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giovedì 26 gennaio 2017

Mega-Viadotto: la Regione si fa beffe dei capoterresi. Il CdA della Coop subisce passivamente.

Anedda, Onnis, Monni
Gli ultimi aggiornamenti sulla delicata e grave questione del mega-viadotto in cemento armato che la Regione vuole realizzare nel centro di Poggio dei Pini non ci portano notizie positive

Le proteste da parte del territorio erano state formalizzate, oltre che da varie lettere della Cooperativa Poggio dei Pini, anche da una delibera del Consiglio Comunale di Capoterra, e fatte proprie dal Ministro Galletti. C'è anche stato un pronunciamento del TAR. Il Tribunale Amministrativo Regionale aveva decretato che il procedimento che ha prodotto le definizioni preliminari di questo progetto era stato portato avanti dalla Regione senza coinvolgere i soggetti territoriali interessati, come previsto, oltre che dal buon senso, anche da una legge che sta per entrare in vigore in tutto il territorio nazionale. 
Il concetto semberebbe chiaro: non si costruiscono inftratrutture che hanno un elevato impatto ambientale senza il consenso dei cittadini che in quei territori ci vivono. Ma non sempre gli ideali diventano realtà, soprattutto quando di mezzo ci sono milioni di euro.

La Regione, giudata dall'Assessore Maninchedda di Macomer, ignorando le tanti voci contrarie e preoccupate,  è andata avanti sulla strada del mostro di cemento da 7 milioni di euro, ritenuto indispensabile per garantire la sicurezza dei circa 500 cittadini che lo dovrebbero utilizzare per raggiungere la sponda opposta del rio S. Girolamo, peraltro raggiungibile con impatti molto inferiori dalla zona dell'Hydrocontrol. 

I fatti, e le carte ci dicono che, in seguito a tante proteste, l'assessore affermò che il progetto avrebbe subito "sostanziali" modifiche. Si, ma quali? Quale sarebbe, secondo Maninchedda, una modifica sostanziale? Colorare il cemento di rosso? Mettere una ringhera in legno? Chiamarlo "Ponte delle Meraviglie"? Come sottolineato da molte parti, soprattutto dall'agguerrito consigliere comunale Franco Magi, queste parole sembravano una presa in giro.

La prova è arrivata qualche giorno fa, quando è stato approvato il progetto preliminare.
La legge parla chiaro: un progetto preliminare non può essere modificato se non per aspetti secondari, quindi il progetto definitivo che ne seguirà dovrà per forza ricalcare quanto contenuto nel preliminare.

In parole povere, il ponte con tutti i suoi 120 metri di cemento armato, le sue linee orribilmente banali, l'inutile rotonda, le rampe di accesso e tutti i rilevati saranno realizzati cosi come disegnato dalla Metassociati di Macomer, paese casualmente anche di origine di Maninchedda. 

E' vero che  il CdA della Cooperativa non è colpevole del  fatto di essere stato preso in giro ed è vero che una posizione di dialogo può essere a lungo andare più utile di un atteggiamento di scontro, ma forse i tre "damerini" del CdA dovrebbero rendersi conto che .. scusate lo scrivo in maiuscolo ABBIAMO UNA VALANGA DI CEMENTO ALLE PORTE DI CASA,  cosi' come scrivo che quello che con tanta fatica i padri fondatori di Poggio dei Pini, recentemente celebrati, hanno realizzato e che noi abbiamo contribuito a conservare e a mantenere, sarà presto DETURPATO da questo orribile ponte che non serve alla sicurezza, ma solo ad alimentare la mangiatoia legata agli appalti.

Mi rivolgo quindi agli amministratori della Cooperativa. Nonstante la stima e la gratitudine che nutro nei vostri onfronti, per cio' che avete fatto di buono negli ultimi anni di amministrazione, vi dico col cuore in mano che è giunto il momento di reagire con maggiore decisione.
E se anche fosse una impresa impossibile è vostro (ma anche nostro)  dovere provarci. Alcuni di noi ci stanno mettendo la faccia per impedire questo scempio. So bene che partono certe telefonate, qualcuno fa passi indietro, altri sono invitati a farlo. E voi che fate?

