Finalmente è arrivata la risposta. Con una lettera inviata
via mail agli abitanti di Poggio dei Pini, il presidente ha fornito la sua
versione sul caso dei 16 soci morosi ammessi al voto e ha fornito ulteriori particolari
sulla vicenda. Ora i soci della Cooperativa possono analizzare la vicenda con
maggiore cognizione di causa. La prima
considerazione da fare è questa: era tutto vero. Sedici soci che, secondo il
nostro Statuto, non avrebbero potuto votare, hanno ricevuto la lettera che li
autorizzava a ritirare la scheda elettorale. Tutto questo grazie al fatto che hanno
stipulato con la Cooperativa un piano di rientro dai debiti. Abbiamo poi avuto
la conferma che identica procedura è stata adottata in passato anche da altri
amministratori.
Questo fatto, a giudizio
del presidente Anedda, dovrebbe sgombrare ogni ombra e allontanare ogni
sospetto dagli atti compiuti alla vigilia del voto. Scrive infatti: “Se quei
piani di rateizzazione, concessi in quel modo, sono stati considerati (come io
li considero) validi e soprattutto opportuni, a maggior ragione devono essere
considerati validi e opportuni i piani di rateizzazione deliberati formalmente
da CE nel 2017”. Debbo dire che questa considerazione mi ha fatto sobbalzare. Il
sillogismo proposto dal presidente è assolutamente arbitrario e non può essere
accettato in quanto si basa unicamente su una sua valutazione (“come io li
considero”) mentre, correttezza vuole, dovrebbe essere argomentato partendo da
una premessa certa. La stipula di un piano del rientro alla vigilia delle
elezioni che consente il voto ai soci morosi è pratica a mio parere poco
corretta e da contestare per il passato e ancora di più oggi che ne abbiamo
avuto conoscenza. Troppo facile dire, come ha fatto il presidente, cosa era
lecito (a suo parere) nel passato per giustificare l’iniziativa di far votare
alcuni soci morosi adottata nel 2017.
Il presidente ha poi fornito dati più precisi sui 16 soci
morosi ammessi al voto: in 5 hanno deposto la scheda nell’urna, 4 hanno
consegnato la delega a un altro elettore, gli altri 7 non hanno votato. Questi
numeri, a suo parere, smentirebbero il collegamento tra la concessione di piani
di rateizzazione e il voto in Assemblea. Non ho alcun problema ad accettare
come veri questi dati ma, conti alla mano, arrivo a conclusioni opposte. Il
presidente è ancora una volta ricorso a un sillogismo, sia pure in forma
velata: se hanno votato solo nove soci morosi, un numero così esiguo di
elettori non può aver alterato l’esito del voto. Se ho interpretato bene il suo
pensiero, credo che la conclusione di questo ragionamento debba essere ben
diversa: se i soci morosi che hanno votato sono 9 e se facciamo nostro il
sospetto che siano stati scelti tra i sostenitori degli amministratori in
carica, dobbiamo concludere che questi voti hanno ribaltato l’esito delle
elezioni. Senza i nove voti che sarebbero confluiti sui candidati della lista
Anedda, avrebbe vinto con un consigliere in più la lista capeggiata dall’ing.
Sanna.
Speravo che il presidente dichiarasse solennemente che MAI
PIU’ si sarebbero ripetuti sotto elezioni i casi di dubbia legittimità che si
sono verificati nel maggio scorso ma temo che, sulla base di ciò che ha
ribadito nel suo intervento, dovremo assistere anche in futuro al ripetersi di
simili pasticci.
