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domenica 1 maggio 2016

L'assemblea degli irresponsabili

Ciao Giorgio
dopo il tuo intervento di ieri scrivo perché sono stata all’assemblea che definirei degli “irresponsabili” per non dir di peggio…
Mi sembra il caso di intervenire a sottolineare l’unico intervento secondo me degno di nota, quello del dr. Marcello Anedda che responsabilmente, dopo i primi due interventi che anticipavano il voto contrario al bilancio consuntivo del 2015, ha ricordato e sottolineato la gravità e l’incoerenza di un voto di questo genere, ricordando che questo atto stabilisce solo come è stata gestita la società e nulla più. E le dimostrazioni di dissenso sulla politica societaria non si fanno in questa sede bensì in quella deputata dallo Statuto e cioè in occasione delle elezioni per il rinnovo del CDA. Coerenza vorrebbe che chi vota NO denunci eventuali errori o reati commessi dagli amministratori nella conduzione della società, ma si sa è molto più facile buttare via il bambino con l’acqua sporca…

Infatti la conseguenza di una mancata approvazione del bilancio, se perdurante nei successivi due anni porterebbe al commissariamento e successivamente alla liquidazione della società.
Mi chiedo e chiedo? E’ questo il risultato a cui si tende? Se è così basta dirlo e manifestarsi chiaramente così la maggioranza sceglierà se vuole una soluzione di questo genere e senza drammi si chiuderanno baracca e burattini…ho parlato di maggioranza, naturalmente, non di quattro facinorosi che pensano di avere il diritto di potere non solo dire di tutto, ma anche di decidere per quasi 2000 persone!
Parlo di facinorosi perché partendo da affermazioni ridicole, quali quelle di atteggiamento offensivo nei confronti del consiglio di stato (lo scrivo minuscolo così lo stesso personaggio se vuole mi può liberamente denunciare), ho sentito parlare di vilipendio nei confronti di questo organo statale…chissà se quel socio sa a che livello di terzietà si pone il cds quando sentenzia la possibilità, da parte di un ente istituzionale, di applicare norme impositive con effetto retroattivo (parlo dell’IMU) contrarie a principi base civilistici oggetto tra l’altro di numerosissime sentenze, …possiamo veramente parlare di terzietà o di applicazione del diritto? O sarebbe meglio parlare di atteggiamento molto parziale rivolto solo ad avvantaggiare il pubblico rispetto al privato, lo stato rispetto al cittadino? E lo stesso socio evidentemente non deve avere compreso appieno la portata dell’atteggiamento di terzietà del cds, quando dà torto ai soci poggini sulle oouu affermando che è corretto intendere le oouu proprietà del comune ma, con un volo inimmaginabile anche per Pindaro, per il principio di sussidiarietà i soci se le possono anche tenere sul groppone per l’eternità!

