Approfitto dell’ultimo post per approfondire la tematica inerente i lavori di eliminazione della “salvinia molesta” nel laghetto piccolo (per la verità di ben poca rilevanza) ed alcuni altri aspetti della nostra Comunità (ben più importanti).
Per quanto attiene al laghetto piccolo, ritengo del tutto inutile soffermarmi sul fatto che essi non hanno mai costituito – diversamente dai tentativi di cementificazione delle pinete storiche e della scarsa trasparenza - motivo di “ribellione” da parte degli abitanti di Poggio, così come nessuno ha mai cercato di strumentalizzare tale vicenda. Ed infatti in nessuna comunicazione del Comitato (e sono molte) è mai stata citata tale problematica. Ed anche lo scrivente (che giustamente viene fatto rilevare la ha originata) non ne ha mai fatto menzione.
E’ però indispensabile riportare a verità i fatti: i lavori eseguiti sul laghetto piccolo nel 2007 erano, restano e saranno sempre abusivi, realizzati in assenza della prescritta autorizzazione.
Ed invero spiace dover assistere a simili torsioni della realtà, per la verità molto banali e superficiali.
La citata sentenza del TAR, lungi dall’affermare apoditticamente “che i lavori erano regolari”, ha molto più semplicemente (e meno male!) annullato una sanzione amministrativa di oltre 10.000 euro comminata alla Cooperativa, ritenendo (peraltro correttamente) che tali lavori non fossero inquadrabili come “opere di manutenzione straordinaria eseguite su immobili”, e che pertanto di conseguenza non fosse applicabile la sanzione amministrativa comminata dal Comune di Capoterra.
Ma dispiace rilevare che la violazione del Testo Unico sulle acque non ha conseguenze amministrative, ma bensì penali. Ed invero (lo abbiamo appreso più volte dalla stampa) il Giudice penale (nel gennaio 2009) ha con Ordinanza disposto l’imputazione coatta nei confronti dei responsabili della conclamata violazione dell’articolo 96 del Regio Decreto 523/1904.
Ignorare questa realtà (o fingere di ignorarla) è puerile ed inutile. Il tempo sarà ancora una volta il custode della verità dei fatti.
Gli abitanti del Poggio hanno giudicato il vecchio Consiglio di Amministrazione non certo sulla salvinia molesta, bensì sulle scelte urbanistiche scellerate, sulla quasi totale mancanza di trasparenza, sui metodi talvolta arroganti, sulle contraddizioni del loro operato (vedi referendum antenne) etc…
Ed oggi, nel 2010, la gente di Poggio non si interroga certo sui lavori eseguiti nel 2007 nel laghetto piccolo (che resteranno sempre abusivi), né tantomeno delle vicende sul prolungamento della strada 7 (in questo caso l’abusività del manufatto è stata a posteriori ammessa dalla stessa Vice Presidente della Cooperativa, che ne ha cercato finanche di chiederne la sanatoria) - ma giustamente si chiede come far rivivere lo splendido ecosistema che ha caratterizzato Poggio dei Pini. E soprattutto chiede tempi certi per la realizzazione del nuovo ponte di Pauliara e per la salvaguardia dei due laghi.
Qualcosa è stato fatto, ad esempio il nuovo ponte di Pauliara è in fase di appalto, lo studio Hydrodata, che originariamente prevedeva la cancellazione dei due laghi, è stato – grazie anche al fondamentale contributo della Cooperativa rimodulato. Ma molto certamente rimane da fare.
Mi auguro che i tempi dei paventati fallimenti e delle liquidazioni della Cooperativa siano veramente finiti. Io ho soltanto fatto il mio dovere, informando i Soci di ciò che andava accadendo.
Come già ampiamente detto avevo l’obbligo morale perché ero l’unico che – da Consigliere comunale – disponeva degli atti e dei documenti che gli stessi amministratori negavano pervicacemente ai Soci.
Contrariamente alle fomentate paure “stile 007” non dovevo “far fallire la Cooperativa per poi acquistarmela”, per poi sfruttare “inesistenti volumetrie scadute da decenni” (immaginatevi a che livello di fantasia si era giunti).
E come tutti i nuovi Consiglieri di Amministrazione potranno testimoniare ho scelto di prendermi un periodo di “disintossicazione” dalle infinite maldicenze di cui sono stato oggetto.
Ma spero che nessuno abbia il coraggio ed il pudore di strumentalizzare, ad esempio, gli aumenti delle quote sociali (che auspico temporanei) senza spiegare il motivo di tale scelta obbligata (e che peraltro mi risulta anche votata all’unanimità dall’attuale Consiglio di Amministrazione).
Scelta coartata questa dovuta alla mancanza di liquidità nelle casse della Cooperativa, cagionata sembrerebbe dalla unilaterale decisione di un Amministratore (a pochi mesi dalla fine del mandato) di vincolare ben 300.000,00 euro (accantonati prudentemente nel corso degli anni per far fronte ad eventuali spese straordinarie) in titoli per 5 anni.
Titoli che purtroppo se svincolati anticipatamente non garantiscono nemmeno il recupero delle somme investite.
Ma questo è un argomento che preferirei non approfondire.
Franco Magi
1 commento:
chissà se sapremo qualcosa in più su questa questione dei 300 mila euro vincolati. forse ce la racconterà Luca che è sempre molto attento
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