Questo avviene anche grazie a blog, portali e alle associazioni? Penso di si, ma è innegabile che se non ci fosse la collaborazione degli enti pubblici tutto sarebbe molto più difficile.
E' vero che ogni tanto mi lamento dei tempi della burocrazia: due anni (di cui uno sprecato) per realizzare un ponte, la cui mancanza ha creato gravissimi problemi quotidiani al quartiere di Pauliara e a tutti coloro i quali vi gravitano intorno. Si devono sempre attendere mesi tra uno step e l'altro dei progetti, e poi c'è la progettazione preliminare, quella esecutiva, quella operativa, diversi progetti che si intersecano (diga) e l'alveo del fiume che è ancora così com'era 1 anno e mezzo fa. Pero' non ci si può fare molto contro la burocrazia e siamo costretti ad accettare queste lungaggini come il miglior risultato possibile. Renato Soru aveva un altro piglio, un altro ritmo, ma è stato segato e quindi accontentiamoci di questa relativa rapidità.
Pensiamo che a Villagrande hanno aspettato 5 anni e che nel Belice hanno aspettato in eterno.
Spingiamo e cerchiamo di fornire suggerimenti e impulsi.
Ma torniamo al Piano Hydrodata. Cosa cambia tra la nuova e la vecchia versione? Moltissimo.
I motivi del cambiamento sono a mio avviso due: la prima versione era stata rilasciata in tutta fretta, senza effettuare le necessarie verifiche sul campo. Probabilmente si voleva mostrare alla gente che le cose stavano andando avanti, ma.... ragazzi che paura abbiamo avuto! Hydrodata 1.0 infatti conteneva non poche mostruosità. Due su tutte: gli argini che circondavano la lottizzazione di Rio S. Girolamo come un fortino medievale, un viadotto assurdo che convogliava tutto il traffico di Poggio in una stradina a senso unico. La terza mostruosità purtroppo è rimasta, ma con l'asterisco. Riguarda il lago di Poggio. I tecnici dell'Hydrodata lo dicono indirettamente: del lago se ne è già occupato il prof. Ravaglioli con la sua relazione (costata € 50.000) quindi non aveva senso rifare uno studio approfondito, tantopiù quando l'obiettivo è quello di mettere in sicurezza l'intero bacino idrografico. Inoltre la messa in sicurezza di una diga richiede studi e competenze specialistiche. Tant'è che è stato realizzato uno studio apposito.
Per tutte queste ragioni i tecnici Hydrodata hanno fatto l'unica cosa che era nelle loro possibilità. Hanno messo il lago da parte, rispetto al fiume, ipotizzando un canalone che convoglierebbe le acque direttamente verso valle. Non era chiaro, nella prima versione, se e come sarebbe stato alimentato il lago. Per cercare di chiarire questo dubbio, senza peraltro riuscirci del tutto, in questa nuova release del progetto è stato inserito nel canale uno sbarramento laterale collegato a una saracinesca che dovrebbe fare confluire nel lago le acque del fiume quando la portata è in condizioni normali (di magra).
Un grosso problema di questa proposta è la parziale mancanza di dettaglio nella definizione di questo scenario. Ci sono domande che restano prive di una risposta. Quanto è profondo il canale? Quale sarà la portata del lago dopo l'intervento? Come funziona la saracinesca, chi si occuperebbe della sua manutenzione? Quali sono le caratteristiche e le dimensioni dei due muri di contenimento del canale? In definitiva, come apparirebbe l'intera area dopo questo intervento?
L'assenza di questi dettagli lascia aperti dubbi e timori molto forti. Il sospetto è che se venisse davvero realizzata questa proposta nel centro di Poggio dei Pini ci troveremmo una mostruosità.
La mia impressione, e direi anche la mia speranza è che la messa in sicurezza del sistema lago-diga non trovi una risposta in questo piano Hydrodata ma nello studio del Prof. Ravaglioli, che propone due soluzioni: raddoppio del canale (uno a dx e uno a sx) oppure demolizione della diga in terra e rifacimento della diga in calcestruzzo. Quest'ultima soluzione all'inizio mi ha fatto storcere il naso. Disfare qualcosa che ha retto all'alluvione terribile del 22 ottobre e che è stato ripristinato in modo ancor più solido di prima non mi sembrava giusto. Se però gli scenari sono quei tre, è proprio questa la soluzione migliore. Perchè? lI lago avrebbe dimensioni accettabili, sufficienti a contenere acqua per gli elicotteri dell'antincendio anche nei mesi estivi. Le sue sponde sarebbero entrambe accessibili ai villeggianti, alle famiglie, agli amanti del jogging.
Le altre soluzioni, soprattutto quella hydrodata, metterebbero a serio rischio sia la funzionalità antincendio che l'usufruibuilità di questo laghetto.
Veniamo ai costi. Anche su questo fronte avrei pensato che il rifacimento della diga in calcestruzzo avrebbe avuto costi superiori alle altre soluzioni di adeguamento.
