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mercoledì 18 settembre 2019

Intervista a Federico Onnis Cugia, nuovo Presidente della Cooperativa Poggio dei Pini

L'elezione di Federico Onnis Cugia, 29 anni, a Presidente della Cooperativa Poggio dei Pini rappresenta una svolta epocale per la società.  Salutata, con tutti gli onori, la generazione dei padri fondatori e anche quella successiva che ha amministrato la Cooperativa negli ultimi decenni, Federico è un rappresentante della terza generazione, la prima non "immigrata", ma "nata e vissuta" completamente a Poggio dei Pini. 
Ho pensato di superare il livello, talvolta un pò "imbalsamato",  delle comunicazioni ufficiali proponendo a Federico una intervista a tu per tu, da parte di un "vecchio" blogger.  G.P.


Federico a 29 anni sei il più giovane presidente della Cooperativa Poggio dei Pini. Quale è stata la tua prima reazione quando si è concretizzato questo scenario?

La prima cosa che ho fatto è chiamare tutti gli ex Presidenti, da Giampiero Atzori a Giacomo Cocco, da Tonino Secchi a Emilio Sanna. Non l’ho fatto per semplice omaggio, ma perché credo sia importante dare un segno di continuità. L’alternarsi di persone e gruppi diversi, negli anni, ha generato spesso una eccessiva conflittualità. È giusto che si confrontino idee e programmi diversi, che i Soci possano valutare e scegliere democraticamente (ed io stesso criticai le scelte gestionali di alcuni Amministratori del passato), ma non dobbiamo mai dimenticare che siamo una Comunità con valori condivisi e obiettivi comuni, molto più importanti delle polemiche contingenti. Per questa ragione ho voluto chiamare tutti gli ex Presidenti, per avere suggerimenti da loro e per segnalare che ci deve essere una continuità di valori comuni. Se c’è questo rispetto di fondo, il confronto tra le diverse opinioni diventa costruttivo e non distruttivo e devo dire che in questi anni il clima è molto migliorato anche da questo punto di vista. C’è ancora da lavorare, certo, ma sono molto ottimista.

Il tuo curriculum è breve, data l'età, ma costellato di importanti successi. Ne ricordo solo alcuni: la precocissima laurea, la cattedra a Ca' Foscari e, adesso, la Presidenza della Cooperativa. Ho assistito anche alla tua "trasformazione" fisica con lo sport, segno di grande forza di volontà. Che consigli daresti a un ragazzo di 15 anni?

Darei il consiglio che do sempre ai miei studenti all’inizio di ogni corso: essere tenaci e avere sempre voglia di imparare qualcosa di nuovo. Il significato dello «stay hungry, stay foolish» di Steve Jobs è quanto di più semplice e al tempo stesso sacrosanto sia stato mai detto in un discorso motivazionale: solo la curiosità ti fornisce quella spinta necessaria a dare sempre qualcosa in più, in qualsiasi cosa tu faccia.

Parliamo di questo triennio di amministrazione poggina che volge al termine. Quali sono, tra gli obiettivi raggiunti, i tre che ritieni più importanti?

Abbiamo fatto tanto, ma i tre obiettivi che più hanno dato soddisfazione sono stati il pareggio di bilancio, la ristrutturazione e l’inaugurazione del palazzetto dello sport e, da ultimo, l’ottenimento della concessione del vecchio parco giochi all’ingresso della lottizzazione, che ci permetterà di restituire ai poggini un luogo fortemente degradato.

C'è qualcosa che non siete riusciti a fare, a cui tenevi particolarmente?

Un Amministratore vorrebbe sempre fare 100, anzi 120, poi però deve fare i conti con le risorse limitate, con la burocrazia, e alla fine se riesce a fare 50 è già un campione! Nel caso di Poggio, è evidente che i problemi principali siano due: la messa in sicurezza del territorio (che però non compete alla Cooperativa, per fortuna o purtroppo) e le grandi infrastrutture (strade, acquedotto, etc.) che andrebbero completamente rifatte ma per le quali sono necessarie risorse che arriveranno solo con l’approvazione definitiva della nuova Variante. Per il resto, mi sarebbe piaciuto ripulire ancora più aree verdi, completare il Centro commerciale, aumentare il numero dei dossi per limitare la velocità delle auto. E potrei continuare, perché è vero che abbiamo fatto moltissimo, ma le cose da fare sono praticamente infinite!

