Nel 2009 la Cooperativa, allora capitanata da Calvisi e Sechi, aveva proposto un piano di vendita dei cosiddetti reliquati che venne bloccato dalle proteste di molti soci e dalla successiva amministrazione guidata da Giacomo Cocco. Sei anni dopo, La Cooperativa riprende l'idea di "fare cassa" cedendo piccole aree di terreno con una operazione che, come cerchero' di evidenziare in questo articolo, è completamente differente da quella del 2009.
Il confronto tra queste due iniziative serve anche a sfatare alcune voci da bar che vengono fatte circolare per disinformare la gente, nel tentativo di nascondere le magagne e l'inadeguatezza del progetto del 2009.
Innanzitutto la tipologia di aree cedute non è paragonabile. Nel 2009 non si tento' di cedere piccoli ritagli di terra di scarsa utilità per la collettività. Quel piano andava a cedere intere ed ampie fasce di terreno limitrofe ai lotti e molte di queste aree ricadevano nelle pinete che costituiscono uno dei patrimoni ambientali di maggior pregio per i residenti.
Un altra caratteristica raccapricciante è che i beneficiari di quelle acquisizioni avrebbero eventualmente potuto, dietro compenso, trasformare le aree verdi in aree edificabili.
Vogliamo poi parlare di soldi? Si volevano vendere terreni a cifre variabili tra i 2 euro (due!!) e gli 8 euro a metro quadro.
Ultimo elemento, la trasparenza. Ovviamente questa operazione venne elaborata nei salotti di alcuni amministratori, con annesso giro di telefonate e promesse accattivanti nei confronti dei futuri beneficiari tra cui, guarda caso, risultavano anche gli stessi amministratori.
Abbiamo parlato di quella iniziativa nel blog, in vari post, tra cui questo.
Veniamo al 2015. Cosa ha fatto la Cooperativa? Innanzitutto, nell'avviare la nuova operazione ha informato e coinvolto i soci. Io personalmente, dato che cammino spesso all'interno della lottizzazione, ho inviato osservazioni relative ad alcuni reliquati che secondo me venivano utilizzati per percorrere scorciatoie. La viabilità pedonale interna è tutta da realizzare e sarebbe spiacevole privarsi di utili sentieri.
Quest'anno sono stati sottoscritti 10 contratti di vendita per un totale
di circa 12.000 mq e un importo complessivo di oltre 180.000 euro, IVA esclusa. Non è stata venduta
nessuna area a meno di 10 euro al mq, cioe' del prezzo minimo fissato dal CdA per le aree di minor pregio. L'appezzamento più "caro" è stato pagato 23 euro a mq, il prezzo medio è di 18 € al mq.
Non sono state vendute aree di pregio, come pinete o zone panoramiche, ma solo aree che
erano intercluse o già occupate o utilizzate dai proprietari dei lotti
confinanti o comunque inutilizzate o inutilizzabili dalla collettività.
Eh si, perchè bisogna dire che alcuni soci si erano già accaparrati aree non di loro proprietà, recintandole, inglobandole all'interno del loro giardino oppure realizzandoci tettoie coperte e parcheggi. Stendiamo un velo pietoso.
La Cooperativa ha utilizzato questi proventi "straordinari", non per la gestione ordinaria, come avveniva in passato, ma per realizzare opere come la nuova condotta idrica per S.Barbara e numerosi interventi
di miglioramento della lottizzazione (sentiero lungolago, piste
pedonali, parchi d’ingresso, nuova cartellonistica, etc).
Insomma, l'unica cosa in comune tra le due iniziative era la necessità di "fare cassa". Ben diversi pero' sono stati i modi e i risultati. Se è vero che la Cooperativa si è dovuta comunque privare di una piccola parte del suo patrimonio, Anedda & C. sono riusciti a ottenere il medesimo risultato economico, minimizzando la quantità di terreno ceduto e soprattutto non cedendo aree di interesse collettivo. Poi aggiungiamo il fatto che nel 2009 queste risorse venivano utilizzate per "ripianare" il deficit societario, mentre oggi si trasformano in servizi, la differenza è veramente abissale.
7 commenti:
Da Angelo Pani
Caro Giorgio ti scrivo, per argomentare un po’ sul tuo intervento a proposito della vendita delle aree verdi. La tua è rimasta l’unica sede in cui dibattere delle cose di Poggio ed è importante conservarla, anche se sono lontani i tempi in cui scrivevi senza timori reverenziali verso gli amministratori nostrani. Non volermene, ma mi pare che il pungolo si sia trasformato in un megafono.