In realtà si è appurato che il costo di questo intervento sarebbe ampiamente inferiore ai 6 milioni di euro previsti dalla soluzione Hydrodata. Inoltre ci sarebbe il vantaggio di mettere a disposizione 50 mila mq di ottimo terreno idoneo alla realizzazione degli argini presso la foce, che altrimenti si dovrebbe cercare altrove.
Per la messa in sicurezza del lago ci sono quindi tre soluzioni. Vediamo come si evolve la situazione. C'è poco tempo per decidere, sarebbe opportuno che i lettori, anche di questo blog, si pronunciassero in merito.
Anche alla foce, ed in particolare nel punto più critico del fiume, la lottizzazione Rio S. Girolamo, esistono tre soluzioni. In realtà la prima (quella del fortino medievale) è stata già scartata da tutti. Hydrodata 2.0 offre due alternative nuove di zecca. Non è facile afferrare la differenza tra le due soluzioni. L'opzione n. 2 realizzerà un canale ampio 50 metri, simile più o meno a quello del Rio S. Lucia, senza nessun argine. Nell'opzione 3, invece, l'ampiezza del canale è di soli 30 m., il corso viene rettificato e viene realizzato un piccolo argine (circa 1 m.). Pro e contro? La prima soluzione ha il grande vantaggio di non prevedere la delocalizzazione di abitazioni. Ha però un impatto ambientale maggiore e richiede una manutenzione più impegnativa, perché il canale si riempie più facilmente di detriti che, se non asportati, ne limiterebbero notevolmente l'efficacia e quindi la sicurezza. La soluzione 3 presenta meno problemi da questo punto di vista ma ha il grave difetto, soprattutto politico, di prevedere la delocalizzazione di una quindicina di abitazioni civili.
Proprio ieri il Comune di Capoterra si è espresso a favore della soluzione n. 2. Non so se i cittadini della lottizzazione siano stati consultati, anche perchè il tempo a disposizione era veramente poco. Questa scelta è certamente la più conveniente da un punto di vista politico. Presumibilmente le delocalizzazioni avrebbero creato l'avversione dei cittadini interessati. Cittadini che votano e possono fare casino, oggi, a loro. Il fatto che, invece, la soluzione scelta possa causare problemi anche seri, non solo ai 15 residenti più vicini, ma all'intero quartiere, è un problema del futuro, che eventualmente andrà in carico ad altri. La soluzione prescelta non è quindi la più coraggiosa e lungimirante, ma se riteniamo che l'evento del 22 ottobre sia davvero molto raro e speriamo che ogni tanto si farà la manutenzione del canale, dovremmo sentirci abbastanza soddisfatti.
La nota stonata riguarda il "buco nero" del piano Hydrodata. Tra una tavola e l'altra troviamo un lungo elenco di interventi. Pensiamo che nel piccolo borgo di S. Girolamo si spenderanno quasi due milioni per sistemare un ponte che servirà si e no 5 case di villeggiatura e la chiesetta di S. Girolamo. Pochi metri piu giù, si spende un milione per proteggere la sede, abbandonata, dell'Hydrocontrol, di proprietà della Regione. Poi la zona del lago, bene, i ruscelli di montagna, bene. Poi saltiamo a Rio S. Girolamo e alla foce, benissimo. In mezzo, se guardiamo le riprese aeree, c'è una grossa chiazza di terreno esondato. E' l'area sportiva di Poggio dei Pini. I tecnici Hydrodata dicono che in quella zona sarebbe bello (per chi?) non fare nulla, perchè così il fiume, di tanto in tanto vi depositerà i massi e la sabbia trasportati delle piene. Fantastico.
Peccato che quella non sia una discarica a cielo aperto. In quell'area hanno fatto sport generazioni di residenti di Poggio dei Pini, della Residenza, di Rio S. Girolamo. Li, dopo il 22 ottobre, gruppi di disperati si sono rimboccati le maniche per cercare di rimettere almeno parzialmente le cose a posto. Pensate che oggi, in quella che è ancora una valle di disperazione, si tengono tornei internazionali di tennis. Penso che questa storia e questi sforzi meritino una considerazione diversa dall'essere identificati come discarica. Per questa ragione la Cooperativa e il Comune stanno richiedendo un intervento in quell'area. Non potrà mai essere una protezione dalle piene più importanti, ma perlomeno si potrebbero limitare i danni delle piene medie, realizzando un ampio alveo e utilizzando quel materiale per la costruzione delle gabbionate che serviranno nella zona della foce. Speriamo di trovare qualche soluzione nel prossimo Hydrodata 3.0
Ultima nota. In questo contesto di riassetto del territorio, aldilà di fiumi e ponti, l'Associazione 22 Ottobre ha proposto la realizzazione di una pista ciclabile lungo il S. Girolamo, che da Poggio dei Pini conduca fino a Frutti d'Oro. Il Comune, nella seduta di ieri, ha fatto sua questa proposta, inserendola nelle osservazioni inviate alla Regione.