L'anno prossimo ci saranno le elezioni per il rinnovo del CdA. Hai intenzione di ricandidarti? Che tipo di squadra vorresti con te?

Al momento penso esclusivamente a dare il massimo in questi 8 mesi che restano da qui alla fine del mandato. Poi si faranno le opportune valutazioni, ma in ogni caso la ricetta deve essere la stessa che ha caratterizzato il nostro gruppo in questi sei anni: una squadra di persone giovani, capaci, entusiaste ed affiatate, caratteristiche indispensabili quando si vogliono cambiare e migliorare le cose. 

Sia tu che Sandro avete recentemente ricordato che a Poggio il clima amministrativo è meno rissoso di un tempo. Come hai elaborato il periodo che va dal 2007 per arrivare sino al 2013. Un conflitto tra fazioni che si detestavano per motivi personali, oppure scossoni per forzare il cambiamento di una amministrazione poco efficiente e trasparente?

Se dovessi darti una risposta “accademica”, è nella normalità delle cose che in una società vi possano essere divergenze di vedute tra i soci. Ma limitare una analisi della realtà di Poggio dei Pini a una mera visione di impresa sarebbe fuorviante. Abbiamo peculiarità che ci rendono quasi un comune “privato” nemmeno tanto piccolo (se lo fossimo, saremmo un comune più grande di quasi due terzi dei comuni sardi) quindi le dinamiche dei nostri dibattiti interni sono molto simili a quelle di ogni altro comune. Il periodo da te indicato, però, fu del tutto particolare perché per tante ragioni fu uno snodo epocale della storia della nostra comunità. Per rispondere alla tua domanda, non penso affatto che fu una “lotta tra fazioni”: io almeno non lo vissi così. Penso che in quel momento si contrapposero visioni diversissime su come gestire la Cooperativa e il suo territorio. Coincise poi con un fisiologico cambio generazionale. Fu però un periodo talmente complesso e drammatico che sbaglieremmo a semplificarlo. Si verificò la tragedia dell’alluvione del 2008 e le fatiche della successiva ricostruzione (che hanno dimostrato la grandezza della nostra realtà) e le varie amministrazioni che si sono succedute in questi anni hanno prodotto (chi più, chi meno) dei cambiamenti radicali rispetto al passato. In questo senso Sandro Anedda ha fatto tanto, dimostrando come anime con trascorsi diversi possano convivere e lavorare bene. Per capirci: Sandro, Giuseppe Monni ed io provenivamo da esperienze e posizioni molto diverse, eppure lavorando insieme siamo riusciti a fare molto, diventando addirittura amici. Ecco, per quanto mi sarà possibile proseguirò su questa strada, cercando di includere tutti coloro che condividono i principi della buona amministrazione. Aggiungo, a questo proposito, che l’introduzione di un codice etico, da noi caldeggiata, ci ha dato uno strumento utile per guidare i comportamenti degli Amministratori e dare ai Soci la possibilità di valutarli. In ogni caso ritengo che il modo migliore per disinnescare eventuali rigurgiti di conflittualità sia quello di guardare avanti e non rimanere ancorati a contrapposizioni che oggi non hanno più ragion d’essere. Certo, serve il contributo di tutti, sia nel collaborare alla vita sociale, sia nell’isolare quei pochi che periodicamente cercano di sollevare polveroni che alla fine fanno male all’intera comunità.

Qualche mese fa la "minoranza" del CdA si è dimessa in blocco. Come ti spieghi questa decisione?