C’è un altro elemento sul quale ritengo sia importante fare
chiarezza. Il presidente ha scritto: “Ho
formalmente smentito che vi sia stata discriminazione tra i Soci: i piani di
rateizzazione sono stati concessi a tutti coloro che l’hanno richiesto”. Ho sentito dire il contrario da parte di un
esponente dell’opposizione ma di questo non mi voglio occupare. Credo però che sia doveroso citare un caso
del quale sono venuto io a conoscenza. Tre anni fa un socio ha avuto problemi
di liquidità per alcuni crediti che non riusciva a riscuotere e per
un’importante spesa in famiglia che non poteva rinviare. Si è trovato
nell’impossibilità di pagare le quote sociali e ha accumulato un debito di circa
2 mila euro. Successivamente ha ricevuto un sollecito da parte della
Cooperativa e si è recato negli uffici dove ha incontrato uno degli
amministratori delegati al quale ha esposto la sua situazione ribadendo la
volontà di estinguere il debito non appena si fosse trovato nelle condizioni di
farlo. E’ finita con una stretta di mano ma, dopo poco tempo, nonostante avesse
già versato alcune centinaia di euro, ha ricevuto un secondo sollecito inviato questa
volta dall’avvocato della Cooperativa. E’ tornato negli uffici, ha incontrato
il presidente e l’altro amministratore delegato, ha spiegato nuovamente la sua
situazione, ha ricevuto ancora una volta una risposta rassicurante ma, poche
settimane dopo, si è visto recapitare un decreto ingiuntivo con l’intimazione a
saldare il debito. Ben diversamente è
andata per i 16 soci morosi che hanno potuto firmare i piani di rateizzazione e
sono stati riammessi al voto. Erano tutti simpatizzanti del presidente? Non lo
so e non mi interessa saperlo. So però che il socio in
questione, persona che conosco personalmente e della cui serietà non ho dubbi, prima
delle elezioni aveva manifestato più di una perplessità sulle scelte fatte
dagli amministratori in merito alla gestione della Cooperativa. Per questo
motivo, chi ha organizzato la campagna elettorale della lista Anedda aveva
buoni elementi per ritenere che avrebbe votato per l’opposizione. Ora, non avendo
beneficiato di un piano di rientro dai debiti, questo socio non ha potuto
votare e, con l’aggravio delle spese dovute al decreto ingiuntivo, si è visto quasi
raddoppiare la somma da versare alle casse della Cooperativa.
Angelo Pani
4 commenti:
Non pretendo che le mie considerazioni siano condivise, non mi sorprende che tu voglia dare una lettura un po parziale della vicenda attribuendo sillogismi che andrebbero quantomeno contestualizzati. Come detto anche per le vie brevi mi assumo le responsabilità (anche morali) per le cose che faccio. Quello che è molto scorretto e chiudere il tuo pezzo facendo riferimento a un fatto e auna persona(credo di averla individuata) di cui evidentemente non conosci bene i fatti. Certo consideri la persona che te li ha raccontati una persona seria, evidentemente consideri me una persona poco seria visto che non ho avuto la fortuna di essere interpellato da te per sentire anche l'altra versione dei fatti. Temo che la persona abbia omesso un po di passaggi nel racconto. Siccome io invece sono per la verità, ti propongo una cosa: senti la persona a cui fai riferimento venite in cooperativa e parliamo insieme e esponiamo i fatti, poi potrai farti una tua idea. Scrivere certe cose, anche delicate, sentendo una sola campana è veramente una caduta di stile che onestamente da te non mi aspettavo.
Caro Giorgio,
Sono esterefatto,sia per quello che è stato scoperto dai soci ignari e dalle giustificazioni date dal Sig. Presidente dopo che la frittata era stata ben confezionata e condita.La buona fede del sig.presidente è fuori dubbio,ma ho la vaga impressione che la sua fiducia riposta nei collaboratori fa acqua da tutte le parti. Potrei citare alcuni esempi specialmente di come si organizzano e si eseguono i lavori dati in appalto o eseguiti dal personale in carico alla Cooperativa. Ella sig.presidente è per legge il responsabile della sicurezza del personale dipendente addetto ai lavori, ma pur avendo frequentato il corso e ricevuto l'attestato relativo, non si è mai preoccupato di predersi cura e svolgere il suo mandato di controllo diretto al rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavori e del personale che liberamente accede al luogo di lavoro anche occasionalmente,da parte di chi ella ha delegato.
