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giovedì 30 maggio 2013

Il Bilancio della Coop peggiora nel 2012. Manca un progetto, sparisce la trasparenza.

Il 4 maggio scorso si è tenuto l'appuntamento annuale tra i soci e gli amministratori della Cooperativa Poggio dei Pini per l'approvazione del Bilancio 2012.
Un bilancio societario contiene molti numeri. Vediamo quali sono i dati più importanti e rappresentativi. 
Il risultato netto è stato negativo per circa 430.000 euro. Spesso si dice che questo "deficit" sia virtuale, perchè comprende l'incredibile rivalutazione effettuata nel 2007, quando il patrimonio societario è stato rivalutato di alcuni milioni di euro, provocando un ammortamento annuale di circa 300 mila euro, che avrebbe gravato sui bilanci dei 15 anni successivi.

Il Collegio Sindacale della Coop fa però notare che, aldilà di tale ammortamento, i restanti 150 mila euro del deficit vanno a incidere negativamente sul patrimonio "reale" della società. Anche se tale patrimonio resta consistente, desta preoccupazione il fatto che da 7 anni venga gradualmente intaccato con risultati negativi, passando da 6,5 milioni di euro del 2007 ai poco più di 5 milioni di euro attuali. 
Il MOL (Margine Operativo Lordo), invece, ci fornisce una indicazione più corretta sull'andamento economico reale, valutando il rapporto tra i costi e i ricavi di ogni esercizio annuale. Per il 2012 anche il MOL segna un valore negativo. - 75.000 euro. Se nel 2012 la Coop non avesse incassato circa 80 mila euro per l'esproprio di alcuni terreni (nuova 195), questo risultato sarebbe stato anche più negativo.
Il seguente grafico ci consente di valutare l'andamento di questi valori negli ultimi tre anni.



Dal grafico si può notare che il MOL, dopo aver raggiunto livelli negativi record nel 2007 (Presidenza Calvisi, - 160.000 euro)   era stato rapidamente portato in pareggio durante la Presidenza Cocco nel 2008-2009, ma ha subito ripreso a peggiorare con le amministrazioni successive.

Ma aldilà dei numeri, quali sono le strategie amministrative, dove va la barca poggina?
L'attuale amministrazione, guidata da Emilio Sanna, e "tutorata" dall'esperto Secchi, ha puntato tutto sulla speculazione edilizia (vendita dei lotti) come unica strada per fare affluire nelle casse della Cooperativa le risorse necessarie a portare in pareggio il bilancio societario. Insomma si è cercato di portare avanti lo schema gestionale che, dal 1995 al 2007, ha dilapidato un "tesoretto" di vari milioni di euro generato dalla vendita dei lotti in un periodo di "vacche grasse".  In quegli anni, è vero, il bilancio era sempre in pareggio,  ma questo avveniva perchè si utilizzavano le risorse per ripianare una gestione deficitaria e non per investire su nuovi servizi. Al contrario, i servizi sono diminuiti: le piscine sociali non sono state mai ripristinate e gli spalti della palestra sono inagibili da molti anni.  Quei soldi, invece di essere investiti in nuovi servizi, come ad esempio la rete duale per l'irrigazione, sono stati  "bruciati" dalla macchina amministrativa in un bilancio che contiene sempre troppe "consulenze e progettazioni", spesso collegate ad iniziative che non si realizzano mai (come le varianti) o parcelle di prestigiosi studi legali interpellati per cause di poco conto. 

Non era certo questo lo spirito della Cooperativa, così come è falso affermare che la vendita dei lotti rappresenti il principale obiettivo immaginato dai fondatori, per l'eternità. 
Il fatto è che il progetto di realizzazione dei nuovi lotti ha subito molti STOP sin dal 2007. A partire dalla famosa variante che avrebbe voluto radere al suolo le pinete di Poggio, bloccata dalla Regione e dal TAR, ci sono poi stati i ritardi di attuazione del PUC e la crisi economica degli ultimi 24 mesi a complicare ulteriormente la situazione, tanto che oggi molti ritengono che in cambio di quel cemento, perdipiù sparso in mezzo alle attuali residenze, non si otterrebbe alcun vantaggio per la società e per i soci. Quindi, perchè?

