Vorrei ritornare indietro di qualche giorno, al 20 ottobre scorso, per commentare quanto è stato detto nel corso dell'incontro tra alcuni rappresentanti delle istituzioni e la popolazione in occasione dell'anniversario dell'alluvione e con l'obiettivo di fare il punto della situazione.
Si è trattato, in pratica, di un monologo del Sindaco Marongiu che ha parlato a lungo partendo da un lontano passato nel tentativo di spiegare quello che è successo il 22 ottobre, fornendo al "popolo" una versione nella quale le responsabilità dei politici capoterresi, e quindi anche la sua, risultassero meno pesanti. Insomma quello che si dice "mettere le mani avanti".
A dire il vero dopo un po' la gente ha cominciato a spazientirsi perchè voleva avere notizie fresche e impegni concreti. Non sentire storie trite e ritrite.
In certi momenti Marongiu ha un pò esagerato con la retorica, tant'è che all'affermazione "il Comune si è dotato del massimo dello scibile umano" c'è stato un vero e proprio boato del pubblico per quanto fosse poco condivisa questa affermazione. Ho pensato al Ponte di Pauliara che il Comune (vedi articolo precedente) non ha voluto o saputo realizzare nonostante, come ha spiegato molto bene l'ing. Patteri in un suo intervento nel blog, numerosi ponti di quel tipo vengano realizzati anche da comuni piccolissimi della Sardegna. Tutto quello scibile umano, evidentemente, non è al servizio dei cittadini di Pauliara.
Da cittadino sinceramente non mi impressiono se sento dire che "ogni concessione edilizia ha la relazione geotecnica e geologica". Può darsi che sia così, però queste concessioni sono state rilasciate recentemente in località come "s'acqua 'e Tommasu" che definire a rischio idrogeologico è un eufemismo, trattandosi del letto di un fiume. Evidentemente ci sono mille cavilli e scappatoie che rendono vere tutte le affermazioni. Se me lo consentite, ne parliamo, oltre che nelle esternazioni ufficiali della stampa e degli enti, anche in questo blog o nei siti di Capoterra, così magari sentendo tutte le voci ci facciamo un'idea pià vicina alla realtà e alla verità. I cittadini non possono seguire queste cazzabubbole burocratiche. A Capoterra, complice l'alluvione, hanno mangiato la foglia o, come si dice dalle mie parti "anti scramentau". Non so fino a che punto possano essere disposti a bersi capziosi giri di parole o promesse prive di fatti concreti.
E' vero che questa alluvione è stata la più violenta che memoria d'uomo ricordi ed è vero che è piovuto più che con l'uragano Katrina, così come è vero che mentre in quella sciagura si è mobilitata una intera nazione, per Capoterra nessuno ha mosso un dito. Ma con queste argomentazioni dove vogliamo arrivare? Si vuole per caso dire che un evento del genere è così raro che adesso per qualche secolo possiamo stare tranquilli? Oppure si vuole far intendere che chi gestiva il territorio non poteva prevedere un evento così catastrofico? Sarebbero due gravi errori di valutazione che spero i miei concittadini non faranno.
Diciamola tutta allora. Che senso ha parlare dell'edicola votiva di S. Barbara semidistrutta dall'alluvione e affermare che quel monumento prova che non ci siano state alluvioni così disastrose dal XIII secolo? Il dato mancante è un altro, in questi ultimi 350 anni quante altre volte ci sono state alluvioni di poco inferiori a quella del 22 ottobre? Dimentichiamo che proprio l'edicola votiva, usata come paragone, ha subito alla sua base una ricostruzione nell'800, segno di una alluvione che l'ha parzialmente danneggiata? Ma poi come possiamo dimenticare tutti il 1985, il 1999 e il 2005?
Una novità, che non avevo mai sentito e che riporto senza commentare, dato che poco ne so, è la lettura di ciò che è avvenuto nel 1969 a Capoterra, quando venne realizzato il famoso Piano di Fabbricazione, l'antesignano del PUC, strumento che Capoterra non ha mai avuto. Ovviamente non solo io, ma molti lettori non c'erano a quel tempo e dove ora sorgono Frutti d'Oro 2 e Rio S. Girolamo c'era il fiume con il suo largo letto di pietre e le sue terrazze alluvionali, i frutteti, i campi coltivati e i pascoli.
