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domenica 4 luglio 2010

Il futuro urbanistico di Poggio dei Pini - la nuova Variante

In questi giorni a Poggio si parla molto della nuova variante predisposta dal CdA, o meglio della nuova proposta che dovrà definire il futuro urbanistico di questa località. L'11 luglio si terrà un referendum consultivo previsto, anzi richiesto, dallo statuto della Cooperativa nei casi di decisioni importanti per il futuro della comunità. Questa certamente lo è. Non ci sarà difatti un'altra variante dopo di questa.


Entro l'anno il Comune di Capoterra varerà il PUC e da quel momento in poi le scelte di oggi saranno blindate per i decenni successivi. Il fatto che il referendum sia consultivo significa due cose: sarà effettuato PRIMA di prendere una decisione, perche altrimenti che consultazione sarebbe? Pensate a un dialogo come questo ...

F. - Scusa Antonio, vorrei consultarmi con te: che ne dici se andiamo a mangiare una pizza alla Terrazza domani?
A. - Grazie Francesco, accetto volentieri.
F. - Ti ringrazio per la tua risposta Antonio, però sono spiacente, avevo già deciso di andare allo Jabalì con Mariella.

Il Consiglio di Amministrazione non è tenuto deliberare nel senso indicato dal referendum. Potrebbe anche fare l'esatto contrario. E' già successo con la questione delle
antenne.

Si potrebbe pensare che non sarebbe opportuno ignorare il parere dei soci, in particolar modo se l'esito di un referendum fosse netto. E' questo, a mio aviso il comportamento corretto. Un referendum che fornisce una indicazione netta, anche se consultivo, dovrebbe essere considerato alla stregua di una decisione popolare. E' una questone di rispetto nei confronti dei soci, anche se è il Consiglio di Amministrazione l'organo che ha la responsabilità delle azioni svolte dalla Cooperativa.
Il quesito referendario di quest'anno propone ai soci due soluzioni differenti, definite rispettivamente micro e macro. In realtà si tratta di definizioni un pò ambigue perchè la differenza tra le due opzioni non è molto rilevante, tutt'altro. Stiamo parlando di 21 lotti di differenza, corrispondenti a 2 milioni di euro. Se pensiamo che il totale dei lotti della opzione macro è di 148, capiamo che la differenza tra le due soluzioni è del 15%, un pò pochino per essere considerata una vera alternativa.

Un socio potrebbe ( e dovrebbe) chiedersi: ma a che cosa servono questi soldi? Ogni variante ha sempre cercato di dare una risposta a questa domanda. Nel 1997 la risposta era complessa e completa, infatti quella variante prendeva atto dell'impossibilità di costruire sulla montagna e conteneva anche una definizione per le aree servizi. Insomma concludeva la lottizzazione.
La Variante del 2007, invece, conteneva solo lotti, più di quelli già previsti nel 1997 e niente servizi, niente investimenti, niente rendite per il futuro.
Qualcuno afferma che la variante di quest'anno sia identica a quella di 3 anni fa. Facciamo finta di non sapere che questa critica provenga da quelle persone, sempre le stesse, che remano contro qualsiasi decisione del nuovo Consiglio di Amministrazione e cerchiamo di capire se hanno ragione. Cerchiamoli questi elementi di ugualianza.Il numero dei lotti nel 2008 era 189. Solo dopo una vera e propria sommossa popolare, cui io sono orgoglioso di avere partecipato, sono stati eliminati i lotti delle pinete e in altre aree di pregio. Mi viene da sorridere quando sento qualcuno di coloro che aveva approvato la "cementificazione delle pinete" (volenti nolenti le case nella pineta sarebbero state costruite con questo materiale e non con il marzapane), affermare oggi che la variante del 2007 conteneva "solo" 155 lotti. Non c'è limite alla faccia tosta. I lotti divennero 155 solo dopo che centinaia di soci, i cosiddetti "facinorosi", manifestarono il loro dissenso in modo talvolta anche molto acceso, ma la variante 2007 ne conteneva 189 e tanti sono, pinete comprese, quelli che giaccono in Regione. Oggi comunque, nelle due proposte i lotti sono ulteriormente diminuiti: 127 nell'opzione "micro" e 148 nell'opzione macro. In pratica i soci l'11 potranno (opzione macro) confermare un intervento che quantitativamente non si discosta molto dall'ultima variante dopo l'eliminazione dei lotti delle pinete, oppure potrebbero richiedere un'ulteriore riduzione (opzione micro).


