Caro Giorgio,
chiedo
ospitalità al tuo blog per informare soci e non che lunedì il Consiglio di amministrazione
ha approvato il Codice etico, di cui in più occasioni si è parlato sul tuo blog
e la cui genesi risale a circa un anno fa allorché numerosi Soci, tra i più
autorevoli della nostra Comunità, promossero una Lettera aperta a tutti i
Poggini, richiamando la necessità (e la possibilità) di pervenire finalmente a
una pacificazione, dopo tanti anni di polemiche e scontri.
Il testo
definitivo (consultabile all'indirizzo http:// poggiodeipini.com/foto/pdp_ 909567139.pdf)
è il frutto di un bell'esempio di lavoro condiviso, che auspico si possa
ripetere per tante altre tematiche che riguardano la vita della nostra Società,
svolto in seno a una commissione alla quale, oltre al sottoscritto, hanno
partecipato Tonino
Secchi, Eugenio Lao, Marino Benussi, Sandro Anedda, Matteo Atzeni, Luca Madeddu,
Pierpaolo Nurchis ed Emilio Sanna. Colgo l'occasione per ringraziare i componenti
della commissione per la serietà e la disponibilità nell’impegno profuso.
La
redazione di un codice etico era presente nei programmi di entrambe le liste
che si sono presentate alle elezioni per il rinnovo del CdA lo scorso 6 maggio,
quale elemento che potesse favorire una pacificazione tra i poggini, finalità
già ipotizzata dagli stessi promotori del Codice, come Antonio Secchi, Mario Mariani ed
Eugenio Lao (nominati dal CdA di ieri Garanti del Codice etico). Infatti, se è
vero che la Legge e lo Statuto presidiano la legittimità degli atti compiuti
dagli Amministratori e dotano i Soci degli strumenti per contestarne eventuali
decisioni, è anche vero che nella gestione quotidiana della Società vi possono
essere tutta una serie di comportamenti che, sebbene perfettamente legittimi,
potrebbero risultare, agli occhi dei Soci, inopportuni. Allo stesso modo,
abbiamo visto, specie nell’ultimo decennio, quante volte comportamenti
inopportuni (o ritenuti tali) posti in essere non solo da Amministratori ma
anche da Probiviri, da Soci e da loro familiari, abbiano alimentato polemiche e
scontri che, magari, si sarebbero potuti evitare se vi fosse stato, a monte,
uno strumento per poterli valutare (e eventualmente sanzionare) secondo
principi e norme condivise.
Qualcuno può storcere il naso, ritenendo
poco utile normare delle regole di comportamento in quanto ciascuno di noi, in
virtù di quel principio evangelico secondo cui non è morale ciò che
si fa, ma l’intenzione con cui si fa, le proprie regole etiche le ha
all'interno della propria coscienza e non in un testo approvato da un consiglio
di amministrazione. Ma ciò, mi spiace, è una visione miope della questione. L'importanza della corporate social responsability è centrale nella moderna visione
dell'impresa. Senza voler risultare noioso e riassumendo la questione nei
minimi termini, le funzioni
dell'impresa (e a maggior ragione in una società come la Cooperativa Poggio dei
Pini, considerate le proprie peculiarità) sono sia economiche che sociali.
Ecco la necessità di adottare un codice etico, un documento ufficiale di impresa contenente
l’enunciazione dei valori su cui si fonda la cultura della società, la
dichiarazione delle responsabilità̀ verso ciascuna categoria di portatori di interesse, alle quali la società vuole far fronte
ritenendosi moralmente obbligata, la specificazione più meno dettagliata delle politiche aziendali in materia di etica
d’impresa, l’indicazione delle prescrizioni alle quali tutti i soggetti che operano
in nome, o comunque nell’interesse della Cooperativa devono
attenersi per tradurre in atto le politiche etiche della società.
Quello approvato dal Cda nella
sua ultima seduta è un testo molto articolato, fatto di enunciazioni di princìpi
che potrebbero anche sembrare ripetitivi rispetto a quanto già contenuto nello
Statuto, ma che così non sono. Sono innanzitutto valori di cultura etica che
chi opera all'interno della Cooperativa assume come impegno costante e dovere.
Tra le varie regole presenti,
vorrei porre l'accento in primis su
quella relativa ai rapporti coi soci, il cui ruolo viene riconosciuto centrale nella
vita della Cooperativa. È qui definito che la Società si impegna a informare i
soci in modo completo e tempestivo sulle attività intraprese dall’organo
esecutivo. Le informazioni comunicate ai soci, anche mediante il sito internet
istituzionale e il Notiziario periodico sui principali avvenimenti
dell’attività aziendale e della vita comunitaria, dovranno essere: a) rese attraverso modalità chiare e
semplici, formulate con un linguaggio il più possibile diretto e di uso comune;
b) complete e veritiere, senza trascurare
alcun elemento rilevante ai fini di una corretta e completa informazione; c) rispettosi delle disposizioni in materia
di tutela della privacy.
Altri
due articoli a cui, personalmente, tengo molto sono quelli relativi alla tutela dell’immagine e della reputazione
della società e alla tutela dell’ambiente. Il primo perché eleva a valore da difendere
l’immagine e la reputazione della Cooperativa, censurando tra l’altro la
redazione e/o la diffusione di materiale anonimo. Il secondo, valore che è
sempre stato imprescindibile per Poggio dei Pini e che oggi assume rinnovata
importanza nell’ottica della battaglia contro il viadotto, afferma invece che la
Cooperativa, coerentemente ai propri principi statutari, gestisce le proprie
attività perseguendo la tutela dell’ambiente e del patrimonio naturalistico
presente nel suo territorio ed il principio dell’eco-sostenibilità.
Molto
dettagliata è la disciplina su appalti e fornitori, con l’introduzione di un
regolamento che disciplina scrupolose procedure interne per la selezione e la
gestione dei rapporti con fornitori e collaboratori esterni. Viene inoltre istituito
l’Albo dei soci fornitori, dal quale è fortemente auspicabile che la
Cooperativa, compatibilmente con l’efficienza, efficacia e economicità
dell’attività societaria, dovrà attingere per le sue esigenze gestionali nella
misura maggiore possibile.
Da ultimo, ma non certo per importanza, anche in considerazione
delle contestazioni mosse negli ultimi mesi nei confronti degli Amministratori,
deve rilevarsi la previsione – il cui inserimento è stato richiesto da me,
Sandro Anedda e Giuseppe Monni – del divieto, dal 1° febbraio dell’anno in cui
si terranno le elezioni per il rinnovo del CdA, di concedere gratuitamente
immobili di proprietà della Cooperativa ovvero accordare piani di rientro che
consentano l’esercizio di voto a soci morosi.
Ecco, l’adozione
del Codice etico è stata senz’altro la dimostrazione che il dialogo all’interno
delle varie componenti del Consiglio di amministrazione è possibile e costruttivo,
riempiendo già di significato concreto quanto previsto dal codice etico su tale
organo sociale, che deve essere governato dai principi fondanti dell’amicizia e della solidarietà e che mal sopporta le logiche degli organismi
politici che distinguono al loro interno maggioranze e opposizioni/minoranze. E
questo esempio s’è raggiunto fornendo quello che
potrebbe costituire un presupposto essenziale al rafforzamento della cultura
etica di chi – oggi, ma soprattutto domani – amministra e amministrerà la
nostra Cooperativa, uno stimolo all’assunzione di comportamenti socialmente
responsabili e moralmente ineccepibili da parte di tutti i soggetti coinvolti,
oltre ad un efficace strumento di comunicazione della vocazione della nostra
Comunità.
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