di Franco Magi
Vorrei proporre, quale spunto per una serena riflessione, una carrellata di dichiarazioni ufficiali del Presidente Calvisi e del Consiglio di Amministrazione, tratte dal verbale dell’assemblea dei Soci del 1 dicembre 2007 e dal Notiziario del mese di novembre 2007.
Tali affermazioni sono pertanto “virgolettate” in quanto da me ricopiate pedissequamente.
A ciascuno di noi il commento.
IL PRESIDENTE CALVISI, pagg. 12 e 13 del verbale di assemblea:
- “L’eventuale conseguenza di una mancata approvazione di un piano di lottizzazione di questo genere è abbastanza facile ipotizzarla, perché la società ha venduto l’ultimo lotto (…..) l’eventuale mancata approvazione del piano di lottizzazione potrebbe provocare la messa in mora delle convenzioni da parte del comune con la seguente alternativa: o i Soci versano volontariamente un ammontare abbastanza rilevante stimabile in circa 30.000 euro a testa per far si che le opere di urbanizzazione primaria vengano collaudate e cedute al Comune, altrimenti rimarrebbero a carico della Cooperativa, che entro poco tempo potrebbe andare in liquidazione coatta amministrativa, perché non è più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni”
- “la liquidazione coatta amministrativa è una procedura concorsuale che è applicabile alle società Cooperative”
- “viene nominato un liquidatore che provvederà a vendere (…..) sul mercato al miglior offerente”
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE nel “Notiziario” del mese di novembre 2007.
- “L’alternativa agli introiti derivanti dalla variante al piano di lottizzazione proposta non possono che essere ricercati o in un apporto massiccio da parte dei soci o nella liquidazione del patrimonio sociale”
- “Si ricorda che l’intero territorio di proprietà della Poggio dei Pini indicato nel vecchio piano di lottizzazione è classificato nel vigente piano di fabbricazione comunale come area fabbricabile (zona C3, con edificabilità pari a 0,8 mc. per mq (…..) Va da se che la Cooperativa, non potendo far fronte agli impegni assunti con il Comune di Capoterra, non potrebbe evitare la procedura di liquidazione”.
- “In tal caso qualunque professionista sarebbe ben lieto di occuparsi di tale procedura liquidatoria, trovando nel patrimonio della società in liquidazione un ingente complesso di beni costituito da immobili ed aree edificabili che, messi all’asta, consentiranno ai nuovi proprietari di varare un massiccio progetto di sfruttamento intensivo delle aree fabbricabili con indici che sono agli antipodi di quanto finora realizzato nel nostro comprensorio, con buona pace delle aspettative di tutti i Poggini. Ricordiamo inoltre, considerate le caratteristiche della nostra Società, che è una Cooperativa a mutualità prevalente, il liquidatore, realizzato l’attivo e pagati i debiti, dovrà versare al Fondo Nazionale per lo Sviluppo e la Cooperazione il netto ricavo senza alcun beneficio per gli attuali Soci, che è doveroso rimarcare sono proprietari esclusivamente del proprio lotto.
- “Quanto sopra esposto, ben lungi da essere un panorama futuribile, è la rappresentazione realistica di quanto potrebbe accadere ove la Società non si dotasse di provviste finanziarie che le consentano di realizzare i propri programmi ed adempiere agli impegni assunti con l’Amministrazione Comunale. Non riteniamo che i promotori del referendum abbiano in animo di portare al collasso la Società, ma, senz’altro inconsciamente, la loro azione potrebbe avere come risultato finale la liquidazione del patrimonio sociale a beneficio non certo dei soci ma di quanti, certamente al di fuori della nostra comunità, riteniamo abbiano interesse al nostro patrimonio costituito da aree fabbricabili con volumetrie così accentrate che non hanno uguali in tutta l’area metropolitana di Cagliari. Se qualcuno ha presente il panorama dello sviluppo residenziale dell’hinterland di Cagliari, non avrà mancato di osservare che, esaurita da tempo la disponibilità di aree fabbricabili nella città e nelle immediate vicinanze, ormai si registrano fenomeni di urbanizzazione in una cerchia al di là dei 20-30 chilometri dal centro cittadino, per cui la disponibilità di così cospicue volumetrie in un area abbastanza limitrofa al centro cagliaritano non può non suscitare appetiti edilizi in chi della speculazione edilizia ha fatto la ragione del proprio business”.
Franco Magi
Tali affermazioni sono pertanto “virgolettate” in quanto da me ricopiate pedissequamente.
A ciascuno di noi il commento.
IL PRESIDENTE CALVISI, pagg. 12 e 13 del verbale di assemblea:
- “L’eventuale conseguenza di una mancata approvazione di un piano di lottizzazione di questo genere è abbastanza facile ipotizzarla, perché la società ha venduto l’ultimo lotto (…..) l’eventuale mancata approvazione del piano di lottizzazione potrebbe provocare la messa in mora delle convenzioni da parte del comune con la seguente alternativa: o i Soci versano volontariamente un ammontare abbastanza rilevante stimabile in circa 30.000 euro a testa per far si che le opere di urbanizzazione primaria vengano collaudate e cedute al Comune, altrimenti rimarrebbero a carico della Cooperativa, che entro poco tempo potrebbe andare in liquidazione coatta amministrativa, perché non è più in grado di adempiere alle proprie obbligazioni”
- “la liquidazione coatta amministrativa è una procedura concorsuale che è applicabile alle società Cooperative”
- “viene nominato un liquidatore che provvederà a vendere (…..) sul mercato al miglior offerente”
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE nel “Notiziario” del mese di novembre 2007.
