Tra i tanti argomenti che riguardano Poggio, quello senza dubbio più importante è la sentenza del Consiglio di Stato, attesa da un giorno all'altro, che dovrà stabilire se le opere di urbanizzazione primaria di Poggio dei Pini dovranno essere prese in carico dal Comune di Capoterra, come stabilisce la legge e come avviene in tutti gli altri comuni d'Italia, oppure se la convenzione stipulata tra Comune e Cooperativa nel 1970 e revisionata nel 1985 è in grado di prendere il sopravvento su una legge dello stato.
Non credo che andrà così e d'altronde nemmeno il TAR si è espresso in questo senso, ma staremo a vedere cosa deciderà il CdS. Ogni sentenza, dicono dal Comune, ha una storia a se e nessun risultato è scontato. Avere presentato ricorso, peraltro a spese di tutti i cittadini di Capoterra, ha consentito all'amministrazione guidata dal "socialista" Francesco Dessì di continuare a incamerare le esose tasse dei residenti di Poggio dei Pini senza spendere nemmeno mezzo baiocco per gestire i servizi della lottizzazione. Questi soldi vengono dirottati per alimentare il clientelismo, per realizzare parchi e servizi concentrati nel centro storico, mentre le periferie boccheggiano, tra strade buie e sgarrupate, pozzanghere e quant'altro.
Una cosa è certa, qualsiasi sia l'esito della sentenza del CdS sulla proprietà delle opere di urbanizzazione di Poggio le prospettive della Cooperativa ne saranno pesantemente influenzate.
Pensate che l'ultimo lotto di terreno è stato venduto nel 2005. Sono quasi 10 anni che la Cooperativa va avanti con bilanci in passivo (3-4-500 mila euro ogni anno) perchè alcuni amministratori del passato si sono intestarditi nel tentativo di proseguire uno schema basato sul consumo di lotti per ripianare una gestione altrimenti deficitaria. Finiti i lotti è rimasto il deficit. L'alleggerimento degli oneri dalle incombenze relative ai cosiddetti servizi pubblici indivisibili, per i quali tutti pagano le tasse in proporzione alla dimensione della propria abitazione (quindi altissime), potrebbe costituire una boccata di ossigeno per la Cooperativa. Non pensiamo però ad una panacea perchè comunque questi oneri sono valutati intorno al 100-150 mila euro annui.
Sempre a proposito di bilancio, non dimentichiamo che la Cooperativa vanta un consistente credito nei confronti di soci in difficoltà economiche. Sono esigibili? Credo proprio di no, con buona pace di coloro che dipingono questo luogo come un paradiso popolato da ricche mucche da mungere.
Insomma la situazione economica della Coop è tale da richiedere una svolta, altrimenti il deficit rischia di portarla a una lenta, ma inesorabile agonia. Ovviamente questa cosa non disturba affatto l'amministrazione capoterrese che ha sempre avuto, nei confronti della frazione poggina, un atteggiamento caratterizzato da quel triste e ben noto sentimento dell'invidia e dell'autolesionismo che è purtroppo assai diffuso in tutta l'isola.
A questa situazione i poggini sembrano reagire con apatia e disinteresse, il che diminuisce ulteriormente la possibilità di dare un nuovo slancio alla vita sociale di questa comunità. Riuscirà il "giovane" Consiglio di Amministrazione ad affrontare questi ostacoli? Chissà, certo non sarà facile se saranno lasciati da soli.
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