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martedì 14 settembre 2010

La roulette capoterrese

Non so se il popolo degli Urali abbia realmente qualcosa a che fare con la famosa "roulette russa", quel gioco nel quale si inserisce un unico proiettile in una pistola e poi, dopo avere fatto ruotare il tamburo, si tenta la sorte puntandosela alla tempia. Una cosa è però certa: si tratta di un gioco molto pericoloso, roba da film, lontana dalla realtà di noi gente comune. Ho invece l'impressione che, da poco più di un decennio, tutti i residenti di Capoterra siano stati iscritti, a loro insaputa e loro malgrado, a una sorta di roulette russa che si gioca pricipalmente nei mesi di ottobre e novembre. Non è l'Aquafan, ma si gioca con l'acqua e con il fango. L'appuntamento è ormai annuale, memorabili (sic) le edizioni del 1999, del 2004, del 2005 sino all'eccezionale exploit del 22 ottobre 2008, grazie al quale il nostro territorio e assurto agli onori della cronaca mondiale. Non c'è da scherzare, avete ragione, anche perche a questa sorta di "roulette capoterrese" alcuni di noi, padri e madri di famiglia, hanno purtroppo perso la vita, aggiungendo un rivolo di lacrime alla grande quantità di acqua che si riversa rapidamente dalle vicine montagne sino al mare. E' chiaro che i capoterresi a questo gioco non ci vogliono giocare, così come è chiaro che sebbene stiamo parlando di fenomeni naturali, la responsabilità dell'uomo è enorme, per quello che ha fatto prima, costruendo dove non si doveva, per quello che ha fatto negli anni scorsi, ignorando i segnali e gli allarmi che la natura stessa ci aveva lanciato e anche per quello che sta facendo oggi: cioè NIENTE.
"Venghino siore e siori", siamo a settembre, tra poco più di un mese celebreremo mestamente il secondo anniversario dell'alluvione del 22 ottobre 2008. La natura, come al solito, sfogherà il calore accumulato durante la calda estate nei suoi temporali scroscianti. Quanto saranno violenti quest'anno? Quanti millimetri di pioggia? Dovremo solamente avere paura o qualcuno dovrà arrampicarsi nuovamente sugli alberi? Giriamo il tamburo della roulette capoterrese e speriamo che questa volta l'acqua venga assorbita da un bacino sul quale non è stato mosso nemmeno un metro cubo di terra. Da una parte tutti quei discorsi sulla piena millenaria forse hanno fatto pensare a qualcuno "vabbè, non saremo così sfigati da avere due piene millenarie nel giro di pochi anni!". Dall'altra parte però il ricordo delle alluvioni del 1999, del 2004 e del 2005 ci aiutano a capire che questo ragionamento è da incoscienti.
Chi deve intervenire? Ne abbiamo già parlato: il pallino si trova in Regione, dove
"Der Kommissar" per l'Emergenza Ugo Cappellacci impersona Ponzio Pilato, sia per il famoso gesto di "lavarsene le mani", che come Governatore referente di un lontano Impero (Arcore) e non come rappresentante dei sardi. Si, lo so che questo sull'Unione non lo scrivono il che non significa necessariamente che non sia vero. Tecnicamente la partita si gioca negli assessorati e negli enti regionali dove però vige la più ferrea burocrazia: "tu metti una firma qui, io metto il mio timbro là e poi passiamo tutto a Tizio che effettuerà le sue valutazioni e restituirà a me, così potrò concedere l'autorizzazione". E così passano i mesi.. e gli anni. In questo contesto appare chiaro chi sono i giocatori della roulette capoterrese. I residenti con la canna puntata alla tempia e i burocrati che girano il tamburo.
Il Comune, per carità, adesso non può fare molto e d'altronde ha dichiarato di non sapere gestire nemmeno la realizzazione di un piccolo ponte. Dovrebbe alzare la voce ma non lo fa. Eppure al capoterrese è sempre stato attribuito uno spirito combattivo, testimoniato anche dalla presenza di una bella squadra di Rugby e dalla fama di "sbertiroris" conquistata in mille risse e baruffe.
La voce del Comune in questo frangente appare invece
fioca e timida. Dal Municipio di via Cagliari giungono notizie di concerti musicali (pessimi peraltro), sul video appaiono interviste auocelebrative che parlano di grandi risultati; gli articoli della stampa fanno lo slalom tra i nomi degli assessori e le cose che non si possono dire. Il nostro Sindaco tra poco terminerà il suo mandato, e abbandonerà la scena come un cane che se ne va contento con l'osso in bocca, costituito dalla recente elezione a consigliere provinciale. Missione compiuta, nonostante quell'asilo, quel piano di emergenza mancante, quelle licenze edilizie dentro il canalone di S'acqua e Tommasu. Il Rio S. Girolamo se ne frega di tutto ciò. E' li che aspetta l'acqua autunnale con la sua sezione sempre insufficiente, le sue deviazioni artificiali, i ponti-tappo, il suo greto pieno di detriti e quel lago che una volta costituiva il simbolo paesaggistico dell'intero comune, ridotto oggi, e chissà per quanto tempo, a una pozza insignificante.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