I Dirigenti da lei delegati e il personale tecnico dell'ufficio quando accedono al luogo di lavoro devono conoscere, frequentando i corsi adegguati e rispettare le prescrizioni obbligatorie sia per chi vi lavora e sia per chi visita saltuariamente gli stessi luoghi di lavoro (es.Caschi ed elmetti,scarpe adatte,guanti,giubbotti, che salvaguardino la persona da probabili infortuni per caduta di attrezzi di lavoro o materiali. So,che l'osservanza di tali prescrizioni e molto fastidiosa e che molto spesso, si preferisce disattenderla.Le visite ispettive,anche se attualmente sono rare, possono
avvenire personalmente oppure tramite documentazione fotografica di personale delegato.Viviamo in una cooperativa e non è improbabile che qualcuno segnali all'ispettorato del lavoro eventuali inosservanze.Le multe sono salatissime e come esempio posso assicurarle che variano da un minimo di 500 euro (per la mancata segnalazione con raccomandata e ricevuta di ritorno di un operaio autonomo assunto ma segnalato solo alla Previdenza Sociale e a loro detta, non all'ispettoraro del lavoro al quale era stata segnalata con lettera semplice.Ciò è accaduto una decina di anni fa, all'ultima impresa di costruzioni ove lavoravo.
Sig.Presidente e ammistratori delegati,siete caldamente pregati,di evitare di commettere manchevolezze che possano compromettere la regolarità di quanto in buona fede sia ritenuto regolare e legale.La nostra cooperativa fondata da soci competenti in qualunque materia hanno predisposto uno statuto chiaro e completo in ogni sua parte e che sarebbe non solo opportuno, ma necessariamente farlo sempre ripettare da tutti i soci e in primo luogo dagli stessi amministratori.Le clausole in esso contenute sono fisse ed invarialibili e non possono essere disattese ne accomodate per favorire i soci- A mio parere,fatti irregolari commessi in passato e non segnalati entro i termini legali non possono più essere presi in considerazione per decadenza prevista dalla legge.
Anche i vari regolamenti che fanno parte integrante dello statuto devono essere applicati e rispettati e nella loro interezza e ove fosse richiesta la loro modifica
devono necessariamente essere sottoposti all'appravazione dei soci con delibera sottoscritta con la maggioranza dei 2/3 dei soci riuniti in seduta straordinaria.
Rilevo invece che ciò non si è verificato dopo la modifica delle tabelle di costo dell'acqua potabile che non rispecchiano più le norme esecutive contemplate e neppure le fasce trimestrali precedenti e tra l'alro fanno parte integrante dei contratti stipulati per i nuovi utenti e per quelli esistenti che si rinnovano annualmente tacitamente.
Rilevo infine che anche il regolamento del comitato tecnico in vigore è stato completamente disatteso dai componenti del comiatato esecutivo perchè non èstato mai richiesto il parere dei componenti lo stesso previsto per statuto.
Saluto tutti cordialmente Procolo D'Agostino
Affrontando questo spinoso argomento avevo messo in conto che avrei provocato il risentimento della persona chiamata in causa. Ma, caro Sandro, come ho avuto modo di dirti per quelle che tu chiami vie brevi, non c’era livore da parte mia e quell’asprezza che ti ha ferito riguarda le azioni riconducibili alla carica che ricopri, non la persona. Azioni che non condivido da tempo e che in queste ultime settimane, come si andavano definendo i dettagli dell’affare-elezioni, mi hanno procurato crescente preoccupazione. So benissimo che non tutte le azioni intraprese dal Consiglio di amministrazione partono direttamente dal presidente ma è pur sempre lui il garante e il responsabile di ogni atto del suo esecutivo. Quanto ai miei recenti interventi su questo blog, prendo atto che vorresti unicamente aggiungere alcuni passaggi al racconto del socio moroso che non ha potuto votare. Per il resto, il tuo silenzio conferma che è andata come ho raccontato: sono state poste in essere azioni potenzialmente in grado di falsare l’esito delle elezioni e non c’è stata, su questo punto, alcuna presa di coscienza da parte dell’esecutivo che rappresenti. Chiudo questo capitolo senza alcuna soddisfazione ma con accresciuta amarezza.
a.p.