Sono arrivati all'improvviso i notabili cagliaritani (la nomenclatura) e i reduci dall'età feudale e hanno imposto al consiglio Comunale di Capoterra di realizzare un PDF in cui il 70% del territorio fosse classificato in zona C, quindi abbondantemente edificabile.
Gli agricoltori che componevano il consiglio comunale capoterrese, ha verificato il sindaco, sono rimasti tali e non si sono arricchiti, segno che hanno anch'essi subito una scelta urbanistica che proveniva da più alte sfere del potere.
In questo contesto, e anche in barba alle normative e ai vincoli che dagli anni 80 hanno reso più severa la disciplina urbanistica, sono sorte le lottizzazioni che tutti conosciamo.
Molte altre, e qui il Sindaco ha certamente ragione, erano pronte per essere realizzate (ci sarebbero 19 progetti per 600 ettari) e sono state bloccate da una giunta comunale certamente coraggiosa che ha resistito anche alla ben nota stagione delle bombe. Non dimentico che nel corso di una campagna elettorale di quell'epoca metà anni '90, un partito (che non è quello di Marongiu) propose apertamente di edificare tutti i territori esistenti tra le varie lottizzazioni, creando una Capoterra di ... 100 mila abitanti. E' corretto pertanto affermare che alcune giunte capoterresi, bloccando alcune lottizzazioni, hanno limitato i danni e io mi sento di ringraziare queste persone che hanno anche rischiato di persona.
Di tutt'altro tenore è invece l'affermazione "abbiamo fatto tanto. Oggi se qualcuno viene da fuori non ha l'impressione che ci sia stata l'alluvione". Un vero insulto alla gente che ha subito l'alluvione sulla propria pelle e che ancora deve sopportare disagi pesatissimi. Tutto il corso del S. Girolamo dal monte al mare è un disastro. Ponti crollati, strade disastrate, quartieri isolati, problemi per gli studenti, per gli anziani. Il rischio oggi è molto maggiore e il Piano di Protezione civile è ancora solo un pezzo di carta. Questa è la realtà che la gente conosce bene, nessuna storiella potrà convincerli che tutto è a posto o quasi.
Ovviamente non ci sono solo cose non fatte. L'ho ricordato anche io nel pezzo con il punto della situazione. Anche il Comune ha fatto qualcosa.
Poco importa se davvero il Sindaco, come ha ripetuto almeno quattro volte, si è alzato alle 6.05 e ha incominciato a chiamare tutti. Sono parole. La realtà l'ha ricordata una signora di Rio S. Girolamo poco più tardi: " se è vero che eravate in piedi alle 6 e a Poggio c'era un disastro alle 7, perche non si è fatto qualcosa per limitare i danni più di mezz'ora dopo alla foce?". La risposta si trova proprio nella mancanza di quel benedetto Piano di Protezione civile.
Viene proposta come un grande merito la delibera che vieta l'edificazione nell'area esondata. Resto senza parole quando sento queste cose. Vorrei ben vedere se dovesse comparire un nuovo cantiere in un area colpita dalla peggiore alluvione della storia.
Non capisco la richiesta del Sindaco di collegare i pluviometri in rete per avere i dati in tempo reale. Questo difatti, avviene di già. Il 22 ottobre un allarme è suonato nel centro di protezione civile nazionale a cui quei pluviometri sono collegati. Un allarme che diceva "avete un evento di precipitazione con tempo di ritorno di oltre 1000 anni, verificate per cortesia". Qualcosa si è inceppata a Cagliari, chissà se la magistratura chiarirà.
Adesso il Piano di Protezione civile c'è. Pare anche che sia stato presentato, ma comunque non ancora ai cittadini. Attendiamo con ansia. E non è vero che il piano non c'era l'anno scorso, c'era eccome, solamente non era vidimato. Perbacco.