Sulla vendita delle aree comuni concordo con te sul fatto che il progetto del 2009 fosse una follia. Ma questo non giustifica le lodi sperticate al piano delle cessioni varato ora. Personalmente ritengo che la vendita delle zone verdi fosse una scelta sbagliata allora e lo sia anche oggi. Perché snatura l’essenza stessa del vivere a Poggio, che è una realtà urbanistica fatta di lotti edificabili disseminati in ampie zone lasciate alla fruizione collettiva. Purtroppo dobbiamo prendere atto del fatto che, per la prima volta nella storia di Poggio, è stato mandato in esecuzione un piano che prevede la privatizzazione di una parte di queste aree comuni. Che, non dimentichiamolo, sono anch’esse di “interesse collettivo”. Non solo: i nostri amministratori hanno ribadito l’intenzione, Puc permettendo, di trasformare e vendere come aree edificabili un’altra porzione di aree verdi. In questo modo, ci spiegano, la Cooperativa ridurrebbe le spese rispetto alla scelta di urbanizzare nuovi quartieri. L’opzione zero (niente nuovi lotti) non viene neppure presa in considerazione.
(continua) …
… (segue)
Tornando alle zone verdi, è conveniente vendere a un prezzo medio di 18 euro/mq aree attigue a lotti urbanizzati? Sicuramente sì. Ma solo per i proprietari di quei lotti, perché l’incremento di valore della loro proprietà supera abbondantemente la cifra sborsata. La Cooperativa, spinta dall’esigenza di “fare cassa”, come tu stesso hai scritto, ha dovuto vendere a un prezzo inferiore a quello di mercato (dalle mie parti, questo si chiama “svendita”) e ha incassato 180 mila euro. Che è una grossa somma per chiunque di noi, non per il bilancio della Cooperativa. Quei soldi sono finiti nel conto in banca dal quale si attinge per coprire le spese: sostenere che sono serviti a finanziare la nuova condotta idrica e non la gestione ordinaria è un’amenità che ci poteva essere risparmiata.
La gestione ordinaria: è questo il punto nodale sul quale si gioca il futuro di Poggio. Nonostante il diluvio di rassicuranti parole che ci arrivano dai nostri Notiziari, siamo ancora alla situazione critica del passato e, oggi come allora, si cerca di ripianare il deficit ricorrendo alla vendita dell’argenteria di famiglia. Occorrono interventi strutturali e si continua coi pannicelli caldi.
Questi sono argomenti sui quali si può non essere d’accordo, non “voci da bar, fatte circolare per disinformare la gente”, come sostengono taluni benpensanti. Ma poi, diciamocela tutta, che male ci sarebbe ad affrontare questi argomenti al bar? La letteratura è ricca di capolavori scritti nelle mescite di bevande calde e, ancora oggi, un intellettuale come Claudio Magris ama scrivere articoli e libri seduto al bar San Marco di Trieste. Che stia anche lui nascondendo magagne?
Cordialmente
Angelo
Caro Angelo, come sai mi è capitato molte volte di essere in disaccordo con iniziative prese da questo o quel CdA della Cooperativa, soprattutto in questi ultimi 10 anni, da quando, cioe', in molti abbiamo capito che se non ci fossimo attivati ci saremmo presto ritrovati a vivere in una Poggio molto diversa da quella che avevamo immaginato. Credo sia vero che è piu' facile mettere in evidenza cio' che non funziona, ed è piu' raro che si sottolinei quello che va bene. Evidenziare i difetti, o gli errori, è utile perchè potrebbe portare alla loro eliminazione o perlomeno mitigazione. Noi ne sappiamo qualcosa perchè l'aspro scontro che ci ha visto protagonisti nel 2007 e che qualcuno ha considerato "inopportuno", oppure "poco signorile", ha portato al salvataggio delle pinete di Poggio da una cementificazione devastante. Lo rifarei 1000 volte e ne sono fiero, anche se qualcuno ha messo in moto una macchina del fango che ogni tanto continua ad operare anche adesso.
Non credo pero' di meritare ceffoni sia quando esprimo posizioni critiche che quando approvo. Mi ricorda il vecchio gioco dello "zacca e poni"?
Non sottolineare le cose che approviamo è sbagliato, forse come non contrastare gli errori, perchè priva chi gestisce di un importante feedback che serva da stimolo a continuare un certo percorso. Non devi, pertanto stupirti se i miei articoli non sono sempre, sempre, sempre critici e sinceramente mi dispiace cogliere nelle tue parole elementi che si discostano da una normale differenza di valutazione.
Ti condiferò che ci sarebbero altre iniziative positive portate avanti da questo CdA di cui avrei voluto parlare, ma non ne ho avuto il tempo, come ad esempio la realizzazione della nuova condotta sulla quale ero un po' scettico, ma che ha ottenuto il brillante risultato di non far mancare l'acqua alle zone alte di S. Barbara e Bellavista. Lo faro' non appena possibile.