E allora ? Quel che dici è sacrosanto e fa il paio col ponte che non ci sarà e con tante altre cose.
Qui non si è fatto nulla, ce lo vogliamo dire una volta per tutte ? Neanche le cose più banali e accessibili con immediatezza. E ancora mi riferisco alla sollecitazione del "ponte militare" non foss'altro per limitare l'isolamento di una zona di Poggio che fra qualche mese riprenderà.
Tra Afghanistan, Balcani e non so dove altro l'Italia nelle sue missioni di pace sta regalando a destra e a manca ponti "temporanei" che diventano definitivi. Capito bene ? Regalando. E qui da noi, dove la necessità esiste .... NIENTE.
Ti sarà capitato sicuramente di attraversare in macchina nel nord Italia almeno una di queste strutture. Alcune sono state poste oltre 50, forse 60 anni fa, e sono li perfettamente funzionanti e agibili. Un caso a Piacenza. Senza il ponte militare ci sarebbe stata una insuperabile separazione, dovuta a un fiumiciattolo chiamato Po, di due zone intessamente abitate e vissute di quella area urbana. Qui da noi non si può fare perché qualche stronzo non vuole e i Poggini possono rimanere due anni a percorre lo stradello sotto la diga, fuori legge per tutte le ragioni che ben conosciamo e che "i pseudo tecnici-politici" ci hanno ripetutamente detto. Nessuno fa niente. E niente si è fatto, come dici Tu, per rimuovere la terra alluvionale dal fondo del lago. E il pericolo, più minacciato per farci tremare che minaccioso, di una nuova alluvione dove lo mettiamo ? I "pseudo tecnici-politici" se ne sono dimenticati ?
No. Per "per ricordarselo" hanno lasciato accesi i fari sulla diga. Il classico nodo nel fazzoletto che non si scioglie. Ma di nodi ne puoi fare quanti ne vuoi se non esiste alcuna volontà concreta di fare qualcosa.
E non potranno venirci a dire dell'importanza delle fognature, sistemate da più di un anno. Volevo vedere con la cacca a cielo aperto dopo 730 giorni. Ci avrebbero fatto evacuare ?
Ma è grave il rassegnato silenzio, rotto ogni tanto da quello scocciatore di Plazzotta che va sempre a rompere le uova nel paniere.
Ci sarebbe da proporre un bel servizio televisivo all'altra opinione pubblica magari interessata a venire a vivere nel villaggio residenziale del Poggio dei Pini per informarla sulla qualità della vita che c'è qui.
Dobbiamo cercare di non dimenticare che la miglior vendetta è il voto.
L'estate tutto sommato ha fatto poco danno dopo i primi incendi. Speriamo che non succeda altro ma vedrai che, nel caso, e se non li mandiamo via, questi il prossimo anno saranno ancora qui a dirci che lo scavo ... lo scolmatore ... la tenuta della diga ... la ciclicità del fenomeno ... la gestione del territorio ... Abbanoa ...
Mi sembra, tra commissari e sindaci, e notabili nostrani, una barzelletta all'italiana.
Ricordi quel pugile completamente suonato che mentre subiva alluvioni di colpi dall' avversario veniva incoraggiato dal suo secondo che gli diceva:
continua così, vai avanti, è Tuo, hai l'incontro in pugno ?
Domando: ma a noi chi ce le sta suonando se ancora non vogliamo prendere atto, ribellandoci a questi incapaci, della grave anormalità della nostra situazione ?


