Nonostante questo blog sia intitolato a Poggio dei Pini, è da un pò che non parlo della comunità in cui vivo. I motivi sono molteplici. Innanzitutto l'alluvione ha travolto buona parte del Comune di Capoterra e questo blog ha avuto un ruolo nella diffusione delle informazioni relative a questo evento. Ancor di più ha sostenuto l'attivazione di numerosi "fili" che si sono intrecciati nel post alluvione e alla tessitura dei quali ho talvolta avuto occasione di partecipare in prima persona.
E' stata fatta una pressione nei confronti delle istituzioni che si sono alla fine mosse più di quanto sarebbe avvenuto se tutti quanti si fosse stati zitti e immolbili. Da giugno sono poi impegnato anche nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa e, come ben sanno i poggini, non è un compito facile di questi tempi.
E' stata fatta una pressione nei confronti delle istituzioni che si sono alla fine mosse più di quanto sarebbe avvenuto se tutti quanti si fosse stati zitti e immolbili. Da giugno sono poi impegnato anche nel Consiglio di Amministrazione della Cooperativa e, come ben sanno i poggini, non è un compito facile di questi tempi.
Qualcuno pensava, o forse sperava, che questo blog si sarebbe spento dopo l'attivazione del Portale della Cooperativa. Altri, nel manifestare il proprio apprezzamento, mi hanno addirittura suggerito di farlo diventare Portale della Cooperativa. Mi dispiace deludere gli uni e gli altri. Quella pubblicazione, di cui sono attualmente l'amministratore, rappresenta la voce ufficiale di una importante Società Cooperativa e ambisce ad essere il fulcro telematico per tutta la comunità.
Questo invece è il mio blog personale; un luogo dove posso proporre i miei punti di vista e quelli di altri lettori, trattando soprattutto (ma non solo), argomenti che riguardano il territorio del nostro comune. Non è, quindi un sito istituzionale e se in questi anni il blog ha fornito anche informazioni e documenti ai cittadini è solo perchè i siti delle entità che avrebbero dovuto svolgere questo compito erano inefficienti, quando non del tutto inesistenti. L'alluvione, poi, è stato un evento traumatico che ha trovato impreparati dal punto di vista dell'informazione e il blog, che era già attivo da un anno, si è dimostrato pronto a svolgere questa funzione imprevista. Come qualcuno ricorda c'era gente che voleva buttare giù la diga e questa azione è stata contrastata soprattutto grazie a una corretta informazione che abbiamo dato qui nel blog.
Questo invece è il mio blog personale; un luogo dove posso proporre i miei punti di vista e quelli di altri lettori, trattando soprattutto (ma non solo), argomenti che riguardano il territorio del nostro comune. Non è, quindi un sito istituzionale e se in questi anni il blog ha fornito anche informazioni e documenti ai cittadini è solo perchè i siti delle entità che avrebbero dovuto svolgere questo compito erano inefficienti, quando non del tutto inesistenti. L'alluvione, poi, è stato un evento traumatico che ha trovato impreparati dal punto di vista dell'informazione e il blog, che era già attivo da un anno, si è dimostrato pronto a svolgere questa funzione imprevista. Come qualcuno ricorda c'era gente che voleva buttare giù la diga e questa azione è stata contrastata soprattutto grazie a una corretta informazione che abbiamo dato qui nel blog.
La differenza tra un blog personale e un sito istituzionale semberebbe una ovvietà considerato il format, il nome e il mio faccione di "cittadino qualunque" che sin dal primo giorno campeggia nella parte alta di questo schermo. Eppure devo ribadire questo elementare contetto a qualche "mirror climber" (o se vogliamo "azzeccagarbugli") che forse pretenderebbe l'istituzione di un collegio dei probiviri che dovrei interpellare ogniqualvolta, nel ricevere un messaggio anonimo, fuori tema, calunnioso, o semplicemente provocatore, io debba decidere se sia il caso o meno di pubblicarlo.
Non amo l'ipocrisia e quindi non mi piace chi si nasconde dietro un dito: quasi sempre chi si è scagliato contro il blog lo ha fatto perchè disturbato, direttamente o indirettamente, da una attività che ha messo a disposizione di molti informazioni che si sarebbero volute mantenere riservate. Questo spiega ampiamente il tentativo dell'utilizzo dell'anonimato. Si è anche parlato, impropriamente di privacy per cercare di occultare informazioni che nulla avevano a che vedere con quelle giustamente tutelate dal Dlgs 196. In alcuni casi si è pensato che fosse "inopportuno" parlare di certe cose, perchè non è "signorile". Va molto di moda il termine "caduta di stile". Peccato che chi erge a esperto del bon ton, affibiando bollini di "scarso stile" abbia dei clamorosi deficit di memoria quando si tratta di censurare azioni disdicevoli proprie o dei propri "compagni di cordata".
