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sabato 4 gennaio 2014

Si aprono i recinti per le elezioni regionali

A febbraio si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Sardegna. Come potete immaginare il mondo della politica è in fermento. Anche qualora la politica, e in particolare i politici, non ci piacessero, questo evento ci riguarderà comunque, perchè chi occuperà i posti di comando sarà in grado di prendere decisioni che incideranno sulla nostra vita.  
In quei due giorni di febbraio si decideranno carriere per cui i protagonisti hanno investito anni della propria vita.
Molti di loro non hanno mai lavorato realmente e sono entrati in politica da giovani, spesso "allevati" da qualche capobastone. Per loro l'obiettivo fondamentale è la poltrona. Qualora non si riuscisse a conquistare quella di assessore, a cascata abbiamo il consigliere regionale (sono stati ridotti da 80 a 60), quello provinciale, comunale e circoscrizionale. Per i politici di seconda fascia, o per quelli con la fedina penale non proprio limpida, si può sempre aspirare a qualche altro "ruolo", perchè la politica, generosamente, ha saputo creare moltissime poltrone
Ci sono i consigli di amministrazione delle società con partecipazione pubblica, decine di enti strumentali come l'inutile "Conservatoria delle coste della Sardegna", i parchi marini, quelli montani, quelli insulari, il centro di ripopolamento del cavallo, i trasporti e cosi via dicendo. Un consistente numero di persone campa sulla politica garantendosi, oltre al "potere", stipendi elevati, viaggi "istituzionali", rimborsi spese con cui acquistare televisori, argenteria, quadri d'arte, ma anche cose più terra terra come maialetti arrosto o un intero servizio matrimoniale da 25 mila euro. Ovviamente nei giorni che precedono il voto sarete presi d'assalto da questa turba di professionisti della politica e dai loro familiari. 

I casi sono due. Se anche voi fate parte della casta, oppure avete ricevuto favori, privilegi o semplicemente l'accesso a servizi pubblici che comunque vi sarebbero normalmente spettati, riceverete una telefonata che vi ricorda queste "prestazioni" suggerendovi di votare la tal lista. Siete milioni lo so. Se fate parte di questa categoria che dai romani veniva definita molto gentilmente con il nome di "clientes", il vostro voto è già "assegnato" o, se volete "comprato".

Se invece fate parte della categoria degli onesti (o se volete "sfigati" a seconda di come vedete il mondo) cercheranno comunque di farvi entrare in qualche recinto creato appositamente per voi.
Ecco perchè in Italia ci sono cosi' tanti partiti. Perchè sono tanti i "recinti" nei quali far confluire un bestiame elettorale che, evidentemente, ha gusti, cultura e visione della vita differenti. 

Vediamoli questi recinti. Il centrodestra ha utilizzato l'innegabile carisma di Silvio Berlusconi per venti anni. La presenza di un apparato mediatico imponente, che sarebbe stato illegale in qualsiasi altro paese civilizzato, ha consentito di amplificare e cesellare l'appeal del premier di Arcore. In quel recinto sono confluite alcuni milioni di pecorelle che, seppur danneggiate dalla politica corrotta e incompetente dei nostri governanti, hanno deciso di attribuire la loro fiducia al Cavaliere. Oggi hanno pensioni da fame, i figli disoccupati e il lavoro perso e quindi in molti hanno capito che forse non era proprio il caso. 

Poi ci sono i recinti ideologici, costruiti apposta per chi crede negli ideali del comunismo, del socialismo, del fascismo, del cattolicesimo, dell'ambientalismo.  Queste persone si vestono con la loro giacchetta di colore rosso, nero, bianco o verde e, ad ogni elezione, entrano nel rispettivo recinto senza fiatare. Non importa se poi il loro voto, quel misero 1, 3 o 5% che riusciranno a raccogliere, sarà utilizzato dai grandi partiti per pagarsi il matrimonio e i maialetti, oppure se a livello comunale (pensiamo a Capoterra), un sindaco si farà fregare 2 milioni di euro qua e 6 milioni là, dicendo candidamente che "non ne sapeva nulla e si informerà". Questi recinti si chiamano o chiamavano SEL, Rifondazione, AN,  Verdi, Comunione e Liberazione. Le persone che li votano sono fondamentalmente oneste, ma vengono "intruppate" per servire le lobbies che hanno distrutto questo paese.

