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lunedì 14 giugno 2010

Soffocati dalla burocrazia

Il 22 ottobre 2008 è stato dimenticato?
Lo stato di emergenza, che era stato in un primo momento emanato sino a dicembre 2009 è stato poi prorogato di altri 12 mesi ed è quindi ancora in vigore. Però mancano soli sei mesi alla sua conclusione. Dove sono i cantieri? In un anno e mezzo, passato il periodo dedicato al ripristino sommario dei servizi essenziali, non è stato fatto praticamente nulla per dare un assetto definitivo e sicuro al territorio devastato dalla più disastrosa alluvione degli ultimi 500 anni. in 18 mesi è stato realizzato solo uno studio (Hydrodata) che peraltro risolverebbe (se attuato) solo una parte dei problemi del territorio e in alcuni casi, come ad esempio nella zona del lago di Poggio, rappresenta esso stesso un nuovo incubo a causa dello scempio che provocherebbe.
Ma se ci sono voluti 18 mesi per realizzare un progetto di massima, vi immaginate quanti anni ci vorranno prima di vedere quegli argini, quelle barriere, quagli sghiaiamenti, quei ponti realizzati? A Villagrande Strisaili ci hanno messo 5 anni. Nelle frazioni di Capoterra, da sempre emarginate anche dal proprio comune-madre (matrigna), perche dovrebbe andare meglio?
Ancora più clamorosa la storia del Ponte di Pauliara. I soldi sono stati stanziati subito, nel novembre 2008. Il cantiere non è ancora aperto e pertanto, a meno che non arrivi Superman, scordiamoci che questo ponte sia pronto per la fine dell'anno, come ampiamente preannunciato.

L'assessore ai lavori pubblici Angelo Carta è l'unico rappresentante delle istituzioni che si è fatto vivo. Ha presentato alla popolazione, in varie sedi, il Piano Hydrodata nella prima e nella seconda versione. Ho già avuto modo di sottolineare la positività di questa iniziativa. Siamo, d'altronde, il paese fanalino di coda nella trasparenza della pubblica amministrazione, siamo il paese in cui un porto canale è stato realizzato in 20 anni e messo in pista quando erano ormai cambiate le condizioni del mercato, siamo il paese in cui dopo 10 anni di tira e molla per decidere il tracciato della nuova SS 195 cercando di tutelare gli interessi di "personaggi" sui cui terreni doveva passare la nuova arteria, i lavori sono stati appaltati da oltre 1 anno e i cantieri non partono. Sembra che la regione stia già pagando una penale alla ditta appaltatrice a causa di questi ritardi di cui nessuno sa spiegare il perchè. Stranamente nessun giornalista isolano scrive una riga su questo argomento. Non se ne occupa nè il prono quotidiano cagliaritano, ma neppure il finto rivoluzionario quotidiano sassarese del gruppo L'Espresso. Diciamo che da quelle parti sono rivoluzionari con qualche amnesia.
Nel frattempo la gente continua a fare la coda dietro alle autobotti cariche di idrocarburi e il turismo della "Costa del Sud" certamente non viene favorito dalla mancanza di una arteria così importante, da realizzare perdipiù in terreni pianeggianti. Insomma, molto più facile della nuova SS 125 per Villasimius. Da queste parti non bisognava attraversare le montagne, ma semmai dribblare i terreni dei potenti.
Insomma in un paese come questo è logico aspettarsi che i lavori della messa in sicurezza del Rio S. Gerolamo vengano realizzati bene, velocemente e senza sprechi? Temo che sia una domanda retorica. La risposta datevela da soli.

