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domenica 3 febbraio 2013

Acqua salata - arriva una superbolletta per la Cooperativa

Dopo oltre sei anni di silenzio il Comune di Capoterra rigira alla Cooperativa una superbolletta da 633 mila euro, relativa all'erogazione dell'acqua potabile. Emergono numerose irregolarità che potrebbero ridurre sensibilmente questo importo. Invece, una trattativa segreta porta solo a un piccolo sconto. Ecco la storia.

Sebbene la notizia sia condensata nel sottotitolo, l'argomento merita una trattazione approfondita che, purtroppo, non può essere sintetica. D'altronde si tratta di questioni scarsamente conosciute ai più ed è quindi necessario raccontare la storia per intero.

Inizierò ricordando come viene erogata l'acqua a Poggio dei Pini, invitandovi a leggere, per un approfondimento, il post "L'acqua di Poggio".
La rete idrica di Poggio dei Pini  è stata realizzata  negli anni 70 dalla Cooperativa, che continua a gestirla, nonostante la legge 1150 del 1942, un referendum nazionale, sentenze del Consiglio di Stato e, recentemente, anche una sentenza del TAR, stabiliscano diversamente. 
La Cooperativa produce acqua potabile tramite due pozzi situati presso la zona sportiva, che servono soprattutto il rione di Pauliara. Per erogare questo servizio la Cooperativa deve possedere e gestire l'intero ciclo dell'acqua che parte dal pozzo, arriva al potabilizzatore, passa per il serbatoio e attraversa le tubazioni sino alle case dei soci. Fornire acqua potabile significa analizzarla ed intervenire sui guasti della rete che, nel caso di Poggio, è costituita da ben tre tipi di materiali differente e, in alcuni punti, è vecchia di 40 anni.
Dato che i pozzi della Cooperativa non possono soddisfare le necessità di tutti i 2200 residenti, soprattutto nel periodo estivo, quando vengono irrigati gli ampi giardini, la rete della Cooperativa, oltre a utilizzare l'acqua autoprodotta, è connessa alla rete regionale alimentata dal bacino del Flumendosa e gestita da Abbanoa. Trascuriamo per il momento il problema delle portate e delle improvvise riduzioni che spesso causano gravi difficoltà nell'erogazione durante i mesi estivi. Concentriamoci sull'aspetto economico.

La Cooperativa ha ricevuto l'ultima "bolletta" nel lontano 2005, quando la tariffa era di 0,356 euro al mc. e i consumi annui erano di 206.000 mc. La  Nel 2006 sono stati effettuati importanti lavori, perchè la rete di Poggio necessita di costanti interventi straordinari. Sono stati rifatti alcuni tratti particolarmente malridotti e sostituiti completamente ben 400 allacci delle utenze. Uno si aspetterebbe che questi lavori siano a carico degli enti pubblici. A Poggio invece sono i soci stessi che, tramite la Cooperativa, continuano ad accollarsi le spese di manutenzione. Comunque, grazie a queste manutenzioni, il consumo nel 2006 è sceso a 166.000 mc, nel 2007 a 159.000. Nel 2008 c'è l'alluvione, che ha pesanti ripercussioni anche sui consumi idrici. Vengono infatti danneggiati tutti i pozzi della Cooperativa e il Comune dichiara l'acqua non potabile per quasi tutto il 2009 (ben 11 mesi). Senza i pozzi, i consumi sono superiori rispetto agli anni precedenti. Per il 2008 208.000 mc, per il 2009 288.000. Tra il 2010 e il 2011 vengono ripristinati due pozzi e il prelievo dalla rete Comune-Abbanoa torna a livelli del pre alluvione: 229.000 nel 2010 e 155.000 mc. nel 2011. 

Come sappiamo, in tutto il territorio nazionale, i normali cittadini dispongono di un proprio contatore che misura i consumi idrici della propria utenza, cioè della propria famiglia, e poi pagano al gestore del servizio (in  Sardegna Abbanoa) quanto richiesto sulla base di un costo unitario che viene stabilito dall'autorità territoriale AATO secondo criteri definiti per legge. Il residente di Poggio dei Pini, come al solito, segue logiche differenti che, guarda caso, sono sempre a suo svantaggio. Dopo le tasse comunali pagate per non avere alcun servizio, perchè la Cooperativa continua a gestire i servizi pubblici, adesso emerge che anche per l'acqua il poggino paga piu' del dovuto.
La Cooperativa dispone di due contatori che misurano l'acqua in ingresso, inoltre tutti i soci hanno un proprio contatore che misura i consumi delle abitazioni.  Se ci sono perdite nella rete, e ovviamente ce ne sono in una rete così vetusta, queste sono a carico della Cooperativa e quindi sempre dai soci.  Mentre tutti gli altri cittadini pagano l'acqua che effettivamente consumano, i poggini si accollano, anche economicamente, tutte le problematiche della gestione della loro rete fatiscente.  Adesso si scopre che ci sono anche altri svantaggi, rispetto ai quali i poggini sono ovviamente sempre tenuti all'oscuro dai "timidi" strumenti di informazione della Cooperativa. Vediamo quali.
  
