A qualche settimana dalla sentenza del TAR Sardegna che ha sancito il passaggio delle opere di urbanizzazione di Poggio dei Pini al Comune di Capoterra, i protagonisti del ricorso, il Comitato Noi per Poggio e tutti i residenti interessati, parteciperanno a un incontro conviviale che si terrà domenica prossima 13 gennaio alle 18 presso la sala delle riunioni della Cooperativa in Piazza Ricchi.
Questa sentenza non giunge inaspettata, dato che sia i TAR di varie regioni italiane, che il Consiglio di Stato si sono espressi nella stessa direzione in molte situazioni simili, invitando gli enti comunali all'applicazione della legge 1150 che prevede una gestione pubblica delle opere di urbanizzazione.
Questa sentenza non giunge inaspettata, dato che sia i TAR di varie regioni italiane, che il Consiglio di Stato si sono espressi nella stessa direzione in molte situazioni simili, invitando gli enti comunali all'applicazione della legge 1150 che prevede una gestione pubblica delle opere di urbanizzazione.
D'altronde anche il sistema fiscale, nel corso degli ultimi decenni, ha fatto registrare un notevole incremento di tasse destinate ai comuni e, come ad esempio nel caso della nuova TARES, specificatamente orientate proprio alla manutenzione di queste infrastrutture.
Appare pertanto poco probabile che il Consiglio di Stato, a cui la giunta comunale ha deciso di presentare ricorso, possa ribaltare questa sentenza, così come le numerose altre che sono in cantiere per gli stessi motivi.
Il ricorso annunciato dalla giunta comunale capoterrese rappresenta perciò solo una manovra politica di dilazione, effettuata spendendo soldi di tutta la cittadinanza (molte migliaia di euro) in inutili spese legali. I cittadini si trovano nell'assurda condizione di pagare servizi inesistenti per ben due volte (al Comune e alla Cooperativa) e perdipiù devono chiamare in causa la magistratura per fare rispettare la legge e uscire da questo circolo vizioso che dura da alcuni decenni.
I 120 cittadini che hanno presentato ricorso al TAR hanno vinto la loro battaglia, trovandosi contro non solo la giunta comunale alla quale versano un fiume di denaro ma, incredibilmente, anche quella parte degli amministratori della Cooperativa, storicamente interessata al mantenimento in vita del comune-fantasma e delle sue logiche basate di una cementificazione del territorio che, se aveva un senso qualche decennio fa, oggi è diventata assolutamente improduttiva, perlomeno per la collettività.
Oggi se non si vuol dire (e non si può!) che la magistratura è composta da facinorosi che vogliono distruggere il Poggio, possiamo invece affermare che che si è adoperato per evitare la gestione comunale delle opere di urbanizzazione in tutti questi anni ha violato la legge e sprecato i soldi di soci e contribuenti.
La presenza di forti interessi induce a ritenere che la battaglia non sia ancora finita. Se i cittadini non eserciteranno le dovute pressioni potrebbe prevalere, utilizzando le squallide armi della politica, chi cercherà di rallentare la nascita di un nuovo rapporto Comune-Cooperativa basato sulla legalità e su una maggiore efficienza. Questo problema non riguarda solo Poggio dei Pini, ma tutte le frazioni capoterresi. Triste constatare che tutti quei soldi, versati dai cittadini senza ricevere servizi, non sono nemmeno stati utilizzati per realizzare strutture utili in altre zone del territorio, ma sono stati addirittura buttati al vento facendoseli fregare dalla GEMA, la concessionaria dei tributi del Comune di Capoterra.
Anche senza strade e fognature, la Cooperativa non morirà di certo. Al contrario potrà utilizzare le risorse per fornire servizi aggiuntivi a quelli pubblici, esattamente come accadeva 40 anni fa, quanto la lottizzazione è stata fondata.
Poichè il noto sistema dell'"armiamoci e partite", oltre ad essere ingiusto, spesso non porta a risultati, invito tutti i poggini che non hanno partecipato al ricorso ad avvicinarsi domenica per sostenere chi si sta portando avanti questa causa giusta e utile per tutti.
Appare pertanto poco probabile che il Consiglio di Stato, a cui la giunta comunale ha deciso di presentare ricorso, possa ribaltare questa sentenza, così come le numerose altre che sono in cantiere per gli stessi motivi.
Il ricorso annunciato dalla giunta comunale capoterrese rappresenta perciò solo una manovra politica di dilazione, effettuata spendendo soldi di tutta la cittadinanza (molte migliaia di euro) in inutili spese legali. I cittadini si trovano nell'assurda condizione di pagare servizi inesistenti per ben due volte (al Comune e alla Cooperativa) e perdipiù devono chiamare in causa la magistratura per fare rispettare la legge e uscire da questo circolo vizioso che dura da alcuni decenni.
I 120 cittadini che hanno presentato ricorso al TAR hanno vinto la loro battaglia, trovandosi contro non solo la giunta comunale alla quale versano un fiume di denaro ma, incredibilmente, anche quella parte degli amministratori della Cooperativa, storicamente interessata al mantenimento in vita del comune-fantasma e delle sue logiche basate di una cementificazione del territorio che, se aveva un senso qualche decennio fa, oggi è diventata assolutamente improduttiva, perlomeno per la collettività.
Oggi se non si vuol dire (e non si può!) che la magistratura è composta da facinorosi che vogliono distruggere il Poggio, possiamo invece affermare che che si è adoperato per evitare la gestione comunale delle opere di urbanizzazione in tutti questi anni ha violato la legge e sprecato i soldi di soci e contribuenti.
La presenza di forti interessi induce a ritenere che la battaglia non sia ancora finita. Se i cittadini non eserciteranno le dovute pressioni potrebbe prevalere, utilizzando le squallide armi della politica, chi cercherà di rallentare la nascita di un nuovo rapporto Comune-Cooperativa basato sulla legalità e su una maggiore efficienza. Questo problema non riguarda solo Poggio dei Pini, ma tutte le frazioni capoterresi. Triste constatare che tutti quei soldi, versati dai cittadini senza ricevere servizi, non sono nemmeno stati utilizzati per realizzare strutture utili in altre zone del territorio, ma sono stati addirittura buttati al vento facendoseli fregare dalla GEMA, la concessionaria dei tributi del Comune di Capoterra.
Anche senza strade e fognature, la Cooperativa non morirà di certo. Al contrario potrà utilizzare le risorse per fornire servizi aggiuntivi a quelli pubblici, esattamente come accadeva 40 anni fa, quanto la lottizzazione è stata fondata.
Poichè il noto sistema dell'"armiamoci e partite", oltre ad essere ingiusto, spesso non porta a risultati, invito tutti i poggini che non hanno partecipato al ricorso ad avvicinarsi domenica per sostenere chi si sta portando avanti questa causa giusta e utile per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento