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lunedì 8 febbraio 2010

La fazione

Anche se tutti concordiamo sul valore dell'unità, le fazioni hanno segnato la storia dell'umanità. Ancora oggi citiamo spesso i Guelfi e i Ghibellini e, comunque, la storia è costellata di divisioni e di lotte tra fazioni, talvolta create da contrasti familiari, etnici, politici o sportivi. Evidentemente l'eventualità di assistere a questo genere di diatribe dobbiamo considerarla, purtroppo, come facente parte della natura umana.

Talvolta però si rischia di perdere il senso dell'equilibrio e della ragionevolezza, ed è in queste occasioni che di solito la gente di tutte le epoche e nazioni si getta la zappa sui piedi, creando momenti di distruzione. Nel piccolo mondo di Poggio dei Pini fortunatamente le guerre si combattono a parole, quasi mai scritte, più spesso sussurrate. I danni e i rischi sono comunque elevati.

Nell'ultimo periodo avevamo registrato tensioni alimentate da varie dicerie, più o meno calunniose. Gli ultimi due articoli del blog cercavano di fotografare proprio questa situazione. Era poi circolata una lettera firmata da un gruppo di soci. Sabato 6 febbraio si è tenuto un incontro informativo dei residenti con il Consiglio di amministrazione e alcune cose, prima fumose, sono subito apparse chiare. Quelle voci, come da me ampiamente anticipato, non rappresentavano esigenze e sentimenti reali e spontanei, ma facevano parte di una strategia di attacco politico avente come obiettivo il nuovo consiglio di amministrazione. La situazione è apparsa chiara sin dal momento in cui la sala si è riempita. Un gruppo di persone ha occupato una parte della sala e, da quel momento, ha espresso assenso o dissenso all'unisono. Non c'è assolutamente nulla di male ne di proibito, ma è il classico esempio di fazione. Anche allo stadio funziona così.

Osservando questi miei concittadini ho constatato che nessuno di loro ha mai partecipato alle nuove iniziative di questo autunno, come ad e esempio il mercatino o il ripristino della pista ciclabile distrutta dall'alluvione. Ovviamente nessuno, per quanto munitissimo di computer e internet, è iscritto al Portale della Cooperativa. Evidentemente l'attività di diffusione porta a porta di lettere contenenti informazioni fasulle occupa molte energie.

Il resto della sala era occupato dai soci che in ordine sparso e disordinato, si sono presentati all'incontro organizzato dagli amministratori per informarsi e capire, soprattutto le motivazioni di questo aumento delle quote. Un'altra cosa è apparsa evidente: a Poggio non esistono due fazioni. Ne esiste una sola.

Non mi dilungherò su tutti gli argomenti discussi in quell'incontro, sono stati trattati ampiamente negli articoli precedenti e trovano forse il loro spazio ideale nel forum del Portale della Cooperativa. Pensate che si parla ancora della strada 7, con tutti i problemi che ci sono a Poggio!
Mi interessa di più l'aspetto sociale, cercare di capire le dinamiche del comportamento umano. Capire dove stiamo andando.