Un rappresentante di Demos Capoterra racconta poi che in quel piano il punto di raccolta per le migliaia di cittadini scampati al potenziale rischio alluvione sarebbe stato nel campo di calcio di Su Loi che è finito sott'acqua. Alla faccia della sicurezza. Chissà se in quel piano era previsto anche l'arrivo di Noè.
Ai cittadini che lamentano le condizioni disastrose delle strade il Sindaco fa una proposta: sciogliete i condominii e noi ci prendiamo le strade. Baratto, ricatto? Sarebbe bello se i cittadini potessero fare lo stesso ricatto: "dammi servizi efficienti o io non ti pago le tasse". Invece no, vedremo come andrà a finire. Quella del passaggio al comune di alcuni servizi come la viabilità è certamente un'opzione interessante per tutti, anche per Poggio dei Pini che però viene subito esclusa da Marongiu, come per dire che gli altri sono già abbastanza cementificati, voi che avete ancora alberi, prati e addirittura un lago (forse) prima dovete cementificarvi pure voi e solo dopo io mi prendo le strade. Una visione urbanistica che vede l'uomo integrato nel cemento e non nell'ambiente naturale. Complimenti.
Prima di chiudere il suo monologo, Marongiu ne spara una delle sue: "il S. Girolamo non era iscritto nell'elenco dei fiumi". Un fiume abusivo quindi, ma come si permette di scorrere? Lo denunciamo?
Purtroppo anche dal punto di vista burocratico il Sindaco è poco informato e non conosce o fa finta di non conoscere la normativa più recente (15 anni almeno) che non prevede assolutamente un elenco di fiumi da considerare tali, ma determinate caratteristiche idrogeologiche che il S. Girolamo si è pazientemente scavato nella roccia dei monti sulcitani da millenni e certamente se ne frega di essere o meno inserito in un elenco degli anni 90.
All'incontro sono intervenuto anche Marco Espa che ha proposto di utilizzare in fretta i fondi recentemente stanziati dalla regione e di istituire turni di lavoro doppi per accelerare i tempi. L'esempio di Messina dovrebbe mettere in allarme perchè li c'era stato un'avvisaglia due anni prima del disastro di quest'anno. Come dire: mettiamoci al riparo in fretta.
L'assessore Carta ha esordito malissimo dicendo una frase che io, sinceramente, non vorrei sentire più da persone che hanno responsabilità politica: "non era prevedibile".
Mi ha stupito quando ha detto che i sardi hanno un potere contrattuale pari a zero per giustificare il fatto che il governo ha stanziato solo 6 milioni di euro. Mi sono chiesto se fosse un attivista di IRS, indipendentisti sardi, oppure se si trattasse per davvero di un assessore della maggioranza di centro destra al consiglio regionale presieduto da quel Cappellacci che è stato eletto grazie al supporto di Berlusconi. Mah
Comunque Carta finisce bene e promette un incontro mensile con la popolazione per aggiornarci sull'andamento dei lavori. Io non ci credo e voi?
4 commenti:
Vorrei fare una precisazione... condivido tutto il discorso... ma la parte dove ti chiedi se l'assessore fosse un membro di iRS non la capisco... essendo simpatizzante per il movimento indipendentista sardo (pacifista)mi rallegro per il 3% conseguito alle ultime regionali, ma mi rammarico che nessun candidato sia riuscito a prendere posto in aula consiliare... probabilmente la frase "Noi sardi abbiamo potere contrattuale pari a zero", detta da un assessore di una giunta di centrodestra, in questo momento intristisce ancora molto di più, perchè denota la totale sudditanza della regione sarda (a partire dal suo presidente) verso le decisioni del governo attuale... ragione per cui la regione sardegna non ha mai avuto voce in capitolo verso Roma, solo Renato Soru è stato capace di rivendicare i nostri diritti ma i soliti sardi vigliacchi l'hanno subito additato come "Un sardo fuori dal coro"... allegria allora, continuiamo ad essere succubi...