Saluti.
Maurizio Cadone
poggino incazzato)

Anonimo ha detto...

E allora ? Quel che dici è sacrosanto e fa il paio col ponte che non ci sarà e con tante altre cose.
Qui non si è fatto nulla, ce lo vogliamo dire una volta per tutte ? Neanche le cose più banali e accessibili con immediatezza. E ancora mi riferisco alla sollecitazione del "ponte militare" non foss'altro per limitare l'isolamento di una zona di Poggio che fra qualche mese riprenderà.
Tra Afghanistan, Balcani e non so dove altro l'Italia nelle sue missioni di pace sta regalando a destra e a manca ponti "temporanei" che diventano definitivi. Capito bene ? Regalando. E qui da noi, dove la necessità esiste .... NIENTE.
Ti sarà capitato sicuramente di attraversare in macchina nel nord Italia almeno una di queste strutture. Alcune sono state poste oltre 50, forse 60 anni fa, e sono li perfettamente funzionanti e agibili. Un caso a Piacenza. Senza il ponte militare ci sarebbe stata una insuperabile separazione, dovuta a un fiumiciattolo chiamato Po, di due zone intessamente abitate e vissute di quella area urbana. Qui da noi non si può fare perché qualche stronzo non vuole e i Poggini possono rimanere due anni a percorre lo stradello sotto la diga, fuori legge per tutte le ragioni che ben conosciamo e che "i pseudo tecnici-politici" ci hanno ripetutamente detto. Nessuno fa niente. E niente si è fatto, come dici Tu, per rimuovere la terra alluvionale dal fondo del lago. E il pericolo, più minacciato per farci tremare che minaccioso, di una nuova alluvione dove lo mettiamo ? I "pseudo tecnici-politici" se ne sono dimenticati ?
No. Per "per ricordarselo" hanno lasciato accesi i fari sulla diga. Il classico nodo nel fazzoletto che non si scioglie. Ma di nodi ne puoi fare quanti ne vuoi se non esiste alcuna volontà concreta di fare qualcosa.
E non potranno venirci a dire dell'importanza delle fognature, sistemate da più di un anno. Volevo vedere con la cacca a cielo aperto dopo 730 giorni. Ci avrebbero fatto evacuare ?
Ma è grave il rassegnato silenzio, rotto ogni tanto da quello scocciatore di Plazzotta che va sempre a rompere le uova nel paniere.
Ci sarebbe da proporre un bel servizio televisivo all'altra opinione pubblica magari interessata a venire a vivere nel villaggio residenziale del Poggio dei Pini per informarla sulla qualità della vita che c'è qui.
Dobbiamo cercare di non dimenticare che la miglior vendetta è il voto.
L'estate tutto sommato ha fatto poco danno dopo i primi incendi. Speriamo che non succeda altro ma vedrai che, nel caso, e se non li mandiamo via, questi il prossimo anno saranno ancora qui a dirci che lo scavo ... lo scolmatore ... la tenuta della diga ... la ciclicità del fenomeno ... la gestione del territorio ... Abbanoa ...
Mi sembra, tra commissari e sindaci, e notabili nostrani, una barzelletta all'italiana.
Ricordi quel pugile completamente suonato che mentre subiva alluvioni di colpi dall' avversario veniva incoraggiato dal suo secondo che gli diceva:
continua così, vai avanti, è Tuo, hai l'incontro in pugno ?
Domando: ma a noi chi ce le sta suonando se ancora non vogliamo prendere atto, ribellandoci a questi incapaci, della grave anormalità della nostra situazione ?


Saluti.
Maurizio Cadone
poggino incazzato)

Anonimo ha detto...

