Le piscine, un servizio perduto |
Domenica scorsa si è tenuto un incontro interessante (in quanto ricco di informazioni e spunti di riflessione) dedicato esclusivamente alla cessione delle opere di urbanizzazione. l'incontro è stato organizzato dal neonato comitato "Noi per Poggio" (www.noiperpoggio.org). Il tema rappresenta uno dei punti cruciali per il futuro della Cooperativa, non a caso è stato trattato in numerosi articoli di questo blog. Ecco un elenco degli articoli pubblicati solo negli ultimi 12 mesi.
Ecco quali sono stati, a mio avviso, i temi principali dell'incontro:
- Cosa c'è di nuovo nella sentenza del TAR relativa al Comune di Palau?
- Cosa dovrà fare la Coop in caso di cessione?
- Conviene ai poggini cedere tutti i servizi? Si può mantenere l'acquedotto?
- Quali sono le condizioni dell'acquedotto? E' vero che rischia il collasso?
- Se cediamo l'acquedotto potremo irrigare i giardini?
- Il Comune di Capoterra e Abbanoa potrebbero lasciarci senza acqua, non riparare le strade, i lampioni etc.?
- E' vero che la Cooperativa ha sospeso il ricorso? Esiste una trattativa con il Comune?
- E il ricorso dei residenti?
- Senza la gestione delle opere di urbanizzazione la Cooperativa morirà?
Cerco di riportare, in sintesi, come si è risposto a questi quesiti.
1. Dopo la sentenza del TAR relativa al ricorso di una associazione di residenti di Torre delle Stelle contro il Comune di Maracalagonis che aveva obbligato quest'ultimo a prendere in carico le opere di urbanizzazione, lo stesso Tribunale Amministrativo si è espresso in merito a un ricorso sul medesimo tema, che riguardava il Comune di Palau. Questo ricorso sembra essere ancor più calzante rispetto alla situazione del contenzioso Poggio-Capoterra, in quanto il TAR ha rigettato mozioni del Comune di Palau che sono del tutto simili ai cavilli partoriti dall'ufficio legale del Comune di Capoterra nel corso degli ultimi decenni. Si tratta di obiezioni del tipo: "le opere non sono collaudate", "la normativa è cambiata quindi non sono collaudabili e non possono essere prese in carico se non vengono rifatte da capo".
Il TAR ha respinto tutte le motivazioni del comune obbligando a prendere in carico tutto quanto e subito. A proposito di collaudi di Poggio si è sottolineato, mostrando i documenti, che non solo le strade e l'illuminazione sono stati collaudati, ma anche l'acquedotto, nonostante talvolta sia stato detto il contrario. E' curioso come da tempo i migliori difensori degli interessi del Comune si trovino al'interno del CdA della Cooperativa. Solo l'impianto fognario non è stato collaudato, ma anche in questo caso le sentenza chiarisce un punto che taglia la testa al toro dicendo che se un servizio, anche qualora non fosse stato collaudato o fosse parzialmente difforme dalla normative, se ha svolto la sua funzionalità (il transito dei veicoli per una strada, il trasporto dei reflui per la rete fognaria o dell'acqua potabile per un acquedotto etc. ) deve comunque essere preso in carico. Insomma se già erano elevate le probabilità che il TAR costringesse il Comune di Capoterra a prendere in carico le opere di urbanizzazione, dopo la sentenza relativa a Palau le chances sono ancora superiori.
2. Se la cessione va in porto che cosa deve fare la Cooperativa per ottemperare agli impegni presi nelle convinzioni precedenti? sappiamo che non sono mai stati realizzati i parcheggi. E' uno dei tanti misteri poggini, dato che i parcheggi erano previsti sin dal 1970 e che non si tratta certamente di strutture particolarmente costose da realizzare. Inoltre abbiamo vissuto negli anni 90-2000 un periodo di grande floridità economica, con lotti venduti a 150.000 euro l'uno. Possibile che nessuno abbia pensato a fare questi parcheggi? non è che si voleva appositamente lasciare qualcosa di incompiuto per mantenere in piedi il sistema del "comune privato"? Ad ogni modo si è capito che la Cooperativa deve realizzare alcune aree parcheggio (non asfaltate) e costruire un edificio delle dimensioni di una villetta. Un impegno abbordabile ben lontano da quei 20 milioni di euro prospettati dall'ex Presidente Calvisi nel 2007. Inoltre è possibile che il Comune sia condannato a rimborsare alla Cooperativa ciò che è stato speso per la manutenzione negli ultimi cinque anni, cifra che mi sono permesso di simulare nella homepage del blog.