Ma non è solo una questione di quantità. Certamente sono stati corretti una serie di interventi che non tenevano conto delle problematiche idrogeologiche. Qualcuno potrebbe dire: l'alluvione del 2008 non si poteva prevedere. Giusto. Però non è che l'idrogeologia sia nata nel 2008. Esisteva da molto prima, con tutto il suo bagaglio di conoscenze e di vincoli ignorati. E' proprio l'averla trascurata che ha causato tanti danni il 22 ottobre 2008. A Poggio qualche errorino stato fatto nel 1970 e stava per essere ripetuto nel 2007, un pò meno giustificabile considerando il cambiare dei tempi e delle normative. Comunque nella nuova variante sono stati certamente eliminati quel lotti che, se realizzati, sarebbero stati spazzati via dall'alluvione, tanto per essere chiari.
Se dal punto di vista urbanistico e geologico esistono queste nette differenze. I punti deboli della variante 2007 erano costituiti soprattutto dall'impatto ambientale e dalla comunicazione. Inutile sottolineare che nella nuova variante non ci sono lotti nelle Pinete.
Per quanto riguarda la comunicazione, ricordiamo bene che i soci appresero di questo importante intervento solo dall'Unione Sarda. Nessuna informazione, nessun coinvolgimento, nessun referendum.
Quest'anno sono state indette riunioni, 350 soci hanno ricevuto una corposissima documentazione per email, gli altri per posta, nel Portale web è presente, oltre alla documentazione, anche un forum nel quale possono esprimere opinioni, critiche, proposte.
Tutto questo sarebbe davvero "identico" a un foglietto striminzito contenente alcune frasi sibilline in politichese?
A mio avviso, comunque, la più grande differenza è insita nella mancanza di prospettiva della variante del 2007. Fare case, ma non servizi, fare cassa quindi e per cosa? Per ricostruire tutte le infrastrutture. Niente per lo sport, nessun nuovo servizio e nessuna nuova fonte di reddito.
Ora anche un bambino, leggendo queste righe capirebbe che questi due interventi sono diversi come il giorno e la notte e io non mi sarei nemmeno permesso di tediarvi ribadendo concetti che, in fin dei conti, forse sapevate già. Si da il caso che il nuovo slogan del Boycott Group di Poggio sia proprio questo "le Varianti sono uguali, identiche".
Un'altra grande differenza è la presenza, nella nuova Variante, della definizione di aree servizi che potranno essere utilizzate per realizzare principalmente due tipologie di interventi: strutture sociali che migliorino la qualità della vita dei residenti, oppure strutture che creino un reddito. Anche se la relazione di Giuseppe Monni si spinge a ipotizzare una serie di servizi realizzabili (case per anziani, ampliamento centro commerciale, hotel, centro conferenze) in realtà se, cosa e quando realizzare sarà deciso di volta in volta dalle future amministrazioni. Oggi si deciderà di destinare alcune aree, chiaramente perimetrate, a servizi. E' chiaro che nelle presenza di servizi che producono reddito è insito l'obiettivo di generare entrate che possano, in futuro, consentire alla Cooperativa di fornire servizi ai soci, mantenere le strutture esistenti etc. Come sappiamo non esisteranno, dopo, altri lotti.

