La storia dell'alluvione che nel 2008 ha colpito il nostro territorio avrebbe potuto essere la storia di un evento meteorologico eccezionale, ma così non è stato. Come ben sappiamo, l'uomo ci ha messo molto di suo per trasformarlo in una tragedia con 4 vittime e con un numero molto elevato di "miracolati" che si sono salvati su alberi, tetti, o che per pochi minuti non si sono trovati su una strada travolta dalle acque o in un asilo clamorosamente costruito a pochi passi dal letto di un fiume.
Come ben sappiamo la natura ha continuato a fare il suo corso, riversando ogni anno, soprattutto in un autunno sempre più tropicalizzato, enormi quantità d'acqua, ora qui ora li; Liguria, Calabria, Sicilia, Versilia, Olbia e ancora Olbia. Ormai si contano almeno tre eventi alluvionali ogni anno, a testimonianza del fatto che c'è ben poco di eccezionale o di "millenario", come soleva conclamare l'ex sindaco di Capoterra, Marongiu.
Dopo l'evento naturale la palla è passata all'Uomo che avrebbe dovuto prendere le opportune contromisure per evitare che lo stesso disastro potesse ripetersi, come è successo, purtroppo, a Olbia.
Invece come sappiamo, dopo alcuni anni di progettazioni, appalti, gare, ricorsi e una montagna di burocrazia, in tutto il bacino dei rii S. Girolamo e Masone Ollastu non si è mossa foglia.
Per capire meglio cosa sta succedendo oggi, facciamo un passo indietro anche grazie a questo blog che rappresenta un vero e proprio archivio storico degli eventi capoterresi degli ultimi 10 anni.
Nell'immediato post alluvione i tecnici della società piemontese Hydrodata, basandosi soprattutto sulle carte e senza alcuna conoscenza del territorio, elaborarono soluzioni (alcune veramente strampalate) che vennero in qualche modo mediate con il territorio, la popolazione, gli enti che la rappresentano, e successivamente modificate. Per chi volesse approfondire segnalo i post: Incubo Hydrodata (novembre 2009) - Scartoffie (febbraio 2010) - Gli scenari di Hydrodata 2.0 (marzo 2010).
I problemi infrastrutturali principali per Poggio dei Pini sono due: la diga (e quindi il lago) e l'attraversamento del fiume, che attualmente avviene all'incrocio tra la strada 26 e la strada 51, che porta al Centro Commerciale. Il terzo problema, costituito dall'attraversamento più a valle, presso la Terrazza, è stato risolto con la costruzione di un nuovo ponte più a valle, per Pauliara. Queste infrastrutture sono assolutamente inadeguate a sopportare una eventuale piena simile a quella del 2008 che, lo ricordo, raggiunse un picco massimo di circa 450 mc/sec. Il canale scolmatore attualmente credo che abbia una portata massima di 120 mc Del ponticello sulla 51, meglio tacere, in quanto ha dimensioni assolutamente ridicole, cosi' come quello (di cui nessuno parla) situato presso l'Hydrocontrol.
Della diga e del lago si è parlato a lungo e sono stati anche elaborati (e pagati da tutti noi) costosi progetti. Il già citato Progetto Hydrodata proponeva un canale "monstre" di dimensioni ciclopiche (sia in larghezza che in profondità) che avrebbe separato la strada 26 dal lago, creando un orripilante sbarramento di cemento. Come da previsioni di qualcuno, questo canale sarebbe stato pieno d'acqua solo una volta ogni mille anni. Per tutto il resto del tempo ci sarebbe solo il cemento.
Fortunatamente quel progetto era stato accantonato e sostituito da soluzioni più compatibili con il paesaggio. Dato che, comunque la si rigirasse, la portata doveva essere incrementata perlomeno di 3 volte e che le dimensioni del lago sono assai ridotte, la soluzioni migliore sembrava quella di consentire alle future piene di tracimare la diga, sostituendo l'attuale (e rabberciata) in terra con una nuova diga in cemento, In seguito a varie elucubrazioni progettuali il lungo sonno della burocrazia non ci aveva fatto sapere più niente.
Purtroppo ci giungono notizie preoccupanti da parte di Franco Magi, Consigliere comunale di Capoterra residente a Poggio dei Pini che ci informa sul fatto che senza alcuna informazione e confronto con chi vive nel territorio, gli Enti avrebbero mandato in gara due progetti contenenti soluzioni che stravolgerebbero il territorio.