3. Tutti i residenti, dal primo all'ultimo, vorrebbero cedere immediatamente al Comune l'illuminazione le strade e le fogne. Esistono dei dubbi, legittimi, sull'acquedotto. Il motivo è duplice. Si teme di avere un servizio scadente, in pratica che manchi l'acqua, ma il vero timore è quello di non potere più irrigare i giardini. L'inefficenza di Abbanoa è ormai proverbiale nella nostra regione, quindi i timori di un servizio scadente sono sicuramente fondati. E' anche vero, però, che stiamo parlando di servizi pubblici essenziali e non sono ipotizzabili scenari da terzo mondo. D'altronde l'acqua viene regolarmente erogata ai cittadini di Capoterra, Residenza del Poggio, alle Case del Sole etc., quindi non si capisce come potrebbe non essere erogata ai contribuenti di Poggio. Certamente potrebbero esserci interruzioni dovute a guasti, ma questo avviene anche adesso, tant'è che tutte le case di Poggio dispongono di un serbatoio. Tra i punti a svantaggio della gestione privata della rete si deve anche considerare che un acquedotto pubblico non può beneficiare dei fondi statali o europei per il suo rifacimento e quindi questa onerosa incombenza (5 milioni di euro) ricadrebbe sui proprietari privati, cioè sempre noi. Tutte queste cose, messe sul piatto della bilancia fanno ritenere che la gestione privata dell'acquedotto sia una idea bella (soprattutto quando l'acquedotto è nuovo), ma assolutamente sconveniente, soprattutto quando l'acquedotto è vetusto e noi ci troviamo innegabilmente in questa seconda situazione.
4. la vita media di un acquedotto, mi dcono, si aggira intorno ai 25 anni. il nostro acquedotto, nelle sue parti più datate, ne ha 40. Il numero di rotture nella rete è in aumento e tale trend è destinato a crescere. Non credo che ci sarebbe un collasso da un giorno all'altro, ma è probabile che la curva del numero dei guasti avrà una crescita esponenziale sino a diventare insostenibile, con rotture quasi quotidiane e costi elevatissimi. In questo senso qualcuno ha usato il termine collasso. Continuando così un giorno potremmo trovarci riuniti in assemblea straordinaria, senza acqua nelle nostre case, per deliberare il rifacimento di interi tratti di rete idrica e dovremmo versare una quota extra molto sostanziosa.
5. Sulla questione giardini invece mi sembra naturale attendersi che una gestione pubblica dell'acquedotto potrebbe impedire di utilizzare acqua potabilizzata per irrigare i grandi prati all'inglese presenti nella lottizzazione. La Cooperativa ha già ricevuto indicazioni in tal senso da parte di Abbanoa, perchè ricordiamoci che il 60% dell'acqua che consumiamo in estate proviene proprio dalla famigerata Abbanoa. I giardini sono un elemento importante che caratterizza il paesaggio della lottizzazione e costituisce senza dubbio un interesse primario per i residenti. Disporre di acqua per irrigare i giardini è quindi una pretesa legittima. Chi è venuto a vivere qui lo ha fatto anche per avere un giardino. Ciò che non è scontato e immutabile è il modo con cui questi giardini possano essere irrigati con acqua potabile della rete pubblica. Utilizzare acqua che è stata estratta dal pozzo, mandata con una pompa (€€) su in cima al serbatoio, immessa nell'impianto di potabilizzazione, che ovviamente deve essere mantenuto efficiente (€€), effettuare analisi (€€) periodiche previste dalla legge su tutti i punti della rete per verificare che l'acqua sia effettivamente potabile per poi buttare il 90% di quest'acqua nel giardini non sembra una operazione particolarmente brillante, ne tantomeno conveniente.
A questo proposito si parla da molti anni della rete idrica "duale", costituita da due condutture distinte, una dedicata all'acqua potabile, che a quel punto sarebbe usata solo per le esigenze domestiche con grande risparmio sulle bollette Abbanoa (ma anche vantaggi per la rete) e una destinata alla sola irrigazione. In questa seconda rete verrebbe immessa l'acqua proveniente dai pozzi della Cooperativa senza ulteriori "lavorazioni". Non sarebbe meglio?
