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giovedì 13 giugno 2013

Tensioni nel CdA. I vertici della Cooperativa cercano di ignorare l'esito del Referendum sui nuovi lotti.

Come è noto la realizzazione di una nuova lottizzazione a Poggio dei Pini è sempre stata un obiettivo prioritario e irrinunciabile per quel gruppo di amministratori che ha governato, quasi ininterrottamente, la Cooperativa negli ultimi due decenni. I residenti sono abituati a questa attività di lottizzazione e vendita che, nella prima fase della vita della Cooperativa, è stata strettamente collegata alla realizzazione di importanti strutture e servizi. Insomma, si vendevano i lotti per realizzare qualcosa: strade, palestre, etc.

La situazione è cambiata negli ultimi venti anni. I lotti si sono continuati a vendere, e anche a caro prezzo, ma di nuovi servizi nemmeno l'ombra. Anzi, si è verificata addirittura una dismissione e un decadimento di tutte le strutture. Inoltre gli interventi di edificazione hanno sempre riguardato nuovi areali e non erano mai andati a modificare il disegno urbanistico originario di Poggio dei Pini, che è poi uno dei suoi punti di forza. Non bisogna dimenticare, poi, che nel corso dei decenni cambiano le normative a cui ci si deve per forza adeguare, sempre che non si riesca ad ottenere, per Poggio, l'indipendenza dall'Italia e della CEE.

Per inseguire la nuova lottizzazione, anche a causa di grossolani errori, si sono spese centinaia di migliaia di euro in progettazioni, cause, ricorsi, trovando l'opposizione di enti regionali (che negarono l'approvazione) e di moltissimi soci che difesero soprattutto le pinete, incluse maldestramente nella cosiddetta "Variante Masala" del 2007.  L'inseguimento dei progetti di cementificazione rappresenta anche la causa scatenante   delle antipatiche divisioni presenti nella comunità, che di certo non contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei tutti i residenti. Tutto passa in secondo piano rispetto ai soldi.  

Negli ultimi due anni, la crisi economica ha modificato drasticamente lo scenario immobiliare italiano, colpendo con maggior forza le proprietà di grandi dimensioni. Il valore degli immobili e calato notevolmente, la domanda si è quasi azzerata e, di conseguenza, oggi si trovano in vendita numerose abitazioni che stentano a trovare acquirenti. Questa situazione ha modificato notevolmente anche gli scenari economici di un nuovo intervento di lottizzazione, rendendolo sconveniente, se non addirittura  fallimentare. 
I nuovi lotti, infatti, stenterebbero ad essere venduti, costringendo la Cooperativa ad accollarsi per molti anni gli aumentati oneri fiscali e un mutuo bancario "pesante". 
Immagino, però, che progettisti, legali e notai saranno pagati immediatamente. 
Dato, poi, che molti dei nuovi lotti andrebbero ad occupare le aree verdi interne della lottizzazione, quelle che conferiscono a Poggio dei Pini l'aspetto di luogo immerso nel verde, le nuove case altererebbero l'armonia così sapientemente progettata dai fondatori, aumentando la densità abitativa. Questo sacrificio sarebbe del tutto inutile; non bilanciato da alcun reale beneficio per i residenti. 
In questo contesto si è svolto alcuni mesi fa un referendum consultivo tra i soci che ha visto prevalere nettamente la tesi di chi preferisce rimandare, per almeno 3 anni, questo intervento, in un periodo che sembra il meno appropriato per effettuare questo genere di investimenti. 

La scarsa trasparenza presente all'interno del CdA della Cooperativa ha impedito di conoscere le reazioni e  le decisioni successive a questo risultato referendario. Lo Statuto della Cooperativa non attribuisce al referendum un potere decisionale, ma solo consultivo. Sulla carta il CdA potrebbe ignorare la richiesta della maggioranza dei soci e agire diversamente, adducendo qualsiasi motivazione plausibile. Certo, il "buon padre di famiglia" non lo farebbe, ma i politicanti non si creano scrupoli e trovano sempre una scusa per rigirare la frittata. 

Veniamo agli ultimi eventi. Mentre una parte della maggioranza che controlla la Cooperativa voleva infischiarsene del giudizio espresso dai soci tramite il Referendum e procedere con l'intervento di lottizzazione, alcuni componenti della stessa maggioranza, evidentemente non se le sono sentita di tradire in modo così plateale la volontà degli altri soci, perdipiù su un argomento così importante per la comunità. 
Sta di fatto che un consigliere ha presentato le dimissioni, facendo venir meno, dal punto di vista numerico, una maggioranza che era già alquanto risicata (8-7). 
Nella situazione attuale, in caso di parità il voto del Presidente "vale doppio", ma l'assenza dalle votazioni della metà dei consiglieri fa venir meno il numero legale ed impedisce di deliberare. 
Le consigliere che fanno riferimento al "Comitato Noi Per Poggio"  hanno fatto sapere che utilizzeranno questo strumento fintanto che si cercherà di sovvertire  la volontà espressa dalla maggioranza dei soci, invitando il CdA a prendere atto del risultato referendario ratificandolo. 

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