando di fare noi adesso col problema del viadotto; a proposito, Alessandro: la questione viadotto è stata dibattuta solo in assemblee informali, esattamente come la questione della 195). Quindi, quando Alessandro afferma che gli sono stati tolti dei diritti (il diritto al panorama, alla salute, etc.) deve ricercare la causa nelle scelte pubbliche, non in un presunto (e inesistente) dovere della Cooperativa, che non gli ha tolto nulla e non aveva strumenti per impedire allo Stato di fare ciò che ha fatto. In sintesi: se un pagamento dovesse essere sospeso per protesta, sarebbe più mirato sospendere il pagamento delle tasse (a mio parere, infatti, è ingiusto che gli indennizzi vengano pagati solo ai proprietari e non a chi, pur non espropriato, viene leso dall’opera pubblica).
Ciò detto, lo ribadisco: penso che una forma di solidarietà ai soci che hanno subito questo deterioramento della qualità della vita andrebbe riconosciuto (ancor meglio se dall’Assemblea, piuttosto che dal CdA). Ma la mia, almeno finora, è stata una posizione minoritaria.

Giuseppe Monni ha detto...

Ps per Angelo: ti assicuro che notifichiamo ogni anno decine di decreti ingiuntivi, con esiti abbastanza soddisfacenti.
Ps per Francesco: Cillocu ha ragione ad affermare che i Fondatori riuscirono a ottenere grandi risultati poggiandosi a personalità competenti, inserite negli organismi pubblici; non so se lui, che è inserito in tali organismi, sia riuscito a tutelare il Poggio nei momenti cruciali (debo presumere di sì); rilevo però che altri Poggini, inseriti in tali organismi, non lo hanno fatto: mi domando ad esempio come mai Peppo Biggio, che avrebbe potuto e dovuto intervenire nella conferenza dei servizi sul viadotto, e che avrebbe potuto prendere posizione contro quell’obbrobrio, abbia disertato quella riunione, lasciando che la Regione approvasse il preogetto: confido che Biggio, Cillocu e tutti coloro che ne hanno il potere, facciano pesare tutta la loro autorità ed autorevolezza per impedire quest’ennesimo sfregio al nostro territorio.

Giorgio Plazzotta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

da Alessandro Geminiani

Vorrei innanzitutto ringraziare Giuseppe per la solidarieta’ che mi ha dimostrato circa il grave danno subito; poi, entrando nel merito di quanto affermi:

- è ben vero che esiste l'art. 42 della Costituzione che sancisce il potere dello Stato o degli enti pubblici di espropriare la proprietà privata, ma questo potere non è affatto senza limiti nè presuppone un'accettazione supina ed inerte in quanto vengono date al privato una serie di possibilità di intervento ed in particolare la possibilità di fare preliminari osservazioni sul tracciato, ed in generale una valutazione di legittimità dei singoli atti d'espropriazione, inoltre nel caso della 195, venne espropriata una parte seppur piccola di terreno della Cooperativa, che quindi divenne interlocutore legittimato degli enti espropriativi.

Quindi non è vero che lo sventolio dell'art. 42 Cost. rende il cittadino automaticamente muto, a parte che definire sacrosanto l'art. 42 Cost. è una esagerazione, soprattutto se lo si fa sulla pelle degli altri.

- è mancata da parte della Cooperativa un intervento, o la creazione, di un dibattito politico e mediatico che coinvolgesse noi e le istituzioni: vedi ad esempio l'interessante vicenda del referendum ora proposto dai consiglieri di Capoterra sul viadotto ad iniziativa regionale: i progetti delle opere pubbliche non mi risulta siano scritti sulla pietra e anzi sono spesso assai sensibili a esigenze collettive opportunamente manifestate

- nel nostro caso, l' anomalia del tracciato ben giustificava un intervento forte ( e probabilmente vincente) della Cooperativa sulle ragioni del tracciato stesso, come evidenziato dagli articoli del blog sul tema della nuova 195.