E parliamo della questione della variante sollevata come sempre in modo parziale ed errato. Vorrei una volta per tutta stabilire alcuni concetti basilari.
Negli anni si è stabilito di rinunciare a parte della cubatura assentita con il primo piano di lottizzazione (ripeto, mai portato a compimento) e questa rinuncia è stata formalizzata nella convenzione del 2002; successivamente la coop ha avviato in maniera concreta la fase finale dell’attuazione del piano presentando una variante che, il TAR è stato molto chiaro, non era approvabile in mancanza di PUC.
Quindi fermi tutti….Nel 2012 la coop presenta un nuovo piano al comune due giorni prima dell’approvazione del PUC (mossa incoerente in quanto cassabile esattamente come dieci anni prima e contro lo stesso statuto visto che non è passato in CDA), ma qualche mese dopo viene sospeso dalla cooperativa per le pressioni in seno allo stesso CDA.
Oggi esiste un PUC che è al vaglio della regione, pieno di errori che di fatto renderanno forse impossibile l’approvazione di qualsivoglia piano di lottizzazione la coop voglia presentare; unica nota positiva per le nostre casse è che è stato riperimetrato il comparto “C” e pertanto si è allontanato definitivamente il pericolo che il comune possa tassarci con l’IMU nella misura che paventavamo. Noto amaramente che nessuno se n’è accorto oppure si fa finta di non vederlo, anche perché questo atto si risolve a vantaggio nostro e non del comune.
In ogni caso, per non lasciare niente di intentato, il CDA ha ripreso in mano il piano di lottizzazione proponendolo all’attenzione del comitato tecnico che ha analizzato la nuova proposta arrivando alla conclusione che, di circa 95 lotti previsti dal piano, solo la metà sia realizzabile, vista la situazione dei luoghi per la presenza di numerosi impluvi, zone esondate, la conformazione idrogeologica e qualche zona di alta rilevanza ambientale.
Di questo lavoro esiste ovviamente la documentazione in coop ed invito quindi i soci a leggerlo; confesso di aver partecipato a quei lavori con sofferenza, perché personalmente non poserei più neanche un mattone, ma professionalmente e coerentemente con il mandato ricevuto dal CDA abbiamo studiato i lotti uno per uno e siamo arrivati a delle conclusioni unanimi.
Rimane in quel piano una mina vagante, causata dalle normative vigenti oramai superate dalle esperienze urbanistiche in Sardegna: la necessità di prevedere una quantità abnorme di superfici destinate a servizi pubblici e privati che impongono la ricerca sul territorio di zone dove posizionarli; a parte la domanda retorica, “cosa ce ne facciamo di tutti questi servizi?” ci siamo chiesti dove posizionarli; se non abbiamo zone adatte per le abitazioni figuriamoci per i servizi che richiedono spazi attrezzati in maniera totalmente diversa…

E a questo punto si inserisce la cosiddetta “rinuncia” degli attuali amministratori…mi sarebbe piaciuto che per una volta, il facinoroso e i suoi seguaci che accusano il CDA di tale nefandezza, avessero portato la lettera incriminata (che non porta nessuna rinuncia, anche qui invito i soci a leggerla, non fidatevi di nessuno, me compresa) invece come sempre, solo allo scopo di sollevare polvere che non serve a nessuno tranne alle claque, nessun documento è stato esibito, dimostrando il fatto che, come sempre, si tratta di atteggiamenti strumentali e autolesionistici perché non portano acqua né da una parte né dall’altra, semplicemente il solito socio riafferma la sua unica capacità urlatoria di ben 41 anni…

Vorrei infine mettere l’accento su una dichiarazione fatta dal presidente Anedda che nessuno ha sottolineato. Sandro ha dichiarato che cercheranno di recuperare quanto pagato illegittimamente al comune per l’acqua per il periodo 2006/2012, vista la diminuzione della tariffa stabilita dall’ATO rispetto a quella applicata illegittimamente da Abbanoa al comune di Capoterra che poi, come sappiamo, la rivende alla cooperativa per i bisogni dei soci; non si tratta di pochi spiccioli, ma siamo attorno ad almeno 100mila euro.
Auspisco che questa azione venga avviata nel minor tempo possibile e ricordo che nei verbali di CDA si trovano tutta una serie di considerazioni e valutazioni elaborate con l’aiuto di altri consiglieri e portate all’attenzione del consiglio, il quale però dovette chinare la testa ai voleri del comune, non avendo il presidente di allora contestato formalmente in tempo utile le fatture ricevute, almeno per quanto è stato comunicato al CDA.

Infine noto che, nonostante l’importanza degli argomenti portati all’attenzione dei soci non si sia avviato un dibattito serio sulla gestione né tanto meno sugli altri argomenti sul tappeto preferendo come sempre, e lo dico soprattutto ai contrari a questa gestione, buttarla sulla rissa verbale, ma mai sui contenuti; il CDA periodicamente riunisce i soci per informarli, redige il giornalino (con il passato CDA abbiamo avuto periodi anche di sei mesi senza notizie, brutto diventare vecchi e non ricordare, vero?) ma alle riunioni vanno tra le 15 e 20 persone, poi però all’assemblea urla e strepiti…mi sembra di un’incoerenza senza pari, e lo dico con una certa presunzione perché gli amministratori di oggi sanno molto bene che non ho fatto mancare le mie obiezioni, in alcuni momenti esternate anche in maniera molto dura, ma questo non ha significato, almeno per me, un motivo per smettere di appoggiarli, nella consapevolezza che il CDA è quello che noi vogliamo, eleggiamo chi ci pare, ma il nostro compito è approvarli o criticarli in maniera che sia costruttiva e non distruttiva, perché tanto facciamo solo male a noi stessi.
Grazie Giorgio
Ludovica

2 commenti:

Giuseppe Monni ha detto...