Non vorrei essere frainteso. Riunirsi in "fazione" non è un qualcosa di negativo in se è per se. A volte ci si raggruppa per raggiungere obiettivi molto positivi, quando non addirittura eroici. Che dire delle brigate partigiane o dei rivoluzionari francesi che presero la Bastiglia dando vita alla Rivoluzione francese.
Senza allontanarci molto nel tempo e nel luogo, due anni fa a Poggio sorse un movimento spontaneo che si oppose duramente alla costruzione di case nelle pinete e al mancato coinvolgimento dei residenti in una iniziativa urbanistica che avrebbe dovuto mutare profondamente l'assetto di questo territorio. Anche quel movimento era stato definito "fazione" e, in qualche modo, considerato l'atteggiamento di chiusura al dialogo della controparte, la sua azione dovette essere per forza non priva di una qualche asprezza. Quel movimento portò centinaia di persone alle assemblee e riuscì ad esprimere, in una votazione dalla affluenza mai registrata, una maggioranza altissima delle preferenze per una delle due liste di candidati.
Da quel momento il "movimento" di opposizione cessò di essere tale e divenne "governo". Gli obiettivi cambiarono istantaneamente. Il cambiamento, prima richiesto, adesso deve essere realizzato. Considerata la situazione del Poggio qualcuno ha chiamato questo progetto "rinascita di Poggio dei Pini".
Questa rinascita potrà avvenire difficilmente in una comunità rissosa e divisa, senza la partecipazione di molti. Non so quanto questo sia utile a chi si oppone per ragioni personali. Di certo ostacolare questo processo è un danno per tutti gli altri.

Gli appelli all'unità sono stati molteplici. Non pochi soci si aspettavano che questi nuovi amministratori si mettessero a scavare nelle gestioni amministrative del passato alla ricerca di eventuali "cadaveri nell'armadio", collegati a certi sprechi ed errori che indubbiamente si sono verificati. Ciò non è avvenuto. Il desiderio di operarsi per rinsaldare le fratture esistenti nella società poggina e i gravi problemi del presente hanno suggerito di evitare di soffiare sul fuoco di storie tanto poco chiare quanto foriere di polemiche a conflitti. Evidentemente non è servito perchè dall'altra parte l'ascia di guerra non è mai stata sotterrata; anzi, la sconfitta elettorale ha probabilmente alimentato in qualcuno sentimenti di vendetta ben poco cristiani.
Dovremmo quindi chiederci, quali sono gli obiettivi e le finalità di questa fazione? Questo Consiglio di Amministrazione che è in sella da luglio sta commettendo gravi errori o, ancora peggio, qualcosa di poco corretto?
L'opposizione è sacrosanta, il controllo sull'operato di chi amministra idem, ma anche l'opposizione deve rendere conto agli altri residenti per far capire a tutti gli interessati (i soci e i residenti) se si tratti di un sano tentativo di correggere ciò che non va oppure se invece sia una mera azione di ostacolo e ostruzionismo, ben lontana dall'interesse collettivo. Non è una questione di poco conto, perchè chi vive qui è bene che comprenda ciò che accade nella sua comunità.
Quali sono le richieste o le critiche che vengono mosse al CdA?
Incominciamo dalle incoerenze. Come di fa a chiedere con enfasi "cediamo le opere di urbanizzazione al Comune"? La cessione di strade & C. è stato uno dei cavalli di battaglia dei nuovi amministratori. Con che faccia tosta, adesso, chi ha evitato di raggiungere questo obiettivo quando era il momento di farlo, mette a recriminare adesso? Certo, è vero che questa spesa che da molti anni pesa inutilmente sui soci della Cooperativa rende la gestione della stessa molto difficile, perche non si possono avere le spese di un comune senza averne le risorse economiche.

Qualcuno si è lamentato del fatto che l'incontro del 5 gennaio sia stato organizzato con scarso preavviso e scarsa comunicazione. E' vero, qualcosa è andato storto nell'organizzazione di quell'incontro anche perchè si era in perdiodo festivo. Diciamo però anche che molti soci, non aderendo all'invio degli avvisi via email, non aiutano di certo la Cooperativa e diciamo anche che il CdA ha istituito questi incontri con cadenza bimestrale mentre in precedenza gli incontri erano limitati a ben poche assemblee, talvolta una volta all'anno.

Ci sono poi quelli che qualcun ha correttamente definito i "lamenti greci". I residenti di Pauliara vengono dipinti come un popolo di dannati che si appresta quotidianamente ad attraversare l'Acheronte e perdipiù questa questione viene posta con toni da "j'accuse" come se l'alluvione e la costruzione del ponte possano in qualche modo dipendere dala Cooperativa.

