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lunedì 25 luglio 2016

Viadotto monstre di Poggio: quali alternative?


Vorrei riprendere l'argomento del Viadotto Monstre disegnato dalla Metassociati e forse destinato a sfregiare per sempre il centro di quella che è stata definita la città-giardino della Sardegna: Poggio dei Pini. 
Ricordo brevemente che la Regione, alcuni mesi fa,  ha indetto una Conferenza di Servizi con l'obiettivo di individuare la migliore  idea progettuale per realizzare un attraversamento del Rio S. Girolamo che consentisse di raggiungere la parte alta di Poggio dei Pini in condizioni simili a quelle verificatesi il 22 ottobre del 2008.
 A quella conferenza non era stata invitata la Cooperativa Poggio dei Pini, cioe'  il soggetto che gestisce tutte le infrastrutture di questo territorio e, indubbiamente, rappresenta più di ogni altro i cittadini interessati dall'opera.  La Cooperativa ha presentato ricorso al TAR per questa esclusione, spinta anche da molti soci allarmati dopo avere visto quale assurda mostruosità si stava per realizzare davanti al proprio naso . Certo, Macomer è lontana e le schifezze realizzate in casa altrui possono preoccupare molto noi, ma poco sia la Metassociati che l'assessore ai lavori pubblici Maninchedda che, sono entrambi di .. Macomer. 

Il TAR ha dato ragione alla Cooperativa obbligando la Regione a indire una nuova conferenza a cui dovranno partecipare anche altri enti importanti come la Sovrintendenza e il Genio Civile anch'essi esclusi dalla prima conferenza.  Ohhh che curiosa dimenticanza!

Voglio anche sottolineare che, una volta tanto, il Comune di Capoterra si è schierato affianco alla Cooperativa.e non è cosa da poco considerando gli atteggiamenti di un passato anche molto recente. 

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al famoso progetto Hydrodata di cui tanto abbiamo parlato anche in questo blog. Se ci pensiamo bene, questo viadotto è figlio di quel progetto. Il fatto, naturale e inconfutabile,  è che in quel tratto il rio S. Girolamo (in piena) allarga il suo alveo a causa della presenza dell'ostacolo lago e di due affluenti che si uniscono al corso principale proprio in quel punto.
Non è pertanto possibile disegnare un ponte piu' corto di quello prospettato dalla Metassociati e, sinceramente non so se il complicato sistema di cavalcavia necessari  si potesse disegnare in modo meno impattante. Probabilmente si, ma di poco. Per quanto riguarda la bruttezza, questa poi è figlia dei nostri tempi. Quando eravamo la patria del Brunelleschi e di Michelangelo il nostro paese svolgeva un ruolo assai diverso. Oggi dietro un'opera pubblica ci mangiano in 1000 e, ovviamente, non restano risorse da destinare alla "bellezza". Il palazzaccio della Regione di Via Roma docet.

Ma allora ci dobbiamo tenere il mostro? 
La Cooperativa parla apertamente di "soluzioni alternative"  puntando il dito sull'attraversamento che si trova più a monte, presso l'Hydrocontrol. In effetti realizzare quel ponte, data la sua posizione periferica rispetto alla lottizzazione,  sarebbe molto meno impattante e avrebbe costi molto inferiori. Un nuovo ponte dell'Hydrocontrol annullerebbe il rischio di isolamento della parte alta di Poggio dei Pini anche in caso di eventi meteorologici di tipo alluvionale. L'eventuale impercorribilità della strada 26 in caso di alluvione rappresenterebbe un disagio, ma non l'isolamento.

Inoltre che senso avrebbe devastare il centro di Poggio lasciando intatto l'attuale ponte Hydrocontrol? Quel ponte, così com'è,  costituisce un formidabile tappo nel caso di una futura piena ed è molto piu' pericoloso a causa del rilevato stradale più imponente che andrebbe a creare una vera e propria diga destinata a cedere improvvisamente.   

