Esistono due tipi di scaricabarile: quello diretto e quello indiretto.
Lo scaricabarile diretto è molto comune. Tu devi fare una cosa, trovi il modo di farla fare a un altro. Puoi usare qualsiasi metodo: dire che non lo sai fare, fare finta di nulla e non far niente, fare pressioni affinchè il lavoro sia affidato a qualcun altro etc.
Un esempio capoterrese? Pensiamo al Ponte di Pauliara. La patata bollente era stata affibiata dalla Regione al Comune di Capoterra che, dopo avere fatto sei mesi di "melina" aveva costretto il mittente a mollarla a qualcun altro ( il Genio Civile).
Qualcuno potrebbe dire: "e vabbè si sono persi sei mesi pero' poi alla fine il ponte sarà fatto, tempo ne hanno perso tutti".
E' vero, lo scaricabarile diretto, per quanto possa essere antipatico, indice di scarso coraggio e di poca competenza, fa danni limitati.
E' molto peggio l'altro tipo di scaricabarile, molto più dannoso e vigliacco.
Nello scaricabarile indiretto il problema viene creato e "lanciato" verso il futuro. Non importa di quanti anni, 10, 30, 100. La vigliaccheria consiste nel danneggiare le incolpevoli generazioni future che se lo vedranno piombare addosso, spesso senza avere alcuna possibilità di limitarne gli effetti negativi. E' irresponsabile perchè spesso il tempo ingigantisce e moltiplica i danni.
Alcuni esempi? Pensiamo ai depositi, spesso abusivi, di scorie e rifiuti nocivi. Chissà dove sono, chissà quando faranno i loro danni. Che dire poi della distruzione delle bellezze naturali, dello sterminio di specie animali, molte delle quali estinte per sempre.
Noi capoterresi non abbiamo bisogno di cercare esempi generici. L'alluvione del 22 ottobre 2008 è un classico esempio di "pacco" mollato dalle generazioni passate a quelle future. Negli anni 70 è stato commesso quello che tutti oggi riconoscono come un grave errore. Nonostante molti sapessero che quelle aree erano alluvionali, si è fatto finta di nulla. Terreni che avrebbero dovuto essere lasciati ad attività agricole e "concessi" al fiume nei momenti in cui la furia delle piogge torrenziali provocava le piene, come sempre accaduto nei millenni, sono stati invece resi edificabili, consentendo enormi guadagni per chi è stato coinvolto nel "business". Leciti o illeciti non sta a me deciderlo. Però non prendiamoci in giro. Se osserviamo l'andamento nel tempo della costruzione delle lottizzazioni costiere capoterresi vedremo che Maddalena, Torre degli Ulivi e Frutti d'Oro 1 sono state costruite una dopo l'altra e, non casualmente, era stata lasciata per ultima quell'area intorno alla doppia foce del Rio S. Girolamo e del Masoni Ollastu. Alla fine qualcuno avrà pensato che con un colpo di mano, anzi di penna, quei terreni cosi vicini alle zone edificate ed appetibili si sarebbero potuti trasformare in denaro sonante. E il ruscelletto? Ma si dai, lo vedi che innocuo che è, non succederà nulla. Pero' li la casa questi signori non se la sono costruita.
La bomba a orologeria era stata innescata. Chi ha preso i soldi allora se li è goduti, ma a pagare a caro prezzo sono stati quelli che sono venuti dopo: gli inconsapevoli acquirenti delle case, la povera Licia, Alessandra che ha perso la mamma, anche l'amministrazione comunale che si è trovata ad affrontare un disastro per il quale non era preparata. Se abitate da queste parti avete tutti perso qualcosa, ma anche se non siete di qui avete comunque pagato. Se consideriamo il costo dei rimborsi, dei primi soccorsi e del piano di ripristino, alla fine la collettività avrà sborsato 200 MLN di euro.
Questo vale per tutti i disastri del nostro paese, soprattutto quelli che, come questo, potevano essere evitati.