Ovviamente la rete per i giardini se la dovrebbero pagare i poggini, ma se solo pensiamo ai 110.000 euro di risparmio e ci aggiungiamo gli introiti del servizio, una rete siffatta verrebbe ripagata in pochi anni, senza contare il valore legato ad una migliore e più ecosostenibile gestione di una risorsa così preziosa come l'acqua. Di questa rete se ne parla da anni, però non è stata realizzata perchè in Cooperativa si chiacchiera e si fa politica, si gestiscono le clientele e non si possiede un minimo di lungimiranza.
6. l'erogazione dei servizi pubblici, per i quali ricordiamo che i cittadini pagano tasse molto salate è un dovere per gli enti gestori. In caso si disservizio i cittadini possono denunciare il gestore e chiedere i relativi danni. Ovviamente non si può pretendere la luna, ma qualcuno teme comportamenti ritorsivi, boicottaggi o cose del genere, ritenendo, probabilmente a ragione, che esistano logiche simil-mafiose dietro alcuni comportamenti della pubblica amministrazione. Si può decidere di chinare il capo ed adeguarsi, pagando una sorta di "pizzo", ma allora mi si dovrebbe spiegare come mai la Cooperativa ha avviato nel corso degli ultimi un così alto numero di cause legali, affidate perlopiù a noti e costosissimi avvocati. Decine di migliaia di ero delle depauperate casse della Coop prendono la strada di noti studi legali cagliaritani. Qualora si verificassero le tanto paventate prevaricazioni si potrebbe ricorrere alle vie legali per far valere i propri diritti oppure decidere di pagare per qualcosa che non ti spetta. Voi che fareste?
Qualcuno ha poi giustamente detto che in caso di gravi inadempienze del Comune potrebbe intervenire la Cooperativa (es. tappando una buca pericolosa nella strada) per poi promuovere una azioni legale chiedendo il risarcimento dei danni.
Qualcuno ha poi giustamente detto che in caso di gravi inadempienze del Comune potrebbe intervenire la Cooperativa (es. tappando una buca pericolosa nella strada) per poi promuovere una azioni legale chiedendo il risarcimento dei danni.
7. I ricorsi avviati a luglio sono in una fase di stand by provocata soprattutto dalla decisione della Cooperativa di sospendere la propria azione legale.
I motivi di questa sospensione sono stati spiegati dal presidente Sanna nel corso della riunione di domenica scorsa. Uno di essi sarebbe la volontà di trovare un accordo con il Comune piuttosto che fare ricorso al TAR. Il principio sarebbe condivisibile se non fosse che questa linea d'azione ha trovato la strada sbarrata da almeno 25 anni, ivi compresi gli ultimi due. La risposta è sempre la stessa: "siete ricchi, quindi pagate le tasse e arrangiatevi da soli pagando anche i servizi pubblici che spetterebbero a noi. Se non fate i bravi non vi concediamo le altre cubature a cui tenete tanto per gestire la vostra fetta di potere e di clientele legate al mattone. Nel frattempo ci prendiamo anche i soldi delle vostre tasse che non utilizzeremo certamente nella vostra lottizzazione, bensi' presso casa nostra, di nostri amici e parenti dove realizziamo strade e impianti sportivi, mentre i vostri impianti vanno in malora."
Non si può certamente dire che la Cooperativa non sia solita fare ricorso al TAR. Solo negli ultimi anni i ricorsi al TAR, sia contro la Regione che contro il Comune sono stati diversi e in tutti i casi la Cooperativa è uscita soccombente, accollandosi ingenti spese legali e facendo pessime figure. In questo caso, invece, quando in gioco ci sono milioni di euro e l'esito ha una grande chance si successo, stranamente la Cooperativa si mostra incline alla trattativa e pronta a rinunciare ai suoi diritti.
Lo scenario odierno è cambiato rispetto a quello in cui si sono mossi gli amministratori poggini degli ultimi decenni. Il cambiamento non è causato da una presa di coscienza della giunta capoterrese, che ha finalmente deciso di erogare i servizi a tutti i cittadini del comune, ma piuttosto dalla consapevolezza che le sentenze del TAR lo obbligherebbero a realizzare quel processo che ormai da tempo doveva essere compiuto. Inoltre a Poggio non vige più il mansueto silenzio di qualche anno fa ed è quindi un po' più difficile portare avanti operazioni poco limpide. Le leggi della politica impongono che in questi casi si debba concedere qualcosa in pasto al "popolo bue", per tenerlo buono, nella speranza che passi il momento di turbolenza e che, nella peggiore delle ipotesi, la patata bollente possa essere lasciata in eredità "a chi viene dopo".