- “L’alternativa agli introiti derivanti dalla variante al piano di lottizzazione proposta non possono che essere ricercati o in un apporto massiccio da parte dei soci o nella liquidazione del patrimonio sociale”
- “Si ricorda che l’intero territorio di proprietà della Poggio dei Pini indicato nel vecchio piano di lottizzazione è classificato nel vigente piano di fabbricazione comunale come area fabbricabile (zona C3, con edificabilità pari a 0,8 mc. per mq (…..) Va da se che la Cooperativa, non potendo far fronte agli impegni assunti con il Comune di Capoterra, non potrebbe evitare la procedura di liquidazione”.
- “In tal caso qualunque professionista sarebbe ben lieto di occuparsi di tale procedura liquidatoria, trovando nel patrimonio della società in liquidazione un ingente complesso di beni costituito da immobili ed aree edificabili che, messi all’asta, consentiranno ai nuovi proprietari di varare un massiccio progetto di sfruttamento intensivo delle aree fabbricabili con indici che sono agli antipodi di quanto finora realizzato nel nostro comprensorio, con buona pace delle aspettative di tutti i Poggini. Ricordiamo inoltre, considerate le caratteristiche della nostra Società, che è una Cooperativa a mutualità prevalente, il liquidatore, realizzato l’attivo e pagati i debiti, dovrà versare al Fondo Nazionale per lo Sviluppo e la Cooperazione il netto ricavo senza alcun beneficio per gli attuali Soci, che è doveroso rimarcare sono proprietari esclusivamente del proprio lotto.
- “Quanto sopra esposto, ben lungi da essere un panorama futuribile, è la rappresentazione realistica di quanto potrebbe accadere ove la Società non si dotasse di provviste finanziarie che le consentano di realizzare i propri programmi ed adempiere agli impegni assunti con l’Amministrazione Comunale. Non riteniamo che i promotori del referendum abbiano in animo di portare al collasso la Società, ma, senz’altro inconsciamente, la loro azione potrebbe avere come risultato finale la liquidazione del patrimonio sociale a beneficio non certo dei soci ma di quanti, certamente al di fuori della nostra comunità, riteniamo abbiano interesse al nostro patrimonio costituito da aree fabbricabili con volumetrie così accentrate che non hanno uguali in tutta l’area metropolitana di Cagliari. Se qualcuno ha presente il panorama dello sviluppo residenziale dell’hinterland di Cagliari, non avrà mancato di osservare che, esaurita da tempo la disponibilità di aree fabbricabili nella città e nelle immediate vicinanze, ormai si registrano fenomeni di urbanizzazione in una cerchia al di là dei 20-30 chilometri dal centro cittadino, per cui la disponibilità di così cospicue volumetrie in un area abbastanza limitrofa al centro cagliaritano non può non suscitare appetiti edilizi in chi della speculazione edilizia ha fatto la ragione del proprio business”.
Franco Magi
4 commenti:
Considerando che la variante è stata bocciata e certamente non sarà MAI possibile che venga riproposta con quell'elevato numero di lotti, si evincerebbe che, stando a quanto affermato a suo tempo dal Presidente, la nostra Cooperativa sia destinata alla liquidazione coatta oppure che ogni socio debba versare 30 mila euro.
Vediamo invece cosa spunta dal cappello a cilindro ...
ma probabilmente sempre il nostro presidente ha sbagliato i calcoli: se egli stesso affermava che il fabbisogno per evitare il fallimento era di 15 milioni di euro, con una semplice operazione aritmetica otteniamo che 30.000 euro per 841 Soci dà 25.230.000 euro!!!
Più di 8 milioni di eccedenza!!!
Mi sà tanto che erano numeri da giocare al lotto...
Claudio Magi
non è un problema di numeri. 30 o 25.2 poco cambia. E' il principio di raccontare favole per perorare la propria causa. Accade esattamente la stessa cosa nella politica nazionale dove si scomodano principi elevatissimi e complesse argomentazioni pur di portare acqua al mulino proprio e dei propri amici. Mi sembra che da alcuni lustri i nostri amministratori, più che di gestione comunitaria e cooperativistica, siano impegnati nell'esercizio del potere, piccolo e grande che sia, dato dalla gestione dei denari e dei beni che appartengono a tutti noi. Qualcuno pensa che queste sono le regole della nostra società, che il fine giustifica i mezzi, che mors tua vita mea e che pesce grande mangia pesce piccolo.
Forse questo qualcuno ha ragione.
Caro Liucca,
cosa pensi in merito a queste parole del " presidente"?
Ciao
Claudio Magi
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