Sono un fan di questo CdA? Ti ricordo il mio articolo di qualche mese fa in cui ho criticato pesantemente l'operazione "aumento tariffe idriche" e il successivo articolo in cui ho accolto sfavorevolmente l'avvio di questa nuova operazione reliquati.
Ah, dimenticavo, ho anche scritto che il sito della Cooperativa è assolutamente inadeguato, e tu sai quanto ci tenga a questo tipo di comunicazione.
Sta di fatto che, successivamente, l'intervento relativo alle tariffe idriche e quello sui reliquati sono stati entrambi sottoposti a nuove valutazioni e verifiche tra il CdA e i soci che hanno inviato osservazioni, ed entrambe le proposte iniziali sono state modificate. Evidentemente le modifiche e le informazioni che ho avuto sull'operazione reliquati mi hanno portato a valutare positivamente l'intervento forse anche perchè, nella bilancia, ho considerato poco influente questo 0,2% di territorio piuttosto occulto che è stato ceduto (ma in molti casi era già stato accaparrato da anni). Se vorrai scrivere un pezzo più dettagliato saro' ben lieto di pubblicarlo e mi dispiace davvero che questo blog continui ad essere l'unico luogo telematico in cui ci si puo' confrontare. Ho comunque visto che la Coop ha riattivato il profilo Facebook, non so se sia previsto il confronto, ma credo proprio di si.
E' vero che uno puo' prendere qualsiasi voce del bilancio e dire che le usa per questa o quella causa. Io sto dando per scontato, e spero di non essere smentito, che a seguito dell'incremento delle tariffe idriche il bilancio di quest'anno sarà in pareggio e che questa cifra "straordinaria" vada a costituire un surplus che è stato utilizzato per realizzare delle cose che forse non si sarebbero potute fare.
Per quanto riguarda le voci da bar in realtà è un modo di dire. In realtà questo mio intervento è stato ispirato da una serie di grandi fesserie che ho sentito con le mie orecchie in un incontro tra i soci e gli amministratori.
ci scrive Giuseppe Monni:
Ciao Giorgio, ho il dovere di replicare ad alcune delle inesattezze scritte da Angelo Pani. Infatti, è naturale che esistano opinioni diverse, qualunque scelta amministrativa incontra il consenso di alcuni e le critiche di altri, e questa Amministrazione, come tu stesso hai evidenziato, sta dimostrando coi fatti che sa ascoltare le critiche ed è pronta a modificare le proprie scelte, dinanzi ad alternative preferibili. Quello che è scorretto (nei confronti dei lettori, non degli amministratori, che sono abituati a ben peggiori calunnie) è scrivere inesattezze. Non potendo dilungarmi mi limiterò a smentire le più clamorose, così da dare un’idea. Pani scrive: “Purtroppo dobbiamo prendere atto del fatto che, per la prima volta nella storia di Poggio, è stato mandato in esecuzione un piano che prevede la privatizzazione di una parte di queste aree comuni” . Chiunque sa che questo è falso: nella cinquantennale storia della Cooperativa sono state vendute a privati moltissime aree comuni, con criteri e metodi che riteniamo sbagliati e che infatti non abbiamo ripetuto. Altra scorretta inesattezza: “L’opzione zero (niente nuovi lotti) non viene neppure presa in considerazione.”. Anche in questo caso la affermazione è clamorosamente smentita dai fatti, e chiunque lo può appurare consultando il Portale della Cooperativa: da mesi è disponibile una corposa Relazione con la quale gli amministratori hanno sviscerato tutte le opzioni urbanistiche possibili, compresa la cosiddetta “opzione zero”. Si può essere d’accordo o meno con le valutazioni del CdA, ma a parte il fatto che si dovrebbe obiettare sulla base di dati e possibilmente proporre soluzioni alternative, in ogni caso è scorretto fare affermazioni false. Ancora: “è conveniente vendere a un prezzo medio di 18 euro/mq aree attigue a lotti urbanizzati? Sicuramente sì. Ma solo per i proprietari di quei lotti, (…). La Cooperativa (…) ha dovuto vendere a un prezzo inferiore a quello di mercato (dalle mie parti, questo si chiama “svendita”)”. Sarebbe interessante sapere a quali prezzi di mercato ci si riferisce, perché guardando le tabelle si scopre esattamente il contrario. Ma la questione è un’altra: c’è chi riterrà quei prezzi troppo alti e chi li riterrà troppo bassi: quel che dovremmo chiederci è se la Cooperativa ha guadagnato più di quanto abbia perso. Mi sembra evidente che quando vendi meno dell’1% del tuo patrimonio e questo ti consente di dare acqua a centinaia di famiglie, fare chilometri di percorsi pedonali, riqualificare gli ingressi, istallare un centinaio di nuovi cartelli, istallare sistemi di videosorveglianza a protezione di tutta la lottizzazione e restaurare immobili abbandonati da decenni, il bilancio costi/benefici sia clamorosamente positivo. .. continua
segue ...