14 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

In relazione a questo articolo mi sento in dovere di fare alcune precisazioni:

- l'articolo non conteneva assolutamente un invito alle dimissioni degli amministratori della Coop. Credo di avere già espresso il mio giudizio estremamente positivo su questa amministrazione che reputo la migliore che io abbia mai visto operare a Poggio dei Pini (quindi dalla fine anni 80). La presenza di alcune sbavature credo faccia parte della normalità, anzi sarebbe strano il contrario.

- Capisco che tra pochi mesi ci siano le elezioni per il rinnovo del CdA e capisco bene che ci siano anche soggetti che in questo momento si stanno muovendo "politicamente" in vista di questo appuntamento. Purtroppo anche il ponte "si sta muovendo" e tra pochi mesi potremmo avere il progetto esecutivo e dopo i cantieri. Io sono fuori da giochi politici di qualsiasi tipo e sono peraltro inviso a tutte le fazioni proprio a causa di questa mia indipendenza, quindi, se non vi dispiace, continuerò ad essere antipatico a tutti scrivendo cio' che secondo me va bene e cio' che invece dovrebbe essere migliorato. resta sempre un giudizio di un singolo espresso in un piccolo blog

- mi sono permesso di utilizzare l'appellativo "damerini" per dare un po' di colore e perchè voglio bene a Giuseppe, Sandro e Federico. Da ragazzo ero molto incliene alla goliardia e continuo ad apprezzare la satira. Suvvia, questa mi sembra veramente blanda e forse nasconde un po' di invidia per l'eleganza di Federico.

- non mi aspetto che Sandro Anedda si travesta da Doddore Meloni e si incateni davanti alla regione. Non voglio suggerire nulla, ma fare un comunicato, una intervista o interventi mediatici un po' piu' incisivi credo che sia alla portata dei nostri amministratori.

Anonimo ha detto...

Ciao Giorgio,

oggi non faccio l’estintore ma voglio attizzare il fuoco perché mi piacerebbe una maggiore coerenza e chiarezza da parte di chi scrive sul blog.

In precedente intervento scrissi che sarebbe il caso di stare appena appena più tranquilli per evitare che da una decisione tecnica si passi ad una politica, ma evidentemente non sono riuscita a far passare il messaggio.

Provo a ridimensionare le cose. Il ricorso al TAR è stato vinto e la cooperativa è stata ammessa alla conferenza dei servizi e poi ha dovuto lottare per fare inserire nel verbale dell’incontro le sue osservazioni, e non ricordo se ci sia riuscita, ma questo evidentemente la dice lunga sulla buona fede dell’assessore, tant’è vero che le osservazioni non hanno avuto alcun effetto. Quindi forse qualcosa è stato fatto, o no?

E adesso? Adesso non abbiamo alcuna arma, la cooperativa giuridicamente ha lo stesso valore di Ludovica Mulas o di Giorgio Plazzotta, quindi praticamente zero, è un privato contro un’istituzione pubblica e qui non vale la regola che si può vincere come Davide contro Golia perché giuridicamente non esiste uno strumento per fare valere la nostra posizione. E neanche in sede di VIA avremmo la possibilità di influire. L’unico che può fare qualcosa è il comune, ma anche la sua azione è limitata perché si può solo parlare di posizione politica. Il percorso della VIA dà spazio solamente alle valutazioni regionali sull’impatto paesaggistico mediante i suoi organi interni che approveranno o meno la valutazione che verrà presentata e che potrebbero uscire, questo si, con prescrizioni che salvino il nostro territorio. In quella sede gli uffici competenti potrebbero anche respingere il progetto, almeno sulla carta.

Se oggi la cooperativa promuovesse un ricorso sulla base di che cosa dovrebbe farlo? Vorrei avere delle risposte precise e chiare non il solito discorsetto - dovete fare qualcosa - .

Scrivi che ci state mettendo la faccia, ma chi, quando, come? Ti riferisci alla prima riunione indetta da Franco poco prima delle elezioni comunali? Che strana puntualità, non ti sembra? Ricordo il suo fastidio palese davanti all’intervento di Rita che spiegava come le basi di quella progettazione non potessero essere variate in quanto applicazione di norme nazionali, ridimensionando così tutta l’informativa di Franco.

continua

Anonimo ha detto...

segue

Oppure ti riferisci a quella del fantomatico comitato capeggiato da Tonino che dopo un’introduzione di mezz’ora sull’alluvione (come se non sapessimo nulla…) ci ha informato della sua conoscenza personale di Maninchedda che anche a lui aveva assicurato che c’erano margini per una modifica, cosa puntualmente non avvenuta?

Cosa sta facendo questo comitato? Sta solo spingendo la cooperativa a fare…fare che cosa? Qualcuno è in grado di dirlo? Tu stesso riconosci che l’inasprimento dei rapporti non porta a nulla, e allora?

Io vorrei solo ricordarti la vicenda del comitato Noi per Poggio; quando si è mosso ha detto chiaro che chi avrebbe aderito avrebbe dovuto sostenere delle spese e ciascuno di noi si è quotato. E quando la coop ha aderito c’era una maggioranza, poi questa è cambiata ed è mancato il supporto. Il passato ha dimostrato che la società può cambiare la sua posizione anche ribaltandola quindi, se il comitato vuole organizzare una sollevazione di massa lo può fare direttamente, se vuole promuovere un ricorso lo faccia dicendoci su cosa vuole ricorrere e quale debba essere l’obiettivo del ricorso. Tonino, per quel poco che lo conosco, mai e poi mai andrà in giro a raccogliere firme e soldi per ricorrere contro una procedura che sulla carta è corretta e quindi risulta molto più semplice sparare sulla cooperativa anche perché, non ce lo dimentichiamo, siamo a pochi mesi dalle elezioni. Del resto (l’ho già sostenuto) se si continua a dire che ci deve pensare la cooperativa ognuno di noi può continuare a stare seduto comodamente sulla sua poltrona ad aspettare gli eventi salvo poi alzarsi per accusare la cooperativa di immobilismo. E’ questa l’azione del comitato?

Ma da quello che continuo a sentire neanche il comitato sa come muoversi, non c’è una posizione comune, una volta non si voleva il ponte, poi era meglio la sbarra poi è meglio rifare il ponte a monte, poi da ultimo il ponte va ridimensionato, insomma che vuole fare il comitato? Sedersi con il fucile carico sulle ginocchia?

La mia idea è che l’unico modo sia aspettare la procedura della VIA nella speranza che gli uffici impongano tali e tante prescrizioni da cambiare di fatto il progetto, e nel mentre che il comitato (non la cooperativa) si muova, con l’appoggio del comune, cercando di arrivare al Ministro (che già ne è a conoscenza grazie all’iniziativa della cooperativa) facendo in modo che il problema divenga di risonanza nazionale… ma non illudiamoci troppo, combattere contro una regione che ha legiferato un proprio piano urbanistico in barba a tutte le norme nazionali potrebbe essere molto dura.

Saluti

Ludovica

Anonimo ha detto...

da Giuseppe Monni

CHI CRITICA LA COOP CERCA CAPRI ESPIATORI

Dopo aver letto l’ennesimo articolo col quale si cerca di scaricare sulla Cooperativa responsabilità che non ha (e che in buona parte sono di altri) sono costretto a intervenire. E siccome non sono un damerino ma, com’è noto, ho il difetto opposto, sono piuttosto aggressivo e poco diplomatico, dirò chiaro e tondo come la penso, sperando che tutti abbiano la serietà di assumersi le proprie responsabilità. D’altronde, la questione è troppo importante e dobbiamo dirci la verità, anche se è sgradevole. Primo: la Regione, per nostra sfortuna, ha il diritto di fare ciò che le pare, a patto che rispetti le normative; e ogni qual volta ha fatto qualche passo falso dal punto di vista legale, chi ha promosso, pagato e vinto i relativi ricorsi? La Cooperativa. E’ servito a qualcosa? Solo a rallentare l’azione della Regione. Ma era il massimo che si potesse fare, ed è stato fatto, tempestivamente e con successo. Da chi? Dalla Cooperativa. Se qualcuno individuasse ulteriori strumenti giuridici, li indichi e li utilizzeremo. Secondo: l’unica via, per far modificare quel progetto, è la via politica, e noi amministratori ci siamo mossi in tutte le direzioni: dal Comune ai vertici regionali, dai partiti ai ministeri; e di chi era ospite il Ministro dell’Ambiente? Era ospite della cooperativa. Saremmo potuti salire più in alto? Non credo. Se qualcuno però conosce Mattarella o San Pietro ci passi il numero di telefono e li contatteremo. Terzo: l’unico ente che, politicamente, potrebbe creare problemi alla Regione, è il Comune. Dobbiamo ficcarci in testa che la Cooperativa non è un ente pubblico, la Coop ha gli stessi poteri (cioè pochissimi) di un qualunque cittadino. Chi si illude che la Coop possa fare di più o non ha capito niente oppure è in mala fede. Quarto: l’unica cosa che, dal punto di vista politico, non è stata ancora fatta, è una mobilitazione di popolo: ma per fare tutto questo è stato fondato un apposito comitato. E cosa ha fatto, questo comitato, in tutto questo tempo? Mentre la Coop svolgeva il suo ruolo, agendo sul piano giuridico e istituzionale, vincendo ricorsi al TAR, facendo opposizione in sede di conferenza di servizi, incontrando Maninchedda per imporre l’apertura di un confronto, interloquendo con la direzione generale per circoscrivere le possibili modifiche, mettendo insieme un gruppo di esperti per elaborare delle proposte concrete, cosa ha fatto nel frattempo il comitato? Abbiamo assistito alle riunioni del comitato e, ahinoi, non è emersa alcuna posizione alternativa, precisa, comune, né tantomeno una strategia condivisa. La verità è che noi cittadini non abbiamo strumenti reali per impedire quel ponte, e chi, dopo averci raccontato il contrario, non può ammettere questa impotenza, cerca un capro espiatorio. Attaccare la Coop (che il suo ruolo, invece, pur così piccolo e limitato, lo sta svolgendo) è il modo migliore per nascondere la verità, la tristissima verità, e cioè che un Assessore arrogante può imporre a una Comunità come la nostra un’opera pubblica come quella, obbrobriosa e dannosa. Ci arrenderemo, duque? No, ovviamente. Ma smettiamola di attaccarci tra noi. Gli sforzi della Coop devono essere sostenuti, non delegittimati. Il Comune deve tener duro. E il comitato si deve dare una mossa. Solo così avremo qualche speranza.

Anonimo ha detto...

La conclusione di Giuseppe e' quella che piu' apprezzo: se saremo tutti uniti, vinceremo questa poderosa sfida.
Non posso pero' non evidenziare la piu' viva meraviglia per le affermazioni di Ludovica, che sono completamente destituite di fondamento.
Infatti, in verita' non e' stata minimamente la Cooperativa, ne' tantomeno i suoi amministratori ad essere riusciti ad "arrivare al Ministro (che già ne è a conoscenza grazie all’iniziativa della cooperativa", ma il sottoscritto, che con la propria Famiglia conosce il Ministro Galletti da anni.
Peraltro, Gianluca Galletti e' stato anche recentemente a Poggio (inizi di gennaio) e mi ha dato la Sua piena disponibilita' a supportare le nostre ragioni (i fondi provengono infatti dal Ministero dell'Ambiente, ma gia' la visita del Ministro e' stata utilissima, e ci ha dato le prime pagine di giornali e telegiornali).
Ludovica sbaglia altresi' quando ritiene la Cooperativa con "lo stesso valore di Ludovica Mulas o di Giorgio Plazzotta, quindi praticamente zero, è un privato contro un’istituzione pubblica".
Contrariamente a quanto affermato la Cooperativa ha una forza enorme sia giuridica, ma soprattutto política.
Amministra e rappresenta quasi mille soci e 2.000 abitanti, ed e' anche a livello nazionale esempio di raggiungimento di un equilibrio uomo-natura único ed irripetibile.
Essendo Ingegnere, possibile che Ludovica non abbia da subito messo in guardia gli amministratori della impossibilita' tecnica di Maninchedda di adempiere agli impegni assunti? Nemmeno un bambino avrebbe creduto che dopo aver pagato quasi 100.000 euro un progetto preliminare, il definitivo potesse stravolgerlo.
Quanto a Giuseppe, confermo che la Cooperativa non ha assolutamente "un ruolo, così piccolo e limitato".
Infatti, ha un potere immenso, e di conseguenza gli amministratori hanno un dovere altrettanto grande nel tentare di difendere il territorio.
In primo luogo un dovere di perizia.
Senza voler originare alcuna polemica, Ti immagini se era anche solo teoricamente ammissibile che il Presidente Ettore Lai fosse beffardamente preso completamente in giro da un assessore regionale? era IMPOSSIBILE.
Ribadisco che non dubito della vostra buona fede, ma serve piu' attenzione agli argomenti.
Ti sembra verosimile che la stessa Cooperativa emani un eufórico comunicato stampa, che poi viene smentito pochi mesi dopo da essa stessa nel notiziario?
Ti sembra possibile che a distanza di 20 giorni dalla lettera con la quale il direttore dei LL. PP. Balzarini - per tabulas - confermava le preoccupazioni che io subito Vi avevo mostrato (non si puo validare un definitivo diverso dal preliminare), non Vi siate preoccupati di scrivere all'Assessore che erano venuti meno gli impegni assunti?
Come e' possibile che non siano stati informati gli abitanti?
Ed ancora, sai cosa sto facendo in questi giorni?
Ho contattato un ingegnere esperto di software (uno dei migliori in Italia, di Vicenza), che realizza sistemi di monitoraggio telecontrollati (gestisce, ad esempio le dighe Enel), e partecipera' alla assemblea che faremo, per dimostrare che in tutto il mondo oggi si applicano con successo sistemi di telecontrollo efficienti e certificati.
Non lo poteva fare la Cooperativa?
Ho contattato Sgarbi, che mi auguro venga alla nostra assemblea.
Sto contattando il preside di una facolta' di architettura del centro Italia, che verra' a Poggio dei Pini a sostenere le nostre ragioni: non lo potevate fare voi?
Sto predisponendo e convincendo i miei colleghi Consiglieri della necessita' di fare una nuova delibera del Consiglio comunale (ma il supporto della Cooperativa, ad oggi mai pervenuto, e' fondamentale).
Sto fornendo a tutti Voi documenti pubblici (vedi relazioni, recentissima Ordinanza di approvazione del preliminare etc...) che diversamente avreste ignorato.

Anonimo ha detto...

Possibile che non abbiate un minimo di rapporti con le istituzioni regionali, con i dirigenti, con la burocracia, overo un minimo di capacita' di indagine sulla ricerca di "atti pubblici"?
Abbiamo impostato la nostra sfida al meglio, abbiamo avuto fino ad ora tutti gli organi di informazione a nostro favore, ci hanno dedicato prime pagine di giornali ed ed aperture di telegiornali: E' per caso merito della Cooperativa? mi auguro che non lo creda minimamente.
Perche' non avete fatto una bella conferenza stampa alla luce della lettera di Balzarini? sarebbe stata utilissima.
Potrei continuare, ma non e' opportuno.
Prendo per buona la Tua considerazione: uniamoci ed impediremo lo sfregio irrimediabile della nostra Comunita'.

Franco Magi

Giorgio Plazzotta ha detto...

Don't shoot the piano player!
d'accordo che presentarsi uniti è sempre meglio che divisi, pero' non mi sembra che in questo articolo si aia utilizzata una veemenza verbale eccessiva tale da alimentare un clima da pollaio. Se qualcuno preferisce il mutismo assoluto immolando il confronto sull'altare dell'unità io non ci sto. Mi sembra invece, e i commenti credo lo dimostrino, che si fosse bisogno di maggiore confronto e che sia positivo che questo confronto possa avvenire sul blog.
Non mi piacciono nemmeno gli inviti al silenzio perche' ci sono le elezioni della Cooperativa. Mi sono sempre schierato e continuerò a farlo, non sulle persone, ma sui temi. Non esiste la perfezione e quindi non trovo scandaloso che si commettano errori e che se ne possa discutere. Ho sempre detto, e continuo a dirlo, che questo blog è a disposizione di tutti, anche da chi non la pensa come me e continuerà ad esserlo.

LUDOVICA ha detto...

Ciao Franco
a parte il fatto che non mi risulta che Maninchedda abbia assunto degli impegni che non avrebbe mai potuto prendere, c'è una contraddizione di fondo in tutto questo parlare e rinnovo la mia domanda di chiarezza e coerenza.
Poichè, come scrivi giustamente, un definitivo non può stravolgere un preliminare qualcuno mi può chiarire che cosa vogliamo da Maninchedda? Vogliamo che si rimangi il risultato del concorso di idee ed eventualmente paghi indennizzi al vincitore? Sei consigliere comunale da tanto e questi meccanismi li conosci molto bene.
Alla resa dei conti hai confermato ciò che continuo a dire, noi giuridicamente non possiamo fare nulla, hai parlato solo di un valore politico, non hai dato alcuna soluzione legale e quindi solo la strada politica può essere perseguita.
Era esattamente il mio messaggio e rimango convinta che debbano essere i poggini a muoversi per i motivi già detti e la società ha solo il diritto-dovere di supportare queste iniziative. I CDA vanno e vengono, i poggini sono sempre qui.
Se, come tu scrivi, hai le possibilità di arrivare al Ministro, puoi portare l'esperto di Vicenza e Sgarbi, se, aggiungo, trovassi un legale che ci desse un parere spassionato su tutta la questione (e non addomesticato come molte volte hanno fatto in cooperativa, altro motivo per togliere alla società l'iniziativa, vedi la questione delle tariffe di Abbanoa), se riesci ad avere tutta la documentazione che serve (anche qui grave l'atteggiamento della regione che non evidenzia in maniera chiara e facilmente accessibile ai cittadini i doc del concorso) sarà altamente meritorio, anche se qui non si vogliono dare le medaglie, ma quello che è importante è stabilire un obiettivo comune e valutare le strade per raggiungerlo, obiettivo che io ancora sinceramente non ho compreso.

Chiudo e auguro a tutti una buona domenica
Ludovica

Anonimo ha detto...

da Sandro Anedda

Buonasera, innanzi tutto ti assicuro che mi piace l'accostamento alla figura di damerino, anche perché credo mai nessuno me la affibbierà piu! Ma il punto non è questo. Ci accusi di immobilismo sulla questione del ponte, ma tu - come nessun altro - non proponi idee. Il tuo articolo invero mi sembra uno dei più classici "armiamoci e partite". Abbiamo fatto un ricorso al Tar e interpellato legali per valutare ogni opportuno strumento giuridico.
Proprio sul ricorso al Tar, fatto "in solitaria" dalla Cooperativa, ci si dimentica spesso che questo è stato vinto, anche se non poteva essere risolutivo. Se non altro ci ha permesso di annullare la prima conferenza dei servizi e lasciare traccia della nostra contrarietà all'opera. Anzi, sottolineo come questo nostro ruolo ha permesso anche al Comune di Capoterra di manifestare la contrarietà alla realizzazione del viadotto, dato che il responsabile si era presentato alla prima conferenza senza delega, con la conseguenza che anche lo stesso Comune, così, risultava favorevole alla realizzazione dell'opera.
Ancora, abbiamo incontrato l'Assessore e i più alti dirigenti dell'Assessorato, con l'intento di trovare un dialogo costruttivo, fornendo al contempo la massima disponibilità al Comitato (di cui fai parte) per azioni che lo stesso avesse voluto intraprendere, abbiamo chiesto al Comune di intervenire con una linea precisa, abbiamo chiesto ad alcuni soci esperti in appalti pubblici di darci un supporto, abbiamo concordato da ultimo con il Comitato di incontrare nuovamente l'Assessore, data la contraddittorietà tra le aperture fatte in sede di incontro e la risposta del Direttore Generale alla nostra richiesta di chiarimenti sulla possibilità di eventuali modifiche al progetto preliminare.
Scusa, ma mi pare che finora non siamo rimasti con le mani in mano, tanto più che abbiamo pochissime cartucce a disposizione.
Penso poi che qualsiasi nostra iniziativa, non concordata col Comune, non sia vincente. Purtroppo oggi il Comune é in una situazione non ancora chiara come é emerso anche dall'ultimo incontro con il Comitato e il consigliere comunale da te citato. Penso che per il futuro di questa vicenda la posizione che assumerà il Comune sarà fondamentale (quantomeno politicamente) e siamo in attesa di una delibera - di cui si parla da mesi - che dovrebbe fare chiarezza.
Mi sarebbe piaciuto che il tuo articolo, anche se critico nei nostri confronti, avesse avuto come "cuore" una chiamata a tutti i cittadini, a tutti i Poggini, perché tutti dovrebbero sentirsi coinvolti in prima persona e fare fronte comune. Quello che dispiace, per esempio, é che lo stesso Comitato, con cui la Cooperativa ha fin da subito dialogato e concordato una linea di azione, non sia mai partito e il suo presidente si sia dimesso nella giornata di ieri. Spiace che lo stesso consigliere comunale utilizzi questa vicenda per piccole guerre personali contro gli amministratori, dando all'esterno l'immagine di una comunità divisa e autolesionista. Perdonami ma é troppo facile dire "la cooperativa subisce passivamente", perché per ora é l'unica che ci ha messo faccia e denaro.
Un saluto Sandro

Anonimo ha detto...