Noi cittadini dovremmo capire quando una scelta che oggi sembra "comoda", potrebbe costarci cara domani. Gli italiani sono molto attenti nel gestire i propri patrimoni privati, grandi o piccoli che siano. Sono accorti, non si lanciano in avventure e questo ci ha premiati nel corso dell'ultima crisi finanziaria mondiale. Certi prodotti finanziari spazzatura da noi non sono stati venduti e l'italiano non ama indebitarsi.
Le cose cambiano quando parliamo di finanza pubblica. In quella sede siamo disastrosi, menefreghisti, per nulla lungimiranti, furbacchioni, autolesionisti, idioti e mi fermo qui.
Come elettori non siamo in grado di punire chi, per dolo o per incompetenza, commette errori gravissimi e il risultato è che continueranno a farlo e saranno imitati dai politici che li seguiranno. Purtroppo non vedo cambiamenti in questo senso, anche se si parla di prima e seconda repubblica come se fosse cambiato qualcosa.
A Capoterra la dura lezione dell'alluvione è servita? Forse si.. però ....
Planimetria della soluzione 3B, quella preferita dai tecnici
Ho seguito abbastanza da vicino lo studio Hydrodata, la sua evoluzione, i suoi errori, le sue modifiche. C'è una cosa che non mi torna.
Le soluzioni alla foce, i canaloni per intenderci. Prima erano due, poi sono diventate tre, poi quattro e alla fine cinque. Segno di molta indecisione oppure di pressioni?
Forse entrambe le cose. D'altronde la prima versione del progetto, elaborato in tutta fretta da tecnici piemontesi che non conoscevano il territorio, proponeva, in quella zona, una inaccettabile soluzione che avrebbe trasformato la lottizzazione di "Rio San Girolamo" in una specie di fortificazione medioevale. Con le successive revisioni del progetto la situazione è migliorata.
Alla fine i tecnici hanno trovato una soluzione "ottimale" da proporre.
In modo abbastanza sorprendente, e senza dire nulla a nessuno, l'amministrazione comunale ha invece deciso di mandare avanti una proposta differente. Avranno avuto le loro buone ragioni? Può darsi, però ditecele! Altro fatto emblematico è che l'Assessore Carta, quello che ha promesso l'inizio dei lavori per giugno 2010, ha immediatamente aderito alla proposta del Comune. Diverso il colore politico, ma evidentemente comune interesse a evitare le grane di oggi e passarle a chi viene dopo.
Io, invece, mi sono chiesto perchè le amministrazioni abbiano scelto una soluzione diversa da quella suggerita dagli esperti, aldilà degli slogans che ho sentito annunciare da alcuni componenti della giunta, sindaco in testa.
Planimetria della soluzione 2, quella approvata da Comune e Regione
Veniamo al dunque, anche utilizzando i dati contenuti nella versione finale dello studio Hydrodata, dalla quale estrapolo qualche mappa e disegno.
Delle cinque soluzioni proposte, manteniamone solo due. Diciamo che una è quella suggerita dagli esperti (la 3B) e una è quella scelta e imposta dal Comune e dall'Assessore Carta (la 2). E' falso quello che ho sentito dire a un consigliere comunale, e cioè che la versione proposta da Hydrodata abbia i muraglioni alti 5 metri. Quella versione (il fortino medievale, la n. 1) è stata abbandonata da tempo. E' fastidioso sentire che proprio gli amministratori comunali, dopo avere evitato il coinvolgimento e l'informazione dei cittadini, raccontino la realtà in modo distorto.
E' vero che le amministrazioni sono li per governare e non devono coinvolgere i cittadini in ogni loro decisione, ma qui parliamo di scelte che riguardano la vita stessa di chi abita e continuerà ad abitare a ridosso di quei canali. Quando si spendono milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio, questa sicurezza deve essere totale e non condizionata. Chi vive a ridosso del fiume, purtroppo, avrà sempre paura, ma solo una sistemazione del territorio convincente potrà dare loro un pò di tranquillità. Quindi sarebbe meglio dire: quei canali garantiscono sicurezza, punto e basta, senza se e senza ma direbbe qualcuno. E non si dovrebbe aggiungere ... se verrà fatta la manutenzione o quant'altro.
