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domenica 25 gennaio 2009

Escursione alle miniere di uranio

Domenica scorsa 18 gennaio, abbiamo effettuato la seconda escursione del 2009. La partecipazione di ben 40 persone conferma che lo strumento telematico (blog, sito o portale) è particolarmente adatto a fungere da punto di contatto con il quale organizzare eventi nei quali i partecipanti si incontrano anche di persona. Oggi parliamo di una escursione, ma il medesimo discorso varrebbe per eventi culturali, sportivi, sociali. Ecco perchè da sempre punto molto sull'utilizzo di questo strumento come supporto alla socializzazione, in una società che invece ci porta sempre più ad agire individualmente. Non quindi un modo per "estranearsi" dietro una tastiera ma, al contrario, un mezzo per incontrarsi.

Partenza del gruppo dall'Hydrocontrol

In questa escursione abbiamo potuto usufruire del supporto di tre amici che ci anno aiutato a capire meglio quello che vedevamo. Oltre alla nostra "madrina", la geologa Rita Lai, erano presenti anche l'archeologo Mauro Dadea e il ricercatore Paolo Randaccio esperto in minerali radioattivi.

A contorno della salutare camminata, abbiamo così potuto conoscere le caratteristiche geomorfologiche del territorio attraversato, la storia delle popolazioni che lo hanno abitato e abbiamo anche potuto misurare la radioattività delle rocce che si trovano nei pressi della miniera di uranio.
Da Mauro abbiamo appreso che nella valle del Rio S. Girolamo si trovava un insediamento romano di dimensioni piuttosto ampie. Sin da allora il motivo che aveva spinto la gente in questa valle era la presenza di minerali da estrarre. Nell'800 due società, una francese e una genovese, avevano iniziato l'estrazione di magnetite e di altri minerali su entrambi i versanti del'arco montano di Su Aingiu Mannu. Nel versante occidentale sono sorte le miniere di S. Leone, mentre in quello orientale, si trova la zona mineraria S. Antonio in località Su Linnarbu, meta della nostra escursione. Il motivo della dedica a questo santo si fa risalire alla presenza, in queste montagne, di eremiti che seguivano il culto bizantino. Dall'imboccatura della valle, dove si trovava una stazioncina distrutta dall'alluvione del 22 ottobre scorso, partiva quella che fu la prima linea ferroviaria della Sardegna. Questa ferrovia attraversava la valle e i terreni dove vennero successivamente edificate le frazioni di Poggio dei Pini e di Rio S. Girolamo, per giungere poi al mare nei pressi di Su Loi, dove la magnetite veniva imbarcata. Le miniere di S. Antonio sono state abbandonate a casa della diseconomicità dell'estrazione. Negli anni '60 si effettuarono nuovi scavi per verificare la possibilità di estrarre uranio, ma la scarsa concentrazione di questo minerale radioattivo fece desistere l'ENI dal continuare l'impresa.


Mauro Dadea racconta la storia della valle

Detto questo, prendiamo una carrareccia che si inerpica sul costone montuoso subito dopo la stazioncina diroccata.
Anche questo percorso, come tutti i sentieri della zona colpita dal nubifragio, risulta essere gravemente danneggiato in alcuni punti, in coincidenza dei canali che scendono dalla sommità dell'arco montano. Appare chiaro a tutti che quel giorno, il 22 ottobre, quei canali, per quanto di breve lunghezza, si erano trasformati in enormi torrenti impetuosi.
Questo sentiero offre la possibilità di avere una magnifica vista sulla valle che ora appare segnata dal largo solco del fiume.

In questa foto vorrei fare notare due cose. Innanzitutto la differenza tra il letto del fiume in condizioni normali di piena invernale (dove scorre l'acqua) e il letto del fiume del 22 ottobre 2008 (dove non c'è vegetazione) e immaginatevi cosa doveva essere la valle in quel drammatico mattino. La seconda cosa che vorrei fare notare è che la natura fa scorrere i fiumi con andamento serpentiforme. Non costruisce canali diritti in cui l'acqua raggiunge la velocità del suono.
Segnaliamo che i depositi ferrosi che avevano dato all'acqua una colorazione rossastra, come riportato in un articolo dell'unione qualche tempo fa, sembrano essere stati dilavati. L'acqua del fiume presenta ora una colorazione limpida e normale.

