Sebbene la mia personale preferenza vada alle argomentazioni mirate alla costruzione di qualcosa di nuovo per la nostra comunità, dato che questo blog ha rappresentato e continua a rappresentare l'unico strumento di comunicazione a disposizione degli abitanti di Poggio, pubblico tutti i contributi che mi inviate anche se, come in questo caso, si riferiscono ad eventi non simpatici e del tutto negativi. Voglio però aggiungere che a mio avviso non è inutile o sbagliato fare luce sul passato recente o remoto. Certo sarebbe bello parlare solo di amicizia, collaborazione, crescita, bilanci economici floridi, prospettive future fantasmagoriche. Sarebbe bello, ma purtroppo non rappresenterebbe la realtà che è invece caratterizzata da divisione, mancanza di partecipazione e di informazione, deficit economico, rischio di depauperamento ambientale.
Ritengo quindi che, anche se dolorosamente, i nodi debbano venire al pettine. Non per attivare diatribe personali o addirittura vendette, ma per stabilire chiaramente dove vogliamo andare e come debbano essere portati avanti i processi fondamentali per la nostra comunità e quindi anche per chiarire cosa non vogliamo che venga più fatto o quali siano i comportamenti legittimi e non.
Sarei lieto se, anche nei commenti dei lettori, il prendere atto di errori compiuti in passato, non venisse utilizzato per attaccare personalmente Tizio o Caio ma solo per affermare e chiarire quale sia il giusto modo di operare, per esempio sulla questione della privacy.
Giorgio Plazzotta
.........................................
di Franco Magi
Frequentemente lo strumento della privacy viene invocato a sproposito per tentare di impedire la conoscenza di determinati fatti o atti. A questo proposito, senza alcun commento, ho ritenuto utile al dialogo l'inserimento della lettera che il Presidente Calvisi inviava al Sindaco nel maggio 2007 - nel vano tentativo di impedirmi di comunicare agli abitanti del Poggio i contenuti della variante - unitamente alla mia risposta.
A ciascuno di Voi le valutazioni e di commenti.
Franco MagiLoc. Poggio dei Pini 11° strada n° 2009012 Capoterra CATel. 070-8642286 - Cell. 340-8040174e-mail: francomagi@libero.it A tutti i Componenti del Consiglio di Amministrazionee del Collegio Sindacale
della Cooperativa Poggio dei Pinie per conoscenza
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Sindaco
Al Comandante del Corpo di Polizia Municipale
Al Dirigente dell’Urbanistica del COMUNE DI CAPOTERRA
In data 22-05-2007 il Presidente della Società Cooperativa Poggio dei Pini, usando carta intestata della stessa – e si badi bene il sottoscritto non vi trova nulla di strano a differenza del Dr. Calvisi – ha voluto scrivere al Sig. Sindaco di Capoterra chiedendogli di “assumere i provvedimenti” che riterrà più utili ed opportuni contro lo scrivente.
Premesso il personale apprezzamento per le qualità umane del Dr. Calvisi, non posso però esimermi – nel mio ruolo pubblico di Consigliere comunale che non prevede tra l’altro “le salutari bacchettate istituzionali” probabilmente auspicate – dall’esprimere il più vivo stupore per la Sua condotta da massimo Organo della Cooperativa Poggio dei Pini.
Difficilmente può comprendersi che senso abbia informare il Sindaco di Capoterra delle iniziative intraprese da un Consigliere comunale che peraltro, essendo espressione della opposizione Consiliare, è egli stesso un controllore istituzionale del Sindaco.
Ed invero, come ci viene insegnato fin da giovani matricole della Facoltà di Giurisprudenza di Cagliari, il Consiglio comunale è Organo di programmazione e controllo, distinto e funzionalmente autonomo dal Sindaco e dalla Giunta.
Nello specifico però ancora più perplessità destano le singole segnalazioni:
In primo luogo il Presidente Calvisi da atto di un esposto inoltrato dal sottoscritto, qualificandosi come è nella realtà Consigliere comunale, ad una serie di uffici pubblici (che impropriamente Egli definisce Organi, mentre sempre dalle mie reminiscenze giuridiche risulterebbero Organi della Regione Autonoma della Sardegna il Presidente, il Consiglio regionale e la Giunta, non certo il servizio del Genio Civile, il servizio della Tutela del Paesaggio etc…) tutti competenti in ordine alla vicenda segnalata in forza di imperativi obblighi civici prima ancora che morali.
