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mercoledì 9 agosto 2017

Il Codice Etico della Cooperativa Poggio dei Pini

Caro Giorgio,
chiedo ospitalità al tuo blog per informare soci e non che lunedì il Consiglio di amministrazione ha approvato il Codice etico, di cui in più occasioni si è parlato sul tuo blog e la cui genesi risale a circa un anno fa allorché numerosi Soci, tra i più autorevoli della nostra Comunità, promossero una Lettera aperta a tutti i Poggini, richiamando la necessità (e la possibilità) di pervenire finalmente a una pacificazione, dopo tanti anni di polemiche e scontri.
Il testo definitivo (consultabile all'indirizzo http://poggiodeipini.com/foto/pdp_909567139.pdf) è il frutto di un bell'esempio di lavoro condiviso, che auspico si possa ripetere per tante altre tematiche che riguardano la vita della nostra Società, svolto in seno a una commissione alla quale, oltre al sottoscritto, hanno partecipato Tonino Secchi, Eugenio Lao, Marino Benussi, Sandro Anedda, Matteo Atzeni, Luca Madeddu, Pierpaolo Nurchis ed Emilio Sanna. Colgo l'occasione per ringraziare i componenti della commissione per la serietà e la disponibilità nell’impegno profuso.
La redazione di un codice etico era presente nei programmi di entrambe le liste che si sono presentate alle elezioni per il rinnovo del CdA lo scorso 6 maggio, quale elemento che potesse favorire una pacificazione tra i poggini, finalità già ipotizzata dagli stessi promotori del Codice, come Antonio Secchi, Mario Mariani ed Eugenio Lao (nominati dal CdA di ieri Garanti del Codice etico). Infatti, se è vero che la Legge e lo Statuto presidiano la legittimità degli atti compiuti dagli Amministratori e dotano i Soci degli strumenti per contestarne eventuali decisioni, è anche vero che nella gestione quotidiana della Società vi possono essere tutta una serie di comportamenti che, sebbene perfettamente legittimi, potrebbero risultare, agli occhi dei Soci, inopportuni. Allo stesso modo, abbiamo visto, specie nell’ultimo decennio, quante volte comportamenti inopportuni (o ritenuti tali) posti in essere non solo da Amministratori ma anche da Probiviri, da Soci e da loro familiari, abbiano alimentato polemiche e scontri che, magari, si sarebbero potuti evitare se vi fosse stato, a monte, uno strumento per poterli valutare (e eventualmente sanzionare) secondo principi e norme condivise.
Qualcuno può storcere il naso, ritenendo poco utile normare delle regole di comportamento in quanto ciascuno di noi, in virtù di quel principio evangelico secondo cui non è morale ciò che si fa, ma l’intenzione con cui si fa, le proprie regole etiche le ha all'interno della propria coscienza e non in un testo approvato da un consiglio di amministrazione. Ma ciò, mi spiace, è una visione miope della questione. L'importanza della corporate social responsability è centrale nella moderna visione dell'impresa. Senza voler risultare noioso e riassumendo la questione nei minimi termini, le funzioni dell'impresa (e a maggior ragione in una società come la Cooperativa Poggio dei Pini, considerate le proprie peculiarità) sono sia economiche che sociali.
Ecco la necessità di adottare un codice etico, un documento ufficiale di impresa contenente l’enunciazione dei valori su cui si fonda la cultura della società, la dichiarazione delle responsabilità̀ verso ciascuna categoria di portatori di interesse, alle quali la società vuole far fronte ritenendosi moralmente obbligata, la specificazione pi meno dettagliata delle politiche aziendali in materia di etica d’impresa, l’indicazione delle prescrizioni alle quali tutti i soggetti che operano in nome, o comunque nell’interesse della Cooperativa devono attenersi per tradurre in atto le politiche etiche della società. 
Quello approvato dal Cda nella sua ultima seduta è un testo molto articolato, fatto di enunciazioni di princìpi che potrebbero anche sembrare ripetitivi rispetto a quanto già contenuto nello Statuto, ma che così non sono. Sono innanzitutto valori di cultura etica che chi opera all'interno della Cooperativa assume come impegno costante e dovere.  
Tra le varie regole presenti, vorrei porre l'accento in primis su quella relativa ai rapporti coi soci, il cui ruolo viene riconosciuto centrale nella vita della Cooperativa. È qui definito che la Società si impegna a informare i soci in modo completo e tempestivo sulle attività intraprese dall’organo esecutivo. Le informazioni comunicate ai soci, anche mediante il sito internet istituzionale e il Notiziario periodico sui principali avvenimenti dell’attività aziendale e della vita comunitaria, dovranno essere: a) rese attraverso modalità chiare e semplici, formulate con un linguaggio il più possibile diretto e di uso comune; b) complete e veritiere, senza trascurare alcun elemento rilevante ai fini di una corretta e completa informazione; c) rispettosi delle disposizioni in materia di tutela della privacy.
Altri due articoli a cui, personalmente, tengo molto sono quelli relativi alla tutela dell’immagine e della reputazione della società e alla tutela dell’ambiente. Il primo perché eleva a valore da difendere l’immagine e la reputazione della Cooperativa, censurando tra l’altro la redazione e/o la diffusione di materiale anonimo. Il secondo, valore che è sempre stato imprescindibile per Poggio dei Pini e che oggi assume rinnovata importanza nell’ottica della battaglia contro il viadotto, afferma invece che la Cooperativa, coerentemente ai propri principi statutari, gestisce le proprie attività perseguendo la tutela dell’ambiente e del patrimonio naturalistico presente nel suo territorio ed il principio dell’eco-sostenibilità.
Molto dettagliata è la disciplina su appalti e fornitori, con l’introduzione di un regolamento che disciplina scrupolose procedure interne per la selezione e la gestione dei rapporti con fornitori e collaboratori esterni. Viene inoltre istituito l’Albo dei soci fornitori, dal quale è fortemente auspicabile che la Cooperativa, compatibilmente con l’efficienza, efficacia e economicità dell’attività societaria, dovrà attingere per le sue esigenze gestionali nella misura maggiore possibile.
Da ultimo, ma non certo per importanza, anche in considerazione delle contestazioni mosse negli ultimi mesi nei confronti degli Amministratori, deve rilevarsi la previsione – il cui inserimento è stato richiesto da me, Sandro Anedda e Giuseppe Monni – del divieto, dal 1° febbraio dell’anno in cui si terranno le elezioni per il rinnovo del CdA, di concedere gratuitamente immobili di proprietà della Cooperativa ovvero accordare piani di rientro che consentano l’esercizio di voto a soci morosi.
Ecco, l’adozione del Codice etico è stata senz’altro la dimostrazione che il dialogo all’interno delle varie componenti del Consiglio di amministrazione è possibile e costruttivo, riempiendo già di significato concreto quanto previsto dal codice etico su tale organo sociale, che deve essere governato dai principi fondanti dell’amicizia e della solidarietà e che mal sopporta le logiche degli organismi politici che distinguono al loro interno maggioranze e opposizioni/minoranze. E questo esempio s’è raggiunto fornendo quello che potrebbe costituire un presupposto essenziale al rafforzamento della cultura etica di chi – oggi, ma soprattutto domani – amministra e amministrerà la nostra Cooperativa, uno stimolo all’assunzione di comportamenti socialmente responsabili e moralmente ineccepibili da parte di tutti i soggetti coinvolti, oltre ad un efficace strumento di comunicazione della vocazione della nostra Comunità.

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