Torniamo ai numeri. Perche bisogna fare almeno 125 lotti e non meno o addirittura zero? Perche non si può smettere di costruire? Ricordo che qualche anno fa un personaggio certamente super partes, il noto architetto Renzo Piano, osservando il panorama dal punto di vedetta del M. Pauliara, restando ammirato dalla bellezza di Poggio dei Pini disse: "è molto bella, ma non costruite più". Si è già detto anni fa, proprio su questo blog, che costruire significa comunque ridurre il valore delle case già esistenti e mettere a rischio la qualità della vita, aumentando la pressione antropica, l'uso di strade, fogne, acquedotto etc.
Stiamo parlando di interessi che esistono, sono gli interessi di chi vive già qui. Che senso avrebbe un intervento se non considerasse prioritari gli interessi dei residenti? Deve essere quello il vero faro che ispira la decisioni di questi giorni. Non quindi il "difendere le cubature del 1970", non il mantenere in vita la Cooperativa per forza, men che meno avere risorse per gestire appalti, assegnare consulenze ai propri amici, distribuire prebende, godere della posizione di potere che viene offerta dalla possibilità di gestire dei quattrini. E' questo il grosso rischio.
Se Poggio fosse stata ben amministrata negli ultimi 20 anni, oggi avremmo chiuso la partita con il comune che ci vede ancora debitori, avremmo risparmiato moltissimi soldi che abbiamo dovito spendere per manutenzioni di infrastrutture che non ci competevano. In seguito all'alluvione avremmo avuto risorse per fronteggiare i tanti problemi, ad essa legati volendo potremmo anche decidere, sempre oggi, di non costruire piu' nulla oppure di fare solo le areee A2 A3 come chiede qualcuno. Avremmo realizzato parte dei servizi mancanti.
Così, purtroppo, non è stato. Quelle risorse sono state in parte sperperate. Nel valutare l'opzione minima, l'attuale CdA ha quindi ritenuto che, pur volendo andare incontro alle richieste di chi vuole ridurre al minimo l'uso di nuovo territorio, non si potesse non realizzare alcune cose e cioè: chudere la partita con il comune, realizzare una rete idrica duale che consenta di utilizzare l'acqua di Abbanoa solo per l'uso potabile e ripristinare i pozzi per l'uso irriguo (giardini), sistemare la zona sportiva e alcuni punti che sono stati semidistrutti dall'alluvione e presentano dei rischi in caso di un nuovo evento calamitoso.
Probablmente si poteva limare qualcosa e fare scendere l'opzione micro di una ventina di lotti. Io avrei gradito che una opzione di questo tipo fosse presente nel referendum anche se non è detto che l'avrei scelta. Pur essendo io stesso un amministratore sono ancora indeciso su quale scelta effettuare. Adesso vi spiego perche.

Perche molti residenti sono contrari a nuove costruzioni? Negli anni '90 e 2000 nelle casse della Coop sono entrati molti soldi tramite i lotti. Un intero quartiere è stato lottizzato e venduto a prezzi di mercato molto alti. Dove sono finiti quei soldi?
Il bilancio della Coop, mi dicono, è sempre stato in pareggio. Quindi, dato che in quegli anni non è stata realizzata nessuna opera significativa, vuol dire che ogni anno, due o tre lotti se ne andavano per bilanciare spese di vario tipo. Utili? Inutili? Rispondetevi da soli.
E' chiaro che i soci, oggi, anche quelli sensibili solo al proprio interesse personale, hanno capito che a stare troppo zitti alla fine ci rimettono di tasca propria: passeggiate tra le case anzichè in pineta, aumento della quota sociale, i figli che non possono fare sport, verde non curato, addiruttura minore sicurezza. In queste condizioni, giustamente, nessuno sarebbe disposto a rinunciare a un pezzo di territorio per alimentare questi sprechi. Ecco quindi che sale, nella lista delle condizioni che orienteranno la mia scelta, la risposta che darò a questa domanda: "Sapranno le amministrazioni future amministrare bene queste risorse, oppure anche loro le sprecheranno?". E' molto difficile darsi una risposta, è una scommessa. la chiave pero' sta proprio nei soci, sono certo che se continueranno trasparenza e partecipazione ci saranno meno "errori" e quindi sarei fiducioso del fatto che i denari vengano spesi bene. A questa condizione, varrebbe la pena poterne disporre. Dipende da noi.