Andiamo avanti con i recinti. Solitamente un grosso partito si attira qualche antipatia da parte degli anticonformisti che vogliono sempre andare controcorrente e sentirsi diversi dalla massa. Apposta per loro vengono creati partitini fantasma, come il ridicolo "Fratelli d'Italia" della coppietta Meloni-Crosetto. Ai tempi del pentapartito, negli anni 70, chi non voleva votare DC poteva sempre scegliere PLI, PRI o PSDI, mentre chi non voleva appoggiare l'ingombrante PCI poteva optare per il piccolo PSIUP o, poco dopo, per Democrazia Proletaria. 

Politica è soprattutto strategia. Sappiamo bene che l'elettore italiano non premia il merito e da poco valore all'onestà, ma apprezza la furbizia. Interessante l'ultima mossa di Cappellacci o, molto probabilmente, delle lobbies che lo controllano. Indubbiamente il recinto degli elettori che votano PDL (adesso di nuovo Forza Italia) in quanto affascinati dal personaggio Silvio Berlusconi si è notevolmente assottigliato nell'ultimo anno. Tra decadenza, condanne, scandali sessuali, corruzione e un paese sull'orlo della bancarotta, è probabile che il consenso non proveniente da voto di scambio nel centrodestra sia in netta diminuzione. Era necessario escogitare qualcosa. Ecco che dal cappello a cilindro (anzi dal cappellaccio) spunta la carta "zona franca". Il 31 dicembre scorso, dopo avere giurato e spergiurato la loro estraneità a qualsiasi collusione con la politica, i due "referenti" del Movimento, Scifo e Randaccio, con un clamoroso voltafaccia, hanno comunicato la creazione di una lista denominata Zona Franca Randaccio che si schiererà con il centro destra di Cappellacci. Secondo la Randaccio chi oggi vede la sua terra martoriata dalla disoccupazione e dagli svantaggi dell'insularità, chi ha creduto che la Zona Franca integrale potesse rappresentare una risposta a questi problemi e uno strumento per modificare questa drammatica situazione; queste persone che hanno seguito e organizzato decine di incontri, picchetti, manifestazioni, oggi dovrebbero appoggiare proprio chi ha maggiormente contribuito a ridurre la Sardegna in questo stato. Dovrebbero votare chi al grido di "lei non sa chi sono io!" ha utilizzato i soldi delle tasse dei cittadini per comprare i maialetti arrosto, l'argenteria, i quadri. Quante pecore entreranno nel recinto della Randaccio? Speriamo poche. 
Io personalmente credo che la zona franca, non solo quella doganale dei porti che oggi tutti dicono di approvare, ma anche quella integrale al consumo, possa realmente rappresentare uno strumento per la rinascita di questa terra, ma la ZF non servirebbe a nulla se la guida sarà affidata ai parassiti che l'hanno depredata come sanguisughe. La lista della Randaccio è quindi solo uno specchietto per le allodole, un recinto creato ad hoc per riportare verso il centrodestra un po' dei voti persi con la caduta di Silvio. 

Dato che il Movimento Cinquestelle sardo, assediato da torme di supercazzolari inconcludenti, ha fatto harakiri e non si presentarà a queste elezioni regionali, e dato che il PD non ha ancora definito chi sostituirà l'indagata Barracciu (pare sia difficile trovare qualcuno che non è indagato), Cappellacci resta il favorito per la vittoria. Altri cinque anni con lui, pensate!

L'unica buona notizia è la creazione di una vera lista Zona Franca che correrà da sola. Deve raggiungere il 5% dei consensi, impresa quasi impossibile. Il tentativo, onesto e coraggioso, merita comunque il mio plauso.

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