E allora ? Quel che dici è sacrosanto e fa il paio col ponte che non ci sarà e con tante altre cose.
Qui non si è fatto nulla, ce lo vogliamo dire una volta per tutte ? Neanche le cose più banali e accessibili con immediatezza. E ancora mi riferisco alla sollecitazione del "ponte militare" non foss'altro per limitare l'isolamento di una zona di Poggio che fra qualche mese riprenderà.
Tra Afghanistan, Balcani e non so dove altro l'Italia nelle sue missioni di pace sta regalando a destra e a manca ponti "temporanei" che diventano definitivi. Capito bene ? Regalando. E qui da noi, dove la necessità esiste .... NIENTE.
Ti sarà capitato sicuramente di attraversare in macchina nel nord Italia almeno una di queste strutture. Alcune sono state poste oltre 50, forse 60 anni fa, e sono li perfettamente funzionanti e agibili. Un caso a Piacenza. Senza il ponte militare ci sarebbe stata una insuperabile separazione, dovuta a un fiumiciattolo chiamato Po, di due zone intessamente abitate e vissute di quella area urbana. Qui da noi non si può fare perché qualche stronzo non vuole e i Poggini possono rimanere due anni a percorre lo stradello sotto la diga, fuori legge per tutte le ragioni che ben conosciamo e che "i pseudo tecnici-politici" ci hanno ripetutamente detto. Nessuno fa niente. E niente si è fatto, come dici Tu, per rimuovere la terra alluvionale dal fondo del lago. E il pericolo, più minacciato per farci tremare che minaccioso, di una nuova alluvione dove lo mettiamo ? I "pseudo tecnici-politici" se ne sono dimenticati ?
No. Per "per ricordarselo" hanno lasciato accesi i fari sulla diga. Il classico nodo nel fazzoletto che non si scioglie. Ma di nodi ne puoi fare quanti ne vuoi se non esiste alcuna volontà concreta di fare qualcosa.
E non potranno venirci a dire dell'importanza delle fognature, sistemate da più di un anno. Volevo vedere con la cacca a cielo aperto dopo 730 giorni. Ci avrebbero fatto evacuare ?
Ma è grave il rassegnato silenzio, rotto ogni tanto da quello scocciatore di Plazzotta che va sempre a rompere le uova nel paniere.
Ci sarebbe da proporre un bel servizio televisivo all'altra opinione pubblica magari interessata a venire a vivere nel villaggio residenziale del Poggio dei Pini per informarla sulla qualità della vita che c'è qui.
Dobbiamo cercare di non dimenticare che la miglior vendetta è il voto.
L'estate tutto sommato ha fatto poco danno dopo i primi incendi. Speriamo che non succeda altro ma vedrai che, nel caso, e se non li mandiamo via, questi il prossimo anno saranno ancora qui a dirci che lo scavo ... lo scolmatore ... la tenuta della diga ... la ciclicità del fenomeno ... la gestione del territorio ... Abbanoa ...
Mi sembra, tra commissari e sindaci, e notabili nostrani, una barzelletta all'italiana.
Ricordi quel pugile completamente suonato che mentre subiva alluvioni di colpi dall' avversario veniva incoraggiato dal suo secondo che gli diceva:
continua così, vai avanti, è Tuo, hai l'incontro in pugno ?
Domando: ma a noi chi ce le sta suonando se ancora non vogliamo prendere atto, ribellandoci a questi incapaci, della grave anormalità della nostra situazione ?


Saluti.
Maurizio Cadone
poggino incazzato)

Giorgio Plazzotta ha detto...

Non penso che ci si possa liberare facilmente ne della burocrazia ne tantomeno dei funzionari che la applicano. Ribadisco che io non vedo alcuna colpa in queste persone e neppure nelle normative che vengono applicate. Ricordiamoci che è proprio a causa dell'assenza e della mancata applicazione delle regole che si è costruito in un bacino fluviale ed è avvenuto il disastro. Il problema è che la realtà è così complessa che nemmeno 1000 normative sono in grado di risolvere al meglio tutti i problemi o di prevedere tutte le situazioni. Sempre ammesso che le norme siano sempre fatte bene, cosa che non è. La soluzione sta nell'intelligenza e nella camacità di chi occupa i posti di comendo e detiene le "chiavi" per potere risolvere certe problematiche. Se queste persone sono dei veri leader potranno intervenire, altrimenti non possiamo pretendere che un semplice esecutore, come ad esempio il dirigente di Abbanoa, del Genio, o dell'assessorato possa cambiare le regole. Le responsabilità sono più in alto.

