Vorrei ripercorrere gli eventi più importanti e i temi principali che hanno caratterizzato il 2013 nel nostro Centro Residenziale.
Arriva la TARES, cioe' una TARSU maggiorata nella quale è stata inserita anche una quota per la gestione dei cosiddetti servizi indivisibili (strade, fogne, acquedotto etc.). Allo tesso tempo il Comune si rifiuta di prendere in carico questi servizi, ricorrendo al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR del dicembre 2012, che lo ha condannato alla loro gestione. Il Consiglio di Stato rimanderà a giugno 2014 la sentenza, e cosi si perde un altro anno.
Sempre a proposito di tributi arriva una superbolletta idrica per la Cooperativa. Il suo importo supera abbondantemente quanto era stato accantonato negli anni precedenti, anche perchè Abbanoa ha calcolato le tariffe in modo illegittimo, senza trovare alcuna opposizione da parte del Comune. I poggini hanno pagato quasi senza fiatare, mentre una rivolta popolare ha costretto il Comune ad annullare le bollette degli utenti privati e a riemetterle con gli importi corretti.
Per la Cooperativa l'evento piu' importante si è verificato nel mese di marzo, quando con un referendum, la maggior parte dei soci ha indicato al CdA la volontà di non realizzare nuovi lotti per almeno tre anni, rimandando pertanto il previsto intervento urbanistico che avrebbe portato a una ulteriore cementificazione del territorio, in un periodo in cui il mercato immobiliare vive la sua peggiore crisi del dopoguerra. Il risultato del referendum ha provocato, o comunque, rafforzato una crisi all'interno del CdA poggino, che ha portato alle dimissioni di un consistente numero di consiglieri e del Presidente Emilio Sanna. In seguito a tali defezioni i due gruppi esistenti all'interno del Consiglio hanno deciso di dar vita a un inedito "governo di emergenza" controllato da entrambi, e capitanato da Tonino Secchi, in qualità di presidente e Maria Luisa Tassi, come vice presidente. Anche se in queste situazioni il CdA può fare ben poco, deve essere registrata positivamente la tregue che potrebbe portare a rapporti meno tesi tra le due diverse linee di pensiero esistenti nella comunità.
Alle elezioni politiche di febbraio, il comune di Capoterra viene investito in pieno dal ciclone Cinquestelle che, presentatosi per la prima volta, ottiene un 35% surclassando tutte le altre forze politiche. A Poggio va un po' diversamente. Il PD è il partito piu' votato seppur di poco rispetto a Cinquestelle e PDL.
Il 2013 è anche l'anno che segna l'inizio delle attività preliminari alla costruzione della nuova statale 195, che per alcuni poggini è l'inizio di un incubo. Infatti la nuova arteria lambirà il rione di Pauliara e alcune case si troveranno a soli cinquanta metri dalla superstrada. Abbastanza incredibilmente i residenti non erano informati della cosa (anche se nel blog ne abbiamo parlato nel 2010) e la Cooperativa non ha fatto alcuna azione per tutelarli.
In maggio, come ogni anno, la Cooperativa presenta il bilancio che, ancora una volta segna un passivo di 430 mila euro. Di questa somma circa 300 mila sono ammortamenti derivanti da una discutibile rivalutazione immobiliare del 2008, ma il resto è passivo puro che va a erodere il pur consistente patrimonio societario.
Dopo alcuni mesi di preparativi, bitumazioni, annunci e rinvii, l'attesissimo "Ponte di Pauliara" viene finalmente inaugurato proprio da chi non ha fatto nulla per rendere piu' rapida questa realizzazione: cinque anni per un ponticello lungo poco piu' di 50 metri. Finisce perlomeno l'isolamento del rione Pauliara e l'incubo-guado.
A novembre la Sardegna subisce un nuovo evento calamitoso che questa volta risparmia il territorio capoterrese. L'alluvione rimette in moto la burocrazia regionale. In un primo momento si teme che i fondi per la messa in sicurezza del nostro territorio venissero dirottati al nord, ma poi questa ipotesi viene smentita. Di fatti concreti, pero', nemmeno l'ombra. Non partono nemmeno i lavori per il ripristino della zona sportiva di Poggio, purtroppo affidati nelle mani del Comune di Capoterra. L'unica cosa che ha fatto il Comune è stato dirottare 50 mila euro verso altri lidi. Sempre a proposito di "competenza" della giunta comunale, il consigliere poggino magi scopre che il Comune di Capoterra non ha preteso dal CACIP la bellezza di 6 milioni di euro che gli spetterebbero per i due impianti di smaltimento rifiuti ospitati nel suo territorio in zona Macchiareddu.
Sempre a Macchiareddu, ma in territorio di Assemini, partono i lavori per una discussa centrale a biomassa che, si teme, provocherebbe ulteriore inquinamento senza alcun beneficio. Tutto cio' avviene nell'assoluto silenzio delle istituzioni, le proteste, stranamente, sono sempre tardive.
Detto questo non mi resta che augurare un 2014 migliore a tutti i lettori del blog e all'intera comunità capoterrese.
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