Non è una notizia nuovissima, risale all'inizio del 2014 ma credo che sia sfuggita a molti e non abbia avuto il risalto che merita. E' stata realizzata la prima opera di protezione idraulica del post alluvione capoterrese. Lo sapevate?
Sono passati quasi 6 anni dalla tragica alluvione del 22 ottobre 2008 a Capoterra. L'unica opera realizzata è una infrastruttura, il Ponte di Pauliara, ma sul fronte delle opere di protezione idraulica tutto tace.
Eppure sappiamo che da anni sono stati stanziati i fondi, che ci sono i progetti e che le lunghe pastoie burocratiche dovrebbero essersi concluse, perlomeno per il primo lotto di lavori, quello della foce del Rio S. Girolamo. Non si muove foglia sul greto del Rio San Girolamo. C'è però una eccezione. Il territorio della Cooperativa Poggio dei Pini è attraversato dal Rio S. Girolamo e da alcuni piccoli affluenti minori. Si tratta di impluvi che ricevono acqua solamente durante le precipitazioni più copiose. In casi eccezionali, come le alluvioni che si sono verificate negli ultimi decenni, questi piccoli corsi d'acqua assumono dimensioni tali da provocare danni ad alcune abitazioni. Gli interventi su questi piccoli impluvi non sono previsti nel progetto di messa in sicurezza del Rio San Girolamo e poi, diciamocelo francamente, se i lavori non sono iniziati nemmeno nelle zone maggiormente esposte, è ipotizzabile che negli affluenti minori non ci sarà alcun intervento pubblico. Dato che "chi fa da se, fa per tre" per mettere in sicurezza un impluvio che attraversa la pineta di Pauliara è intervenuta la Cooperativa realizzando un intervento che, a mio avviso costituisce un esempio, un modello di come le cose andrebbero fatte. Forse non sarò un esperto, ma credo che basti guardare questa canalizzazione per capire che rappresenta lo stato dell'arte.
Il mio consiglio è di recarvi nella pineta di Pauliara e dare un'occhiata a questo canale. Potrete notare come la casa che si trova sulla sinistra possa essere interessata dall'allagamento durante le grandi piene e potete valutare come il canale abbia una portata tale da scongiurare questo pericolo.Se invece vogliamo avere un esempio di come il lavoro sui ruscelli NON debba essere fatto, basta tornare indietro di un anno e ricordarci l'orribile attività definita "pulizia dei canali" messa in atto dal solito pasticcione ed incompetente Comune di Capoterra.
Date un'occhiata alle seguenti foto e fate un confronto.
Bella schifezza vero? Il termine vi sembra eccessivo oppure appropriato? Dietro queste differenze non c'è la casualità. Come si mette in sicurezza un canale, quali materiali si usano, quali sono le dimensioni dei vari elementi, non e' frutto di invenzioni estemporanee, ma provengono da protocolli ben precisi messi a punto dai professionisti del settore. Non, con tutto il rispetto, geometri del catasto, non ingegneri meccanici, non commercialisti, non analisti informatici, bensì geologi o ingegneri idraulici. Allora forse dovremmo smetterla di far gestire dighe a chi non sa nemmeno come sono fatte, di nominare assessore al bilancio esperti di lingua sarda, di fare gestire il paesaggio ai generali dell'esercito. Non è bastata la lezione del 22 ottobre 2008?
Ne approfitto, concludendo, per ringraziare la geologa Maria Rita Lai (foto sotto) che si è occupata della realizzazione del canale di Pauliara che vi ho mostrato in questo articolo e che ha dedicato una quantità immensa del suo tempo alla Cooperativa e a tutto il nostro territorio tramite l'Associazione 22 ottobre e anche questo blog.
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