Una novità, che non avevo mai sentito e che riporto senza commentare, dato che poco ne so, è la lettura di ciò che è avvenuto nel 1969 a Capoterra, quando venne realizzato il famoso Piano di Fabbricazione, l'antesignano del PUC, strumento che Capoterra non ha mai avuto. Ovviamente non solo io, ma molti lettori non c'erano a quel tempo e dove ora sorgono Frutti d'Oro 2 e Rio S. Girolamo c'era il fiume con il suo largo letto di pietre e le sue terrazze alluvionali, i frutteti, i campi coltivati e i pascoli.
Questo Blog è stato creato per scambiare informazioni, idee, proposte e materiali tra residenti del comune di Capoterra. Si invitano i lettori a firmare i propri commenti o articoli con nome e cognome. Potete inviare i vostri articoli al seguente indirizzo: giorgio.plazzotta@gmail.com
giovedì 29 ottobre 2009
Il monologo
Una novità, che non avevo mai sentito e che riporto senza commentare, dato che poco ne so, è la lettura di ciò che è avvenuto nel 1969 a Capoterra, quando venne realizzato il famoso Piano di Fabbricazione, l'antesignano del PUC, strumento che Capoterra non ha mai avuto. Ovviamente non solo io, ma molti lettori non c'erano a quel tempo e dove ora sorgono Frutti d'Oro 2 e Rio S. Girolamo c'era il fiume con il suo largo letto di pietre e le sue terrazze alluvionali, i frutteti, i campi coltivati e i pascoli.
venerdì 23 ottobre 2009
Una petizione per chiedere l'intervento del Governo
martedì 20 ottobre 2009
Ponte per Pauliara: per ora solo scaricabarile
- ci hanno dato solo centomila euro invece di darci tutta la somma
- il ponte attraversa una proprietà privata e un fiume demaniale, che cosa c'entra il Comune?
- 1 milione di euro non basta per fare il ponte
domenica 18 ottobre 2009
Un anno fa il dramma: a che punto siamo?
Oltre ai rimborsi erogati, sono stati subito spesi alcuni milioni di euro per gli interventi di estrema emergenza. Come è facile immaginarsi, i cumuli di terra e di pietra da rimuovere hanno richiesto un grande sforzo. A Poggio il corpo della diga è stato ripristinato, il canale scolmatore è stato allargato e, purtroppo, il livello del lago è stato abbassato decretando la morte, speriamo temporanea, del già piccolo bacino.
Anche la diga di Poggio, così come i 5 ponti che attraversano il S. Girolamo o come gli argini vicino alle zone abitate, dovrà essere in grado di reggere una nuova piena di quella portata. L'intervento del Genio Civile ha dato priorità all'aspetto sicurezza del sistema lago-diga, rispetto alle altre importanti funzioni di questo piccolo bacino, che fungeva anche da presidio contro gli incendi e cassa di espansione per le piene del fiume. I poggini devono capire ed accettare questo sacrificio. Speriamo che in futuro tutte le funzionalità del lago siano ripristinate. Non è un interesse solo dei residenti di Poggio, ma di tutti i capoterresi, tranne forse quei pochi che preferiscono augurarsi un territorio più povero, senza acqua e alberi, per soddisfare il bieco sentimento dell'invidia o per nascondere le responsabilità politiche di una gestione scellerata del territorio comunale.
A proposito di Comune, è difficile trovare aggettivi appropriati per definire la sua azione. Deludente? Spezziamo però una lancia in suo favore. Il comune di Capoterra non ha ricevuto dalla Regione il becco di un quattrino e non si può pretendere che potesse far fronte a questa emergenza solo con le sue forze. E' stato abbandonato dalla regione, soprattutto dal punto di vista economico. Quale Regione, quella di Soru o quella di Cappellacci? Entrambe, perchè se è vero che Soru ha lavorato benissimo nei primi 3 mesi, purtroppo la sua scelta di anticipare la data delle elezioni di 5 mesi si è rivelata una beffa per il nostro territorio devastato. I suoi calcoli elettorali, peraltro perdenti, a quali risultati hanno portato? Nessun piano di sicurezza ancora attivo, ponte che isola il quartiere di Pauliara non costruito, tanto tempo perso nelle progettazioni. Grazie Renato.
