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domenica 11 novembre 2018

Lettera aperta di Giuseppe Monni: "E' il mio ultimo mandato. Dopo 11 anni, giusto lasciare spazio ai giovani"


Caro Giorgio, mi hai chiesto se mi ricandiderò per un ulteriore mandato come Amministratore della Cooperativa e siccome me lo stanno chiedendo in molti ho pensato di risponderti con una lettera aperta, non tanto per spiegare la posizione di Giuseppe Monni (obiettivamente poco importante) quanto per fare un bilancio di questi ultimi anni e provare ad aprire una riflessione più generale, sul futuro del Poggio, che spero coinvolgerà più persone.




Sono trascorsi oltre 18 mesi da che i Soci, rieleggendoci, hanno rinnovato la loro fiducia al gruppo guidato da Sandro, Federico e me. Siamo al giro di boa, dunque, tra meno di 18 mesi torneremo a votare per eleggere un nuovo CdA. Il tempo vola. Tutti e tre (Sandro, Federico ed io) potremmo ricandidarci (il limite è 3 mandati consecutivi): non so cosa faranno i miei colleghi (da Poggino spero che si ricandideranno) e certo decideranno per il meglio, a tempo debito. Ma la mia situazione è un po’ diversa. Io infatti, salvo una pausa tra il 2012 e il 2014, siedo in Consiglio dal 2009: al termine di questo mandato saranno ben 11 anni. E sinceramente mi sembra abbastanza, anzi troppo, specie se pensiamo che la Coop ha poco più di 50 anni. Perciò non mi ricandiderò.
Un terzo dei tuoi lettori, alla notizia della mia non ricandidatura, penserà (legittimamente) “Echissenefrega...”; un altro terzo esclamerà (comprensibilmente) “Era ora!”; ma un ultimo terzo coglierà l’occasione di questa mia lettera per avviare una riflessione più ampia, sul futuro della nostra Società e sulla selezione della sua classe dirigente. Una riflessione che sarebbe opportuno avviare quanto prima perché, appunto, il tempo vola, e tra 18 mesi dovremo affrontare un passaggio delicato, forse anche generazionale.

Ovviamente, caro Giorgio, la scelta di non ricandidarmi deriva anche da considerazioni meno nobili. La prima è giocare d’anticipo: se avessi fatto questo annuncio poche settimane prima del voto ci sarebbe stato sicuramente qualche beninformato che avrebbe tentato qualche dietrologia (“Monni ha litigato con i compagni...” o peggio “L’hanno escluso dalla lista!”). Invece lo annuncio adesso, in tempi non sospetti. Tra l’altro, non è neanche detto che tra un anno e mezzo sarei rieletto... Mi sono candidato 3 volte (nel 2009, nel 2014 e nel 2017): tutte e 3 le volte sono stato eletto e tutte e 3 le volte il CdA mi ha conferito i poteri esecutivi. Meglio uscire di scena adesso, come suol dirsi, imbattuto!