Chi la pensa diversamente dovrebbe anche dire (numeri alla mano) dove si potrebbero ricavare i soldi per fare tutti questi investimenti che nessuno aveva fatto da decenni e che, ricordiamolo, valorizzano le nostre proprietà e incrementano i servizi, molto più di quell’1% di aree che, lo ricordo, non erano utilizzate dalla comunità ma, per la maggior parte, erano già da tempo utilizzate esclusivamente dai proprietari dei lotti adiacenti (compresa l’area posta di fronte al lotto di Angelo Pani e la cui vendita lo ha fatto tanto arrabbiare). Sono stato il primo a oppormi ai vari tentativi che ci furono di vendere aree effettivamente utilizzate dalla comunità, ma questo noi non lo abbiamo fatto e chi afferma il contrario è o disinformato o in mala fede. Altra affermazione: “sostenere che sono serviti a finanziare la nuova condotta idrica e non la gestione ordinaria è un’amenità che ci poteva essere risparmiata. La gestione ordinaria: è questo il punto nodale sul quale si gioca il futuro di Poggio. Nonostante il diluvio di rassicuranti parole che ci arrivano dai nostri Notiziari, siamo ancora alla situazione critica del passato e, oggi come allora, si cerca di ripianare il deficit ricorrendo alla vendita dell’argenteria di famiglia. Occorrono interventi strutturali e si continua coi pannicelli caldi”, Anche queste affermazioni sono clamorosamente smentite dalla realtà, ma sarà sufficiente che ciascuno di voi dia uno sguardo al bilancio di quest’anno: scoprirete che per la prima volta la cosiddetta gestione ordinaria può considerarsi strutturalmente in pareggio, proprio come auspica Pani, e non certo grazie alle entrate straordinarie derivanti dalle vendite, ma grazie al contenimento dei costi e soprattutto grazie alla riforma del sistema tariffario del settore idrico, che ha finalmente fatto pagare (a chi consuma) l’acqua quanto effettivamente ci costa. Proprio una di quelle riforme strutturali invocate da Pani (che mi pare fosse peraltro contrario a tale riforma). Risanare società in perdita da anni è compito inarato, e certo ogni scelta è opinabile, ma sarebbe più utile che le critiche fossero sempre accompagnate da alternative (basate sui numeri reali). Nel frattempo, siamo molto orgogliosi di aver invertito la rotta della Cooperatuiva (nella sostanza e nelle forme), continueremo a ottimizzare la gestione ordinaria e eventuali entrate straordinarie saranno spese per migliorare le aree comuni (le aree veramente comuni) e i servizi, esattamente come abbiamo fatto con questi primi 300mila euro (questa è la somma compresa dell’iva e dell’area venduta al Dott.Ibba). Altro che “amenità”. Ringrazio Giorgio Plazzotta per lo spazio dedicato, sia quando apprezza le nostre scelta sia quando ci muove critiche costruttive.
per chi non conoscesse il filtro antispam:
https://www.netsons.com/knowledgebase.php?action=displayarticle&id=83
Vorrei rassicurare il mio dirimpettaio: non ce l’ho con lui perché ha comprato un’area verde che era sempre stata nella disponibilità comune. Gli è stata data l’opportunità di quasi raddoppiare la superficie del suo lotto pagando meno di 20 mila euro e ha colto al volo l’occasione. Chiunque, al suo posto, avrebbe fatto altrettanto. Ce l’ho con chi gli ha offerto quel terreno in vendita. Perché questo amministratore, che ama replicare stizzito tacciando di falso chiunque la pensi in modo diverso da lui, è la stessa persona che, appena ieri, condivideva l’opinione che i beni comuni andassero tutelati. E non è stato questo l’unico voltafaccia al quale abbiamo assistito.
Tornando brevemente alle aree verdi, so bene che, in passato, sono state vendute alcune aree marginali. Ma si è sempre trattato di fatti episodici. Cosa ben diversa è quanto sta accadendo oggi: ora è stata pianificata la privatizzazione di molte aree di interesse collettivo. Predisporne la vendita significa, a mio parere, snaturare il disegno urbanistico di Poggio incidendo negativamente su quello che è uno degli elementi fondanti della nostra comunità. Io considero le aree verdi un valore, altri una merce utile per fare cassa.
Angelo Pani
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