La Cooperativa non ha un rapporto diretto con il fornitore del servizio, Abbanoa. Troppo facile. C'è di mezzo il Comune di Capoterra, che riceve le fatture da Abbanoa e le rigira alla Cooperativa. Qual'è il problema? Se Abbanoa vi manda una fattura sbagliata voi fate i vostri controlli e, se è il caso, potete opporvi facendo ricorso o non pagando. D'altronde di errori di Abbanoa sono piene le cronache dei quotidiani.  In questo caso, invece, la fattura arriva al Comune e riguarda oltre a tutte le sue utenze (Santa Rosa, Residenza del Poggio etc.), anche Poggio dei Pini. Una clamorosa anomalia che non preannuncia nulla di buono. Il Comune, notoriamente,  non tutela gli interessi della Cooperativa e potrebbe anche cercare di "sbolognare" ai ricchi poggini una parte dei suoi consumi. E' infatti ben nota la tendenza della Cooperativa Poggio dei Pini ad accollarsi spese che dovrebbero essere di competenza del Comune. Soprattutto i questo periodo, gli amministratori di Poggio, a cui premono molto le scelte urbanistiche del Comune, appaio molto "sensibili" e disponibili nei confronti del Comune.  

Torniamo al contratto di fornitura dell'acqua. Cosi come voi avete un contratto che regola il vostro rapporto di fornitura di qualsiasi servizio, anche la Cooperativa ha stipulato una convenzione con il Comune, risalente al 1995, che, incredibilmente, è priva di dettagli importantissimi. Non ci sono indicazioni sulle modalità di calcolo della tariffa, sulle portate e sulle pressioni minime garantite, le verifiche riguardanti i consumi e le letture etc. Una convenzione di questo tipo costituisce una base ottimale per futuri contenziosi, contenziosi, soprattutto perché intende il rapporto tra comune e Cooperativa come mero rimborso di cifre anticipate dal Comune ad Abbanoa, quindi di fatto la Cooperativa è completamente disarmata, almeno sulla carta.



E' il solito modo di amministrare "alla carlona", completamente opposto al concetto di  "buon padre di famiglia" oppure "buonsenso". Ma di questi tempi di vacche magre il "buon padre di famiglia" dovrebbe stare molto attento a come spende i soldi, che in questo caso non sono suoi ma dei soci della Cooperativa.  