L'ingresso della giunta successiva è stato un pò come mettere la moviola. La macchina burocratica regionale ha ripreso i suoi ritmi lenti a cui, ahimè, tutti gli italiani sono abituati. La trasparenza, la comunicazione e la partecipazione sono stati del tutto assenti. I cittadini si sono sentiti abbandonati a se stessi. Le cronache raccontano di una passeggiata "digestiva" di Capellacci a Poggio dei Pini, tampinato da un consigliere della Cooperativa. La Barracciu l'altro giorno ha ammesso candidamente di non essere mai venuta a Poggio dei Pini in tutto un anno e di essere rimasta sorpresa nel constatare che la situazione era ancora disastrosa. Ma Capoterra e Poggio dei Pini non sono nell'Idaho, cara Francesca. Si trovano a soli 17 km da Cagliari, scirarì. Qui non si tratta di seguire il proprio territorio di provenienza perche oggi il S. Girolamo è il Belice della Sardegna e tutti i consiglieri sardi dovrebbero farsi in quattro per cancellare questa vergogna.
L'unico "politico" che la lavorato sempre apertamente per risolvere i problemi del nostro territorio e lo ha fatto comunicando con i cittadini è Marco Espa, lo dico apertamente e senza timidezze. Propaganda politica, e sia!. Per me la politica non è sterco bovino solo perchè alcuni nostri rappresentanti sono disonesti. Per me la politica è come quella che fa Marco e non mi vergogno di sottolinearlo, tantopiù che adesso non ci sono elezioni in vista. Non importa se l'amico che mi scrive email anonime paragonandomi a Berlusconi adesso mi chiamerà Stalin.
Tra i tanti fronti dell'alluvione, un grosso rischio è stato scongiurato tra marzo e maggio. Ne abbiamo parlato a lungo. L'intero sistema fognario di Poggio e Residenza (2500 abitanti) finiva nel S. Girolamo e l'estate si avvicinava. In soli 3 mesi le ditte incaricate da Abbanoa hanno realizzato le condutture della zona più a rischio e in altri due mesi hanno ripristinato l'intera rete fognaria. Grazie.
Finora abbiamo parlato di attività finanziate dalla Regione (giunta Soru) e realizzate in tempi abbastanza rapidi. Ci sono però ancora due realizzazioni finanziate immediatamente, ma clamorosamente non ancora realizzate a 1 anno dall'evento: lo studio idrogeologico ed il Ponte per Pauliara, opere per le queli sono stati stanziati, rispettivamente 500 mila e 1 milione di euro.
Del ponte mi riprometto di parlarne in un successivo post anche perche proprio ieri ho sentito alcune balle clamorose che riguardano proprio questo progetto e vorrei condividerle con voi. Diciamo, per ora, che quest'opera finanziata immediatamente, assegnata dapprima al Comune di Capoterra e poi al Genio Civile è ancora in fase di progettazione. I 200 residenti di Pauliara passeranno un altro inverno d'inferno. Hanno il diritto di sapere almeno perchè.
Torniamo comunque al Comune di Capoterra. Ho ricordato che questo ente è stato lasciato solo e senza risorse ad affrontare una situazione drammatica. Non è giusto pretendere l'impossibile... però ..
E i cittadini? Non voglio dilungarmi ma nel mare di inadempienze e ritardi non posso non sottolineare che, come disse Faber, "dal letame spesso nascono i fior". Questa disgrazia ha offerto alla comunità capoterrese, storicamente divisa per motivi urbanistici, in molti nuclei seprati e distanti più socialmente che geograficamente, una occasione per costruire un tessuto sociale più coeso e per liberarsi di inutili e dannosi "muri" che le varie comunità avevano eretto e che l'acqua, fregandosene, ha abbattutto. Sta a noi adesso lavorare affinchè i semi di questa nuova solidarietà e amicizia diventino alberi resistenti.