Anonimo ha detto...

In presenza di eventi eccezionali e, ipotizzo, l'alluvione dovrebbe rientrare nella fattispecie, commissari e sindaci vengono investiti di poteri straordinari. Io non dico che non devono rispettare le regole imposte dalle norme ma, quantomeno, devono fare camminare la macchina della burocrazia che, notoriamente, in queste regole scientemente si impantana. Abbiamo visto in Abruzzo, abbiamo visto a La Maddalena: mi riferisco alle autonomie gestite da Bertolaso, responsabile della Protezione Civile (.. o incivile ..?).Fermo restando che i poteri eccezionali di cui ho fatto cenno danno loro la facoltà di operare in deroga.
Se non ne hanno la capacità o il coraggio, o la necessaria autorevolezza non devono fare quel mestiere.
Il nostro villagio residenziale, una volta ridente e ammirato da tutti, oggi fa pena per come è mal messo. La qualità della nostra vita è scaduta per i tanti disagi post alluvione a cui, per le ragioni esposte, non si è posto rimedio.
Stiamo passando un magnifico settembre: sole e verde. Ma l'occhio è disturbato da quelle barriere di plastica lungo il canalone, da quel pietrame accumulato, dalle strade rattoppate alla meno peggio, dallo sconcio della sistemazione dell'alveo del torrente, da quel mostruoso canalone di scarico del "troppo pieno" di un lago di fango. Tubi divelti da tutte le parti e per accedere a Pauliara solo strade bianche e pietrose. Agli impianti sportivi, ancora abbandonati, alla desolazione di unisce una puzza di fogna insopportabile. Ed indatti da un tombino si può vedere cosa è fuori uscito.
Commissari, sindaci e notabili nostrani le palle dovrebbero averle in testa.
Saluti.

Maurizio Cadone

giacomo ha detto...

Non mi sembra assolutamente vero che la colpa sia di chi ha costruito dove non doveva o meglio diciamo che la cosa è ininfluente dal punto di vista della gestione dei corsi d'acqua.
In tutte le parti d'Europa e in alta Italia compreso anche il centro, i fiumi vengono gestiti in altra maniera, attraversano città millenarie dove di sbagli se ne sono fatti a bizzeffe e dove si costruiva per usare l'acqua, eppure le cose sono sotto controllo o meglio controllate.

Ho visto decine di casi dove i fiumi che passano vicino agli abitati sono regimati con interventi di rallentamento delle acque e quant'altro possa servire a mitigare e anche a sfruttare queste situazioni, parliamo di fiumi di portate enormi.

I fiumicelli come il nostro che ciclicamente ( e quindi si sa ) diventano impetuosi sono di fatto lasciati a se stessi in quasi tutta la Sardegna e in più ci fanno interventi abnormi e sbagliati giusto per mangiarsi la torta e spartirsela tra soggetti che oltre a essere incapaci creano ancora più danni, in quanto non hanno le capacità e le intelligenze per agire quanto meno copiando da chi fa questi lavori da sempre.

Se passa la tesi ( para-regionale e sbagliata ) che le cose sono andate così perchè si è costruito male allora togliamo tutte le case, togliamo la diga e le strade, liberiamo il rio ( facendo contenti alcuni che difendono i carrozzoni ) e però dopo aver fatto tutto questo estinguiamo tutti gli uffici di tutela e controllo del territorio, mandando a casa coloro che non avrebbero più compiti per mancanza di obiettivi . poi vediamo se a qualcuno passa la voglia di ptrendere per i fondelli la gente.

La verità è invece diversa chiaramente, non si deve costruire vicino ai corsi d'acqua perchè non serve più e perchè è pericoloso, si deve invece agire per regimentare i corsi d'acqua che attraversano i territori abitati e o in presenza di dighe. Ricordo a tutti che questo rio non ha mai avuto nessuna opera di manutenzione se non a valle ( ultima zona dove intervenire ) e male.