Ecco, quindi che grazie alla complicità della nuova maggioranza della Cooperativa, i soci stanno per ricevere, come regalo natalizio, il classico "tozzo di pane". Mentre il governo prepara la bastonata dell'ICI, il Comune concederà nientepopodimeno che...... di prendere in carico le strade "vicinali" che attraversano la lottizzazione. Si tratta della strada che dalla Terrazza porta alla chiesa S. Barbara, poi la strada che attraversa Pauliara per giungere a Rio S. Girolamo e quella che porta all'Hydrocontrol. Pensate che la cessione di quelle strade era già stata prevista sin dal 1970. Ci sono voluti 40 anni per ottenerla. E il resto? Se ne parlerà più avanti, a babbo morto. Perchè dubitare della validità di impegni verbali e promesse di chi quelle stesse parole le ha addirittura scritte in una convenzione ufficiale (2002) e puntualmente disattese. Questo è lo scenario che il Comune e la maggioranza del ribaltone vorrebbero propinare ai cittadini.
Se invece il ricorso al TAR andrà a sentenza il Comune dovrà prendere in carico tutto e rimborsare ai ricorrenti quanto indebitamente versato negli ultimi cinque anni. Se anche la Cooperativa dovesse essere riconosciuta corresponsabile delle violazioni della legge, è molto probabile che essa stessa dovrà rifondere i danni ai cittadini che hanno pagato, con la quota condominiale, dei servizi per i quali aveva già pagato versando le tasse allo stato e al Comune. E' importante che i lettori siano consci di questo fatto perchè l'amministrazione della Cooperativa li sta esponendo a una serie di rischi che hanno una importante rilevanza pecuniaria.
Tra le altre motivazioni addotte dal Presidente Sanna per giustificare l'insabbiamento troviamo: "bisogna sentire se la maggioranza dei soci è d'accordo". In pratica la Cooperativa dovrebbe chiedere ai soci se una legge deve essere rispettata oppure no. Sarebbe veramente curioso assistere a un simile referendum.
Ancora più bizantina appare l'affermazione secondo la quale "dato che abbiamo la possibilità di usufruire di un privilegio, perchè non continuare?". Il bello è che si definisce "privilegio" la gestione di servizi che dovrebbero essere erogati dal pubblico utilizzando le tasse. Un "privilegio" che costa ai soci della cooperativa oltre 100 mila euro all'anno, senza contare la "pazza idea" del 2007 di accollarsi 20 milioni di euro per rifare tutto quanto a spese dei soci.
L'ultima scusa per perdere tempo è quella del "però noi l'acquedotto lo vogliamo conservare". E' dura far capire che tutte le reti devono essere pubbliche per legge. Il Presidente si innervosisce e se ne va urlando "fatevi eleggere Presidente", dimenticando che la sua carica è frutto di un ribaltone e non del voto dei soci. Qualcuno, nel frattempo, tira fuori un verbale del CdA nel quale Sanna, votando a favore del ricorso, dichiarava che bisognava cedere tutte le infrastrutture, acquedotto compreso. Cambiare idea si può. cambiare idea su ... su variante, personale, gestione economica, opere di urbanizzazione, trasparenza, comuncazione si può lo stesso, per carità. Ma penso che sia giusto anche che si sappia quando si ricopre un incarico di tale rilevanza.
8. Oltre al ricorso "insabbiato" dalla Cooperativa, c'è un secondo ricorso dei residenti. Questo ricorso andrà avanti lo stesso e porterà al pronunciamento del TAR che con tutta probabilità sarà del medesimo tenore di quello già adottato nei casi di Maracalagonis, Palau e di altri comuni italiani. In nessun caso, infatti, il TAR, come è normale che sia, ha considerato valide clausole presenti in convenzioni che erano in contrasto con una legge ordinaria dello Stato. In tutti i casi l'esito della sentenza è stato l'ordine di una immediata presa in carico a carico del Comune delle opere di urbanizzazione primaria. Chi desidera informazioni su questo ricorso può rivolgersi al comitato "Noi per Poggio".