Qualche giorno fa la Regione ha stanziato 35 milioni di euro per la messa in sicurezza del Bacino del S. Girolamo e per il ripristino di danni a Poggio e in altre frazioni. I cittadini si chiedono come saranno spesi questi soldi. Verrà sicuramente realizzato un piano. Da questi soldi dobbiamo detrarre l'IVA e le progettazioni, se va bene ne restaranno 25 per le opere vere e proprie. Mi sembra ovvio che non si potrà realmente mettere in sicurezza il territorio.
Cosa c'è da fare? Cinque ponti, partendo da monte: Borgo S. Girolamo, Hydrocontrol, Poggio str. 51, Rio S. Girolamo e SS. 195. Sistemazione dell'alveo dei fiumi con particolare riferimento alle zone abitate. Adeguamento delle dighe di Poggio e dissabbiamento del lago, sistemazione degli impluvi montani, rimboschimento. Certamente ho dimenticato qualcosa.
mercoledì 7 ottobre 2009
I giornalisti dell'alluvione
C'è mancato poco che anche le autorità competenti, sotto pressione in quei giorni difficili e sempre poco inclini a prendersi responsabilità, cedessero al tentativo di riversare sul "lago espiatorio" responsabilità che, invece, stavano di casa proprio presso quegli uffici pubblici da cui era partito il maldestro tentativo di scarica-barile.
Mi hanno aiutato in questo compito alcuni di voi e, permettetemi di dirlo, sono fiero di quello che abbiamo fatto.
Sulla base di queste "fondamenta" è poi nata una Associazione, la 22 Ottobre, che in modo molto serio, ha organizzato una serie di incontri di alto livello scientifico. Alla fine si è fatta largo la consapevolezza, anche tra i residenti delle lottizzazioni costiere, della vera natura di quel piccolo ma utile bacino di espansione per le spallate che le piene del fiume ogni tanto hanno dato e continueranno a dare. Non, quindi, dighe da abbattere, ma semmai piccoli invasi da costrure per combattere la desertificazione, e costituire un freno per regimi torrentizi sempre piu "tropicalizzati". embrava un argomento chiarito. Pensavo che avessimo superato quell' "analfabetismo geologico" con cui in queste pagine Rita Lai ha posto all'attenzione di tutti noi una realtà che era stata per troppo tempo presa sotto gamba.
Nonostante alcune partigianerie, non si può dire però che due giornalisti dell'Unione (Mariagrazia Marilotti e Andrea Piras) non siano stati ben presenti nel territorio e non abbiano dato voce anche a chi, come noi, non aveva santi in paradiso o cadaveri nell'armadio da nascondere.
Il giornalista della nuova Mauro Lissia, con stile più diretto e coraggioso, ha invece sparato alcune pesanti bordate politiche con articoli di denuncia che potevano valere per uno qualsiasi dei 1000 disastri ambientali d'Italia, senza però entrare nel merito della situazione ambientale di questo territorio specifico, argomento del quale ha dimostrato la stessa competenza che io ho nell'origami.
Diverso da tutti, Angelo Pani, ha vissuto questa tragedia dal di dentro. Il disastro ha colpito il luogo in cui vive e che conosce molto bene; era "sul posto" sin dalle prime ore di quel mattino con la sua macchina fotografica. Angelo è una penna esperta, d'accordo, ma in ogni pezzo che ha fatto è riuscito a informare toccando il cuore del lettore. I suoi pezzi hanno saputo lenire e consolare una parte della mia disperazione per la ferita subita da questo territorio che amo. Poggio dei Pini, per chi ci abita, è una moglie, una fidanzata, una figlia.
Il 1 ottobre Andrea Piras definisce il S. Girolamo "fiume assassino", complimenti per la fantasia! Poi aggiunge: "Il sindaco Giorgio Marongiu non ha molta voglia di perdersi in chiacchiere". Slurp!. E dato che Marongiu viene dipinto come un uomo d'azione perchè non si fa raccontare quali sono i lavori effettuati dal comune e, soprattutto, dove sono stati eseguiti? Perche non fa un bel pezzo sul Piano di Emergenza che non c'è e che invece doveva esserci? Chi c'era del Comune il 22 ottobre a fermare la macchina di Annarita Lepori prima che venisse trascinata via? Un pò più di coraggio, su. Noi che leggiamo non abbiamo l'anello al naso.
