Non sono molto addentro alle situazioni che riguardano i lavori pubblici del comune di Capoterra ed in particolare quelli relativi agli impianti sportivi, piccoli o grandi. So solo che dalle mie parti il comune non ha mai fatto niente. D'altronde il livello di informazione sulle attività della Giunta rasenta lo zero assoluto e le elezioni hanno praticamente "affondato" gli amici di Demos Capoterra che svolgevano una intensa e preziosa attività di informazione sull'operato della Giunta.
A grandi linee mi sembra di poter dire che due grandi realizzazioni, posizionate nel centro storico presso le abitazioni di sindaci e vicesindaci, e cioè il palazzetto dello sport e la piscina, non funzionano o funzionano male. In qualità di residente di serie B delle lottizzazioni, in pratica non ci ho mai messo piede e chissà se mai le frequenterò.
Poi ci sono gli annunci che si portano avanti da anni. Come quello relativo alla struttura polivalente di Rio S. Girolamo, che viene puntualmente rispolverata prima di ogni elezione e rispetto alla quale ogni volta qualcuno si attribuisce meriti per campi che non ci sono.
A Poggio invece abbiamo la zona sportiva devastata dall'alluvione, dove opera il "miracolo" Poggio Sport Village, che dopo pochi giorni dal disastro, anche grazie al contributo di molti volontari, ha tenuto in piedi una struttura che si mette in luce nel tennis, anche a livello agonistico, soprattutto nel settore giovanile. Non dimentichiamo le attività della Mistral che gestisce la palestra del basket e di Salvatore Nonne che gestisce fitness e arti marziali. Purtroppo il grande assente è proprio lo sport principe per noi italiani, il calcio, nella sua versione a 11 e a 5 giocatori. Per la ricostruzioni delle strutture devastate dall'alluvione (non dimentichiamo la piscina) vige la legge della burocrazia: passano gli anni, i soldi ci sono, ma i progetti non partono mai. E dire che di calcio a Poggio c'è tanta voglia, non solo tra i giovanissimi, ma anche per gli adulti che, non a caso, si sono aggiudicati il torneo delle lottizzazioni over 45 qualche giorno fa.
Molto particolare è invece la storia del centro sportivo oratoriale. Ogni tanto questa vicenda ha un breve sussulto per poi riassopirsi. Non si riesce a capire se la lentezza di questo progetto derivi, come negli altri casi, dalla farraginosità congenita del nostro sistema, oppure se vi siano difficoltà di altra natura. L'informazione al riguardo è scarsa e dobbiamo attendere di leggere le notizie sull'Unione Sarda. Il Bollettino Parrocchiale invece si distingue per scarsa chiarezza. In pratica non si capisce se l'impasse sia causata dalla difficoltà di fare andare avanti i lenti procedimenti della burocrazia o se, invece, dipenda dalla difficoltà che incontrano i tentativi di eluderli. Sono due cose ben diverse. Se infatti, come cittadini, possiamo lamentarci della lentezza con cui le regole vengono applicate in questo Paese, non dovremmo lamentarci della loro esistenza.
Ci vogliamo dimenticare che cosa succede quando si costruiscono abitazioni nell'alveo dei fiumi, quanto si costruiscono ponti di ampiezza inappropriata, quando si ignorano le regole sulla gestione delle dighe? Quando vediamo una parte della costa della nostra isola deturpata da colate di cemento che arrivano sino alla riva del mare probabilmente pensiamo a quei disgraziati periodi in cui le regole non c'erano o potevano essere aggirate. Sarebbe veramente ora di cambiare registro e di abbandonare il pressapochismo che ha rappresentato uno degli elementi negativi del nostro paese e ha avuto un ruolo importante anche nella tremenda situazione economica in cui ci troviamo.