Giungiamo a una delle imboccatura della miniera che si trova proprio lungo il percorso. Incomincia la caccia al tesoro e si va alla ricerca di rocce che possano far segnare livelli di radioattività superiori a quella naturale.

Si analizzano le rocce alla ricerca di materiali radioattivi

Dopo la sosta per la ricerca delle rocce uranifere si prosegue per la mulattiera che posta alla radura dove una volta sorgeva l'insediamento romano. L'escursione è conclusa, abbiamo avuto anche il sole (non atteso) e si rientra per la pista di Genna 'e Craboni.

13 commenti:

Rita ha detto...

Devo dire che la passeggaita del 18gennaio è stata veramente bella, anche se un po' difficile per alcuni un po' inesperti, sopratutto quando si trattava di passare in mezzo ai massi e di arrampicarsi tra le rocce del canalone distrutto dalla furia dell'acqua.
Anche le osservazioni sulla radioattività sono state interessanti, sicuramente ci ha rassicurato il fatto che l'acqua del fiume non aveva tracce di elementi radioattivi, presenti solo nelle rocce vicine alla miniera. Ci farebbe piacere conoscere la relazione che il tecnico ha predisposto dopo il sopralluogo, sarebbe il caso di chiedergliela.
Per quanto riguarda la partecipazione all'escursione sono rimasta stupita anche io dal numero dei partecipanti, pensavo che saremmo stati al massimo una decina ed invece ci siamo ritrovati in 40. Ciò significa che a Poggio, ma anche da altre parti, ci sono tante persone interessate a fare delle escursioni didattiche per conoscere il terriorio di Capoterra, che tra l'altro presenta tanti aspetti veramente interessanti da scoprire. Come quelli archeologici di cui ci ha parlato Mauro Dadea.
L'unica pecca è il problema dei sentieri che effettivametne dopo l'alluvione sono in condizioni disastrose. Alcuni sono stati completametne devastati dalla furia delle acque, con voragini e solchi profondissimi che li rendono in qualche caso anche pericolosi, altri sono invasi dalla vegetazione (sopratutto cisto) e per renderli percorribili andrebbero un po' ripuliti e sopratutto adeguadatamente segnalati.
Speriamo che si riesca a portare avanti, con qualche volenteroso, e magari anche con l'aiuto del CAI, un piccolo progetto di riapertura delle antiche mulattiere dei carbonai. Si tratta di fare dei lavori minimi di eliminazione di rami e cespugli che nascondono il sentiero o ne rendono difficoltoso il transito, senza comunque distruggere la vegetazione della macchia e gli alberi.
La prossima volta che andiamo a perlustrare un nuovo sentiero propongo che ognuno si porti da casa un machete o delle semplici pinze per potare in modo da riattivare il sentiero.
A presto Rita Lai

Piergiorgio ha detto...

Queste uscite sono molto importanti, non solo sotto l'aspetto naturalistico e scientifico, ma anche come momenti di socializzazione e per conoscersi.

Per le future uscite proporrei di redigere una classificazione della difficoltà della durata e della lunghezza, magari facendo il percorso prima, in modo che i partecipanti sappiamo preventivamente la difficoltà del percorso e si possano dotare delle attrezzatura idonea, scarpe, indumenti, cibo, acqua ecc.

Bisognerà distinguere le uscite in passeggiata, aperta a tutti, e "scoperta" aperta ad un numero più ristretto durante la quale si cercano nuove vie e, come dice Rita, si provvede a pulire e segnalare il percorso.
Anche per un semplice fatto di sicurezza nella seconda tipologia non si conosce ne il tempo ne la difficoltà reale che si va ad incontrare durante il cammino, per questo motivo parlo di un numero più ristretto.

giacomo ha detto...

Io propongo di asfaltare e dove serve mettere anche dei semafori.


Ciao

Piergiorgio ha detto...

"Io propongo di asfaltare e dove serve mettere anche dei semafori."

Giacomo allora secondo te il CAI è un impresa di costruzione e gestisce autostrade!!!!

giacomo ha detto...

i sentieri del cai e tra le altre cose uno lo abbiamo anche incrociato durante la gita ci sono e sono stati rinnovati da poco, bastano e avanzano a mio modo di vedere, quello che volevo dire un pò ironicamente è che i sentieri servono ma troppi purtroppo favoriscono anche un flusso di persone che in certe occasioni può essere deleterio, teniamo presente che per fare sentieri bisogna stare attenti anche a non danneggiare magari un luogo dove staziona o nidifica qualche specie, insomma a volte bisgona saper andare anche senza sentieri, e li che si trovano gli angoli più belli, la mia comunque era una battuta.

