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sabato 18 ottobre 2014

Dopo la sentenza, Poggio si prepara a nuovo cemento

Sebbene i risvolti legati alla recente sentenza del Consiglio di Stato sulla gestione delle opere di urbanizzazione di Poggio dei Pini siano ancora da analizzare, alcune situazioni, che si trovavano in una stato di impasse potranno rimettersi in moto. Indubbiamente questa sentenza suscita alcuni grossi punti interrogativi. Si afferma che le infrastrutture fondamentali che incidono sulla vita quotidiana dei cittadini possono essere gestite da privati. Si, ma con quali strutture? In che modo la Cooperativa può garantire che l'acqua potabile erogata dalle proprie reti sia priva di sostanze dannose alla salute? In che modo sarà garantita la sicurezza della circolazione stradale?
Secondo i giudici, Poggio dei Pini sarebbe una specie di nazione a se stante e dovrebbe dotarsi di proprie strutture che garantiscano la sicurezza di 2.200 cittadini italiani che vivono in quel luogo. Appare evidente che, aldilà delle supercazzole di cui è infarcita la sentenza, si tratta di una decisione scandalosa.  Se poi non vi convincessero gli aspetti legati alla qualità della vita, alla salute e all'ugualianza di tutti i cittadini, forse vi chiedereste anche "chi paga per questi servizi"? Voi già pagate il 55% di IRPEF del vostro reddito, il 22% di IVA su tutto ciò che acquistate, l'addizionale IRPEF la versate direttamente al comune, cosi' come la TASI, e la TARI e poi pagate il servizio idrico ed elettrico con tariffe da record mondiale. Con questa montagna di soldi dovrebbero essere realizzate e manutenzionate le strutture che servono per erogare i servizi essenziali come l'acqua, le strade, l'illuminazione, la fognatura. A Poggio no. Dovrete pagare due volte, dice il giudice, Gli amministratori della Cooperativa, invece di concentrarsi e utilizzare le risorse dei soci per realizzare servizi aggiuntivi, si devono dedicare a quelli "pubblici" mentre il Comune se ne lava bellamente le mani e i suoi rappresentanti si dedicano alla scrittura di libri orripilanti e al cazzeggio da bar.
Io sinceramente non me la sentirei di prendermi queste responsabilità. Un ex presidente della Cooperativa è sotto processo per gli eventi dell'alluvione del 2008, proprio in quanto responsabile della gestione di una diga e di strade che avrebbero dovuto essere pubbliche.
L'anno scorso il Comune di Capoterra ha dovuto risarcire con 400 mila euro la famiglia di un ragazzino che si era gravemente infortunato a causa di un tombino stradale non manutenzionato. Se un fatto del genere dovesse capitare a Poggio, pagherebbero i soci della Cooperativa, anche perchè è falso quanto affermato nella sentenza del CdS: le strade di Poggio vengono utilizzate da molte persone che non risiedono nel centro residenziale. I campi da tennis, per fortuna, sono un punto di richiamo per tutto il comune e anche oltre. Le scuole che si trovano presso casa mia hanno studenti di tutto il circondario e ci passano anche gli autobus!  Non dimentichiamo, poi, che le infrastrutture di cui parliamo non sono eterne e, anzi, alcune di esse stanno in piedi per miracolo, data la loro vetustà. Chi dovrebbe sborsare i milioni di euro per il loro rifacimento? Sempre gli 800 soci della Coop. Poggio dei Pini. Tutti ricconi? Ne siamo proprio certi?

Nel suo recente notiziario la Cooperativa afferma di essere impegnata nel "post sentenza". Quali sono gli scenari?  Non ne parla ancora nessuno, perchè sono pessimi. Dato che non è stato possibile riportare la gestione delle infrastrutture alla normalità, e dato che il bilancio della Cooperativa non può continuare in eterno a registrare un passivo di 200,000 ogni anno, non è pensabile che, come spesso si è fatto, ci se ne lavi le mani rimandando ai posteri, come hanno fatto tanti amministratori del passato. Certo, nessuno vuole affrontare le rogne e prendere iniziative che potrebbero essere impopolari. Conoscendo gli amministratori attuali, sono certo che agiranno. Non so se bene o male, ma certamente non resteranno immobili.
Nel notiziario è stato scritto, nemmeno troppo velatamente, che la stessa Cooperativa è a rischio. Alcune iniziative potrebbero trovare l'opposizione dei soci e questo è più che probabile in un contesto che ha mostrato una coesione molto scarsa e nel quale agiscono gruppi mossi da interessi spesso contrastanti, tra cui anche quello di difendere a tutti i costi le scelte sbagliate del passato. E' molto facile predire un NO incondizionato a qualsiasi proposta.
La maggior parte di questi scenari andranno a toccare il portafoglio di famiglie già messe a dura prova dalla grave crisi economica che stiamo vivendo la situazione sarà ancora più difficile da affrontare. D'altronde dire "chiudiamo la Cooperativa" significherebbe lasciare il suo patrimonio di aree verdi nelle mani di gente come gli amministratori della giunta capoterrese. Credo che non ci sia altro da aggiungere per immaginare che fine farebbe il verde.

Resta la strada dell'autoharakiri. Il cemento ce lo lanciamo addosso da soli. E' davvero il male minore? Perchè, parliamoci chiaro, è questa la soluzione più ovvia al problema.
Cemento, per tirare fuori i soldi necessari a rifare tutte le infrastrutture nella speranza che, campa cavallo, vengano prese in carico dal Comune, cosa tutt'altro che scontata dato che lo stesso Comune ha già siglato un accordo simile nel lontano 1985 senza rispettarlo.
Prepariamoci quindi a questo genere di proposte. La situazione del mercato immobiliare oggi non è la stessa degli anni '80-90, quando la Cooperativa si fece d'oro vendendo i suoi lotti. Chiedete agli amministratori di quel periodo che fine hanno fatto tutti quei soldi.
Non so se esista ancora un margine utile per chi si appresta a lottizzare. Le tasse immediate sono molto più elevate, la richiesta è diminuita, il rischio di dovere restituire allo stato in IMU il margine è quasi certo. Alla fine si potrebbe restare con un pugno di mosche in mano e il cemento abbinato a servizi ancor più insufficienti.
Un'altra cosa che si vuole occultare è che le norme ambientali hanno impedito di realizzare una parte della lottizzazione originaria che si inerpicava sui monti di S. Barbara e Sa Menta. Una parte di quelle cubature è stata spostata all'interno della lottizzazione, andando ad alternare l'equilibrio magnifico di questo borgo. A mio avviso quei lotti non dovrebbero essere realizzati. Invece saranno i primi ad essere messi in cantiere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Potremo ipotizzare Poggio dei Pini comune a se, distaccandoci dal comune di capoterra, evitando peraltro di finanziarlo ?

Giorgio Plazzotta ha detto...

Purtroppo no. una legge lo impedisce. ironia della sorte questa legge fu introdotta proprio da un residente di Poggio dei Pini.

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