Vorrei però fare altre considerazioni.
Dobbiamo innanzitutto trovare una giusta definizione per quello che è accaduto. Quanto è tragedia inevitabile e quanto era invece evitabile?
Il Sindaco di Capoterra, che è tra gli 11 indagati, ricorda spesso che questo evento ha avuto proporzioni pluviometriche superiori a quelle dell'uragano Katrina.
Curioso il nostro sindaco. Talvolta minimizza o ingigantisce le cose a seconda della convenienza dialattica. Prima schernisce l'Associazione 22 Ottobre definendola "quelli del Gange", poi diventa lui stesso "quello del Katrina".
Sappiamo che il Comune di Capoterra non disponeva di un Piano di Emergenza che prevedesse il blocco delle strade sottoposte a rischio alluvione. La cosa assume una certa gravità se si pensa che a Capoterra le alluvioni non sono una novità. e che il nostro territorio è famoso in tutta l'isola per la sua piovosità. Il responsabile regionale della Protezione Civile, dott. Cicalò, ha però candidamente ribadito su Videolina, che solo 20 comuni sardi su 330 dispongono di un Piano di emergenza. Insomma, il comune di Capoterra era in buona compagnia, carente come il 90% dei comuni sardi. Perche c'è questo ritardo generalizzato? E' davvero colpa dei singoli comuni e dei loro sindaci oppure ci sono responsabilità più in alto?
Passiamo a Poggio dei Pini dove c'è la famosa diga. Di queste dighe ce ne sono decina in tutta l'isola e molte sono abbandonate a se stesse. Come sappiamo non è crollata e non ha avuto quindi nessuna influenza negativa sulla tragedia, semmai si è appurato che è l'esatto contrario, ne abbiamo già parlato.
Dovevano però esistere cartelli di segnalazione e anche un avvisatore acustico. Lo prescrive la normativa. Ora, i cartelli servono, non dico di no. Forse servono anche quelli che riportano il limite di 10 km/h che esistono ancora a Poggio dei Pini. Forse potrebbe essere utile un cartello con su scritto "attenzione, pericolo, possibilità di piena millenaria". E mettiamolo il cartello, costa cento euro.
Eppure in quella stessa strada 10 anni prima tutti avevamo assistito a scene simili, con macchine trasportate via dall'acqua. Fu una fortuna allora che non ci scappasse il morto. Ci è sembrato assurdo che dopo quell'esperienza la strada fosse ricostruita con le medesime caratteristiche, però dobbiamo constatare che anche le persone hanno fatto come se nulla fosse, correndo gli stessi rischi, attraversando strade allagate e ponti in situazioni meteorologiche proibitive.
Vi posso raccontare un episodio. Come sapete l'autunno è il mese più a rischio per le alluvioni. Dallo scorso autunno è anche attivo anche il nuovo servizio comunale di diramazione degli allerta meteo via SMS. E' vero che quasi sempre l'allerta meteo si risolve in un semplice temporale, ma ricordiamoci che l'allerta meteo del 22 ottobre prevedeva un rischio moderato, con precipitazioni di 60 mm (ne caddero 450). Non può essere diversamente. Ci hanno spiegato gli esperti che quelle "bombe" non possono essere previste. Da quasi due anni, in mancanza del ponte, chi deve raggiungere il quartiere di Pauliara da Poggio dei Pini deve attraversare un fastidioso guado. E' chiaro che in presenza di forti piogge quel guado rapprersenta un pericolo elevatissimo. La tragica alluvione si era verificata solo 1 anno prima e quindi tutti avrebbero dovuto avere una soglia di attenzione enorme. Invece ..... nonostante il personale della Cooperativa avesse chiuso il guado, qualche idiota ogni mattina rimuoveva lo sbarramento. E che dire poi di quella signora che nella primavera del 2009 cercava di attraversare il guado in piena con un gruppetto di bambini (anche figli non suoi) prelevati dalla palestra di Pauliara e che è rimasta bloccata in mezzo al guado?
Insomma mettiamo pure cartelli e lampeggianti, ma siamo sicuri che eviteranno gli incidenti se anche tutti noi continuassimo ad avere atteggiamenti menefreghisti?
Nella lista degli indagati troviamo i funzionari che, forse, potrebbero avere delle responsabilità nella applicazione di norme e leggi. Tutti noi sappiamo che alla base della tragedia del 22 ottobre c'è un utilizzo indiscriminato del territorio. Ci sono quelle concessioni edilizie rilasciate dove non si doveva costruire. Sappiamo bene che dietro quelle concessioni c'è sempre il cancro della corruzione che investe il nostro paese e gli mette la testa sottacqua. Qualcuno si arricchisce facendo diventare edificabile un terreno agricolo in zona a rischio idrogeologico, dopo vent'anni in centinaia finiscono con la casa sott'acqua e i danni li ripaghiamo tutti noi. I morti invece non tornano piu. Costoro risultano tra gli indagati? E chi ha realizzato ponti sottodimensionati basandosi su studi fatti male perchè forse chi li ha eseguiti era stato selezionato sulla base di amicizie e clientele, piuttosto che tramite una selezione basata sul merito? Chi trucca i concorsi e le gare d'appalto è indagato?
No di certo. Gli indagati sono i funzionari di turno che si trovavano in quel momento con il cerino in mano. Quale gloria oppure onore può avere il sindaco di un piccolo paese, un consigliere comunale oppure un ingnegnere che gratuitamente si presta ad essere responsabile per una piccola diga. Con tutto il rispetto per queste persone, stiamo parlando della coda del sistema. La saggezza popolare dice che se vogliamo risolvere un problema dobbiamo tagliare la testa al toro, ma la realtà è che alla fine ci passano sempre i soliti capri espiatori. Nulla contro il procedimento in corso che è un atto dovuto, ci mancherebbe. Ma sono certo che, se il nostro obiettivo è quello di non riassistere alle medesime scene in futuro, si deve fare di piu. Si deve cambiare la testa.
Qualcuno potrebbe anche pensare che "da qualche parte bisogna pur cominciare". Non so, invece, se tutto questo potrà servire. Sono quasi 50 anni che vedo questo paese girare su se stesso e certe cose non cambiare mai. La coda ricrescerà, con nomi diversi, e la testa continuerà a costruire ponti inadeguati, case negli alvei e cosi via.