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martedì 5 febbraio 2019

Verso le elezioni Regionali, tra cambiamento e viadotto.

Domenica 24 febbraio si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale e, di conseguenza,  l'elezione del nuovo "governatore".
Molto si sta scrivendo su questo tema, sia nei social che su giornali e giornalini locali che, come ben sappiamo, tutto sono tranne che obiettivi e imparziali.
Avrei voluto evitare di pronunciarmi in una arena, quella politica, che spesso infervora gli animi.  Poi pero' ho pensato che per anni abbiamo combattuto contro l'orribile viadotto e adesso è giunto il momento della verità che non mi sento di ignorare. Se non avete già cliccato altrove, beccatevi, quindi, questa mia personale analisi sul voto, come sempre orientata anche ai problemi del nostro centro residenziale. 

Insomma le prossime elezioni decideranno, per noi come per tutti i sardi, chi utilizzerà meglio o peggio una parte dei soldi delle nostre tasse, chi gestirà meglio o peggio alcuni servizi che sono di competenza regionale (pensiamo alla Sanità!), ma per noi poggini c'è qualcosa in piu' che gli altri non hanno: l'incubo del mostro dietro casa, la nostra spada di Damocle.

A queste elezioni Poggio esprime ben tre candidati:  Christian Solinas, segretario del PsdAz, è candidato alla carica di Presidente nella coalizione di centrodestra.  Franco Magi,  proverà a fare il salto dal Comune alla Regione, sempre nelle fila del Psd'Az e Gianni Deligia si presenta con la lista Sardi Liberi. In bocca al lupo a tutti e tre, ognuno per i propri obiettivi. 

Parliamo invece di coalizioni. Come in campo nazionale, lo scenario regionale si presenta con tre contendenti più accreditati. Se è vero che il Movimento 5 stelle ha fatto registrare il pienone alla ultime politiche (sia nel 2013 che il 4 marzo 2018), si presenta per la prima volta alle regionali e ho modo di ritenere che ben difficilmente ripeterà quel tipo di risultato numerico che, con la legge elettorale sarda, gli consentirebbe di detenere, in solitaria, la maggioranza assoluta dell'assemblea. Tra gli atout di M5S i pessimi, reiterati, angoscianti,  risultati delle amministrazioni precedenti.
Contro i pentastellati giocano, però,  molti fattori. Sappiamo bene che nelle amministrative il peso dei voti clientelari è fortissimo. Moltissimi elettori saranno accalappiati da "mi manda Picone".  La gente riconosce l'estraneità dei 5 stelle rispetto a questo modo di fare politica. I suoi rapprersentanti non sono professionisti della politica e non devono garantirsi una permanenza possibilmente eterna nelle stanze del potere.
Non credo che farà bene al risultato del M5S sardo l'autodisarcionamento del candidato Mario Puddu e la storiaccia del parlamentare Andrea Mura, culminata con l'espulsione e le dimissioni-lampo del velista cagliaritano. Altro elemento negativo è la totale assenza, tra i grillini sardi, di personaggi dotati di carisma. Anche quello conta, e non poco.

Veniamo al centrosinistra (sinistra quasi non riesco a scriverlo se penso a costoro). Il leader (Massimo Zedda) è certamente, tra i tre contendenti, quello che vanta la fama migliore, dovuta sia a una stampa favorevole (vergognosamente schierata sia nelle testate più importanti che in quelle minori), che dal buon lavoro fatto nell'amministrare il capoluogo sardo di cui è sindaco e che è giusto riconoscere.
Il grosso problema di questa coalizione lo troviamo nei pessimi, disastrosi  risultati della giunta uscente e in un atteggiamento supino e passivo che stride con la gravità dei problemi di questa terra e, soprattutto dei suoi giovani che, per dirla alla Caparezza "stanno scappando tutti".  In questo contesto la figura di Zedda svolge la funzione di quell'involucro lucido che nasconde un prodotto marcio. 
Last but not least, casta per casta, se vincesse quella del PD ci troveremmo con una giunta regionale orientata a fare la guerra al governo nazionale gialloverde.  Il soporifero Pigliaru, dopo avere sonnecchiato per tutta la legislatura, si è svegliato trasformandosi in Don Quichote per remare contro e disturbare l'azione del governo. Il risultato di una futura guerra politica tra Zedda e il governo è facile da prevedere: a pagare saranno i sardi. 
Poi parleremo anche di quello che il centrosinistra ha fatto e vorrebbe fare a Poggio.

Venendo al Centrodestra, non possiamo certo parlare di cambiamento, ne di grandi differenze rispetto al sistema partitocratico che impernia gli avversari guidati da Zedda.  La grande novità di questo schieramento è data dal declino di Berlusconi e dal conseguente fatto che, qualora questa coalizione dovesse prevalere, i rapporti di forza al suo interno sarebbero notevolmente diversi rispetto all'ultima giunta Cappellacci, con quest'ultimo relegato a una posizione di secondo piano (ma le lobbies nelle retrovie saranno sempre le stesse).  
Parlando dei programmi, da zonafranchista quale sono, sottolineo che, il centrodestra "promette" di attuare non dico la zona franca integrale, ma perlomeno misure di fiscalità di vantaggio che ci riconoscono sia la Comunità Europea che la geografia, ma rispetto ai quali il centrosinistra, prendendo ordini chissà da dove (ma ho qualche idea) ha sempre volutamente ignorato.