Ritorna il mostruoso canale di cemento nei pressi della diga, proprio all'ingresso della lottizzazione. Nella strada 51 verrebbe realizzato non un ponte, ma un vero e proprio viadotto lungo 150 metri (il viadotto E TA MANERA) dal costo di oltre 7 milioni di euro. Il documento inviatoci dal consigliere Magi contene due rendering (vedi foto) che ci danno un'idea di quello che ci troveremmo a due passi da casa.
Il progetto del viadotto sarà messo in gara per una cifra superiore ai 7 milioni di euro. Il sospetto è che qualcuno voglia lucrare sulla sciagura del 2008 danneggiando il nostro territorio.
Il nuovo canale scolmatore della diga di Poggio. Nella realtà questo canale sarebbe quasi sempre privo di acqua. Un enorme corridoio di cemento, probabilmente immondezzaio.
Sebbene non sia esperto nel settore, ma invito tutti i lettori a commentare, mi sembra di poter dire che mentre le abitazioni non devono assolutamente trovarsi in luoghi che presentino anche il minimo rischio idrogeologico, i parametri che riguardano un ponte o una strada si possano assestare su tempi di ritorno inferiori e che quindi potrebbe essere sufficiente portare la luce di quei ponti a dimensioni ragguardevoli senza pero' esagerare.
Insomma, cari amici, Poggio dei Pini rischia di essere rovinata dalla stessa imbecillità ingegneristica, che ha già dato bella mostra di se con la sabbia del Poetto, i casotti, i tram e la bella e inutile stazione terminal crociere nel porto di Cagliari.
11 commenti:
Ciao Giorgio,
per quanto concerne il lago io sono dell'opinione che sia stato meglio salvaguardare la diga in terra. Per quanto concerne il viadotto, peenso che la soluzione progettuale possa essere migliorata attraverso l'utilizzo di materiali diversi dal solo cemento armato (pietra ed acciaio).
Le normative sono però stringenti, ed a mio giudizio non possiamo permetterci di perdere i fondi.
Dobbiamo però collaborare al fine di rendere urbanisticamente ed ambientalmente compatibili gli interventi proposti.
Ciao Giorgio, come Cooperativa (vedi Notiziari degli ultimi due anni) ci siamo occupati in più occasioni (e ci stiamo occupando anche adesso) di interloquire coi vari enti pubblici per trovare le soluzioni migliori, anche se dovremmo dire meno peggiori, poiché è inevitabile che, dovendosi ridimensionare le infrastrutture (strade, ponti, canali etc.) ci saranno dei cambiamenti nel paesaggio, alcuni molti impattanti. La sfida è che questi cambiamenti siano limitati al minimo o che, addirittura, si riesca a trasformare una potenziale bruttura (come il viadotto) in qualcosa di apprezzabile (oltre che utile anzi inevitabile per proteggersi da eventi eccezionali che però purtroppo si verificano). Come Coop avevamo ad esempio messo su un gruppo di professionisti per partecipare al concorso di idee per il nuovo ponte, proponendo la realizzazione di una specie di grande terrazza panoramica, con giardini pensili, che trasformerebbero la ponteziale bruttura di un viadotto in un luogo panoramico fruibile da pedoni e bicilette, per passeggiate e soste. Questa idea è ancora in piedi e confidiamo che sia recepita da chi progetterà/appalterà/realizzerà l’opera. Per farlo servirà certamente uno sforzo comune di tutti noi poggini. La Coop c’è, Franco c’è, tu ci sei e sono sicuro che saremo in tanti, L’importante è essere consapevoli di una cosa: che il ponte vada fatto non v’è (purtroppo) dubbio; tutto si gioca sul come (scelte progettuali, uso dei materiali, procedure partecipative, etc.). Idem per i lavori al lago. Grazie, ciao.
Quel ponte serve , forse, per far mangiare qualcuno. I problemi del Rio non sono risolti, si risolvono a monte cosi' come dice un detto. Questo intruglio di politicanti, politici e spara panzane non sta difendendo la verita' dei fatti e quindi le giuste precauzioni che ancora oggi non si sono prese. Questo ponte cosi' vasto non si dovrebbe fare. La realta' dice che diga e Poggio sono stati presi di mira per quanto riguarda accuse, depistaggi e ritardi assurdi, il tutto facendo finta di niente sui 3.5 km di Rio a monte del lago. Il lago ancora oggi e ' a forte rischio di erosione prodotta da eventuale tracimazione proprio perche' non si sono fatte opere di ripristino e di Manutenzione sempre a monte del lago grande.
Basta con i politici al Poggio. Poggio dei pini non e ' stata fatta dai politici, anzi, semmai il peggior periodo del Poggio e' quello che ha visto una politica inutile che ha inasprito i rapporti con il comune .