Ma a parte queste considerazioni semiserie, la motivazione seria è la seguente, non riguarda solo Giuseppe Monni e penso che molti lettori la condivideranno: in questo Paese (Poggio compreso) non c’è un sufficiente ricambio della classe dirigente. Quando c’è stato un ricambio è stato traumatico e spesso deteriore, per il semplice fatto che, a livello locale come a livello nazionale, non abbiamo (più) dei validi metodi di selezione. Un tempo nei circoli culturali, nelle sezioni di partito, addirittura nelle parrocchie, si veniva educati al confronto, alla mediazione, all’assunzione di responsabilità. I più capaci avevano modo di mettersi alla prova, di farsi conoscere, e non nella superficialità dei social, ma nella complessità della vita reale, ricoprendo ruoli piccoli o grandi nelle scelte che una comunità deve affrontare ogni giorno. Ecco, la nostra comunità ha il vantaggio di avere una dimensione ridotta e dei luoghi fisici (penso ad esempio alle numerose associazioni) che possono consentirci di individuare e far crescere i giovani migliori, quelli ai quali saremo felici di affidare (a ciascuno per due o tre mandati) la Cooperativa.
Parlo di giovani ma non ne farei solo una questione strettamente anagrafica. Personalmente preferirei che la nostra Società fosse sempre gestita da 30enni/45enni (dinamici, aggiornati e, lo auspico, adeguatamente remunerati), ma sono certo che al Poggio ci siano Soci meno giovani che sarebbero eccellenti Amministratori, e che magari finora non sono stati sufficientemente coinvolti. Da Socio, insieme a tanti amici, mi adopererò affinché, attorno a un sostanzioso nucleo di Amministratori uscenti (che garantiscano la continuità) entrino nel prossimo CdA anche energie nuove. Per questo, nel mio piccolo, do l’esempio non ricandidandomi: per favorire questo ricambio, che è sempre e comunque salutare, per qualunque organizzazione democratica. Salutare in tutti i sensi.

Nei prossimi anni gli Amministratori si troveranno a gestire una situazione assai più semplice di quella che trovammo noi. Lo ricordo soprattutto per i giovani, che non potrebbero immaginare: nel 2009, quando fui eletto per la prima volta, trovammo una Società che perdeva ogni anno centinaia di migliaia di euro; i lotti erano finiti e la Variante era stata avversata dai Soci, sconfessata dal Comune e addirittura respinta dalla Regione; si concedevano incarichi esorbitanti senza trasparenza e ai Soci veniva addirittura negato l’accesso ai dati, la qual cosa, come molti ricorderanno, aveva portato a un clima da guerra civile. Da decenni non si facevano più manutenzioni: l’ex chiesetta era un rudere, la Palestra cadente, e continuavano a mancare servizi essenziali come la farmacia, le poste, il bancomat etc. Senza contare ch’eravamo reduci dall’Alluvione: la zona sportiva non esisteva più, le reti erano a pezzi, le zone verdi devastate. Insomma: dal 2009 in poi i CdA hanno dovuto portare avanti una colossale opera di ricostruzione. Una ricostruzione finanziaria (oggi i bilanci possono dirsi stabilmente in pareggio); urbanistica (la rete dei servizi è stata ricostruita e implementata) e anche sociale. Sì, perché in questi ultimi anni, grazie al contributo di tanti, si è riusciti a ricucire buona parte di quei rapporti interpersonali senza i quali non saremmo una comunità. Ecco perché penso che i prossimi Amministratori affronteranno sfide meno complesse, in un clima più sereno. E il fatto che figure come la mia, così legate a una certa fase storica, escano di scena, potrà forse contribuire all'apertura di una fase nuova.

I prossimi Amministratori, dicevo, affronteranno sfide assai meno complesse di quelle che affrontammo noi, ma non per questo meno insidiose. Infatti, se è vero che ricostruire è lento e difficile, dissipare risorse è facilissimo e rovinare tutto potrebbe essere rapidissimo. Dovremo quindi essere certi che gli Amministratori del futuro terranno i conti in ordine, faranno regolari manutenzioni, garantiranno la trasparenza, etc. Anche perché (a differenza nostra!) potranno beneficiare di cospicue entrate derivanti dalla vendita dei nuovi lotti che la Variante (da noi depositata e già approvata dal Comune in sede preliminare) assicurerà per i prossimi decenni. Entrate straordinarie che dovranno essere utilizzate per investimenti, non per spese ordinarie. Le spese ordinarie dovranno essere sempre coperte dalle entrate ordinarie: questo è un principio (ovvio ma non scontato) che In Cooperativa abbiamo introdotto noi e che, anche da Soci, dovremo difendere a spada tratta. Per non tornare ai sistemi pre-2009.