Condivido le parole di Ludovica (e la ringrazio per aver evidenziato uno dei risultati più importanti di questo biennio, la riperimetrazione della zona C, che ha messo al sicuro per sempre boschi e pinete del Poggio). Ammiro persone come Ludovica e Giorgio perché sono libere: quando dissentono da un amico non esitano a contestarlo (ne sappiamo qualcosa io e Federico!) né esitano a riconoscere meriti a eventuali avversari. Se facessimo tutti così, i confronti anche aspri sarebbero sempre costruttivi. C’è invece, al Poggio, chi vuole sfasciare. Una manciata di personaggi pronti a qualunque bassezza (e dovremmo domandiamoci il perché…). Diffondono volantini anonimi grondanti calunnie, indicono riunioni disinformative senza contraddittorio, e arrivano addirittura a danneggiare la Coop, cioè l’interesse di tutti. Sabato hanno toccato il fondo, perorando una bocciatura del bilancio (per capirci: se la Coop andasse in liquidazione il suo patrimonio, cioè il nostro territorio, verrebbe svenduto a privati, il residuo al Comune). I loro attacchi all’attuale CdA sono pretestuosi (siamo riusciti a risanare i conti e tanti beni come non accadeva da decenni!) e in ogni caso si può essere critici nei confronti degli amministratori di turno (lo siamo stati anche noi, in passato) ma l’interesse comune va comunque tutelato. Ecco perchè vorrei complimentarmi con persone come Angelo Pani: si è alzato spiegando che si era ripromesso di astenersi dall’approvazione del bilancio come segno di dissenso nei confronti della gestione ma poi, dopo aver visto quali personaggi peroravano la bocciatura del bilancio, ha deciso di votare a favore. Chapeau. E chapeau a Ludovica, che elogia l0intervento di Marcello Anedda. E’ il Cinquantennale, il valore del Poggio non può essere messo in discussione dalle polemiche contingenti. Tra un anno si concluderà il nostro mandato, in quella sede tireremo le somme, ci saranno soddisfatti e insoddisfatti, com’è normale, ci sarà un avvicendamento, ma (ha ragione Ludovica) non dimenticheremo i nomi, i metodi e gli obiettivi degli sfascisti.

Anonimo ha detto...

Riguardo agli scenari apocalittici evocati, non credo che un voto negativo dell’Assemblea nei confronti del bilancio avrebbe portato allo scioglimento della Società Cooperativa Poggio dei Pini. Questa possibilità è prevista nel caso di una mancata partecipazione dei soci alla votazione o di un mancato raggiungimento del quorum necessario per l’approvazione. Il No al bilancio societario, qualora fosse stato espresso dalla maggioranza dei soci, sarebbe stato un voto di sfiducia nei confronti degli amministratori e avrebbe avuto le conseguenze pratiche che questo comporta: dimissioni del Consiglio di amministrazione e nuove elezioni. E’ fin troppo palese che questo era l’obiettivo del Fronte del No, non certo quello di arrivare allo scioglimento della società.
Altre volte, a Poggio, era accaduto che si contassero voti contrari al bilancio, ma si era sempre trattato di prese di posizione di singoli che si esaurivano senza lasciare traccia. Sabato, forse per la prima volta, il No è stato usato come arma politica per far decadere anzitempo il Consiglio di amministrazione. Per la cronaca, i voti favorevoli sono stati 137, i contrari 52. Se l’obiettivo del fronte dell’opposizione era quello di conquistare un’investitura popolare per proporsi poi alla successione, bisogna prendere atto che ha sbagliato strategia e ha ottenuto l’effetto opposto di rafforzare l’esecutivo.
Angelo

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