Difatti non sono gli argini il punto cruciale, perchè sono molto bassi in tutte le soluzioni (intorno a 1 metro, 1 metro e mezzo.).
I veri elementi che differenziano le due proposte sono 3: impatto ambientale, manutenzione e delocalizzazioni.
Diciamo due parole su questi canali.
La soluzione scelta dal comune propone un canale largo 50 metri e profondo, senza una fascia di esondazione (golena), i bordi del canale sono alti e ripidi, quindi il canale rappresenta una spaccatura netta e innaturale nel territorio. Le case si trovano subito a ridosso del canale. La dimensione del canale fa si che i materiali e la vegetazione vi si accumulino con poche possibilità di essere asportati dalle acque stesse del fiume e che quindi debbano essere asportati periodicamente. In caso di mancata manutenzione, si ridurrà gradualmente la capacità di protezione dell'opera idraulica e quindi diminuirà la sicurezza per i residenti. Non solo quelli di Rio S. Girolamo, anche quelli di Frutti d'Oro. Questa soluzione, tanto per intenderci, è molto simile a quella del Rio S. Lucia. Siccome il Rio S. Lucia ha retto alla piena, anche senza avere subito manutenzioni per ben 15 anni, allora andrà bene anche qui. Il ragionamento, in effetti, ha un suo senso. E la politica de su connottu.
Peccato che il Rio S. Lucia non abbia le case a destra e a sinistra come avviene a Rio S. Girolamo. Diciamo anche che il bacino del S. Lucia, seppure interessato da alcune piene nel corso degli ultimi 15 anni, non ha mai dovuto sopportare il valore di 380 mm in tre ore, o se vogliamo 140 mm in un'ora, piovuti a Poggio dei Pini il 22 ottobre 2008. Quel giorno la stazione meteo di S. Lucia ha fatto segnare 200 mm, quasi la metà. Cosa sarebbe successo al S. Lucia se l'epicentro del ciclone fosse stato spostato di soli 5 km più a nord?. Meglio non pensare a cosa sarebbe successo a Capoterra centro, dove le due "piste di bob" con curva e controcurva sono assolutamente insufficienti a smaltire quelle portate.
Anche se la sicurezza è l'elemento primario, diciamo che la "vivibilità" e l'impatto di un canale come quello è particolarmente penalizzante. Difficile ipotizzare passeggiate al suo interno. Più facile, invece pensare a un utilizzo dell'area golenale presente nell'altra soluzione, quella scartata. Passo ogni giorno sul ponte che supera il canale del S. Lucia e non ho mai visto nessuno al suo interno, è terra morta.
La soluzione 3B di Hydrodata prevede un canale centrale più piccolo (30 mt.), circondato però da un'area golenale lasciata libera per contenere le esondazioni maggioni. Questa configurazione dell'alveo, sebbene artificiale, è più vicina a quella naturale. Ci sono due principali vantaggi: il fiume, viaggiando in un alveo più ristretto, si porterà via naturalmente una buona parte dei sedimenti e la manutenzione, pur sempre necessaria, sarebbe notevolmente più semplice. La zona golenale sarebbe più facilmente accessibile e quindi anche "vivibile", oltre ad avere, anche visivamente, un impatto più accettabile, proprio perchè più naturale. Dal punto di sicurezza non cambierebbe nulla, ma deve essere sottolineato che questa soluzione richiede minore manutenzione.
Allora se siamo disposti a credere che la manutenzione verrà regolarmente effettuata ogni 2 anni, allora le due soluzioni sono altrettanto sicure. Se invece pensiamo che gli enti preposti non effettueranno la manutenzione regolarmente, allora questa soluzione è più sicura dell'altra.
Diciamo ancora alcune cose sulla manutenzione. Circola la voce che spetterebbe alla Provincia, però la LR 12 giugno 2006 n. 9 art. 61 recita Ai sensi del comma 4 dell'articolo 1 sono attribuiti ai comuni le funzioni e i compiti di progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione in materia di: a) interventi di difesa del suolo e di prevenzione del rischio di frana e/o idrogeologico,ivi compresa la pulizia dei corsi d'acqua naturali o inalveati comunque classificati o classificabili, ricadenti interamente nel territorio comunale ovvero in area urbana.