9. Qualcuno ha detto che senza la gestione di strade, fogne, rete idrica e illuminazione la Cooperativa non ha più senso di esistere. Molti oggi si fanno interpreti dello spirito con cui è nata questa lottizzazione quasi 50 anni fa. Probabilmente è vero che chi ha disegnato e poi costruito questo gioiello urbanistico e paesaggistico, nel contesto di questo territorio degli anni '60, aveva pensato a una realtà autonoma e isolata, completamente autosufficiente. Molti anni sono passati, il territorio e la società capoterresi sono cambiati notevolmente, le leggi sono cambiate e la mammella di Poggio è stata ben spremuta contribuendo non poco al progresso di una Capoterra più matrigna che madre. La gestione di quei servizi non era un obiettivo nemmeno per i fondatori ma semmai uno dei tanti mezzi, necessari e indispensabili per raggiungere il vero obiettivo: una qualità della vita resa superiore non dal lusso, come in altri posti, ma dal paesaggio e dai servizi. Quanti residenti, soprattutto negli ultimi anni, lamentano la mancanza di servizi e opportunità che la Cooperativa, con un bilancio florido nelle entrate, ma ancor più "grasso" nelle uscite, non può erogare. In questo contesto disporre delle risorse risparmiate cedendo finalmente le reti pubbliche ed mettendo in atto una gestione più attenta delle spese (ci sono moltissimi sprechi, credetemi), a mio avviso indispensabile, sarebbe ampiamente in grado di fornire quei servizi che non spettano agli enti pubblici e migliorano la qualità della vita. Per erogare servizi serve personale quindi io sinceramente non vedo una Cooperativa con meno dipendenti. Semmai ci potrebbe essere un adattamento alle esigenze dei soci e l'attivazione di servizi "on demand", cioè differenziati a seconda delle esigenze dei soci. A mio avviso quindi lo scenario è completamente opposto rispetto a quello, tetro, proposto dall'attuale Presidente. E' proprio continuando con sprechi e politiche clientelari che la Cooperativa rischierebbe di morire perchè prima o poi i soci troverebbero il modo di abbandonarla.
C'è invece uno scenario di rinascita che ritrovi, adattandolo ai tempi nostri, le motivazioni e lo spirito innovatore di quei fondatori che con la freschezza e l'intraprendenza dei trent'anni l'hanno fatta nascere.
6 commenti:
Come da copione anche questa volta Giorgio ha riportato con ordine e chiarezza la cronaca della riunione del 20. Alle sue argomentazioni aggiungerei una considerazione. Con il nostro versamento (quota sociale) magari di importo inferiore, dopo che finalmente le opere passeranno a chi competono secondo il testo di una legge datata 1942, la Cooperativa (non vi è motivo per cui venga sciolta) avrà modo di curare particolarmente l'aspetto "confort" della nostra residenza. Potrà, finalmente, realizzare alcune opere utili per rendere maggiormente godibile il nostro territorio magari dotandolo di altre strutture finalizzate all'utilizzo da parte dei residenti. E cose che si potrebbero realizzare ne avrei da elencare a iosa.
A proposito dell'acqua potabile che noi utilizziamo per irrigare prati verdi estivi (un controsenso del clima della Sardegna) Vi segnalo questo fatto. Un nostro Socio è residente in Veneto, si è però costruito la sua casa a Poggio perchè, essendo Sardo, ha sentito il desiderio di farsi anche una casa qui. Nel Veneto lui ha una propria casa e quindi la gran parte del suo tempo lo trascorre lì. Domenica era presente alla riunione ed è inorridito al pensiero dell'utilizzo dell'acqua potabile per i giardini e mi ha riferito che nella città dove abita (vicinissima al fiume Sile che abbonda di acqua, come tutto il Veneto) è proibito utilizzare l'acqua potabile per usi diversi da quelli domestici e cioè cucinare e lavarsi. I vigili suonano pesanti multe se solo scoprono qualcuno che lava l'automobile con acqua potabile. E mi assicura che i Vigili lì "vigilinano" e le multe fioccano (500 €) per questa infrazione. Aggiungo di mio questa osservazione: in Sardegna l'estate è sinonimo di erba gialla, a Poggio alcuni si ostinano a trasformare i giardini in prati inglesi con essenze estranee al clima mediterraneo. Quando verrà capita questa assurdità ? Certo che Abbanoa ci penalizzerà, in caso di inosservanza alla regola, ma questo non è da considerare un abuso di Abbanoa ma la giusta punizione per gli inadempienti alle regole.