I partiti minori. Del Partito dei sardi di Maninchedda davvero vogliamo parlarne? Lassaus perdi, o Paolo... e salvarì. A mai più rivederci. 
Sardi Liberi nella campagna acquisti di gennaio si è rafforzato con alcuni noti personaggi dell'indipendentismo che pero', con il loro onesto idealismo, non possono di certo coprire la puzza di bruciato del loro leader, ex delfino di Berlusconi negli anni a cavallo del nuovo millennio.  Ovviamente però tanti auguri a Gianni Deligia, persona fantastica.
Autodeterminatzione, bella e impossibile, per me non raggiunge il quorum. Ok c'è anche Rifondazione Comunista che farà il solito risultato da prefisso telefonico. Tutte queste liste hanno un elemento comune l'assoluta impossibilità di raggiungere la soglia di sbarramento del 5%, sotto la quale si è completamente fuori falla giunta. Voti che saranno regalati agli altri. 

La legge elettorale, pensata per un sistema bipolare, come si comporterà con quello che sembrerebbe uno scenario a tre poli? Se una delle tre coalizioni supererà il 25% prenderà la maggioranza assoluta. Se tutte e tre saranno sotto il 25% ci ritroveremo con una situazione di ingovernabilità simile a quella che si è verificata a livello nazionale nel marzo scorso.  Bel dilemma. Vedremo come andrà, io credo che un vincitore ci sarà, ma ovviamente non so quale dei tre.
 
Veniamo a Poggio. Aldilà della presenza di due "pezzi grossi", uno dei quali potrebbe diventare addirittura Governatore, cresciuti sin da bambini in mezzo a noi, la questione chiave è il maledetto viadotto. Questo viadotto è nato ed è stato portato avanti dalla giunta Pigliaru, che ha cercato di imporlo senza consultare il territorio e i suoi rappresentanti. Rispetto alle rimostranze e agli atti formali degli stessi enti, abbondantemente supportati dalla gente, si sono permessi di prenderci in giro con promesse vaghe e hanno continuato imperterriti la loro azione distruttiva.
E' lapalissiano affermare che se gli uomini di Zedda vinceranno le elezioni continueranno la loro azione e sarà ancor piu' difficile fermarli. Poggio sarà rovinata per sempre.
Allo stesso tempo non credo possa essere messo in dubbio che, se vincesse il PsDAz, che tramite Franco Magi ha sempre combattuto quell'opera, il viadotto non sarà mai realizzato.
Se invece a spuntarla fossero i 5 stelle, non si sa come finirebbe. Sono certo che i pentastellati in questo pasticcio di cemento non ci avrebbero mai portati, ma adesso che la procedura è avviata le cose sono piu' difficili. 
Ognuno poi faccia le sue considerazioni, cambiamento o casta, simpatia, favori che vi hanno fatto o che vorrste ricevere, ma certo che sulla decisione di noi poggini, quel maledetto viadotto ha il suo peso.

3 commenti:

Giacomo ha detto...

Se la questione chiave è il viadotto allora siamo messi malissimo.

gianleonardo corda ha detto...

Forse il Mago Othelma dovrebbe prendere lezioni da te, Giorgio. E' sconcertante leggere le tue dichiarazioni che danno per certo il fatto che se vincesse Zedda il quartiere di Poggio verrebbe devastato dal viadotto. Il tuo endorsement per l'altro candidato è più che evidente, come è evidente la tua poca memoria su chi fu il vero artefice del progetti viadotto, tale Manichedda.

Anonimo ha detto...

Gianlonardo in realtà quello che credi al Mago Otelma sei tu.
Credo che sia chiaro che l'obiettivo del mio articolo non fosse quello di fare il punto su queste elezioni regionali. Troverai analisi ben piu' accreditate e approfondite un po' dappertutto.
In un blog che si chiama "Poggio dei Pini Blogspot" ho voluto mettere a fuoco un elemento forse secondario a livello regionale, ma fondamentale per la vita di chi vive nel nostro territorio. Il famoso Viadotto.

Ti vorrei anche far presente che i candidati alla vittoria in queste elezioni sono almeno 3 e non 2, come da te erroneamente indicato.
Quale sarebbe quindi l'altro candidato per cui io starei facendo endorsement? Forse ti riferisci a Franco Magi che si occupa della questione viadotto in prima persona da almeno due anni, tempestandoci quasi quotidianamente su questo tema? E cosa dovrei dire per farti contento, che Solinas e Magi costruiranno quel viadotto?

Tu forse vorresti farci credere che dopo 5 anni di governo disastrosi e, per quanto riguarda Poggio, caratterizzati dal vergognoso progetto che tutti stiamo contrastando, si presenti qui il primo Zedda che passa, accompagnato dallo stesso entourage politico che ha scritto e portato avanti quell'orribile progetto, e noi dovremmo berci qualche promessa buttata li alla Maninchedda? Ma chi ci crede? la fiducia, caro mio, si conquista sul terreno con i fatti e quella compagine politica ha invece dimostrato cecità, ignoranza, arroganza, spreco di risorse pubbliche e mancanza di rispetto per le persone e per il paesaggio.

La realtà che non vuoi accettare è che, però, risulta incontestabile è che gli unici che oggi sono in grado di garantire che quel viadotto non venga costruito sono coloro che si sono da sempre impegnati a non costruirlo. Poi ognuno voti come crede a queste elezioni che non riguardano solo Capoterra ma l'intera regione.

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