Riepiloghiamo brevemente la situazione:
- dopo l'alluvione del 22-10-2008, viene gravemente danneggiata la struttura sportiva di Pauliara ed in particolare i campi da tennis, di calcio e di calcetto che venivano utilizzati anche dalla Parrocchia di Poggio per svolgere attività sportiva oratoriale;
- qualche mese dopo l'evento calamitoso, nel 2009, la Parrocchia ha chiesto al Comune di Capoterra di poter disporre dell'area retrostante l'azienda saggiante all'ingresso di Poggio dei Pini (parco giochi) per realizzare un centro sportivo composto da due campi polivalenti;
- il Comune non rispose in relazione a questa proposta, e ciò suscitò la reazione stizzita della Parrocchia che organizzò anche una raccolta di firme CONTRO il Comune per sostenere la cessione di quell'area;
- Il progetto è stato realizzato autonomamente dalla Parrocchia e presentato al Comune senza consultare altri soggetti, come ad esempio la Cooperativa, entità che ha fondato e disegnato urbanisticamente Poggio dei Pini e che ad oggi gestisce praticamente l'intero territorio e tutti i servizi. La Cooperativa, interpellata in un secondo tempo, lo ha giudicato inopportuno per ragioni legate alla viabilità e all'impatto paesaggistico in un punto cruciale della lottizzazione.
- La Cooperativa ha da subito messo a disposizione l'utilizzo dell'area sportiva di Pauliara che era occupata dal campo di calcio, area per la quale è stata stanziata una somma ingente da parte della Regione. La Parrocchia ha preferito puntare sull'area all'ingresso di Poggio affermando, non si sa come, di potere gestire anche i campi di Pauliara;
- Dopo due anni di tira e molla con il Comune, poco prima delle elezioni comunali della primavera 2011, in piena campagna elettorale, il candidato sindaco Francesco Dessì, folgorato sulla via di Damasco, partecipa a una processione organizzata dalla parrocchia poggina. Questo "movimento", così tipico delle campagne elettorali, viene prontamente segnalato da questo blog che intrevede (non ci voleva un genio) novità sulla questione della cessione dell'area, provocando le ire della parrocchia ( e relativa indignata scomunica telematica). Si da il caso che alcuni giorni dopo viene dato l'annuncio delle concessione dell'area da parte del Comune;
- Francesco Dessì vince le elezioni e diventa sindaco di Capoterra, ci si attende quindi l'inizio dei lavori, ma passano alcuni mesi e non si muove foglia
- Qualche mese fa il Parroco (notizia riportata dalla stampa) invia le ruspe nel parco giochi e da inizio ai lavori, distruggendo tra l'altro le due porte del calcetto che si trovavano li da anni. L'intervento viene effettuato, a quanto riferisce il quotidiano, senza le necessarie autorizzazioni e viene pertanto bloccato dagli stessi vigili comunali.
L'area è quindi di proprietà comunale, il comune l'ha concessa alla Parrocchia, non si riesce a capire perchè i lavori non partano.
D'altronde a bloccare le ruspe parrocchiali, sempre stando all'Unione Sarda, sono intervenuti i vigili (sempre comunali), che presumibilmente applicano la legge, e non la cosca dei Corelonesi. Come mai? Che cosa succede realmente?
Il bollettino parrocchiale dedica alcune righe all'argomento, ma non spiega i motivi di questo ritardo, così come non fa alcun riferimento al tentativo di effettuare i lavori abusivamente, alla distruzione delle porte di calcetto esistenti e ai gravi rischi di stravolgimento della viabilità in una zona cruciale della lottizzazione e di impoverimento paesaggistico. Non è mai stato spiegato perchè non si è voluto puntare sull'area sportiva di Pauliara o si sono addotte motivazioni molto deboli, come ad esempio il pericolo. In realtà in quella zona, ad alto rischio idogeologico, non sono assolutamente vietate le attività sportive, perchè altrimenti anche tutto il tennis sarebbe fuorilegge. Sappiamo bene. per averla vissuta, che un'eventuale piena può avvenire solo dopo alcune ore ininterrotte di pioggia scosciante e non credo proprio che qualcuno si metta a giocare a pallone in quelle situazioni. Non c'è il Vajont che incombe su quell'area. C'è (o ci sarà) in ogni modo il Piano di Emergenza comunale che indicherà quali sono i comportamenti sa seguire.
Insomma nel bollettino della parrocchia mancano le informazioni utili a capire, ma si trova spazio per la polemica e per sottolineare l'"opposizione da parte di alcuni amministratori locali che non trova seguito nella maggioranza della popolazione". Questa frase, contenuta all'interno di un editoriale intitolato "Concluso l'anno pastorale 2010-2011" testimonia una attività pastorale portata avanti con ben poca moderazione e una costante ingerenza in campi che dovrebbero essere ben distanti dall'attività parrocchiale.
Ma chi sarebbero questi "amministratori" rei di avere "ostacolato" la parrocchia poggina?