Ho sempre pensato che, sebbene la discrezione e la moderazione siano valori di un certo rilievo e debbano essere perseguiti, vi siano interessi collettivi prioritari. L'ideale sarebbe raggiungere con discrezione gli obiettivi fondamentali come la partecipazione alle decisioni importanti per la comunità prevista dal nostro Statuto, il buon utilizzo delle risorse societarie evitando gli sprechi, la salvaguardia dell'ambiente naturale e della piacevolezza del luogo che abbiamo ereditato da chi ci ha preceduto, la disponibilità di importanti servizi che invece abbiamo perduto negli ultimi anni.
Se questi obiettivi prioritari venissero trascurati (non si sa poi perchè) allora dobbiamo chiederci se i componenti della comunità dovrebbero, in nome del c.d. "quieto vivere", lasciare andare in malora il posto che hanno scelto per vivere, in nome del politically correct.
Dato che eventualmente lo scempio era grave, molti cittadini non se la sono sentiti di stare ad assistere in silenzio. Il muro di gomma assai poco diplomatica ha quindi alimentato quella che è stata definita con il termine di "frattura" (altra parola chiave) nella nostra comunità. Devo ricordare che quasi sempre quando si pronunciava questo termine si cercava di attribuirne in modo più o meno subdolo la responsabilità a una delle due parti in causa (gli oppositori).
A fine giugno una maggioranza schiacciante di soci ha detto molto chiaramente che chi veniva additato come "creatore di fratture nella comunità" (accusa a mio avviso gravissima) stava invece indicando la strada da seguire per i prossimi tre anni. Mi auguro davvero che questa volontà non venga sovvertita da giochi di potere ed equilibrismi cui non di rado, come cittadini italiani, ci capita di assistere.
Dato che eventualmente lo scempio era grave, molti cittadini non se la sono sentiti di stare ad assistere in silenzio. Il muro di gomma assai poco diplomatica ha quindi alimentato quella che è stata definita con il termine di "frattura" (altra parola chiave) nella nostra comunità. Devo ricordare che quasi sempre quando si pronunciava questo termine si cercava di attribuirne in modo più o meno subdolo la responsabilità a una delle due parti in causa (gli oppositori).
A fine giugno una maggioranza schiacciante di soci ha detto molto chiaramente che chi veniva additato come "creatore di fratture nella comunità" (accusa a mio avviso gravissima) stava invece indicando la strada da seguire per i prossimi tre anni. Mi auguro davvero che questa volontà non venga sovvertita da giochi di potere ed equilibrismi cui non di rado, come cittadini italiani, ci capita di assistere.
Considerati i risultati che sono stati raggiunti e il modo limpido con cui questi sono stati perseguiti, non ritengo accettabile il comportamento di chi, per mero interesse personale, per invidia o per vendetta, cerca di infangare questa attività che, seppur non priva di qualche inevitabile errore, ha invece svolto un ruolo molto positivo per tutta la comunità. Ok, qui sono io che me la suono e me la canto.
Il cittadino che vede il luogo in cui vive deteriorarsi dovrebbe restare in silenzio in nome del politically correct e o della "signorilità poggina"? Non è cosi. Amministrare significa prendersi delle responsabilità. Se io, in qualità di amministratore, dovessi alzare la mano per approvare la cementificazione di entrambe le pinete di Poggio dei Pini, questo non vuole assolutamente dire che dietro questa scelta ci siano chissà quali loschi interessi, ma non si può certamente pretendere che di questa decisione gli interessati (nel nostro caso addirittura proprietari) non siano informati e concordi e che non possano nemmeno contestarla.
Questi temi che qualche anno fa ci siamo posti nella nostra piccola comunità, io trovo che siano di grande attualità anche oggi, addirittura in ambito nazionale.
Come deve essere correttamente gestito il rapporto tra amministratori e cittadini (governo, ammistrazione locale o, se vogliamo, CdA della Cooperativa) in caso di disaccordo?
Come si dovrebbe comportare, secondo voi, un soggetto e come l'altro?