L’approvazione definitiva della Variante è quindi il principale obiettivo dei prossimi, ultimi 18 mesi. Oltre a questo, ci sarebbero ovviamente tante cose che mi (e ci) piacerebbe completare, prima di passare il testimone. Penso ad esempio all’allestimento dei giardini attorno al Complesso Saggiante (ex chiesetta, ex parco giochi, etc.) e al completamento del Centro commerciale. Senza contare le Piscine, per le quali, secondo me, dovremmo prendere in considerazione diverse opzioni. Non so se ce la faremo a completare tutto questo. Certo, abbiamo fatto così tanto, in questi anni, che potremmo ritenerci soddisfatti! Però il sogno di vedere tutto ma proprio tutto a posto c’è sempre. Ci penseranno i prossimi. Io quel giorno sarò un Socio semplice, uno di quelli che criticano gli Amministratori!

A questo proposito, anzi, mi permetto di suggerire una cosa, a chi verrà dopo di noi: ascoltate le critiche ma poi tirate dritto. Il decisionismo che ha caratterizzato la nostra gestione ci ha resi antipatici a molti, ma ci ha anche consentito di fare moltissime cose, altrimenti impossibili. Giuste o sbagliate, lo decideranno i posteri (la maggioranza dei Soci le ha evidentemente apprezzate). Tra le cose delle quali sono più soddisfatto ci sono di sicuro il libro sulla Storia del Poggio e il fatto di aver assicurato, con PUC e Variante, la definitiva inedificabilità delle zone verdi. Tra i rammarichi, invece, c’è il fatto di non aver ancora visto i laghi ripristinati (ma non dipende purtroppo dalla Coop) e il fatto di non essere riusciti (almeno per adesso) a sventare il progetto del viadotto. Spiace ricordarlo, ma molti utilizzarono quella vicenda per alimentare uno scontro interno che non aveva senso e che avevo un unico fine: tentare di rovesciarci (tentativo fallito, com’è noto). Una vicenda penosa, portata avanti con attacchi personali in puro stile fascista, e che, quel ch’è peggio, ritardò l’avvio di una strategia comune. Oggi, per fortuna, si è trovata unità. E bisognerà restare uniti anche per l’altra battaglia di vitale importanza: quella per l’acqua.