Ciao Giacomo.
Aggiungo anche un altra mia opinione affinche' tutti i poggino si sveglino un attimino, quelli che amano il libero pensiero. Il Poggio ha cambiato 10 anni fa' la sua forma societaria, sono cambiate le regole grazie a una demenziale riforma delle cooperative, nn entro nei particolari perche' sono ignorante in materia. Da quel momento degli scarsi governanti locali hanno portato questo posto a una situazione grave in tutti i sensi, primo tra tutti quello sociale. Esiste sempre uno statuto che pero' incentiva la partecipazione e la cooperazione sia alla vita sociale che a tutte le attivita' . Curioso vedere che oggi il tal detto " il socio e' esclusivamente proprietario del suo lotto " viene ribadito da uno che lo aveva duramente contrastato. Un bravo governatore o politico o presidente o amministratore che in quest'ultimo caso percepisce pure uno stipendio pagato dai soci , dovrebbe invece dire a tutti che tutte le opere sono state realizzate con i soldi e con il duro lavoro di moltissimi, i soci devono sentirsi proprietari moralmente della storia del Poggio e di tutto ciò che appartiene alla Cooperativa e alla storia di questo posto, questo per incentivare il miglioramento e la vita tra le persone, senza barriere o vincoli alcuni. Una vecchia storia che si ripropone di nuovo sulla aule invito tutti ad avere la massima attenzione. Tutta la zona sportiva , ad s empio, e' stata fatta nell' arco dei 50 anni passati. Attualmente il livello di partecipazione senza stipendi o paghette e' totalmente assente. Ricordiamoci anche che il Poggio paga ancora i debiti causati da una fallimentare societa' sportiva voluta seguendo sempre questa mentalita' disfattista e fredda che viaggia insieme a frasi come quella riportata sopra .
Ciao Giacomo.
Giacomo Cillocu, sarebbe piu' corretto che gli obiettivi delle tue invettive fossero meglio identificati perche sei sempre fumoso e rischi di creare fraintendimenti e non far capire quello che vuoi dire.
Per quanto riguarda la vita sociale di Poggio credo che tu trascuri il fatto che, essendo passati 40 o 30 anni dal periodo a cui fai riferimento nel frattempo è cambiata la società, sono cambiati i residenti, le loro motivazioni per vivere qui. Se una volta era piu' facile organizzare eventi credo che il motivo non stia in un differente metodo di amministrazione, ma nella diversa predisposizione alla partecipazione che abbiamo tutti noi che viviamo qui. Nessuno vieta a ciascuno di noi di organizzare qualsiasi tipo di evento. adatto a tutte le esigenze, interessi, età. Alcuni lo fanno, molti no. Non possiamo attribuire il disimpegno, che probabilmente caratterizza non solo poggio ma l'intera sociatà, ad alcuni amministratori. Per quanto invece riguarda i compensi stai dicendo delle falsità. Gli amministratori del comitato esecutivo sono sempre stati pagati, perlomeno negli ultimi 25 anni.
Mai con uno stipendio, le falsita' le dirai tu comprese le invettive .Ricordiamo che gli esistenti amministratori percepiscono uno stipendi mensile di 1000 euro medio che per 3 al Poggio costano 50 mila euro annui. Forse ti riferisci alle spese pagate e cioe' 600 mila ire mese che oggi sono passate a 2 milioni., sempre in lire. Informati meglio visto che detieni il dovere di dare notizie corrette dal momento che gestisci l'unica fonte di informazione locale.
Inoltre, Io non faccio riferimento a 40 anni fa' ma al periodo che va dal 1995 in poi. Precisamente inizia con la presidenza Secchi, senza c voler creare Capri espiatori.
Ma tu chi sei il portavoce di tutti i Poggini? Mi sembri un po' vanesio e spregiudicato. Parla per te se ci riesci e parla dei fatti reali. Non ti abbiamo eletto ne console ne portavoce di Poggio. Sii piu' umile e disinteressato.
Faccio osservare che lo studio effettuato ( e pagato ) non ha previsto interventi nella valle del "rio Bacchialinu" atti a mettere in sicurezza un sito che rappresenta un bacino imbrifero importante, bacino che ha visto negli ultimi 30 anni opere che hanno compromesso il deflusso regolare delle acque dai monti circostanti al "rio S.Girolamo".
Chi conosce bene quel territorio, anche se non è un illustre geologo o ingegnere idraulico,
sa che le ultime due alluvioni hanno stravolto il letto del fiume e che si sono formati dei veri e propri sbarramenti in detriti e pietrame ( anche l'uomo ci ha messo le mani ) che in
occasione dell'alluvione del 2008 hanno causato onde di piena mostruose.