11 commenti:

silvio ceccarelli ha detto...

Caro Giorgio, è sempre bello leggere le tue relazioni, dove traspare un moderato entisiasmo per le scelte in dibattito, senza far mancare, neppure tanto velate, critiche e dubbi sui passati e possibili futuri gestori di queste scelte.

Vorrei ora chiederti perchè non si parla mai di un piano "B". Non mi dirai che non è stato preso in considerazione. La Coop. P.d.P. è un'impresa e gli amministratori pro tempore sono a tutti gli effetti degli impresari. Chi fa impresa deve prevedere una opzione "B" nel caso l'opzione "A" si incagli loro malgrado.

Domenica sera ho cercato di fare un intervento che poi era una domanda. Tu te ne eri già andato, come peraltro quasi tutti, eravamo rimasti in pochi intimi, testardi e coraggiosi. La domanda era appunto."dato che il piano si basa principalmente sulla possibilità di edificare su terreni di proprietà del Comune, in quanto da noi ceduti in ottemperanza alla convenzione del 1970, e non possiamo essere certi l'Ente ci retroceda quei terreni. Si è pensato a soluzioni alternative?"
Naturalmente sono stato subito zittito, precisamente da Guido Montali, che sostiene che c'è un accordo politico in corso e possiamo ritenere di avere già in mano i terreni e pronta la nuova convenzione col Comune di Capoterra.

Io però voglio fare l'avvocato del diavolo. Se questo accordo politico saltasse? Se la Regione o qualche altro Ente si mettessero di traverso? Se qualche soggetto, all'interno della Cooperativa od anche all'esterno, si ritenesse danneggiato da queste scelte e intrprendesse la strada dei ricorsi? Se questo accordo politico comportasse la proposta di una convenzione talmente onerosa da sconsigliare la prosecuzione della trattativa?

Quale può essere il "PIANO B"?

Ne vogliamo parlare?

Pasquale Cabizza ha detto...

Però rimane il fatto che la popolazione di poggio dei pini raddoppierà per effetto di questa variante, esattamente come è stato detto perla precedente.... ve ne siete dimenticati? O forse due anni fa sono state dette molte menzogne....
Piccola riflessione: chi è questo non socio, forse cittadino di Capoterra, che pare interessato alla variante e al futuro di Poggio? Chi è questo Ceccarelli? Questo estraneo che parla in assemblea? La prossima volta inviterò un mio amico di Ovodda e uno di Noragugume, e in assemblea dovremo ascoltarli....
Ragazzi, non avete capito niente, Poggio si è sempre retta sul buon senso e sul volontariato di chi ci abita, non sulle questioni giuridiche, per questo condanno dal punto di vista morale quel signore.
Ciao

Giorgio Plazzotta ha detto...