- la lettera h dell'art. 2 dello statuto della cooperativa sancisce chiaramente - tra gli scopi della società - la tutela e la difesa del paesaggio (a prescindere da una classificazione normativa della zona interessata come paesaggisticamente rilevante o meno);

- la mancata opera di informazione da parte della Cooperativa in favore dei soci ha precluso che gli stessi potessero compiere le azioni di legge nei tempi loro consentiti.

Quando vi abbiamo eletti e’ perche’ sapevamo delle vostre doti: equilibrio, saggezza, capacita’ decisionale; affidare all’assemblea questo genere di decisioni e’ un po’ lavarsene le mani e sappiamo la fine che fece il povero Cristo. E’ pur vero che il CdA gia’ si espresse in merito, ma conto su un ripensamento alla luce di nuove considerazioni. Circa le tasse allo Stato e’ chiaramente una boutade, anche perche’ lo stato mi prende senza chiedere il permesso.

Ultima cosa:non sono piu’ moroso!!

BUONE VACANZE E BUON FERRAGOSTO A TUTTI

Alessandro Geminiani

Anonimo ha detto...

Francesco Cillocu ci scrive:

Caro Elia Giuseppe

Premetto la mia personale vicinanza e stima mentre, senza alcun desiderio di contrapposizione al tuo intervento su morosità e dintorni, banalmente ricordo che non sono socio di Poggio dei Pini ma, da tanti anni (’70), un semplice abitante. Per maggiore chiarezza riaffermo che soci promotori e fondatori di Poggio dei Pini non si sono mai appoggiati a nulla e nessuno, in quanto competenti e direttamente responsabili delle azioni del programma di lottizzazione. Il fatto che occupassero posti di rilievo in organismi quali Tribunali, LLPP, Comuni, anche come liberi professionisti e, dunque, non - poggiandosi - a sedicenti terzi inseriti nella PA come indicato nel post, non deve indurre nessuno a ritenere che abbiano portato a compimento la proposta di Piano obliterando carte e idee di altri e tramite terzi. Non può certamente sfuggire che progetti e programmi costituivano la non banale attività di chi, con fantasia e iniziativa, ha posto in essere una realtà - inaspettata - che oggi è sotto gli occhi di tutti portando avanti con caparbietà un idea vincente. Oggi il Piano mostra tutti i suoi denti e attuandosi ha terminato il percorso di sviluppo territoriale, con pregi e difetti. Al riguardo mi spiace per la comprensibile ma inutile personalizzazione dell'argomento sulla morosità e dintorni, pare però opportuno ribadire che i soci promotori e fondatori i Piani e progetti li proponevano anche quando il Comune di Capoterra, vedi verbale, tramite un noto consigliere tentò di differire l'approvazione del PdL, che invece il Sindaco volle approvare nella riunione consiliare dell'epoca. Curiosa la motivazione espressa dal consigliere, cui rimando, che poi ritirò. Oggi, invece - ed era questo il senso del mio intervento - si sono invertiti i ruoli per i motivi da me sottolineati. Progetti e piani la PdP, di fatto, li subisce in sequenza e, peraltro, a cose fatte. Comunque, se può interessare, non tutto all’epoca era fantastico e d’oro. Il pianificatore di Poggio parrebbe avere proposto al Comune di Capoterra, in ordine al piano urbanistico comunale, una città per 200.000 abitanti, ritengo respinta e respinto. Da ultimo, come di consueto, resto con piacere a disposizione della nostra Cooperativa Poggio dei Pini per i programmi futuri, mentre sarebbe opportuno riflettere su affermazioni circa l’operato di soci fondatori e promotori di Poggio che non ho mai sognato di fare.

Saluti,
Francesco Cilloccu
(Architetto e Polis Maker)

Poggio dei Pini, 8 agosto 2016

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