A due anni dall'ultimo disastro la realtà è la stessa, quindi non c'è bisogno che ognuno dia la sua tesi a questo punto, neanche io quindi, prendiamo atto che la regione sardegna non ha le capacità politiche e tecniche per poter agire come fanno dappertutto ( paesi civili ) e che di conseguenza si adegua alla normalità del sud Italia dove regna la totale negligenza in materia di idraulica.

Perciò per favore non offuschiamo la realtà delle cose che così facendo non si cambia.

E ripeto ancora, mi sembra che qui tutto si sia fermato in quanto c'è una max inchiesta nazionale sulle gestioni degli eventi speciali che sono incredibilmente e lo ricordo a tutti accorpate come segue ( concerti, eventi velistici, alluvioni, terremoti, etc etc.tutti nello stesso calderone ) ecco perchè tutto si è fermato ed ecco perchè a questo punto le associazioni ( alcune finite come il pesce marcio ) i comuni, le cooperative e tutti i cittadini anche singoli dovrebbero agire con l'ausilio della magistratura e della procura della Repubblica per chiarire quanto sta accadendo che a mio modo di vedere è una enorme presa in giro.

ciao Giacomo

silvio ceccarelli ha detto...

Oi-là il Giacomo è tornato dopo tanta assenza, e con la solita irruenza.
Mi sembra che il motivo dominante di tutti i tuoi interventi sia la necessità del ricorso alla Magistratura.
Mi sembra che tu pretenda che la Magistratura si sostituisca alle competenze del politico e del burocrate di turno.
Sei sicuro che possa essere utile?
Ipotizziamo. Facciamo una bella denuncia ( magari contro ignoti) per omissioni di atti d'ufficio. La Magistratura incarica i Carabinieri diidentificare l'eventuale responsabile.
Identificato il pubblico dipendente egli dimostra di aver rispettato tutte le leggi che regolano la materia.
La Magistratura assolve!!!
Non abbiamo ottenuto niente.

Già in un precedente intervento io avevo fatto una proposta che qui ribadisco: siamo sotto elezioni amministrative, potremmo avere in mano un'arma formidabile, restituiamo al Comune le
TESSERE ELETTORALI.

giacomo ha detto...

Ciao, forse irruente ma guarda il contenuto e la sostanza.

La realtà dei fatti è visibile e quindi mi sembra che non ci siano altre strade, se poi pensiamo che nulla era stato fatto prima ( alluvione 1999 )di fatto è l'unica strada, contesto poi questo criterio di pensiero che da qualche anno si è insediato al Poggio e non solo, dove la regione è la soluzione migliore e il resto sbaglia, chi lo porta avanti d'altronde sono alcuni dipendenti regionali che anche in buona fede sinceramente hanno rotto le scatole.

Per me è buono anche il tuo metodo ma secondo me non basta.

Di fatto l'unico tratto più o meno gestito di questo fiume era quello gestito dalla cooperativa, il resto che invece dovrebbe stare sotto la gestione dei cosiddetti enti pubblici autonomi o autoctoni era totalmente abbandonato.

Quindi Giorgio fa bene e ha fatto bene a creare questo articolo, però non sbagliamo a perdere la bussola e a individuare problemi di comodo che se dovessero continuare sarebbero soltanto in malafede.

Promemoria: nessuna manutenzione prima, nessuna manutenzione dopo, nessun impegno a risolvere i problemi, nessun ponte fatto e tante cavolate scritte e parlate con comizi o simili, il tutto lo chiamiamo con un solo nome e senza essere irruenti: prese per i fondelli e rischio di morte per i cittadini comuni che in effetti è vero, sono anche gli elettori dei cialtroni di turno della politica locale.

Ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvio c'è un problema. Le prossime elezioni saranno quelle comunali. Restituire la tessera sarebbe un harakiri. E' invece proprio il momento di fare qualcosa di diverso

giacomo ha detto...

Ciao, alcuni siti danno molta pioggia per domani venerdì, senza creare allarmi ma anche per non dormire su questo fronte, inviterei a portare attenzione a documentarsi per domani sopratutto in serata.

ciao Giacomo

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