Egregio dott. Sandro Anedda,
Mi sorprende assai la deludente risposta pronunciata nei confronti del Sig Angelo Pani che reputo persona corretta e responsabile da ogni punto di vista. Forse in questo caso, a mio parere gravissimo, avrebbe fatto meglio a tacere come ha sempre scelto di fare quando alle cinque missive da me scritte e inviatele tramite indirizzo di posta elettronica del portale della cooperativa non si è mai degnato di rispondere.
Evidentemente ha perso il controllo della situazione ed i suoi collaboratori del comitato esecutivo organizzano e decidono a loro piacimento qualsiasi operazione anche illecita, senza il suo benestare.La invito pertanto caldamente,riconoscendo le doti corrette ed invidiabili dello studio professionale di suo padre Marcello,nel quale ella collabora assiduamente, di trasferire il vessillo di comando decisionale delle delibere della cooperativa a qualche collaboratore che a sua insaputa oggi ha tentato di spodestarla.
Tenga presente,che lo Statuto della Cooperativa,scritto saggiamente dai soci fondatori,non può essere disatteso da nessuno e altrettanto dicasi per il rispetto dei regolamenti di attuazione di norme specifiche quali quello del comitato tecnico previsto dall'art. 61 dello Statuto ove all'art.2 recita:
"Il Comitato tenico esprime pareri tecnico-economici su argomenti di natura urbanistica, edilizia, ambientale idrogeologica e tecnologica, relativi a qualsiasi intervento da realizzare nel territtorio del Centro Residenziale di Poggio dei Pini.
In particolare ad esso sono assegnati i seguenti compiti:
1) pareri sui progetti presentati dai soci e verifica della corretta realizzazione, nel rispetto del Regolamento Edilizio della Cooperativa e secondo i criteri indicati nel sccessivo art. 12:
2) parere tecnico-economico e controllo dei progetti relativi alle opere deliberate dal Consiglio di Amministrazione o dal Comitato Esecutivo della Società;
3) parere tecnico economico sulle gare d'appalto e sulle eventuali variazioni in corso d'opera dei lavori affidati a ditte esterne;
4) pareri e proposte sulle soluzioni tecnico-organizzative da assumere in materia di manutenzione delle opere sulla gestione dei servizi tecnologici del Centro Residenziale;
5) proposte relative al completamento delle opere diurbanizzazione e su eventuali ulteriori lottizzazioni del comprensorio, nonchè sulla utilizzazone delle aree destinate a servizi comunitari;
6) proposte su eventuali modifiche del Regolamento Edilizio della Cooperativa, nonchè sull'applicazione delle prescrizoni contenute nello stesso regolamento e negli altri regolamenti tecnici in vigore(es:regolamento acquedotto, fognature ecc,)
OBBLIGATORIETA' DEI PARERI - Articolo 3 - Il Comitato deve esprimere il suo parere su tutti i progetti esecutivi relativi agli interventi strutturali e infrastutturali il cui preventivo di spesa superi i 40 milioni di lire(attuali € 20.658,28)
Il parere di merito dovrà essere fornito al Consiglio di Amministrazione in tempi ragionevolmente brevi e comunque entro i termini di volta in volta concordati con il Comitato Esecutivo.
Per ulteriori aprofondimenti potete leggere il regolamento del comitato tecnico in vigore.Potrete constatare che nel triennio di governo precededente il comitato esecutivo ha completamente disatteso le prescrizioni di richiesta di parere obbligatorio per la realizzazione di qualunque lavoro affidato a terzi o eseguito in proprio
Lascio a voi cari soci i giudizi opportuni e vi saluto cordialmente
Procolo D'Agostino
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