Quel Socio Sardo-Veneto si è anche scandalizzato non poco per la scarsa presenza di Soci a quella importante riunione e riferisce invece di una realtà ben diversa rilevando che la partecipazione nella discussione per il benessere generale, in Veneto, coinvolge in maniera esponenziale gli interessati, e noi siano in quasi 900 i Soci interessati a discutere e confrontarci per il nostro interesse.
Giampaolo Lai
Mi dispiace dover aggiungere una nuova osservazione ma sarà brevissima.
Ho letto su l'Unione Sarda che il centro urbano di Capoterra sarà dotato di un moderno impianto di illuminazione stradale (credo con lampade a led). La cosa è certamente positiva per via dei risparmi dei consumi. L'appalto ammonterebbe a circa 500.000 €, e si ripagherà in pochi anni grazie al risparmio sui consumi. Osservo anche come il Comune si sia dotato, non da molti anni, di un impianto di illuminazione stradale con lampioni di tipo "artistico" ad oggi, sicuramente non ancora giunto a fine vita, e quindi non ammortizzato. Vedete che i soldi si trovano ? Perchè nulla fa il Comune per rendere più decorosa l'area fronteggiante il bar Le Terrazze cedutogli dalla Cooperativa ? Neppure la pulizia viene eseguita, perchè ?
Ecco un esempio dell'assoluta insensibilità del Comune verso le residenze esterne al centro urbano. Ma questo vale anche per le altre lottizzazioni come ad esempio il breve tratto di area di Frutti d'oro antistante il bar, l'edicola e gli altri negozi dove lo spazzino mai passa. Perchè la nostra Cooperativa non sollecita una maggiore attenzione per le nostre aree ? In fin dei conti con la tassa TARSU noi paghiamo anche la pulizia delle aree Comunali di Poggio e non solo il ritiro dei rifiuti da casa.
Giampaolo Lai
Cari Amici, più le Vostre vicende si evolvono più cogliamo una crescente similitudine con le degenerazioni che abbiamo visto negli anni a Torre delle Stelle.
Anche da noi, dopo DECENNI DI LAMENTAZIONI E RECRIMINAZIONI per la latitanza del Comune (mai seguite da azioni concrete, sempre state ostacolate in tutti i modi in nome di un ATTENDISMO INFINITO che nascondeva la finalità di NON FAR NIENTE PER MANTENERE LO STATUS QUO),quando è arrivata l’ordinanza del TAR che ha imposto al Comune l’immediata presa in carico delle op. di urb., i forti interessi celati dietro un “condominio” con un bilancio annuo di qualcosa come 900mila Euro hanno dovuto GETTARE LA MASCHERA. Decenni di infingimenti sono caduti seduta stante e, a costo di andare contro lo stesso regolamento di “condominio” (“si promuove la presa in carico delle op. di urb.”) e persino in assenza di qualunque mandato assembleare, le delibere di presa in carico adottate dal Comune nel dic. 2010, sono state impugnate da chi gestisce il c.d. condominio PER FARLE ANNULLARE! Queste delibere trasferendo gli oneri di gestione e la responsabilità nei confronti di terzi per strade, rete idrica (fatiscente, dopo 40 anni), spazi verdi/parcheggio al Comune sono state UN PASSAGGIO AMMINISTRATIVO CHE HA TUTELATO GLI INTERESSI DELLA COLLETTIVITÀ” (brutta parola per molti). Ha però determinato, colpa imperdonabile per qualcuno, il venir meno del business “condominio”, che si reggeva appunto sull’illegittima gestione delle op. di urb. (a Torre delle Stelle infatti non vi è alcun condominio, ci sono lotti privati di singoli e aree pubbliche, quelle per op di urb primaria, appunto, non esistono aree comuni fra i vari proprietari).
E guardate che mentre voi giustamente fate presente che Poggio versa un bel po’ di imposte al Comune, qui il 90% sono seconde case e dunque ICI all’aliquota quasi massima (6.7 per mille). 1350 ABITAZIONI I fanno QUALCOSA COME UN MILIONE DI EURO OGNI ANNO. Ora ci troviamo nella ben più che paradossale situazione in cui, mentre il Comune ha preso atto dei suoi obblighi adottando gli atti conseguenti, chi gestisce il c.d. condominio sta agendo in giudizio per far annullare le delibere di presa in carico! Al punto che la causa al TAR HA PRESO UNA PIEGA SURREALE, con l’avv. di chi gestisce il c.d. condominio che SEMBRA L’AVV. DEL COMUNE: sostiene che la convenz. di lott. obbliga i proprietari a gestire le op. di urb. (sic!), che quindi devono essere loro a farsene carico e non il Comune (non stiamo scherzando!) e addirittura si è impugnata (ric. TAR 1003-2011) l’ordinanza del Sindaco che, nell’ott 2010 ha disposto il ripristino urgente delle strade dopo l’alluvione del 10 ott2010, intervento costato 100mila Euro alle casse comunali.