Uno è certamente Franco Magi, consigliere comunale che nel suo opuscolo elettorale si era chiaramente espresso contro la realizzazione del centro sportivo in quella posizione.
Considerato l'uso del plurale, altri amministratori nel mirino della parrocchia sono probabilmente quei consiglieri della Cooperativa che hanno osato esprimere la propria contrarietà non al progetto, bensì alla posizione scelta. Ora il termine amministratore può apparire fuorviante, dato che anche Scilipoti, Pierferdi Casini e Bersani sono amministratori. In realtà questi "amministratori" poggini sono persone nate, cresciute o maturate a Poggio dei Pini, gente che ha scelto questo luogo per viverci con le proprie famiglie, che ha il massimo interesse a preservarne il valore, sia in termini economici che, soprattutto, di qualità della vita. Non sono stati inviati a Poggio per poi andarsene dopo qualche anno e non sono nemmeno sindaci di una Capoterra che considera Poggio dei Pini come una vacca da mungere.
Appare quanto mai curiosa l'auto attribuzione che la Parrocchia si fa di rappresentare la "maggioranza della popolazione" che, secondo il bollettino parrocchiale, sarebbe favorevole alla creazione di un ingorgo permanente in un luogo famoso per il suo pregio ambientale e per la sua quiete. E' stata fatta una consultazione? Con quali criteri, nel sagrato? Parlando di maggioranze e di popolazione ho l'impressione che, solo una esigua minoranza dei 2.200 residenti frequenti la parrocchia. Quanti di questi 2.200 vanno a messa la domenica? Questo si che sarebbe sarebbe un dato facilmente misurabile. Con quale diritto questa istituzione "religiosa", che dovrebbe distinguersi per terzietà e moderazione, si arroga il potere di rappresentare l'intera "popolazione"?
Ho già denunciato in passato la presenza a Poggio di alcuni di personaggi che millantano una rappresentatività auto-attribuita. E' un comportamento tanto grave quanto scorretto perche costoro, non solo si arrogano il diritto di decidere anche per voi, ma raccontano in giro che voi sareste favorevoli, senza che sappiate neanche di cosa si stia parlando. Si sfrutta il silenzio delle tantissime persone che, per vari motivi, non si pronunciano pubblicamente.
La democrazia, invece, ha i suoi strumenti per stabilire quale sia la volontà popolare e cosa sia una "maggioranza". Si chiamano elezioni, o al limite referendum. Si svolgono coinvolgendo tutti gli interessati e assegnando a ciascuno di loro un voto.
Sempre a proposito di democrazie vorrei ricordare che il consigliere comunale (Magi) che si è dichiarato contrario alla scelta della parrocchia ha ottenuto circa 350 voti, esattamente 300 in più (o se volete il 700%) di quel mancato consigliere comunale che spesso si attribuisce l'incarico di rappresentare queste maggioranza inventate. Ci sono poi altri elementi che aiutano a capire come quello del bollettino parrocchiale sia un ben poco utile tentativo di gettare fango su persone che hanno l'unico "peccato" di non avere condiviso un'idea strampalata.
Dato che .....
- il terreno è comuale e non della cooperativa
- il comune l'ha concesso dopo 2 anni di richieste alla Parrocchia
- il consigliere Magi è all'opposizione in comune, quindi non è in grado di impedire alla maggioranza di prendere decisioni in merito alla cessione di quell'area;
- i rapporti tra la giunta capoterrese e quei consiglieri, come Giuseppe Monni, che hanno espresso contrarietà alla posizione di quella struttura, non sono certamente idilliaci, quindi è da escludere qualsiasi forma di pressione da parte di alcuno nei confronti del Comune.
qualcuno sa spiegare cosa c'entrino queste persone, contro le quali da anni si scaglia il bollettino parrocchiale poggino, con il ritardo nella partenza dei lavori? Non è che si cerca di scaricare su altri le proprie responsabilità. Il progetto è a norma di legge? E se anche davvero Magi, Monni & C. fossero antipaticissimi, che razza di parrocchia genera e soffia sul fuoco di polemiche che vanno ad alimentare quel pessimo clima di contrapposizione ed inimicizia che caratterizza la nostra comunità degli ultimi anni? E' proprio un mondo che va alla rovescia.
Venendo invece ai problemi concreti il Bollettino Parrocchiale di Poggio non fa mai nessun accenno alla situazione dei parcheggi che interessa non la maggioranza, ma la totalità dei residenti, perchè tutti, ma proprio tutti, passano di li praticamente ogni giorno.
