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mercoledì 9 aprile 2014

Omnia contra Cellinum

Non so se Massimo Cellino abbia molti estimatori. Di certo a me non è mai capitato di conoscerne nemmeno uno. Sin da quando ha acquistato il Cagliari, ventuno anni fa, diventando famoso ed entrando, volente o nolente, nella vita di tutti i tifosi di questa squadra, non ho fatto altro che sentire le critiche più feroci nei suoi confronti. Stando alla vox populi Cellino sarebbe quindi fondamentalmente uno stronzo, un figlio di papà, uno sbruffone, un presuntuoso, un disonesto, un bandito, un truffatore, un evasore fiscale.
Sarà vero oppure no? A causa della mia calvizie,  non frequento da molti anni una sala d'aspetto dei barbieri e, sinceramente, credo di essere naturalmente poco predisposto al crastulimini di questa terra molto, troppo provinciale. Purtroppo, però, anche a per via del pessimo livello qualitativo del principale quotidiano sardo e di certe pubblicazioni online, mi sono giunti gli echi di yacht, paradisi fiscali eccessi da vita mondana. C'è poi l'ultima vicenda relativa all'acquisto della squadra inglese del Leeds e la vendita del Cagliari a compratori che cambiano di nome e nazionalità ogni settimana.
Come cittadino impegnato, preoccupato e deluso da una società in cui la corruzione e la disonestà sono la regola, potrei anche unirmi al coro dei detrattori di Cellino e puntare il dito alzando il cartellino rosso. Come tifoso del Cagliari non posso esimermi dal fare altre considerazioni. 

E' importante, per un tifoso, stimare un giocatore o un presidente della propria squadra di calcio? Me lo sono chiesto spesso nel seguire la carriera di Diego Armando Maradona, probabilmente un uomo di infimo livello, ma certamente il più grande giocatore di tutti i tempi.  E che potrebbero poi dire di Cellino i tifosi del Milan. Rispetto al loro presidente il nostro Massimo è un chierichetto. 
Come tifoso ultracinquantenne del Cagliari ho avuto la fortuna di vivere, seppur bambino, gli anni d'oro di Gigi Riva e dello scudetto. Purtroppo, però, non posso nemmeno dimenticare gli anni bui della gestione Amarugi, l'umiliazione della C, del campo in terra battuta di Ischia, e il non molto miglior periodo dei pur volenterosi fratelli Orrù.
Il Cagliari non ha e non avrà mai i soldi dei Berlusconi, degli Agnelli, dei Moratti e di conseguenza non si può pretendere che si posizioni ai primi posti della serie A. Solo se le cose girano al meglio il massimo obiettivo che può porsi questa squadra è la permanenza in serie A, magari togliendosi qualche soddisfazione in annate particolarmente positive. Sbaglio? Ebbene, pensateci, questo è esattamente ciò che Cellino ha regalato ai tifosi del Cagliari in questi 21 anni. 
Siamo stati quasi sempre in serie A, abbiamo partecipato anche a qualche edizione della coppa UEFA, tante volte abbiamo fatto paura a squadre importanti. Forse qualcuno pensa che sia facile? Con quei quattro gatti che vanno allo stadio, con le difficoltà legate allo stadio a me sembra, invece, un miracolo. 
Mettetevi voi a fare la campagna acquisti con due lire. Chissà quanti Victorino comprereste. Invece Cagliari è una piazza in cui tanti giocatori sconosciuti hanno trovato il loro trampolino di lancio, ivi compresi allenatori. A Cagliari sono arrivati calciatori quasi finiti che sono stati rigenerati e riportati ai massimi livelli. Di chi sarà il merito di tutto ciò? Di Babbo Natale? Degli Sconvolts? 
Certo, azzeccare un paio di scelte potrebbe essere anche un colpo di fortuna, ma non è sostenibile che cio' possa avvenire per ventuno stagioni consecutive. Pertanto chapeau  Massimo Cellino, per me sei un grande presidente e, da tifoso di questa squadra ti esprimo la mia gratitudine e per questo spero che tu rimanga alla guida di questa squadra, però scusami se non compro la tua pasta, po caridari.

2 commenti:

Marco Pintus ha detto...

Caro Giorgio appena trovo un po di tempo di voglio scrivere il mio pensiero (complesso) su Cellino

Marco Pintus ha detto...

Con ritardo posto questo commento al tuo post. Sono sostanzialmente d’accordo con quanto scrivi ma non sulle tue ultime quattro righe. Ti correggo solo sul fatto che l’UEFA l’abbiamo giocata solo una volta con Cellino (era al suo primo anno di presidenza) e la squadra la trovò già fatta. Cellino pare si sia arricchito molto con il Cagliari per cui questa società gli ha dato molto. Tutti i problemi attuali sono nati con lo stadio e dal 2003 non dal 2012 quando ha lui volontariamente portato la squadra a giocare a Trieste. Ritengo Cellino in assoluto la persona con più responsabilità nella vicenda stadio anche se la burocrazia e le procure onestamente ed obiettivamente sembra siano state in qualche misura di intralcio al suo progetto. Era legittimo che potesse pensare di dare al Cagliari uno stadio di proprietà anche se personalmente non ne ho mai capito quale ritorno pratico potesse averne la Società ma intuisco quale ritorno potesse averne Cellino. Nella vicenda ha sbagliato completamente con i politici con i quali doveva dialogare fino in fondo per arrivare ad avere il S.Elia. E’ stato aiutato molto da una certa parte della stampa che ci ha nascosto spesso le notizie in merito è non è stata mai adeguatamente critica e costruttiva con il suo operato. Per concludere le ultime dichiarazioni del Presidente non lasciano dubbi sui rapporti e sulla considerazione che ha dei tifosi. Addio Cellino vai pure da altre parti ad impinguare la tua fortuna!

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