Tu non perderti :)

ciao Giacomo

giacomo ha detto...

Ciao intanto durante la gita abbiamo visto diverse pietre, tra le quali penso questa dove c'erano forti segnali di radioattività :

http://it.wikipedia.org/wiki/Limonite

L'uranio in natura non dovrebbe essere giallo guardare qui :

http://it.wikipedia.org/wiki/Uranio

http://it.wikipedia.org/wiki/Pechblenda



ciao giacomo

Piergiorgio ha detto...

Il minerale che abbiamo trovato è probabilmente la Ianthinite.

http://webmineral.com/data/Ianthinite.shtml
Se ceri maggiori info in rete ti viene indicato la miniera di "su linnarbu" come fonte.

L'uranio che tu citi e ossido di U puro, quello che si trova da noi sono minerali diversi contenenti uranio, come quello su citato, esiste tutta una famiglia di minerali uraniferi i cui cristalli sono di colore giallo.

giacomo ha detto...

I sentieri dei carbonai che conducevano alle carbonaie sono moltissimi, ripristinarli sarebbe una cosa di dimensioni enormi, oggi molti di quei sentieri sono inutilizzati molti altri sono usati da uccellatori, l'uccellagione è stata importata qui appunto dai carbonai di orgini toscane, è un arte che può anche non piacere ma è l'equivalente a terra di un amo da pesca o di un palamito, i volatili magari ci fanno più pena ma per i pesci la sorte è la stessa, tale attività andrebbe regolamentata e non demonizzata, di fatto esiste e regolamentandola si otterrebbe di sicuro un controllo maggiore in tutta la montagna, altra cosa sono i lacci d'acciaio ai quali sono fermamente contrario.

Per i sentieri dei carbonai così come giustamente ricordato da Rita, secondo me sarebbe bello rimetterne in funzione uno e rimettere in funzione una carbonaia per uso didattico e turistico e anche per una piccola produzione del carbone, in Italia ( Puglia e Toscana ) esistono le due realtà sia per produrre carbone ( qualcuna ) sia per fini lavorativi legati al turismo, ci vorrebbe secondo me anche l'impegno del comune.

ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Io pensavo che l'attività di produzione di carbone da legna fosse completamente scomparsa, ma 3 anni fa, nella parte piu elavata dei M. 7 Fratelli ho incontrato un carbonaio che stava attivamente lavorando alla produzione del carbone. C'è da chiedersi quale sia l'impatto di questa attività sul bosco e se queta possa essere nociva, ininfluente o benefica per il bosco stesso. Gli esperti hanno sicuramente una risposta a questo mio quesito. Io ho visto che nella zona intorno al cumulo il bosco era stato "ripulito dei cespugli e degli alberi era stato lasciato solo il fusto principale.
Per quanto riguarda le mulattiere dei carbonai la maggior parte sono utilizzate dalle persone che camminano oggi nel bosco: cacciatori, cercatori di funghi ed escursionisti. In alcuni casi il sentiero è semi abbandonato e invaso dalla vegetazione come ad esempio alcuni tratti che si trovano proprio sul versante del S. Barbara che si affaccia su Poggio dei Pini. Renderli fruibili sarebbe una interessante attività di valorizzazione del territorio.

giacomo ha detto...

Mi sembra che sia un'attività molto impattante se fatta su scala industriale, se si osserva il bosco da qui a Santadi si nota come moltissime piante e in vastissime aree, sono relativamente giovani ( 50 anni circa ), i sentieri troppi e troppo marcati sono dannosi, e per farli ci sarebbe bisogno di uno studio approfondito è per questo che nutro molti dubbi sul farne nuovi o rinnovare quelli che servivano per le carbonaie, di sentieri ne esistono comunque tantissimi che sono percorribili tranquillamente, si possono rifare ma con dovuta accuratezza e dopo una attenta valutazione.

Ciao Giacomo

Anonimo ha detto...
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giacomo ha detto...
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Giorgio Plazzotta ha detto...

dato che questo commento del circolo dei valori è fuori tema rispetto all'argomento del post (escursione) invito chi l'ha scritto a contattarmi via email. lo pubblicherò come articolo
da qui pero devo toglierlo

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