Ciao Ludovica, non capisco come Ti possa "non risultare che Maninchedda abbia assunto impegni che non poteva rispettare". Rileggi l'euforico comunicato stampa della Cooperativa "modifiche sostanziali e addirittura soluzioni alternative".
Quanto a Sandro, davvero pensi che Balzarini abbia fatto una comunicazione contraddittoria? Che si possa quindi stravolgere il preliminare? NON CI VOGLIO NEMMENO CREDERE.
Quanto al fatto che in questa vicenda solo la Cooperativa ci abbia messo la faccia, è semplicemente surreale.

Franco Magi

LUDOVICA ha detto...

Questa polemica potrebbe continuare in eterno quindi mi fermo perché comincio pure a stufarmi considerato che mi sembra di rivolgermi a un muro di gomma. Rimane il fatto che continui con la cortina di fumo senza dare la risposta fondamentale e per la terza volta la propongo: cosa vuole ottenere il comitato? A questo punto non mi interessa tanto sapere del ministro o di Sgarbi ma vorrei finalmente conoscere qual'è il vostro obiettivo, è così difficile rispondere a questa semplice domanda?

Anonimo ha detto...

Ciao Ludovica,
sei stata clamorosamente smentita ed ora Ti fermi perché non sai che cosa dire. E' la procedura usata di consueto da chi non ha ragioni da difendere.
Quanto all'obiettivo, è quello di sostituire completamente il viadotto in stile "554" con una struttura diversa nella forma, nella tipologia e nei materiali, ovvero mettere molto più semplicemente un efficiente sistema di telecontrollo e risparmiare 7 milioni di euro.

Giacomo ha detto...

Tutto questo è il frutto del comportamento assurdo della Cooperativa dall'alluvione in poi, anzi, dalle alluvioni in poi, 1999 e 2008. La Cooperativa dovrebbe chiedere una perizia dei fatti avvenuti , chiedere il ricalcolo delle piene e verificare se a oggi e nel passato, sono state fatte le manutenzioni ordinarie e straordinarie del Rio San Gerolamo. Chiedere se la frana del rilevato sopra il lago grande, quello che porta alla chiesa di San Gerolamo, che ha immesso nel rio già in piena circa 50.000 mc d'acqua, ha contribuito ad innalzare la massa d'acqua e a far tracimare la diga grande. Chi l'ha fatto fare? La Regione se nn sbaglio.

Una denuncia generale per ricalcolare gli eventi e stabilire una volta per tutte chi non ha adempiuto ai doveri di legge circa la manutenzione dei fiumi e dei rii. Poi vedremo se continueranno ad attaccarci e a mangiare soldi pubblici per opere inutili.

P.s. Per la strada quattro corsie che lambirà Pauliara invece? Tutti zitti .

I politici locali avevano fatto qualcosa prima del 2008 per il Rio San Gerolamo? Interessante sapere se qualcuno si era mosso.


Il rio a oggi, nonostante opere inutili, è peggio di prima e il rilevato sbagliato è ancora li.

Ciao Giacomo

Giacomo ha detto...

Per finire: Il ponte che vorrebbero costruire e che diversi stanno usando per farsi pubblicità politica di diverso e vario genere, che altri hanno contribuito indirettamente a far realizzare come progetto perchè non intendevano difendere la realtà dei fatti e usavano queste vicende tra bande di balordi contrapposte , nel migliore dei casi ottuse, a discapito di merito dei fatti e di sicurezza delle persone, lo dovrebbero fare a monte in sostituzione di uno sbaglio progettuale grande come una montagna, il quale, come già detto, con il crollo, ha contribuito in maniera determinante a certe dinamiche, arrecando danni ingenti a persone e alla diga di Poggio.

Ciao Giacomo

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