Credo che si possa convenire, quindi, che la realizzazione di un ponte nella zona dell'Hydrocontrol sarebbe prioritaria e, quindi, la Regione dovrebbe utilizzare i fondi disponibili per realizzare un attraversamento innanzitutto  in quel punto. 
Ma cosa fare nella zona del lago? A mio avviso un elemento di riflessione è rappresentato dal fatto che quella viabilità serve esclusivamente per raggiungere le circa 300 abitazioni della zona alta di Poggio dei Pini. Se ci fosse un attraversamento sicuro in zona Hydrocontrol quelle case non correrebbero nemmeno il rischio di restare isolate. Ha senso spendere altri milioni di euro per realizzare un altro mastodonte di cemento?  E' anche giusto che  nessuno debba più rischiare di morire in quella strada durante le piene. 

Cio' che farei io, ignorando assolutamente se la benedetta normativa lo consenta, è di realizzare un sistema di sbarramento elettronico collegato a una centralina di monitoraggio che farebbe scattare il blocco della strada quando si verificano condizioni meteo estreme. Un siffatto sistema (da manutenzionare!) costerebbe una parte infinitesima dei milioni di euro necessari a progettare e realizzare il megaponte.  Il ponte attuale dovrebbe comunque essere reso più ampio, diciamo con una luce sufficiente a far passare 100 mc al secondo.   

Ovviamente queste sono solo le farneticazioni di un blogger ignorante (reo confesso) nelle discipline dell'ingegneria idraulica  e di quella infrastrutturale. So solo che realizzare quel viadotto sarebbe un errore madornale e che dobbiamo cercare una via alternativa che garantisca armonia e socurezza al luogo in cui abbiamo scelto di vivere. 

2 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giampaolo Lai ci scrive:

A proposito del mega ponte che bello non sarà mai e che dovrà permettere il transito "indolore" di una "improbabile" nuova quantità "monstre" di pioggia (fra circa 500 anni ?) e però i viventi attuali altre idee le avrebbero ed io mi cimento nell'impresa. Certo rendere più scorrevole l'acqua in corrispondenza dell'Hidrocontrol non sarebbe una cattiva idea. Ma il punto critico è il piccolo "ponticello" quello si troppo piccolo. L'idea che mi balena per la testa sarebbe quella di fare un ponte con una luce maggiore di quella attuale ma non elevando l'esistente quota stradale bensi aumentando la sua lunghezza ma sopratutto scavare l'attuale alveo del fiume S.Gerolamo e del ruscello attiguo di S.Barbara. Mi spiego meglio: il lago dovrebbe proseguire verso monte fino a raggiungere la prima casa (ma non nei pressi di questa) presente proprio di fronte a casa Plazzotta. Andrebbe scavata una bella quantità di sabbia e arena e pietrisco (beni vendibili con estrema facilità e con utilizzo certo e quindi lo scavo non costituirebbe un costo ma il ricavato sarebbe una risorsa). In questo modo un futuro evento catastrofico quale da noi conosciuto non produrrebbe danni ma l'alluvione transiterebbe facilmente sotto la maggior luce del più lungo ponte futuro. In più realizzando l'ingrandimento del lago verso monte si otterrebbe un sicuro effetto migliorativo sotto l'aspetto paesaggistico e naturalistico. Badate che l'alveo di quei due corsi d'acqua abbondano di sabbia e pietrisco beni ottimi per tanti utilizzi. L'altezza del pelo dell'acqua "stabile" (del lago ingrandito) sarebbe ottimale se tenuto intorno a due metri sotto l'arcata dell'ipotizzato nuovo ponte "minimale" da me immaginato. Le opere di raccordo con la viabilità esistente costituirebbero in un piccolo intervento nella sola strada 51 (conosciuta come quella della piscina). Cosa ne pensano altri "pensatori" Poggini ?

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giampaolo è una idea interessante per la quale pero' vedo due criticità: oltre ai costi per la realizzazione di un ponte che probabilmente con la tua soluzione avrebbe comunque un costo non di molto inferiore a quello monstre, bisognerebbe trovare le risorse per lo scavo di tutta quella quantità di terra. l'altra criticità è che le piene piano piano tornerebbero a riempire di sabbia quello "scavo" a ci troveremmo con un lungo ponte insabbiato.

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