L'aumento della quota sociale è certamente sensibile, ed è vero che esistono alcune persone che lo sentiranno particolarmente. Non è però un dramma per nessuno e rappresenta comunque un aumento sopportabile, considerato quello che è successo e la mancanza di risorse provenienti dai beni patrrimoniali del passato. E parso chiaro a tutti che il disappunto sia stato strumentalizzato è amplificato ad arte. Questo atteggiamento è stato smascherato da qualcuno che è intervenuto parlando espressamente di "pretesti".

Se proprio vogliamo parlare di soldi, vi ricordate la famosa "consulenza legale" che di cui si tentava impedire la conoscenza ai soci due anni fa? Beh, l'aumento delle quote sociali per 900 soci è ampiamente inferiore a quello che sarebbe stato speso per un solo consulente.

E' stato poi nuovamente sollevata la questione, ampiamente dibattuta, della strada 7. Di fronte a contestazioni, ricorsi bocciati dal TAR e a una ordinanza comunale di demolizione, qualcuno proponeva nuove azioni legali aventi una possibilità di successo assai scarsa, ma costi certamente consistenti. Peraltro in una situazione in cui la Cooperativa aveva già abbondantemente difeso i pur sacrosanti diritti di un socio e in presenza di nuovi progetti che, nell'arco di un tempo ragionevole, avrebbero ripristinato l'asfalto, con regolare autorizzazione stavolta.
Insomma da un lato si piange miseria per i 12 euro mensili e dall'altra si sollecitano costose e complicate azioni legali. Che senso ha?

Si è poi cercato di creare confusione nell'analisi della situazione finanziaria. Mentre il relatore cercava di utilizzare termini comprensibili a tutti, gli esperti (veri) storcevano il naso e gli esperti (falsi) confondevano ancora di più la comprensione dei non addetti ai lavori. I tecnici, si sa, a volte non sono facilmente comprensibili nemmeno quando si sforzano di esserlo. Io, che tecnico dei bilanci non sono, non riuscivo a capire dove si volesse parare parlando di gestione patrimoniale, ordinaria e straordinaria. Fortunatamente è intervenuto qualcuno che, con poche parole, ha spiegato che prima si vendevano due lotti ogni anno per "coprire" le maggiori spese di gestione. Adesso che i lotti non ci sono e che forse non è sarebbe nemmeno giusto utilizzare in questo modo, bisogna trovare altre risorse, soprattutto risparmi e aumenti delle entrate, cioè quote. Detto così è più semplice.

Le illazioni contenute in una lettera si sono rivelate del tutto false e alcuni dei firmatari, comprendendo di essere stati male informati, hanno ritirato la loro adesione. Considerata la pochezza delle accuse e la palese organizzazione da "cricchetta dei delusi in cerca di vendetta" si sono rivelate, a mio avviso, un boomerang. Molti presenti, qualora non l'avessero chiaro dall'inizio, hanno capito quale maldestro tentativo si stesse realizzando e chi ne fosse l'autore.

Non so, ma spero, che abbiano anche capito quali sono i rischi che può causare questo modo di agire. Avevo al mio fianco in sala uno dei giovani del Grusap, con cui ogni tanto parlavo dei nuovi progetti dell'associazione. Abbiamo convenuto che il veleno non favorisce la vita sociale e la voglia di incontrarsi e di operare insieme. Non è un gioco di simpatie e antipatie. Chi semina veleno e falsità causa un danno che incide sui tanti aspetti della vita comunitaria, non solo sulle tasche. Il mio invito, a chi è rimasto coinvolto inconsapevolmente in questa spirale di conflittualità, è di dissociarsi da quei pochi elementi che evidentemente trainano la carretta del veleno. A tutti gli altri invece chiedo di fare attenzione e contribuire (a volte basta poco) a far prevalere l'armonia e la ragione. Ne va del bene di tutti.

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