Quanto costa la manutenzione e quando deve essere fatta? Lo dice il piano Hydrodata. Con la soluzione 3B costerebbe 97.000 euro annui, mentre con la soluzione 2 costerebbe 162.000.
In entrambi i casi lo sfalcio andrebbe fatto ogni anno max 2, mentre il disalveo ogni 2 anni, massimo 5, a seconda delle precipitazioni. Insomma aspettare 15 anni, come è stato fatto sul S. Lucia, significa ridurre la sicurezza di queste opere. Ho poi il sospetto che sul S. Lucia si sia intervenuto solo dopo la tragedia, altrimenti chissà quando l'avrebbero fatta!
Vista prospettica della soluzione 3B, alveo più naturale
Vista prospettica della soluzione 2, canale più profondo privo di area golenale
Capisco che parlare di delocalizzazioni sia difficile, però qui non si sta parlando di delocalizzare tutta la lottizzazione, ma solo 3 case che potrebbero essere facilmente ricostruite poche centinaia di metri più il la, molto più al sicuro. Siamo certi che i proprietari non ne sarebbero contenti?
Concludendo, io trovo che la soluzione scartata dal comune sia nettamente preferibile al canalone. Non so bene quali siano i motivi di questa scelta, ma mi sembrano tutti poco sostenibili: il canale costruito con le tecniche di 25 anni fa funziona bene quindi anche oggi lo voglio rifare uguale; capisco che delocalizzare possa esporti all'opposizione dei proprietari, ma si sta parlando di migliorare la qualità della vita dell'intera lottizzazione e io credo anche a quella dei delocalizzati. Quando si prendono decisioni così importanti non si deve considerare solo cosa è più comodo oggi, ma bisogna guardare al futuro, alla sicurezza futura, al costo che la scelta di oggi avrà per la collettività.
1 commento:
Questi cari signori con la s minuscola e Imbecilli con la i maiuscola che parlano di manutenzioni, dovrebbero sapere che neanche a distanza di 2 anni sono state fatte manutenzioni in questo fiume, mi chiedo dove vivano e da dove vengano, neppure prima non era stata mai fatta una minima manutenzione, che le manutenzioni sono legate ai soldi messi dai politici che le stanziano e alle loro attenzioni, e che quindi sono difficili da prevedere e programmare.
La realtà è una soltanto, dietro questo mega progetto sbagliato in tutti i suoi aspetti si stanno gia preparando a spartirsi la torta , professionisiti, politici, partiti e tecnici di ogni genere, questo film era inziato subito dopo l'alluvione, a Capoterra come in Abruzzo si stavano gia sfregando la mani per rubare i soldi e per fare cretinate.
Il progetto è sbagliato perchè non prevede opere di rallentamento delle acque a partire da monte, invece prevede molto cemento e spese folli a valle compresa la diga a Poggio che sarebbe inutile, la realtà è che l'alluvione ha creato danni per due motivi, uno è la grande quantità d'acqua non prevista, l'altro è dato dallo stato d'abbandono del fiume stesso, nonostante ci furono gia in passato delle alluvioni che crearono molti problemi.
Purtroppo oggi si sta spingendo per far fare questo progetto, ma è uno sbaglio enorme, e i politici che stavano alla finestra, aspettando appunto questo, ora hanno vinto perchè la popolazione gli ha reso le cose più facili.
In sntesi diciamo che la politica locale e quella regionale si potrebbero dare la mano per aver creato una grande stronzata.
L'unica strada è quella di levare questo lavoro a chi se lo è gia aggiudicato e di far nominare una commissione d'inchiesta che esamini in tempi brevissimi la cosa, e che contestualmente operi per una rapida e ordinaria manutenzione di tutto il corso d'acqua, piccola spesa che forse non attira le attenzioni così evidenti.
Ciao Giacomo
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