Ma se tu, caro Giorgio, mi chiedessi: “Potresti tornare indietro su questa decisione di non ricandidarti?”, ti risponderei: “Sì, in un solo caso: nel caso in cui  la Variante non entrasse in vigore entro i prossimi 18 mesi”. In quel caso mi sentirei in dovere di restare in Coop a lavorare fino alla sua entrata in vigore. Ovviamente sto scherzando: è impossibile che la Variante tardi addirittura 18 mesi prima di diventare operativa. Però, chi lo sa, il rischio che quel rompiscatole di Monni si ricandidi potrebbe essere, per qualcuno, un incentivo a spingere affinché la Variante diventi operativa il più in fretta possibile!
Scherzi a parte, mio caro Giorgio, sono certo che i prossimi Amministratori potranno beneficiare della nuova Variante e gestire con serenità la nostra bella Comunità. E spero che questa mia lettera, e questa mia scelta, contribuiranno ad aprire una riflessione comune su come costruire i CdA   dei prossimi anni.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Interessante quanto inaspettata questa lettera aperta di Giuseppe Monni, che ovviamente desta nel lettore poggino medio la più grande sorpresa suscitando conseguenti interrogativi di proporzionate dimensioni: Che senso ha smarcarsi dal CdA a così grande distanza di tempo dal momento del suo prossimo rinnovo? Cosa bolle nelle “segrete stanze” della nostra Cooperativa? Proseguendo nella metafora, non è che esse sono state nuovamente trasformate, per l’occasione, in un tetro laboratorio di alchimia politica? Ma negli scorsi anni noi di Poggio non ci eravamo detti e giurati nelle forme più solenni, ormai pressoché seduti sulle macerie del nostro convivere civile, che mai più la politica, con le sue inevitabili manovre troppo spesso lubrificate da una materia sì viscida ma che non è grasso, avrebbe reso irrespirabile l’aria del nostro ambiente naturale? In casa nostra la questione delle bandiere esposte sulla facciata degli uffici, con esclusione del tricolore proprio nei giorni in cui dappertutto sulla faccia del pianeta ricorrono le commemorazioni centenarie della fine della Prima guerra mondiale, o Quarta guerra d’indipendenza italiana, costata alla nostra Nazione circa 860 mila morti (oltre ai mutilati e ai feriti innumerevoli), non è piaciuta proprio per niente e l’abbiamo vissuta come un inconsulto oltraggio a quelle vittime che, per quella bandiera, sono cadute sul campo di battaglia... I due fatti sono forse collegati? Naturalmente, a titolo personale, spero che Giuseppe si sia solo scocciato, dopo così tanto tempo, di amministrare il nostro condominio (“maxi” quanto si vuole, ma pur sempre condominio), ed ambisca per sé e per Poggio (come lui stesso ha scritto) cose se possibile più grandi e migliori. Sapersi fare da parte al momento opportuno, per favorire il ricambio generazionale, è giusto, necessario e generoso: possibilmente, però, dopo aver lavorato alla formazione di nuove leve che possano garantire un pronto e valido ricambio gestionale, così da evitare salti nel buio in genere dannosi per tutti. Con il mio libro su Poggio, da Giuseppe stesso ricordato (ed è soprattutto per questo che mi sento chiamato in causa), penso e spero di aver fatto il punto non solo sulla storia forse irripetibile ma anche sui valori fondanti della nostra Comunità: salviamo dunque questa eredità, tanto preziosa quanto purtroppo fragile, da eventuali arrembaggi di predatori e avventurieri senza scrupoli, che già hanno provocato abbastanza danni in passato, coinvolgendo tutti nelle loro beghe suscitate da interessi personali miserevoli. È vero, per fortuna a Poggio sono davvero tanti, giovani e meno giovani, quelli che potrebbero validamente sobbarcarsi l’onere di amministrare il nostro patrimonio comune: tuttavia, si sta lavorando, con coscienza e scrupolo, in modo da metterli nelle condizioni di poter espletare nel modo migliore un loro eventuale mandato? Fuori la politica da Poggio! E ricordiamoci bene che, proprio perché siamo tanto piccoli e stretti ma mille minacce e pericoli molto più grandi di noi, vale in modo particolare a nostro riguardo quel famoso detto latino: “Simul stabunt, simul cadent”... o staranno insieme oppure insieme cadranno!... Mauro Dadea

Giorgio Plazzotta ha detto...

Caro Giuseppe. inutile che ti ripeta le solite frasi trite e ritrite come "farti da parte ti fa onore" oppure "ripensaci" etc.
In realtà la tua fuoriuscita dal CdA della Cooperativa mi preoccupa. Come sai e come non ho mai negato sono sempre stato un "sostenitore" del vostro gruppo dirigente, non solo per le vostre qualità e per i vostri meriti, ma anche perchè le proposte a voi alternative erano figlie di quella "filosofia" di gestione che ha fatto molti danni, non solo a Poggio, ma nell'intera nazione. Ritengo che il vostro gruppo abbia saputo realizzare una sorta di "compromesso" tra anime differenti che, mese insieme, si sono automaticamente compensate. Il mio timore è che con la tua fuoriuscita si venga a rompere un equilibrio vincente, con risultati deludenti. L'informazione negli ultimi tempi ha subito una lenta banalizzazione. Vengono fatte circolare notizie di poco conto ma non si parla delle cose importanti. Non è un buon segno Giuseppe. Ad ogni modo auguri per il tuo futuro e grazie per tutto quello che hai fatto per la nostra comunità.

Giorgio Plazzotta ha detto...

mi scuso con Mauro per avere pubblicato questo post con mesi di ritardo. purtroppo non sono stato avvisato dal sistema.

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