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lunedì 25 novembre 2013

Dopo cinque anni torna la piena millenaria

Questo titolo esprime certamente un paradosso. Con l'ennesimo disastro del 19 novembre si allunga la lista delle alluvioni sarde. Se qualcuno volesse rinfrescarsi la memoria può consultare questa pagina intitolata "Cronistoria delle peggiori alluvioni in Sardegna". Vi troverà ben 22 eventi alluvionali dal 1900 in poi, di cui ben 13 negli ultimi 30 anni. Tredici! 
Non so se in tutte queste occasioni la gente, le vittime o gli amministratori pubblici abbiano pensato che si trattasse di eventi eccezionali, di piene millenarie. So di certo che questa definizione è stata utilizzata nel 2008 nel mio paese, a Capoterra, dall'allora sindaco Giorgio Marongiu e da alcuni componenti della sua giunta, che avevano addirittura cercato di scaricare su un minuscolo laghetto responsabilità sulle quali è ancora aperto un procedimento giudiziario. 

Eppure, se ci limitiamo al solo territorio capoterrese le alluvioni degli ultimi anni sono state 1999, 2005 e 2008. Un pò meno di mille anni, no?

Incredibilmente, identiche parole sono state pronunciate dal "governatore" della Sardegna Ugo Cappellacci. Piena millenaria, evento eccezionale (vedi video).
Questo mettere le mani avanti, o se preferite la parte opposta del corpo, questo "pararsi il culo", accomuna non a caso chi ha responsabilità amministrative e, forse, qualcosa da farsi perdonare.  D'altronde le lottizzazioni, approvate o condonate che siano, portano a chiare responsabilità delle amministrazioni locali. Cappellacci è invece l'alfiere di un tentativo di demolire le norme poste a tutela del territorio dell'intera regione, inserite nel PPR. Addirittura ridicola la posizione dell'amministrazione comunale di Terralba che è addirittura scesa in piazza con alcuni cittadini per protestare contro i vincoli posti dal piano delle fasce fluviali.  Tra gli argomenti portati da questo amministratori a sostegno delle loro tesi, mi limito a citare: "a Terralba non ci sono mai state alluvioni a memoria d'uomo, i tecnici regionali hanno esagerato". Se non ci credete leggete questo verbale di consiglio comunale. E' allucinante.

La rapidità con cui Cappellacci è arrivato a questa conclusione puzza di bruciato. Ma come, sei un commercialista, non un geologo, ti autodefinisci babbeo e in pochi minuti hai capito tutto di questa alluvione. Insostenibile. 
La realtà che emerge anche da questo nuovo evento calamitoso porta invece sulle medesime tracce di quello capoterrese. Se l'uomo non avesse costruito dove non doveva, l'acqua avrebbe allagato le campagne senza fare molti danni e vittime. 

I danni maggiori sono collegati alla presenza di abitazioni collocate in territorio alluvionale e infrastrutture inadeguate rispetto a fenomeni meteorologici che si verificano da sempre, ma che molti hanno ignorato per interesse (terreni alluvionali diventati edificabili) e per ignoranza (amministratori impreparati e talvolta disonesti, funzionari che fanno carriera a suon di raccomandazioni). 
Che dire, molte delle immagini che vedo alla Tv sono le spesse che ho visto di persona nel 2008. Identica la disperazione, le lacrime, la paura. 
Come sarà il futuro di questi territori? Speriamo davvero che non sia identico a quello di Capoterra dove, dopo 5 anni, NON E' STATO FATTO ASSOLUTAMENTE NIENTE.

1 commento:

giacomo ha detto...

Dopo 5 anni non e' stata fatta nessuna manutenzione sopra il lago grande, la scusa dei diversi pseudo studiosi è che il tutto deve stare al naturale. Sbagliato agire in questo modo, la natura è stata attaccata da diversi fattori umani, incendi / interramento del corso, ponte mal calcolato che port alla chiesa di San Gerolamo che ricorda molto quello dove dove ha perso la vita il poliziotto nel nord Sardegna.

Per non parlare dei diversi attacchi fuorvianti.

Sono mancate le piccole cose, le manutenzioni che gli enti preposti avrebbero dovuto fare dopo i monitoraggi che non ci sono stati.

Oggi la situazione è peggiore e gravissima.

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