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mercoledì 20 ottobre 2010

Che fare alle prossime elezioni comunali? (parte prima)

Da mesi si vocifera a proposito delle prossime elezioni comunali di Capoterra, che si terranno a metà del 2011. Si sa che le liste, le alleanze e tutti i giochi preelettorali richiedono tempo ed è quindi normale che a un certo punto si comincino a scoprire le carte.
L'altro giorno sull'Unione è uscito anche un articolo che presenta i probabili candidati alla carica di Sindaco.
I giornalisti, si sa, sono bene informati, ma hanno il difetto di stare troppo dietro a chi ha il potere in quel momento e trascurano il resto. Non è un caso che l'articolista (Piras) non abbia neanche preso in considerazione il Movimento Solidarietà-Pari dignità ed il suo leader Carlo Carcangiu, che non ha fatto mistero di volere rappresentare alle prossime elezioni le ragioni delle popolazioni bistrattate delle frazioni costiere capoterresi. La dimenticanza del giornalista, sempre molto attento nel tessere le lodi della giunta e dell'attuale sindaco, è una dimenticanza o una speranza?

Queste elezioni, che vengono dopo l'alluvione del 2008, evento storico per Capoterra, seguiranno i soliti schemi, oppure ci saranno significativi cambiamenti con le relative sorprese?
I cittadini, gli elettori, si sa, a Capoterra come a Montecitorio, assegnano il loro voto seguendo logiche consolidate, purtroppo tipiche del nostro paese. E i risultati si vedono.
Gran parte dei voti vengono captati sulla base di logiche clientelari. Tu dai un voto a me, io do una promessa a te. Io faccio qualcosa per te, prima delle elezioni ti telefono e ti ricordo che tu devi votare per me. E' triste pensare che poi molte di quelle promesse si riferiscono a diritti che spetterebbero ai cittadini e non a privilegi.
Poi c'è sempre, in tutte le elezioni, il solito gruppo minoritario di sfigati contestatori, di idealisti, che non ricevono favori e votano per il "rivoluzionario" di turno, quello che non vince mai, o quasi (Vendola docet).

Sarà così anche l'anno prossimo? Se consideriamo quello che è accaduto alle elezioni provinciali direi di si. Quest'anno molti capoterresi hanno dato fiducia all'attuale sindaco, nonostante egli sia sotto inchiesta per la tragedia del 22 ottobre 2008 e nonostante le polemiche su alcune costruzioni in zone a rischio (compreso il famoso asilo) e la grave mancanza di un piano di emergenza.
Non va sempre così. A Poggio un anno e mezzo fa, i soci della Coop hanno votato sovvertendo il pronostico e mandando a casa chi da sempre aveva il timone in mano.

Un fatto traumatico come l'alluvione potrebbe far aprire gli occhi ai cittadini. Potrebbe far capire che quando si butta via il proprio voto, affidandolo al primo sconosciuto che passa, poi si rischia di pagare a caro prezzo questa scelta.

La giunta che si insedierà l'anno prossimo governerà il territorio comunale per ben 5 anni. Sono anni molto importanti nei quali, tra le altre cose, dovranno essere eseguiti i lavori di messa in sicurezza del territorio comunale. Insomma, non c'è da scherzarci su.

Dato che questo blog è intitolato a Poggio dei Pini, facciamo uno zoom e cerchiamo di vedere queste elezioni dal punto di vista dei residenti di Poggio, ma scopriremo che molte problematiche sono comuni a tutte le altre frazioni capoterresi.
Sino al 2008 ai "poggini" importava molto poco quello che accadeva nel resto del comune. La Cooperativa ha sempre rappresentato, da queste parti, una specie di comune "fantasma". Tutto quello che si muove a Poggio passa per la Cooperativa: strade, tubazioni, operai, manutenzioni, sport e così via. Sono sempre stati ben contenti di ciò gli amministratori comunali. Per anni hanno incassato fior di quattrini da tasse e tributi locali. Una di queste poi, l'ICI, aveva delle caratteristiche tali da sembrare tagliata apposta per le case di Poggio: categoria A7, molti vani: minimo 600 euro all'anno per ogni singola abitazione. Gli oltre 2000 residenti di Poggio, quasi 3000 con la Residenza, dispongono di ben pochi servizi all'interno della lottizzazione e, sono "buoni clienti" per gli esercizi commerciali capoterresi. Innegabilmente Poggio ha contribuito e contribuisce non poco alla crescita del benessere di Capoterra. In tutti questi anni il comune di Capoterra non ha praticamente speso un euro a Poggio dei Pini. Anche i servizi pubblici, le strade, le scuole, sono stati realizzati dalla Cooperativa, come da convenzione.
Si è giunti al paradosso che addirittura la manutenzione delle strade comunali veniva effettuata dalla Cooperativa, che paga addirittura l'illuminazione delle strade.
La Cooperativa utilizzava, per fare tutto ciò i soldi che provenivano dalla vedita dei lotti di terreno, invece di effettuare manutenzioni sulle strutture sociali (palestre, campi sportivi, piscina, edifici) o investire in nuovi servizi per i residenti o per produrre reddito. I soldi sono stati usati anche per tenere in vita questa specie di "extraterritorialità" di una lottizzazione che dopo 40 anni non aveva ancora chiuso la sua convenzione iniziale con il comune di cui fa parte.