Certo, però, quanto ti tocca personalmente, quando è la tua casa che ha avuto 2 metri d'acqua, quando è la tua macchina che deve attraversare un guado da terzo mondo, quando è la tua famiglia che ha rischiato la vita, tutta questa burocrazia mista ai giochi politici che ci sono dietro tutti i lavori pubblici, fa incazzare ancora di più.
Ma, in realtà, cosa sta succedendo? Cosa c'è dietro questi ritardi?
In una parola sola, c'è la burocrazia che attanaglia e stritola l'intero paese. Niente di "speciale", nessuno scandalo particolare. Solo pura e semplice burocrazia italiana.
Diciamo però qualcosina in più, anche se come cittadini siamo abituati ad esser presi in giro e soffriamo ormai di una chiara "sindrome di Stoccolma", tanto da ringraziare i politici quando ci danno quello che ci spetta, tanto da votare alle elezioni chi, nell'ipotesi migliore, ha usato male i soldi "emunti" dalle buste paga e dalle altre tasse. E noi li votiamo lo stesso.

L'Assessore Carta aveva pubblicamente annunciato che nel mese di giugno sarebbero iniziati i lavori conseguenti al Piano Hydrodata (vedi post Hydrodata atto secondo). Quelli, per intenderci, per i quali sono stati già stanziati 35 MLN di euro lordi. Non so perchè l'assessore si sia sbilanciato in modo così azzardato. Avevo difatti scritto che non credevo in quella previsione. Certe boutade sarebbe meglio non farle se non si è veramente sicuri di poterle realizzare, anche se personaggi ben più famosi utilizzano con successo il sistema delle promesse non mantenute anche perchè tanto adesso controllano anche giornalisti sempre più smemorati.
Per ora i blog non sono sotto controllo, ma chissà ancora per quanto.
Sono comunque certo che l'assessore sarà in grado di spiegare il motivo dei ritardi e molto probabilmente non dipendono da lui ma da qualche rotella che si è incastrata.

C'è poi la questione Commissario ed emergenza. Come ho già ricordato siamo in stato si emergenza, e le opere potrebbero seguire in iter agevolato.
In realtà questo non sta avvenendo. I progetti sono finiti dritti dritti nella pastoia della burocrazia regionale e stanno quindi per subire tutti quei rallentamenti, quegli intrecci tra le competenze di molteplici enti ed agenzie, che faranno lievitare i tempi e probabilmente anche i costi. Il Commissario potrebbe intervenire e sbloccare, accelerare, rimuovere ostacoli. Semplicemente neanche questo sta avvenendo. Il Commissario per l'emergenza è il Presidente della Regione o Governatore che dir si voglia Ugo Cappellacci. E' certamente una persona molto impegnata, forse troppo per potersi preoccupare anche di uno dei disastri naturali più gravi nella storia sarda di sempre. Potrebbe almeno nominare un suo rappresentante. Invece niente.

A proposito di ostacoli, sembra che una delle difficoltà maggiori sia rappresentata dalla presenza di un pesante vincolo che è stato posto sul territorio capoterrese, relativamente a siti inquinati di interesse comunitario, o qualcosa del genere. Il fatto che Capoterra si trovi tra de poli industriali ha fatto si che qualche disegnatore un pò mandrone, abbia tracciato un unico areale che comprende la zona industriale di Sarroch, quella di Macchiareddu e tutto il territorio che si trova in mezzo. Per noi che conosciamo la zona appare evidente che l'incidenza di quei due siti industriali non solo sull'aria, ma addirittura sul sottosuolo di zone che sono distanti 15 km è una assurdità, però l'applicazione di questi vincoli fa si che per ogni opera debbano essere eseguiti un numero interminabile di analisi, sondaggi, carotaggi, relazioni. I singoli responsabili degli uffici regionali sono cresciuti nella burocrazia e comunque non possono interpretare le regole che gli sono state imposte dalla normativa vigente. Tantomeno possono non rispettarle perchè in questo modo commetterebbero un reato. In questa pastoia si è arenato il Ponte di Pauliara e, se nessuno interviene, finiranno, come in un buco nero, tutti gli altri interventi. Cappellacci potrebbe fare qualcosa, ma non si muove, sarà allora forse il caso che i cittadini diano una sveglia e che magari il Sindaco Marongiu, che si è nel frattempo liberato dall'impegno delle elezioni provinciali, possa andare a fare la voce grossa in qualche ufficio regionale. Oppure dobbiamo fare noi?

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