Il 29 giugno 2012 il Comune ha inviato alla Cooperativa una richiesta di pagamento riferita al triennio 2006-2007-2008 per un totale di € 446.000 circa. Il 10 settembre, con calma e tranquillità nonostante la richiesta di pagamento entro 30 giorni, finalmente la questione viene portata in CdA la questione ed in questa sede viene evidenziata una lunga serie di irregolarità o di grossolani errori. Vediamoli uno per uno.
  • il Comune dichiara di aver pagato immediatamente la fattura ricevuta da Abbanoa senza effettuare le opportune verifiche, perlomeno per quanto riguarda i consumi di Poggio dei Pini. Questo è avvenuto anche a causa della convenzione siglata nel 1995 tra Coop e Comune  (Presidente anche allora era Secchi) e alla ben nota imperizia del Comune di Capoterra, cioè di quella amministrazione che si è fatta fregare ben 2 milioni di euro dal gestore dei tributi (Gema); 
  • Abbanoa stabilisce arbitrariamente nel 2012 la tariffa riferita al 2010 e sulla base di questa deduce l’ammontare di quanto dovuto dal Comune (e a cascata quanto dovuto dalla Cooperativa al Comune) in maniera retroattiva.  Varie sentenze del Consiglio di Stato prescrivono che le tariffe non possano essere calcolate applicate retroattivamente, quindi è stata compiuta una grave irregolarità;
  • la tariffa è stata definita arbitrariamente da Abbanoa,  sulla base del “sistema di controllo di gestione aziendale sulla base dati relativa al bilancio di esercizio 2010”, mentre avrebbe dovuto essere definita dall'Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale (AATO) sulla base di informazioni che Abbanoa stessa era tenuta a fornire all’AATO, dati che invece l’AATO non ha mai ricevuto;
  • Una nuova tariffa è stata stabilita nel 2010. La precedente era, come già ricordato, del 2005. Il calcolo per gli anni che vanno dal 2005 al 2010 è assai singolare. Invece di incrementare la tariffa del 2005 del coefficiente di rivalutazione Istat, si è proceduto al contrario. Attribuendo agli anni precedenti la tariffa del 2010, sottraendo il valore ISTAT. Varie sentenze del Consiglio di Stato prescrivono che le tariffe non possano essere calcolate retroattivamente, quindi è stata compiuta una grave irregolarità.   
  • il divario del costo a mc. esistente tra il 2005 e il 2006 è del 34% in aumento. Un valore altissimo, ben superiore a qualsiasi rivalutazione ISTAT;
  • dato che le fatture devono essere obbligatoriamente consegnate entro 5 anni dal periodo di riferimento, la bolletta del 2006, sarebbe prescritta e quindi non dovuta. Peggio per chi, nonostante i solleciti della Cooperativa, non le ha inviate. D'altronde quando noi sbagliamo qualcosa dobbiamo pagare interessi e sottostare alla legge. Non si capisce quindi perche questo non dovrebbe valere anche nella direzione opposta. Un anno e mezzo di consumi, pari a circa 100.000 euro dovrebbero quindi essere prescritti e non pagati.
  • subito dopo l'alluvione, per circa un anno (dal novembre 2008 al novembre 2009) l'acqua non è stata potabile, come da ordinanze del Comune di Capoterra. In quel periodo i residenti e la Cooperativa hanno dovuto affrontare i costi di approvvigionamento idrico per autobotti e acquisto di acqua minerale. Dato che il contratto di forniitura si riferisce espressamente ad "acqua potabile", ditemi voi se i 137.000 euro fatturati per il 2009 sono dovuti;  
  • I consumi addebitati alla Cooperativa sono palesemente sbagliati e conteggiati da Abbanoa, e quindi avallati dal Comune, in base ai consumi del 2010 in maniera presuntiva; anche questa è una procedura irregolare perché anche in questo caso, sentenze di Consiglio di Stato insegnano, non è ammissibile far pagare un servizio sulla base di valori presunti;
  • Abbanoa ha innalzato il costo del mc dai 0,356 euro al mc. del 2005, ai 0,479 del 2010. La giustificazione è che il prezzo dipende anche dai lavori di manutenzione che sono stati eseguiti dal gestore della rete in questo territorio (intero comune). Come è noto Abbanoa non è mai intervenuta a Poggio dei Pini (perche interviene la Cooperativa) e negli anni successivi all’alluvione Abbanoa ha fatto numerosi interventi eccezionali in tutto il territorio di Capoterra (serbatoi comunali, condotte, impianti vari) perché il Comune aveva deciso di cedere le reti ad Abbanoa.  Da questo ragionamento se ne deduce che i residenti della Cooperativa pagheranno, con questo sovrapprezzo, una parte dei lavori effettuati in occasione dell'alluvione. inoltre pagherebbero anche i lavori effettuati nel resto della rete del Comune. Quindi le vittime dell'alluvione, oltre ai danni personali, dovranno accollarsi anche quelli alle strutture pubbliche.       
Questo lungo elenco di irregolarità fornisce  un'idea chiara del pasticcio che si è creato tra Abbanoa, Comune di Capoterra e Cooperativa Poggio dei Pini.  Anche se qualcuno dice che "ogni causa legale è incerta", mi sembra di poter valutare (ma fatelo anche voi) che in questo caso la Cooperativa, avrebbe molte ragioni da fare valere anche in sede legale
Invece i vertici della Cooperativa hanno intavolato una trattativa "privata" con il Comune che ha portato ad un piccolo sconto. Invece dei 633.000 euro richiesti, dovrà versarne "solo" 580 mila (iva compresa) che, saranno versati in parte subito e in parte con una dilazione. 

Difficile dire quanto avrebbe dovuto pagare se avesse fatto valere le proprie ragioni, ma se consideriamo il periodo di prescrizione e l'anno di non potabilità stiamo parlando almeno di 220 mila euro in meno (ai lettori la curiosità di calcolarlo e per questo voglio fornirvi i dati tratti dalla lettera del Comune, IVA 10% compresa: 

ANNO 2006 € 87.233 prescritto 

ANNO 2009 € 151.654 non potabilità per 11 mesi

Come diceva qualcuno, una domanda mi sorge spontanea. Come mai se esistono leggi che riguardano la modalità di tariffazione dei servizi, sia stata necessaria una transazione? Cosa c'è di opinabile nei numeri? O sono giusti o sono sbagliati, nel primo caso pago, nel secondo no. 



Una cosa che non è chiara è se i soci dovranno coprire con un ulteriore esborso questo maggior costo. Difatti le bollette idriche  che i soci hanno pagato dal 2006 in poi sono tutte "provvisorie" e quindi il salasso potrebbe riversarsi direttamente su di loro. Come al solito, in questi giochi tra amministratori poco attenti, a rimetterci sono sempre le famiglie, quelle che pagano anche l'IMU, l'IRPEF, la TARSU e la quota sociale della Cooperativa.  La Cooperativa non ha accantonato 
In conclusione questa storia ci ricorda i problemi legati alla gestione privatistica dei servizi pubblici che esiste solo a Poggio dei Pini e che pare essere riportata a una situazione di normalità in seguito all'intervento della magistratura.  

1 commento:

Marco Pintus ha detto...

Grazie Giorgio per questa descrizione dettagliata e sobria della questione relativa alla superbolletta della Cooperativa. Per la prima volta ho un'informazione su questa vicenda della quale avevo sentito parlare ma nulla più. Come socio vorrei avere una spiegazione dal presidente del CDA della Cooperativa del perchè abbiamo accettato di pagare una bolletta maggiorata.
Sospendo il mio giudizio sulla vicenda fino al momento in cui arriverà questa spiegazione.
Cordiali saluti

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