difatti io intendevo proprio quello. la protesta sull'isolamento della nostra regione da parte del governo nazionale avrebbe senso se espressa da un movimento come IRS (che ho usato ad esempio potevo citarne anche altri) che non è certamente legato alle logiche di potere nazionali come invece lo sono i partiti della maggioranza che governa la Regione
Ciao, condivido tutto quello che si è scritto, intanto dico soltanto una cosa, se Capoterra avesse preso ad esempio il metodo di lottizzazione del Poggio probabilmente il territorio tutto ne avrebbe tratto vantaggio, ieri oggi e domani, domani perchè non si sa che fine faranno le aree per ora bloccate giustamente da questa giunta, certo è che il sindaco dovrebbe usare un altro linguaggio e dovrebbe dare lui l'esempio di una nuova collaborazione tra condomini, sruttando questa occasione, per me i condomini che sono piccole isole autonome dovrebbero essere incentivate in quanto valore aggiunto a tutta l'opera di gestione del comune.
Il territorio tutto invece dovrebbe guardare di più all'agricoltura ( magari bio ) al turismo eco - sostenibile ( eco turismo ) e alte attività meno impattanti, questa per me è l'unica strada che davvero bloccherebbe una volta per tutte le speculazioni selvagge che non portano ricchezza per la collettività.
Per sorvolare invece su queste sterili posizioni di campanilismo un pò arcaico dove a volte il comune ci ricade, io penso che ci debba essere una nuova era per tutto il territorio e che il comune invece di fare il muro contro muro dovrebbe credere e agevolare l'opera migliorativa di tante realtà costituite da tante persone, associazioni, cooperative, condomini e quant'altro, l'unico fine e obiettivo rimane quello di voler migliorare la vita e il posto che tutti quanti condividiamo.
Per quanto riguarda Capoterra che ha un nucleo storico di persone e storia che tra le altre cose è ricco di fascino e tradizioni è chiaro che tutti lo dobbiamo rispettare, per rispettarlo lo si deve conoscere, per conoscerlo ci vogliono anni, relazioni, vita e tempo, imporlo invece è sbagliato, a volte così facendo si ottengono soltanto dei risultati all'opposto.
Ciao Giacomo
Ciao stavo rileggendo il tuo articolo interessantissimo e molto veritiero, volevo però fare due considerazioni, la prima è che l'uragano katrina è stata di sicuro un altro evento di altro tipo, con il mare che ha invaso se non ricordo male New Orleans, intanto diciamo subito che in quel caso non sono stati aiutati proprio perchè neri e ininfluenti, un pò come noi sardi un pò neri e molto ininfluenti :), e poi altra cosa, vorrei riprendere ti ricordi il famoso Su Vaionti, ecco vedi il sindaco senza magari volerlo ci ha azzeccato in tutte e due le cose, in quest'ultima dicevano che la diga era franata e invece non era vero ( non conosceva la vera storia ), ma era vero che aveva tracimato per via di una grande frana di acqua terra e fango ( come il Vaiont ), basti vedere quanta terra c'è dentro il lago e calcolare l'energia che è piombata dentro il bacino in circa un ora.
Vedi il Sindaco ci ha azzeccato in tutti e due i casi, Vaiont ( la frana )e Katrina ( neri e ininfluenti ), senza volerlo ma sicuramente una strana coincidenza.
Poi invece chi aveva il compito di eseguire la manutenzione del rio interrato ancora non si sa e penso che non si saprà mai, così come non si saprà chi era che si è fatto una dormita al centro di controllo della protezione civile sarda, sia la notte prima dove qualcuno avrebbe detto alla protezione civile nazionale la famosa frase da presuntuosi incalliti: " ci pensausu nosu " e sia la mattina quando nella sala di controllo regionale non vi era nessuno ( così si mormora ), ma se gli elicotteri in estate si possono sollevare soltanto dopo le 10 del mattino in una regione dove alle 8 ci sono già 30 gradi si capisce bene chi sono le persone che si sono insediate in certi punti di comando e con quali meriti, si capisce bene quale intellighenzia vive dentro gli apparati della regione, ma qui andiamo a parlare di ere geologiche e di mali incurabili se non con una grande manifestazione che chieda almeno che certi responsabili INCAPACI vengano mandati a casa in mala maniera e senza stipendio.
Ciao Giacomo
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