Mi auguro che la nostra piccola comunità trovi presto il modo modo di "suturare" quella ferita e possa magari fornire un esempio anche alle istituzioni di classe superiore che oggi appaiono in grave crisi.
4 commenti:
Caro Giorgio, sottoscrivo tutto quello che hai affermato. Odio il politically correct: è quasi sempre una ipocrisia, o, nella migliore delle ipotesi, un atteggiamento paternalista del potente di turno che, dentro di sé, considera il popolo troppo immaturo o stupido per capire la verità. Io, invece, come te, penso che si debba sempre essere trasparenti e schietti. Consapevoli che la verità non è un oggetto, cha alcuni hanno e altri no, ma è il risultato di un confronto tra posizioni, quasi sempre diverse, spesso opposte. Chi poi, come te e me, hanno temporaneamente avuto il mandato di amministrare, hanno più responsabilità degli altri: SONO TENUTI A PERSEGUIRE LA VERITA' ATTRAVERSO IL CONFRONTO. Perciò, sono convinto che le decisioni più importanti devono essere sempre comunicate, anche preventivamente, agli elettori: non perché gli elettori decidano nel merito (altrimenti a cosa servirebbero degli amministratori?) ma perché molto spesso forniscono agli amministratori elementi utili a decidere con equilibrio. Inoltre, coinvolgere prima delle decisioni finali consente di condividere la responsabilità di una scelta (cosa non da poco!). Ciò non toglie che la resposabilità di un amministratore sia anche quella di assumersi la responsabilità di fare scelte anche impopolari, se ritiene in coscienza che esse perseguano il bene collettivo. Quando lo fa, però, l'amministratore deve essere ancora più trasparente, spiegare le sue ragioni, rimettersi al più presto al giudizio dei suoi elettori. Luoghi di democrazia come il tuo blog contribuiscono al cofronto democratico, anche tra elettori e amministratori, e quindi contribuiscono a "costruire" la verità. E siccome la verità è quasi sempre complessa, difficile da comprendere e da accettare, quasi mai può essere detta e spiegata in modo politically correct. Il rispetto reciproco, quello vero, non si attua rivolgendosi tante belle parole, ma dicendosi in faccia, in buona fede, quello che pensiamo, quello che sappiamo, quello che riteniamo giusto per il bene di tutti. Altrimenti tutto (anche certi interventi di questo blog) si riducono a messaggi cifrati, tipici delle mafie, che hanno il solo fine di minacciare, ricattare, gettare fango. Chi lo fa dimostra la sua natura e i suoi fini. Grazie per quello che fai, e lunga vita al tuo Blog!
Ciao, scusa Giorgio, condivido quello che dici, ma se c'è qualcuno che non capisce che ormai al Poggio è cambiata la musica e che un gruppo di giovani è al governo di questo posto , sono gli ultimi colpi di coda di chi non capisce neanche questo, non facciamone un dramma, mi dispiace semmai che alcuni altri pseudo giovani abbiano il bisogno di qualche padrino padrone e dire di si o di no a comando e per soli fini politici, ci vuole libertà e persone libere per cercare sempre il meglio delle cose, in ogni caso il tempo dirà qual'è la verità e dirà cosa è stato buono e nn buono.
Segue....
scusa Giacomo non posso pubblicare i tuoi commenti che rigurdano il tema dello studio Hydrodata.
Ti invito ad inviarmi un pezzo, possibilmente con un ragionamento organico in modo da potere aprire un altro argomento.
ciao,a me sembra che appunto la parola organico ci calzi a pennello, tipo compost o peggio, questo studio ha delle basi di partenza sbagliate che hanno come obiettivo quello di costruire ponti, demolire dighe, costruire argini e in alcuni casi peggiorare la situazione ( vedi bypass ) , fermo restando che stiamo parlando di un fiume dove non è mai stata fatta la manutenzione ne ordinaria ne straordinaria, ma soltanto opere che hanno reso più critiche le sue condizioni ( foci ).
E' inutile accordarsi con chi vuole fare tutto ciò, tipo tu dai una cosa a me e io do una cosa a te, l'unica cosa giusta è quella di contrastare alla base questo studio che evidentemente e a detta di moltissimi non è stato fatto per agire concretamente sul fiume per metterlo in sicurezza, ma molto probabilmente per elargire onorari a persone non ancora note, della serie è meglio costruire ponti che spostare pietre.
Il pezzo completo lo preparo per dopo le feste.
ciao Giacomo
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