Condivido quindi quanto ha detto Giacomo: se non si interviene nel tratto a monte, in parti
colare dal ponte a ridosso dell'Hydrocontrol in su per circa un chilometro, gli studiosi saranno costretti a sovradimensionare a valle tutte le opere di messa in sicurezza con evidenti problemi di impatto ambientale e naturalmente di costi.
Il complesso "Hydrocontrol" ha , poi, creato un vero e proprio "imbuto" provocando un disa
stroso aumento della velocità del corso d'acqua del "rio S.Girolamo".
Ritengo pertanto che la ns. comunità debba farsi sentire con vigore affinchè gli studi si estendano al tratto sopra indicato per evitare un vero e proprio scempio ambientale a Poggio dei Pini.
Il "rendering" che Giorgio ci ha mostrato, è molto riduttivo e non rende giustizia al reale
impatto visivo ( la larghezza del canale scolmatore sarà di 20 mt. ) ; senza contare che, a mio modesto avviso, verrebbe a mancare alla diga in terra l'ancoraggio roccioso sufficiente a garantirne la stabilità.
Evitiamo, fin che siamo in tempo, che i "mostri" paventati da Giorgio vengano generati : sarebbe un errore imperdonabile non fare niente per evitarlo, visto che siamo ancora in tempo.
Giacomo ribadisco che i componenti del consiglio direttivo (anche 5 persone a seconda dei CdA) hanno sempre preso (da decenni) un cosiddetto rimborso che se vuoi puoi chiamare stipendio ma per noi soci non cambia molto, alla fine la cifra che spendiamo è la medesima. Dire il contrario significa sostenere il falso e pertanto. se non gradisci questo blog, ti invito, come ho fatto in occasioni ti altre tue invettive calunniose di aprirtene uno tuo in cui potrai scrivere cio' che ti pare. la tua visione del web è arcaica. non esiste alcuna possibilità di detenere un monopolio dell'informazione sul web. chiunque si puo' aprire il suo blog o profilo facebook, twitter etc. dato che questo argomento non c'entra con il tema non ci ritorneremo.
quanto dice Gianfranco è condivisibile. è vero che il 22 ottobre 2008 è transitata una cosiddetta onda di piena di 450 mc al secondo presso la diga di poggio, ma senza i due sbarramenti a monte del lago, e cioe all'hydrocontrol e presso il vecchio borgo di s. girolamo probabilmente questo valore sarebbe stato inferiore, quindi se si intervenisse su quegli attraversamenti anche le opere a valle potrebbero essere dimensionate su valori inferiori e quindi di dimensioni ridotte. sono invece meno d'accordo con chi parla genericamente di "pulizia del fiume" nelle zone in cui l'alveo è naturale. cosa vogliamo fare, canalizzare l'intero corso del fiume da bacchialinu in gui? oppure si vorrebbe impedire la crescita di piante lungo l'alveo? togliamo tutti i pietroni ogni anno? nelle zone in cui l'alveo è naturale io non farei niente. la natura si autoregolamenta. i casini accadono dove l'uomo interviene in malo modo.
Io penso che siamo in tempo per trovare un equilibrio tra esigenze di sicurezza e tutela della bellezza paesaggistica. Concordo con Gianfranco sul fatto che il rendering non dia il senso della reale dimensione dell'opera, che rischia di essere troppo impattante.
Ma a mio giudizio l'aspetto più preoccupante è relativo al mega viadotto. Non si può pretendere di considerare tale area allo stesso modo di un quartire periferico metropolitano, stile 554.
Si dovrebbero usare materiali diversi quali pietra, rame, acciaio corten, legno.
Quaanto alle polemiche sui compensi degli amministratori, le trovo completamente destituite di fondamento. Amministrare la Cooperativa presuppone impegno, tempo e soprattutto responsabilità. Le somme di cui parlate (15.000 il presidente e 10.000 i due amministratori delegati) sono infatti un mero rimborso spese, se dalle predette somme si detrae la tassazione diventano 500 euro al mese.
Pensate che l'amministratore di Frutti d'Oro La Vigna (100 case attaccate) o di Su Spantu percepisce 8.000 euro anno!
Sono discorsi "da bar", completamente inconcludenti e demagogici.
Ciò che rileva è la capacità amministrativa e la trasparenza dell'operato.
Inoltre, se si volesse dare ascolto alla pretesa "gratuità", ad amministare sarebbero solo pensionati o figli di ricchi.
Ed ancora, ha fatto bene Giorgio a ricordare che i rimborsi sono sempre stati previsti.
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