Silvio non credo di avere pienamente compreso cosa tu intenda per piano B. Forse ti riferisci all'ipotesi che la nuova variante non venga approvata e che il Comune non faccia il PUC? A me questa possibilità sembra alquanto remota. L'unica variabile si riferisce al lasso di tempo che trascorrerà prima che si possa realmente procedere e che quindi possano affluire nelle casse della Coop queste nuove risorse. Nel frattempo si sta cercando di limitare le spese per evitare che il disavanzo galoppi e si stanno utilizzando le pochissime risorse esistenti per interventi mirati e ahime giocoforza limitati. Questo significa sacrifici e cambiamenti. Moltissimi soci l'hanno compreso. Non tutti, ma mi sembra fisiologico.
Vorrei sottolineare che quelle che tu chiami critiche e dubbi non sono funzionali ad attacchi personali o a lotte di fazioni. Chi mi conosce sa che prima di questo periodo, nonostante viva qui da ormai 20 anni, non ho mai fatto parte di nessun "gruppo di amici" che ha amministrato la cooperativa, anche se ho partecipato a moltissime iniziative di volontariato e sono uno dei fondatori della Biblioteca. Non ho quindi storie pregresse o vendette da consumare.
Anche sottolineare certi errori del passato, cosa che comprensibilmente può dare fastidio a chi li ha commessi o li ha avvallati, potrebbe essere poco utile. Il problema è che quella stessa filosofia che ha portato ad un utilizzo non ottimale delle risorse della Coperativa (usiamo questo eufemismo) non è affatto scomparsa. La leggo negli interventi di alcuni soci e anche nel Consiglio di Amministrazione. C'è quindi qualcuno che vorrebbe utilizzare le ultime risorse della cooperativa non certo in modo disonesto, ma a mio avviso inopportuno, improduttivo, sbagliato. Parliamone, ma possibilmente con maggiore serenità, senza che ogni differente opinione venga considerata come una lesa maestà.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Scusate ma per alcune ore è stato impossibile pubblicare i commenti nel blog.

Per Pasqualino:
sei andato a ripescare una affermazione fatta se non sbaglio da Magi in questo Blog quasi due anni fa. Complimenti per la memoria. Si trattava evidentemente di una distorsione numerica usata per supportare comunque il concetto dell'accresciuta pressione antropica e dei problemi che si porta dietro. Concordo sul fatto che l'utilizzo di quella proporzione numerica era sbagliato. Sinceramente sarei ben contento se in questo blog, che contiene ben 340 articoli, molti dei quali lunghissimi, ci fosse un solo errore. Ce ne saranno ben più d'uno. Tu vorresti far credere che il blog è inattendibile, capisco perfettamente quali sono le motivazioni che ti spingono pensarla cosi. Sono certo di poter affermare senza ombra di dubbio che il quotidiano che leggi (non so quale sia) contiene un numero di errori cento volte superiore.
La realtà, che tra l'altro mi viene testimoniata spesso da persone che sono al di fuori delle baruffe poggine, è che questo blog, nella sua parte informativa, ha un livello di attendibilità, interesse, dettaglio molto elevato.

Dato poi che mi tiri per i capelli (bella questa eh?) ti faccio notare una tua affermazione del 25 gennaio 2009 che mi aveva lasciato perplesso. Eravamo in piena campagna elettorale per le regionali (eri candidato) e hai scritto: "Ho ottenuto che la diga ritorni alle condizioni originarie, e sul lago al momento siamo a quota -1 ...Ho ricuperato un metro e settanta rispetto alla posizione del Genio (voleva abbassarlo di 2,7 metri), ma, con l'aiuto di tutti, ricupererò anche l'ultimo metro.".

Sono certo (perche mi sono recato sul posto) che lo scolmatore non fosse a -1, ma allora fosse a -2,70 e, come purtroppo tutti sappiamo, non è mai stato riportato ne a -1 metro ne tantomeno alla quota originaria.

giacomo ha detto...

Ciao , io sono contrario a fare tutti questi lotti, è giusto quello che sostiene Silvio Ceccarelli, manca il piano b, e manca aggiungo io, la mentalità dell'impresa, quella mentalità che ha fatto si che nascesse il Poggio e che ancora non si è vista in qusto cda.

Facile attaccare poi tutte le scelte del passato, diciamo che come sempre sono eisistite le cose buone e quelle brutte, tra le cose ottime c'è stata quella di aver fatto il Poggio, in una maniera armoniosa e rispettosa, ma c'è stata sopratutto l'idea e lo spirito avventurirero che ne ha poi caratterizzato il fututo fino ad un certo punto, non basta quindi dire sempre che si è sempre sbagliato, come non serve dire che certe cose non vanno, si potrebbe dire invece che certe persone hanno trovato il piatto pronto e che si lamentano sempre.

