Nell’esercizio del diritto dovere di sindacato ispettivo
ho acquisito le numerose comunicazioni pervenute a mezzo pec ed a firma del
direttore generale di Abbanoa Dott. Sandro Murtas, e non posso esimermi dal
ribadire il più ampio stupore per il contenuto delle
stesse.
La società Abbanoa continua infatti incredibilmente a
tentare di estorcere al Comune di Capoterra oltre 1.000.000 (diconsi un milione)
di euro in più di quanto dovuto per legge.
Preliminarmente giova ricordare che la società Abbanoa
Spa, dal 01 gennaio 2006, è il gestore del servizio idrico integrato per la
Regione Sardegna. Ad un gestore unico a livello regionale consegue pertanto
l’applicazione di una tariffa unica regionale.
Come correttamente sostenuto nell’oggetto delle note
inviate al Comune, il servizio di approvvigionamento idrico del Comune di
Capoterra è avvenuto (ed avviene) “a
bocca di serbatoio”, cioè con approvvigionamento fino al serbatoio
comunale.
In precedenti comunicazioni, Abbanoa ricordava al Comune
che “non si è ancora addivenuti alla
regolazione della posizione del Comune circa l’applicazione sul sevizio idrico
integrato nell’Aato unico della Sardegna, né si dispone della determinazione del
corrispettivo per il servizio svolto”.
Nelle medesime comunicazioni il dott. Sandro Murtas
invocava l’intervento dell’allora Autorità d’Ambito Territoriale della
Sardegna, quale “soggetto a cui per legge
e statuto sono demandate le funzioni di programmazione, organizzazione e
controllo del servizio”, aggiungendo inoltre che era indispensabile per
Abbanoa procedere alla emissione delle fatture sulla base di costi stimati dalla
società stessa per l’erogazione del servizio e che comunque “si darà seguito comunque con una emissione
di conguaglio definiti gli aspetti tariffari sopra
precisati”.
Ed infatti, proprio l’Autorità d’Ambito Territoriale
Ottimale della Sardegna, con comunicazione del 02/12/2011 prot. n° 34576,
comunicava che “il costo unitario
applicato da Abbanoa S.p.A. al mc d’acqua fornito a bocca di serbatoio al Comune
di Capoterra era da considerarsi legittimo, nelle more dell’iter di valutazione
che la stessa Autorità sta ponendo in essere per validare tale costo
unitario”.
Alla luce delle premenzionate considerazioni, appare
inverosimile che Abbanoa ritenga di poter rubricare a “mera
tariffa suggerita” la circolare del 12 giugno 2014 della Gestione
Commissariale Straordinaria per la regolazione del servizio idrico integrato
della Sardegna (che semplicisticamente chiama “nota”), cui è perfino seguita
una integrazione alla predetta circolare per la determinazione del compenso per
la fornitura “a bocca di serbatoio” del 2014, emessa dall’Ente di Governo
dell’Ambito della Sardegna in data 18-12-2015.
Ed invero, alla luce di tali circolari Abbanoa non può
minimamente pretendere “di dover
acquisire un corrispettivo per la fornitura dell’acqua potabilizzata al
serbatoio comunale”, senza che esso sia preventivamente autorizzato
dall’Ente preposto.
Infatti, si ribadisce che la determinazione della
tariffa è rimessa dalla legge esclusivamente all’Ente di Governo dell’Ambito
della Sardegna.
Peraltro, come il dott. Sandro Murtas potrà facilmente
notare – contrariamente a quanto sostenuto - trattasi di tutt’altro che di
tariffa di “prima approssimazione”, avendo l’Ente preposto compiuto una vera e
propria istruttoria esaminando i costi disaggregato relativi alle fasi di
captazione, potabilizzazione di adduzione sull’intero territorio regionale,
deducibili dall’ultimo bilancio approvato e dalla contabilità industriale per
l’anno 2012.
Accanto ai predetti costi vivi Abbanoa ha
contestualmente trasmesso i dati di costo per strutture generali, oneri
finanziari e gestione commerciale riconducibili al servizio
idrico.
Al termine di una approfondita disamina dei predetti
dati, rivalutati in base ai tassi di inflazione stabiliti per il 2013, la
Gestione Commissariale Straordinaria per la regolazione del servizio idrico
integrato della Sardegna ha individuato in € 0,38/mc (e non € 0,48/mc) il corrispettivo per la
fornitura a bocca di serbatoio.