Ma le cose più incredibili le ho lette ieri sulla Nuova Sardegna. Mauro Lissia cita le sue fonti: "consulenti di Torino sentiti dagli investigatori e i forestali nel rapporto alla Procura". E cosa dicono? Sebbene io abbia seguito tutte le conferenze scientifiche indette sul tema alluvione in quest'ultimo anno, conferenze a cui hanno partecipato i maggiori esperti di tutte le discipline legate all'idrogologia, all'ingegneria idraulica e alle scienze forestali ecco che spuntano nuove teorie: "un dato su tutti: ancora trenta-quaranta minuti di pioggia e la diga di Poggio dei Pini avrebbe collassato". Detto così sembrerebbe preoccupante, ma pensandoci un pò e facendo 4 conti l'impressione è che all'incolpevole Lissia abbiano rifilato una "sola".
Mi sono preso le tabelle del pluviometro di quella giornata, sempre pubblicate su questo blog. L'evento è iniziato alle 6 ed è terminato alle 9. In queste 3 ore sono caduti ben 372 mm di pioggia che, come noto, rappresentano il record mai registrato in Sardegna per quanto riguarda l'intensità. Cosa vuol dire quindi "altri 40 minuti di pioggia", a quale intensità? Quella dell'ultima mezzora o quella del momento più intenso?
Vediamo entrambi i casi. Se fosse proseguita l'intensità dell'ultima mezz'ora sarebbero caduti altri 30 mm di pioggia portando il totale a 402. Ma come si fa a dire che con 402 mm. la diga sarebbe crollata e con 372 no?
Supponiamo invece che fosse piovuto per 40 minuti alla massima intensità. Tra le 6,30 e le 7,00 sono caduti 160 mm di pioggia. Vogliamo aggiungere altri 128 mm. ai nostri 372 che rappresentano già il record? E facciamolo, così raggiungendo 500 mm di pioggia in 3 ore e 40. La diga sarebbe crollata? Forse, ma sarebbe stato il diluvio universale quindi perchà preoccuparsi se non siamo Noè? Dobbiamo avere ben chiaro che quello che è avvenuto il 22 ottobre è un evento estremo, che può anche capitare di nuovo e che dobbiamo adattare le infrastrutture a quelle portate. Ma ha senso ipotizzare valori molto più elevati? In queste condizioni nessuna opera sarebbe mai sufficiente.
Ci sono poi molte imprecisioni nella frase "a Poggio dei Pini hanno creato un crocevia ai piedi di un bacino idrico in equilibrio instabile. Oltre al ponte una strada, quella che filava e ancora fila lungo il rio San Girolamo, una strada incollata all’argine del fiume e sotto la diga. Non doveva essere costruita là, strada e ponte dovevano essere altrove".
Forse si ignora che il lago, la diga e anche le stradine esistevano da prima della creazione della lottizzazione Poggio dei Pini e che la diga è stata creata dopo la strada. Quella in cui si è verificata la sciagura è un strada vicinale comunale, denominata dei Genovesi, che esiste da sempre. Anzi prima, in luogo del ponticello, c'era un guado, ancora più rischioso. Da come viene presentata la frase sembrerebbe invece che quell'arteria sia stata progettata al momento della realizzazione della lottizzazione. La strada che "fila lungo il Rio S. Girolamo, oltre il ponte", non è stata neanche esondata perchè in quel punto l'alveo è incassato nella vallecola di "Su Strumpu" e quindi l'argine è al sicuro. I problemi si sono verificati più a valle, nella zona sportiva che è però ben lontana dalla diga. Insomma molte inesattezze, scarsa precisione e, a mio avviso, anche qualche oscura manovra. Staremo a vedere.
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