Molti meno lotti e un nuovo iinizio o una nuova era.

p.s. Per quanto riguaqrda balle e falcistà diciamo che se ne sono dette un quantità forse uguale tra il gruppo nuovo dei giovani e anche dal partito politico di poggio, quello non meglio definito.


Ciao Giacomo

giuseppe monni ha detto...

Ciao, vorrei puntualizzare che quando Silvio in assemblea ha fatto quella domanda non è stato zittito; non dal sottoscritto, almeno, che gli ha risposto col seguente concetto: "Hai ragione, Silvio, questa Variante, come tutte le Varianti, si regge su un accordo politico, che può saltare in ogni momento". Se salterà, il nuovo CdA si porrà il problema di un eventuale Piano B.

giuseppe monni ha detto...

Vorrei anche replicare a Giacomo: ma hai letto la Relazione? Come fai a dire che non abbiamo spirito imprenditoriale? Nella Relazione passiamo in rassegna una enorme quantità di cose che si potrebbero e dovrebbero fare, per rimettere in moto questa comunità sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista sociale. Ma per risanare il territorio e fare degli investimenti servono dei nuovi lotti; questo è sempre stato evidente. E proprio tu dovresti apprezzare il contenimento del loro numero, la loro collocazione migliore, e soprattutto la cura che è stata data all'ambiente e ai servizi. Sinceramente, non capisco quali altre strade ci siano, per quadrare il cerchio tra conservazione del verde e completamento della lottizzazione. Mi sembra che tutte le proposte alternative che arrivano sono sempre una serie di idee spot, che non tengono conto del contesto generale e di tutte le variabili e che quindi, messe insieme, non reggono. Il nostro Piano, come minimo, ha il pregio che regge. E ha anche, finalmente, una forte spinta ideale (alcuni hanno detto, criticamente, "utopistica").

Pasquale Cabizza ha detto...

Giorgio, ricordo bene la storia del lago e della diga. Ovviamente non ho detto che lo sfioratore era stato riportato a -1 rispetto alla vecchia quota; lo sanno anche le pietre che da quando è stato demolito non è stato più toccato. Intendevo dire che con i funzionari del Genio Civile (Novella e Cocciu) eravamo d'accordo che non si sarebbe scesi sotto quella quota.
Quanto al raddoppio della popolazione, non l'ha detto solo Franco Magi, è stato detto ripetutamente sulla stampa, ed è stato il cavallo di battaglia di una certa "campagna".
Corregimi se sbaglio, ma sul blog solamente io ho scritto che questo fantomatico raddoppio era una balla matematica e intellettuale, ossia una menzogna.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Hai fatto bene a scriverlo Pasqualino è hai scritto anche altre cose utili e interessanti. E' giusto ricordare che sei stato l'unico consigliere del precedente cda che ha partecipato alle nostre discussioni in maniera costruttiva.
Permettimi però di respingere il tentativo di screditare questo blog e farlo passare come un'accozzaglia di inesattezze, come quella che hai riesumato. Mi sembra un atteggiamento ingeneroso e strumentale che lascerei ad altri che fanno i sabotatori a tempo pieno.

Pasquale Cabizza ha detto...

Giorgio, non ho assolutamente niente contro il Blog, nè intendo screditarlo. Mi riferisco a cose dette da molte persone ed è a loro che mi rivolgo; dove lo scrivo se non nel Blog?
Ciao

giacomo ha detto...

Ciao, Giuseppe la mia era una piccola provocazione verso tutti e nessuno, è chiaro che state facendo delle cose giuste, manca però quella serie di inizative che vanno oltre il risparmio, fare impresa significa anche rischiare qualcosa, e mettere in analisi certe inziative che potrebbero dare a questo posto una tranquillità continua.

Ciao Giacomo

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