Semplicemente ne ho preso atto. È un peccato, perché vi erano consiglieri capaci e dei quali ho grande stima, ma ciò ha dato modo a nuovi consiglieri altrettanto capaci di poter essere cooptati e partecipare attivamente alla gestione della Società.

Il Viadotto "monstre" si farà?

Fino a che io sarò presidente, se lo scordino, a costo di incatenarmi al ponte… La messa in sicurezza del nostro territorio è indispensabile, anzi urgentissima, ma deve essere attuata con ben altri interventi, molto più importanti, come il disalveo dei fiumi, il rifacimento delle dighe, etc.. C’è anche bisogno di adeguare gli attraversamenti stradali, certo, ma lo si deve fare senza violentare inutilmente il paesaggio e in accordo con la volontà dei residenti. In tal senso negli ultimi mesi abbiamo già svolto alcune riunioni con l’amministrazione regionale e i segnali di una soluzione a noi favorevole che contemperi tutte le esigenze senza dover sopportare un gigantesco viadotto nel cuore della nostra città giardino sono più che positivi.

In questo triennio ci attendevano l'avvio del nuovo piano di lottizzazione. E invece ... ?


Il triennio non è ancora terminato... Ricordo che abbiamo già ottenuto il parere preventivo favorevole dal Consiglio comunale, un parere che vincola all’approvazione definitiva che quindi è solo una questione di tempo. Certo, la nostra pazienza ha un limite...

Sei soddisfatto della partecipazione dei soci alla vita della Cooperativa?

Assolutamente sì. In questi anni si è riscoperta la vita comunitaria di Poggio dei Pini: ne sono esempio le feste di primavera, i “compleanni” della Cooperativa e le tante partecipate occasioni di incontro negli eventi organizzati dalla vivace realtà del mondo dell’associazionismo. Nell’epoca dei social, abbiamo avvicinato tanti giovani poggini attraverso un utilizzo quotidiano del canale Facebook, con un notevole successo. Anche la partecipazione alla vita amministrativa è nettamente cambiata: l’età media del Consiglio di amministrazione si è nettamente abbassata, senza però andare a perdere nella qualità degli amministratori. Abbiamo ottimi consiglieri propositivi e con grandi competenze professionali, che pur essendo alla loro prima esperienza stanno contribuendo tanto alla vita della nostra Società con numerose idee e grande partecipazione.

Sogni nel cassetto come Presidente della Cooperativa?

Conscio della fiducia che i Poggini 2 anni e mezzo fa mi hanno dato con ben 328 voti, sarò innanzitutto un Presidente molto esigente con me stesso. Di conseguenza, i sogni nel cassetto sono tanti e darò il massimo per realizzarli. Il sogno principale è quello di portare a casa la variante, che consentirà di dare a Poggio dei Pini il suo volto definitivo dal punto di vista urbanistico e avere un tesoretto di risorse tali da permettere la risistemazione delle infrastrutture. Inoltre, trovo importantissima la riqualificazione degli ingressi: dall’ex parco giochi al parco 22 ottobre, passando per la realizzazione del parco dell’acqua. Il Costituto Senese, già nel 1309, recitava che chi governa deve avere a cuore «massimamente la bellezza della città, per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini»… si tratta del biglietto da visita di Poggio dei Pini, ciò che tutti noi e chi viene a trovarci incontra, come prima cosa, una volta entrato nel centro residenziale. La valorizzazione delle aree verdi principali deve essere una priorità. Nondimeno, è essenziale puntare sull’efficientamento dei servizi a soci e residenti. Tanti più ne offriamo, quanto più vivere a Poggio dei Pini risulterà impareggiabile.

Sogni nel cassetto come Federico?

In questo momento sono talmente concentrato in questo nuovo impegno, che i miei sogni personali cadono in secondo piano. Amministrare una realtà come Poggio dei Pini non può essere fatto nei ritagli di tempo, non è un hobby. Se lo fai bene, con senso di responsabilità, assorbe tutto il tuo tempo e tutta la tua mente: lo sanno tutti coloro che mi hanno preceduto. 

Grazie Federico e buon lavoro.   

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