Quando quindi leggiamo che a Poggio ci sono i migliori difensori del Comune o che dopo 25 anni di negoziazioni senza fine, c’è ancora chi perora trattative ad oltranza per evitare “atti di rottura” con un Comune inadempiente da decenni, o che ci sono persone che al momento di agire si rimangiano proclami fatti quando si pensava che oltre le parole tanto non si andava, rivediamo esattamente le stesse cose vissute qui a Torre. E soprattutto constatiamo, ancora una volta, come il legislatore, nel 1967 con la legge765 che impose la cessione al Comune delle op di urb, avesse esattamente colto nel segno inserendo una norma VOLTA AD IMPEDIRE CHE SULLE OPERE DI URBANIZZAZIONE PRIMARIA SI CREASSERO INTERESSI PRIVATI DEL TUTTO ESTRANEI ALL’INTERESSE COLLETTIVO E AL BENE COMUNE. Le scorciatoie e l’illegalità (perché bisogna dire chiaramente che la mancata cessione delle opere di urbanizzazione costituisce UNA CONCLAMATA ILLEGALITÀ, che avrebbe dovuto imporre, il blocco di ogni ulteriore edificazione trascorsi i 10 anni dalla prima convenzione di lottizzazione) finiscono prima o poi per produrre frutti velenosi il cui conto salato alla fine viene pagato dai soliti noti: i cittadini che agli occhi di troppi rappresentano quella vacca da mungere chiamata COLLETTIVITÀ.
Un cordiale saluto a tutti Voi.
www.torredellestelle.blog.tiscali.it
Concordo pienamente sul contenuto dell'articolo e sui commenti. Incuriosito dalla riunione del 20/11/2011 indetta da "Noi per Poggio" ho partecipato alla prima parte e, indignato dalle dichiarazioni del Presidente della Cooperativa, sono andato via.
Mi sono sentito in dovere di fare una segnalazione sul sito www.noiperpoggio.org. La risposta è stata che per utilizzare il sito è necessario iscriversi e per iscriversi è necessario iscriversi al Comitato, come da Statuto. Questo a firma dell'"amministratore" Sig. Paderi.
controllando il suddetto statuto ho appurato che una norma del genere è stata partorita dalla fantasia dell' "amministratore", carica che peraltro non esiste tra gli Organi dello Statuto in parola. Questo voler "irregimentare" adepti al movimento a chi giova? Credo che un dialogo aperto ed il più possibile allargato possa portare dei frutti... Il tempo deciderà in proposito...
Francesco Delogu
Salve Francesco. Sia il sito che il comitato "Noi per Poggio" sono di recentissima costituzione quindi ti invito a dar loro tempo per mettere a punto anche quello strumento. Da parte mia sono ben felice che ci sia un nuovo "punto di incontro" nella nostra comunità anche in considerazione del fatto che quello della Cooperativa, che dovrebbe esserne il fulcro, è stato "silenziato".
Buonasera,
ringrazio Giorgio Plazzotta per lo spazio che gestisce a favore della pubblicazione e discussione delle informazioni sulla nostra Comunità di Poggio dei Pini. non me ne voglia se ne approfitto per spiegare al Sig. Delogu Francesco, che la mia richiesta di registrazione e' semplicemente dovuta al fatto che il sito e' stato creato in appena 10 gg e ancora non e' stata nominata la figura del "moderatore", pertanto se un qualunque utente si permettesse di pubblicare sul sito "NOIPERPOGGIO.org" frasi offensive o diffamatorie in maniera anonima, il sottoscritto, in qualita' di responsabile dei contenuti del sito potrebbe essere responsabile.
E' comunque possibile inviare commenti o post tramite l'indirizzo email "info@noiperpoggio.org" o tramite il forum.
Invito caldamente le persone come il Sig. Delogu, attive e critiche ad iscriversi al comitato per portare direttamente le loro idee.
L'amministratore del sito
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