Se si osserva la zona adesso si potrà notare che il bar genera un certo numero di auto costantemente parcheggiate sul bordo strada in un punto inappropriato. Da qualche tempo altre auto vengono parcheggiate proprio all'interno del parco giochi che si è parzialmente trasformato esso stesso in un parcheggio. La presenza in quell'area di due campi sportivi con tutte le relative automobili che, stiamone certi, saranno parcheggiate sul bordo della strada, rappresenta una preoccupazione per tutti.
Ci tengo a precisare che, a mio avviso, le motivazioni che hanno spinto il Parroco a fare questa scelta, in quel momento (post alluvione), sono ampiamente condivisibili e meritevoli non solo di apprezzamento, ma anche di aiuto e di risposte concrete. Mi riferisco ovviamente allo sport per i ragazzi. Se la motivazione era valida non altrettanto si può dire per la soluzione che è stata individuata e ancor più per il modo in cui la Parrocchia ha portato avanti tutta la faccenda.
Il fatto che la Parrocchia abbia puntato su quell'area è a mio avviso facilmente comprensibile. Se oggi chiedessimo a una serie di persone "in quale zona di Poggio preferiresti svolgere la tua attività?". Immaginiamo uno studente o il suo genitore vi direbbero che quelle scuole "appicculate" nel colle di Sa Birdiera sono una follia e che preferirebbero recarsi a scuola nella zona all'ingresso di Poggio. Chiediamo a un esercente che vuole aprire una attività o un servizio, chiediamo anche al Circo. Sono certo che tutti sceglierebbero l'area intorno all'azienda Saggiante. Non è quindi strano che anche la Parrocchia abbia fatto lo stesso ragionamento. Ma è proprio in questo modo che nascono gli errori urbanistici. Se ognuno di noi scegliesse a seconda delle sue comodità immaginatevi che città avremmo. Negli anni 50-60 si è costruito spesso senza criterio ed era proprio Poggio dei Pini ad essere un esempio urbanistico di valore internazionale. Ma adesso, nel 2011, in un posto famoso per la lungimiranza dei suoi fondatori, vogliamo compiere questo errore? Che al sindaco di Capoterra non gliene freghi niente (anzi!) è del tutto comprensibile. Evidentemente anche al Parroco di turno poco interessano i temi legati all'armonia urbanistica di questo luogo. Ma a noi che qui ci viviamo e vorremmo ancora viverci a lungo, questo fattore interessa eccome.
E' sicuramente vero che tutti noi 2.200 vogliamo che i campi sportivi dedicati al calcio (e anche al nuoto) siano ripristinati e nessuno probabilmente ha nulla in contrario al fatto che anche la Parrocchia svolga attività sportive. Ho invece seri dubbi sul fatto che la maggioranza dei poggini gradirebbe la soluzione prospettata dalla Parrocchia, soprattutto se fosse in grado di valutarne l'impatto sulla viabilità e il valore paesaggistico di quel punto cruciale della lottizzazione.
Il mio punto di vista personale sul problema l'ho già esposto in precedenza, Sono favorevole alla realizzazione di nuovi campi sportivi, ma non in quella infelice posizione. Dato che la zona sportiva di Pauliara, seppur oggetto di uno stanziamento regionale, doveva restare parzialmente inattiva per diversi anni, si sarebbe dovuta trovare una soluzione provvisoria, da realizzare IMMEDIATAMENTE nel 2009. Un campo di calcetto non è un ponte, non ci vuole molto per realizzarlo sia in termini di tempo che di risorse economiche. Ci sono molte aree, anche vicinissime alla Chiesa, che si presterebbero per una realizzazione provvisoria.
I cacciatori capoterresi hanno ricostruito la pista che gli consente di raggiungere le zone di caccia di Bacchialinu in pochi giorni. Invece a Poggio i personalismi e la politica ha impedito, in tre anni, di realizzare un campetto.
1 commento:
La terra che è stata riportata sul campo è anche sbagliata in quanto ricca di argilla e poco drenante, pessima anche nel caso si rivestisse con qualsiasi materiale....ma almeno date dei buoni consigli al Parroco....caspiterina!!!
Quella esistente insegna...o dovrebbe ...anche agli asini specializzati.
ciao Giacomo
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