La storia recente la conoscono tutti: i soldi sono finiti e i soci hanno detto basta a questo modello di gestione, cambiando clamorosamente e radicalmente l'amministrazione della Cooperativa.
Avere dei rappresentanti nel Comune di Capoterra è sempre stato un optional per Poggio dei Pini. Tanto quasi tutto veniva deciso, sovvenzionato ed eseguito partendo dalla sede della Cooperativa.

Oggi questo modello non può più stare in piedi e i soci della Cooperativa dovranno capire che certi lussi e certe abitudini del passato non possono essere più portate avanti. Una Cooperativa non gestisce strade, fogne, acquedotti, boschi e addirittura dighe .. in eterno . Fa altre cose.

Oggi i rapporti con il Comune devono essere rivisti. Poggio dei Pini non è un modo a se stante, ma una frazione del comune di Capoterra. Il comune deve fornire ai residenti di Poggio gli stessi identici servizi che fornisce a tutti gli altri residenti. Ovviamente questo discorso riguarda tutte le altre frazioni.

Ma perchè a Capoterra si deve parlare di diritti dei residenti delle frazioni? E' separatismo, leghismo a livello comunale? Oppure le amministrazioni comunali hanno adottato, negli ultimi decenni, una politica di emarginazione e di disparità di trattamento nei confronti di residenti che vengono trattati come "intrusi"?
Purtroppo penso che sia proprio cosi. Il sentimento di prevaricazione è sentito da tutti i residenti di tutte le frazioni. E' forte l'idea che il comune di Capoterra sia tenuto sotto controllo da alcune famiglie "storiche" e che la politica generale sia quella dei figli e dei figliastri.

Quest'ultima giunta, che si è differenziata positivamente in alcuni importanti settori rispetto ad altre giunte precedenti (urbanistica, rifiuti), è stata invece pessima proprio da questo punto di vista. La politica di emarginazione è stata fortissima. I pochi rappresentanti che provengono dalle frazioni costiere entrati in maggioranza si sono fatti inserire nel "meccanismo" della prevaricazione. In cambio di qualche tozzo di pane (politico, non materiale) e della possibilità di fregiarsi di qualche realizzazione, hanno certamente mancato l'obiettivo di avviare (non dico raggiungere) un processo di integrazione e di equiparazione dei diritti. Aggiungerei che alcuni di essi (Mallus e Zaccheddu tanto per fare i nomi) hanno fatto ancora più danni, portando avanti il vergognoso tentativo di distruggere il lago di Poggio. Gente che pensa a dividere invece che unire, distruggere invece che costruire.

Poggio dei Pini ha espresso, nella scorsa legislatura, un solo consigliere comunale. Si tratta di Franco Magi che però siede nei banchi dell'opposizione. Franco ha inviato moltissima documentazione a questo blog e ha scritto diversi articoli ed è proprio sulla trasparenza che ha svolto la sua più importante funzione. Grazie a lui abbiamo avuto perlomeno molte più informazioni, che il blog ha poi diffuso.

Interrompo questo articolo qui, lasciando spazio alle riflessioni.
Nel prossimo post vorrei affrontare, possibilmente con il vostro aiuto, l'analisi delle possibili soluzioni che potrebbero essere intraprese per contrastare questa logico di disparità tra il centro e le frazioni.
Voi che cosa fareste?

2 commenti:

giacomo ha detto...

Ciao, per questa occasione io direi che tutta Poggio dei pini dovrebbe stare compatta sul voto, sentendo e vedendo scritti sul programma delle cose chiare al riguardo di convenzioni/diritti/doveri tra coop e comune, senza guardare in faccia i partiti.

L'alternativa è quella di proporre dei candidati nostrani, assieme a tutte le altre lottizzazioni.
Sarebbe preferibile non vedere più certi comprtamenti che sono stati al limite del ricatto e al limite della scemenza umana, con azioni che puntavano ad azioni di forza e di comando un pò arcaiche e molto inutili.

Inoltre ci vorrebbe un Sindaco giovane e nuovo che puntasse oltre alle cose di primaria importanza , alla qualità della vita, all'ambiente, al turismo sostenibile e all'agricoltura, mi sembrano i naturali punti di forza di questo territorio che comunque grazie a tanti privati cittadini, sono gia maturi per fare un salto di qualità nel medio/lungo periodo.

Più sostanza e meno cartelli.



ciao Giacomo

Giorgio Plazzotta ha detto...

Vittorio Gennaro su Facebook mi ha scritto:

Un attacco bipartisan, con candidati residenti nelle frazioni di entrambi gli schieramenti. Con una campagna elettorale porta a porta, nelle frazioni, condotta sempre e comunque con la tecnica della trasparenza e del confronto diretto tra candidati contrapposti, con l'obiettivo di ridurre l'astensionismo e aumentare complessivamente la probabilità di essere rappresentati in Consiglio e in Giunta indipendentemente dall'esito.

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