La carta intestata con il logo del Comune è utilizzata proprio per le interlocuzioni istituzionali degli Organi del Comune, come in questi anni lo scrivente - singolarmente e con altri colleghi - ha più volte fatto relazionandosi con la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Prefettura di Cagliari, la Regione Sardegna, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, la Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione etc…, ottenendo sempre puntuali risposte e senza che nessuno abbia mai ravvisato in ciò un fatto censurabile.
In secondo luogo il Presidente Calvisi segnala la divulgazione di una comunicazione tra il Comune di Capoterra e la Cooperativa Poggio dei Pini, della quale è venuto in possesso in ragione del suo ufficio, e non essendovi alcuna disposizione di legge che ne secreti la divulgazione davvero incomprensibile risulta l’appello alla presunta violazione della privacy.
Il medesimo ragionamento valga per la copia del piano di lottizzazione della società cooperativa Poggio dei Pini, che Egli definisce “datata bozza”, devo ritenere nel senso di “recante una data”, poiché risulta redatta nel 2006 e quindi piuttosto recente.
In ultima analisi si contesta l’invio di una copia di una lettera che il sottoscritto aveva inviato al Dirigente del settore LL. PP. ed al Comando della Polizia Municipale.
Abilmente il Presidente Calvisi non ha citato l’oggetto della lettera, che verteva su una questione di assoluto interesse per la sicurezza dei cittadini, ed in particolare per gli abitanti di Poggio dei Pini, in relazione alle rotatorie in costruzione sulla strada comunale che conduce alla nostra lottizzazione.
Essendo compito principale del Consigliere comunale quello di occuparsi dei problemi della cittadinanza tale comunicazione – esercizio puro di tali competenze legalmente riconosciute – rivestiva una corretta informativa circa l’attività posta in essere nell’esercizio delle proprie funzioni, della quale è diritto riconosciuto la possibilità di comunicazione.
Peraltro l’esito di tale attività è stato il pubblico riconoscimento dell’errore da parte dello stesso Comune, che ha provveduto a rettificare il proprio operato.
In tutti i predetti comportamenti non si comprende davvero l’attinenza con la richiamata normativa sulla privacy, posto che – come ci insegna la più attenta dottrina giuridica – il tenore dell’articolo 43 comma 2 del T.U.E.L. 267/2000 chiarisce che il Consigliere comunale ha diritto di divulgare quanto appreso a meno che non esista un divieto di comunicazione a terzi; il divieto in questo caso dovrà evincersi da una disposizione di legge.
Ed in effetti la legge ritiene dati sensibili “l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni etc…) e dati supersensibili “quelli relativi alla salute, alla vita sessuale, ai dati genetici, alle impronte digitali, alle rilevazioni antropometriche etc…”
Diversamente opinando, oltretutto, ove si ritenesse che ogni dato personale in senso lato non possa essere divulgato se non in presenza di una espressa conforme previsione normativa, si finirebbe per svuotare di contenuto l’intero impianto della legge 241/90 e s.m., che appare, invece, ispirato all’opposto principio di rendere ostensibili tutti i documenti amministrativi (principio Costituzionale della trasparenza della attività della Pubblica Amministrazione) salvi i limiti eccezionali, imposti dalla tutela della riservatezza.In verità, in tutto quanto segnalato dal Dr. Calvisi è impossibile ravvisare anche una sola di tali fattispecie.
Fortunatamente ho la certezza di condividere con il Presidente della Cooperativa Poggio dei Pini la consapevolezza di vivere in uno stato libero e di diritto, dove è riconosciuta la possibilità di dissentire e di criticare.
Per questo neanche lontanamente voglio interpretare tale lettera come il tentativo di imbavagliare una voce dissonante, di incutere in un certo qual modo la preoccupazione per “possibili conseguenze” per il proprio agire, che ne pregiudichino la libertà e l’autonomo convincimento caso nel quale, quest’ultimo, una segnalazione dovrebbe essere fatta dal sottoscritto a garanzia dei propri diritti e non al Sindaco di Capoterra, ma in ben più opportune sedi.
Di tanto mi correva l’obbligo di informarVi, non tanto perché assumiate i provvedimenti che riterrete più utili ed opportuni, quanto piuttosto per semplice informazione e per un più consapevole esercizio del ruolo di Consiglieri di Amministrazione.Capoterra, 25-07-2007 Cordiali saluti
Franco Magi