Assolutamente corretto ed inconfutabile appare invece il
richiamo che il direttore generale di Abbanoa stesso ha fatto citando delle “riunioni ed incontri dedicati, che hanno
portato alla ipotesi da più parti sollevata e da parte di tutti condivisa che in questa fase di analisi e di verifica
l’amministrazione comunale provveda al pagamento di quanto ritiene corretto in
favore di Abbanoa a titolo di corrispettivo per la fornitura
ricevuta”.
Orbene, non sfuggirà certo che essendo una pubblica
amministrazione ed avendo precisi obblighi normativi, il Comune di Capoterra non
può assolutamente pagare quanto indebitamente richiesto da Abbanoa ma - pena i
rischi di responsabilità erariale – può e deve pagare quanto stabilito
dall’unico soggetto ope legis
autorizzato.
Quanto alla successiva nota che Abbanoa ha ritenuto
di inoltrare al Comune di Capoterra in data 21-05-2015, avente prot. 45738 DG,
sorprende vivamente come possa ritenere che permanga “la particolarità del caso non regolato con
tariffa del governo d’ambito”, quando proprio lo stesso Ente con circolare
del 12 giugno 2014 ha pubblicato una
deliberazione dal titolo “determinazione
del compenso per la fornitura del servizio a bocca di
serbatoio”.
Peraltro, tale circolare risulta anche presente nel
portale dell’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna, ed è pertanto
consultabile da ogni parte del mondo, e finanche dalle stazioni
orbitanti.
Non sfuggirà alla società Abbanoa, inoltre, che i
funzionari del Comune hanno divieto giuridico di pagare le somme da Lei
richieste.
Dai dati in possesso dello
scrivente, che saranno certamente meglio verificati dagli uffici competenti, il
nostro Comune risulterebbe abbia liquidato in favore di Abbanoa ben 1.029.230,00
€ (fattura n. B31 22140 /2011), ulteriori 540.418,00 € (fattura n. B31 24634
/2012), ed ancora 225.408,36 € (fatturazione approvvigionamenti idrici a bocca
di serbatoio acconti secondo semestre 2012) nonché 202.398,04 € (fatturazione
approvvigionamenti idrici a bocca di serbatoio acconti primo semestre
2013);
A tale considerevole somma
di € 1.997.454,40 (diconsi euro
UNMILIONENOVECENTONOVANTASETTEMILAQUATTROCENTOCINQUANTAQUATTRO/40), andrebbe
finanche aggiunta una ulteriore fattura pregressa, da Lei citata e non ancora
liquidata per € 708.026,22;
Da tali dati emerge ancora
che l’importo totale per la fornitura del servizio “a bocca di serbatoio” fatturato dalla
società Abbanoa con l’importo indebito di € 0,48/mc (in luogo dei 0,38/mc
previsti) ammonterebbe ad € 2.705.480,62, e ne consegue pertanto che il Comune
ha il diritto/dovere di chiedere la restituzione delle somme indebitamente
corrisposte, che ammonterebbero al 20,84% di tale importo pari a ben 563.822,16
€.
Il Comune potrà legittimamente pagare solo la differenza
tra la l’importo della fattura da Lei citata (ricalcolata con il costo di €
0,38/mc) ed il conguaglio di €
563.822,16 dovuto al Comune.
Naturalmente, qualora Abbanoa non fosse d’accordo con i
metodi di calcolo dell’Ente di Gestione - e fosse ancora nei termini stabiliti
dalle norme processuali amministrative - potrà adire l’Ecc.mo TAR Sardegna per
l’annullamento della circolare del 12 giugno 2014 della Gestione Commissariale
Straordinaria per la Regolazione del Servizio Idrico della
Sardegna.
Per quanto nella recente determinazione del Comune di
Capoterra (scarica) Vi sia una ipotesi di successivo conguaglio, spero che la
Cooperativa Poggio dei Pini contesti nelle forme e nei modi di legge la predetta
determinazione, che prevede la tariffa di € 0,518/mc in luogo dei € 0,36/mc
stabiliti dall’Ente di Governo.
L'applicazione della tariffa illegittima di Abbanoa
comporterebbe infatti per la Cooperativa Poggio dei Pini un maggiore costo per
centinaia di migliaia di euro (con gli anni
pregressi).
Confido comunque che in un rapporto di leale
collaborazione si risolva tale vicenda, ma nel contempo la invito
calorosamente Abbanoa a non porre in essere comportamenti antigiuridici e
stucchevoli quali quelli di ridurre la portata dell’acqua in ingresso nel
serbatoio comunale nel vano tentativo di “estorcere” al Comune pagamenti non
dovuti e che il Comune, anche volendo, non può
effettuare.
Con l’occasione si porgono distinti
saluti.
Capoterra, 09-01-2017
Franco Magi
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