Con un recente referendum, la maggioranza dei soci della Cooperativa ha chiaramente  "invitato" il CdA ad accantonare i progetti cementificatori e ad attuare altre iniziative. 
Non sembra che l'attuale CdA abbia nuove idee. Nella relazione che accompagna il bilancio si cerca di conquistare la benevolenza dei soci mettendo l'accento su elementi di scarsa rilevanza economica ed edulcorando alcuni numeri. Ecco quindi che i 34 mila euro spesi nel  2010 per i rimborsi spese degli amministratori diventano, con un curioso arrotondamento, 40 mila e non si dice che l'assegnazione di telefoni cellulari aziendali ad alcuni amministratori ha fatto lievitare le spese telefoniche di circa 15 mila euro. 

Nessuno propone una modifica statutaria del ruolo dei Sindaci che sino a metà degli anni '90 non ricevevano alcun compenso, ma adesso costano alla collettività oltre 40 mila euro all'anno. Insomma di cose se ne potrebbero fare molte, ma sarebbe necessario abbandonare uno schema logoro ed inefficiente, da "prima repubblica".  Inoltre la presenza del "mattone" fa girare intorno alla Cooperativa una serie di interessi che, oltre ad appesantire il bilancio, alimenta tensioni tra i residenti. Il fine giustifica i mezzi, si sa; per il denaro e il potere non si va troppo per il sottile e se si deve spargere un pò di veleno nella comunità non importa. Con un Padre Nostro e quattro Ave Maria ci si ripulisce la coscienza.

Qualcuno vorrebbe addirittura privare ai soci la possibilità di scegliere tra proposte alternative, modificando il regolamento elettorale con un "porcellum poggino" che non consenta ai soci di decidere, lasciando tutto al "buonsenso" dei soliti politicanti poggini e dei loro scudieri. Si arriva addirittura ad affermare che la presenza di due proposte alternative agiterebbe gli animi, turbando la comunità. Sono invece gli interessi legati al potere che sortiscono questo effetto. 

Ormai quasi tutti concordano sul fatto che una importante risorsa per il futuro potrebbe provenire dalla acquisizione delle opere di urbanizzazione da parte del Comune di Capoterra, già condannato dal TAR regionale all'applicazione della legge 1150 del 1943. In luglio il Consiglio di Stato definirà una volta per tutte questa questione. Ma anche in questo caso si tratterebbe di un risultato ottenuto da alcuni soci e non dal CdA che, invece, ha addirittura remato contro. 

Molto preoccupante è il ritorno ad un'oscurantismo informativo che riporta la Cooperativa ai tempi peggiori, con soci non informati, sito internet bloccato, notiziario che non esce e difficoltà di conoscere come viene amministrata la società. Molto preoccupante è la mancata informazione sulle procedure utilizzate assegnare lavori e consulenze.

In definitiva nel 2012 la Cooperativa non ha realizzato alcun servizio utile, dice di avere risparmiato, ma il bilancio è notevolmente peggiorato, lo dicono i numeri. Non si capisce perchè. Forse la risposta è in tutte quelle delibere ed assegnazioni  misteriose.

1 commento:

gianfranco ha detto...

Caro Giorgio, ciò che dici sul tema della trasparenza e dell'informazione è vero. Le cose importanti sia sulla gestione che sugli avvenimenti importanti di Poggio dei Pini i soci
li sanno grazie al tuo blog e al Comitato Noi per Poggio.
L'ultimo episodio increscioso è capitato a me personalmente durante
l'ultima assemblea ordinaria.
Ho eccepito con molta discrezione e
senza toni polemici che nella Relazione degli amministratori ci fossero delle inesattezze e/o omissioni.
Una era quella che il Presidente informava che il C.d.S. aveva annullato nel mese di maggio 2013 l'istanza cautelare presentata da 120 residenti per la presa in carico da parte del Comune delle OO.UU. primaria, senza però informare che successivamente nel mese di ottobre il T.A.R. aveva sentenziato che il Comune era obbligato a prendere in carico le stesse OO.UU.
A nulla sono valse le mie proteste per evidenziare l'incongruenza presente in un atto allegato al Bilancio.
Ma ormai siamo abituati a questi giochini da parte dell'attuale maggioranza che come dici tu crede che solo vendendo lotti si possano risolvere i problemi della ns. comunità.
Gianfranco

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