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domenica 9 novembre 2008

Anche il Piano Idrogeologico spazzato via dalla piena

Pubblichiamo alcuni documenti provenienti dal PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) del Comune di Capoterra. Basta il titolo e il nome del comune per capire questo studi avrebbero dovuto essere importantissimi in occasione dell'evento del 22 ottobre. Oggi parlano tutti di rischio idrogeologico, ma sino a ieri i geologi erano solo dei menagrami rompiscatole che vedevano dei torrenti impetuosi li dove l'avido costruttore e l'ignorante amministratore vedevano solo un assolato letto di ruscelletto ormai morto per sempre.
I Piani sono stati realizzati in seguito all'alluvione del 1999 e avrebbro dovuto mettere in sicurezza il territorio e fornire un indispensabile supporto alle future attività urbanistiche e di pianificazione. Si da il caso che dopo nemmeno 10 anni dal drammatico evento del 1999 (1 morto, molti danni e 160 mm di pioggia), la natura, nella sua imprevedibilità ha scaricato 370 mm. di pioggia sulle valli del Rio S. Girolamo e del Riu Masoni Ollastu facendo venire a galla non solo alberi, divani, frigoriferi e automobili, ma anche la superficialità e l'incompetenza di chi ha la responsabilità, peraltro molto ben retribuita, di elaborare gli studi specialistici, proprio come questo PAI. Non sono un geologo, ma non ci vuole molto per capire che se la scuola materna di Rio S. Girolamo che si trova quasi dentro l'alveo di magra del fiume ed stata sommersa dall'acqua e dal fango, risulta al di fuori della zona a richio idrogeologico questo PIANO E' UNA SCHIFEZZA (o se volete ciofeca, chiavica, patacca, sola). Mi scuso della scarsa scientificità della mia definizione. Purtroppo, però, su quei ponti troppo piccoli e su quelle aree definite NON RISCHIOSE sono state spazzate via delle PERSONE. Molti bambini ed altre persone hanno rischiato la vita e si sono salvati per miracolo. Penso che sia giunto il momento, da parte di tutti noi, di dire basta, e non far finta di niente perchè tanto... "In Italia si sa come vanno le cose".
Comunque anche questo piano è stato spazzato via dalla piena del 22 ottobre 2008, insieme con il milione e settecentomila euro delle sue inutili opere (solo per i due bacini interessati). Però è giusto conoscerlo e divulgarlo perchè è comunque un elemento di conoscenza, foss'anche per sbagliare di meno in futuro.
Pubblico qui nel blog le mappe del Rischio idrogeologico contenute nel Piano e una scheda denominata "attività di individuazione e di perimetrazione delle aree a rischio idraulico e geomorfologico e delle relative misure di salvaguardia" (clicca qui per scaricare 235 Kb) . I lettori, esperti del settore e non, sono invitati a commentare ed esprimere il loro parere su questi documenti. Nella mappa la zona Rossa è considerata a rischio massimo (R4), il colore arancione R3, il giallo R2 e il verdino R1 (è presente una legenda). Qualcuno magari può invece spiagarmi il significato della campitura con linee rosse diagonali: sono aree già vulnerate e quindi sicure?
Vorrei aggiungere che la Regione ha stanziato 500 mila euro per un nuovo studio idrogeologico. Mi chiedo se si cercherà di farlo con la medesima faciloneria, magari affidandolo ai soliti parenti di Tizio o di Caio. Sta anche ai 30 mila residenti del Comune di Capoterra mobilitarsi vigilando per evitare che per l'ennesima volta i denari pubblici vengano sprecati e si debba continuare a vivere nella paura del prossimo acquazzone.
Pubblichiamo anche le mappe del Piano che riportano, sulla Carta Tecnica Regionale, le aree a rischio idrogeologico. Il file completo, scaricabile cliccando qui, è di grandi dimensioni (4.8 Mb). Riporto qui sotto alcuni estratti significativi.
Attendo poi di disporre delle mappe della zona realmente alluvionata per potere effettuare dei confronti con le varia cartografie.


La mappa di qui sopra mostra l'intero territorio comunale. In rosso acceso sono indicate le zone a massimo rischio idrogeologico (R4). Si possono notare ampie aree dell'abitato di Capoterra (quelle maggiormente interessate dall'alluvione del '99), mentre per il San Girolamo e per il Masone Ollastu sono indicate a rischio solo ristrette più o meno corrispondenti con l'alveo di magra. Insomma si tratta di una mappa fatta con il "senno di poi", che individua il rischio dove si è appena verificato l'evento calamitoso ma ignora il disastro che è dietro l'angolo. Una mappa del rischio così, l'avrebbe saputa fare anche mia nonna. La mappa del rischio serve soprattutto prima dei disastri, per minimizzare i danni. Dopo non serve.

Un ingrandimento della stessa mappa che mostra la zona a rischio idrogeologico presso la foce dei due fiumi a Frutti d'Oro. Sarà interessante confrontare questa mappa con quella che riporta l'area di piena del 22 ottobre.


Il dettaglio del tratto del Rio S. Girolamo tra il lago e l'Hydrocontrol. L'esondazione è stata senz'altro molto più ampia di quella riportata. Si noti anche come nell'intero territorio siano stati completamente trascurati gli impluvi che invece in alcuni casi (quelli con bacino più ampio) si sono trasformati in fiumi in piena e hanno devastato alcune abitazioni di Poggio dei Pini.

PS: ho ricevuto da un lettore una delibera del Comune di Capoterra (clicca qui per scaricare 47 Kb) che approva nuove perimetrazioni della mappe del rischio idrogeologico. Purtroppo non disponiamo ancora di questa mappa aggiornata al 2006

10 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Un lettore, geologo, mi scrive specificando che le ampissime aree comperte dalla campitura rossa a linee oblique indicano aree che possono essere alluvionate in caso di eventi eccezionali. Avete visto quanto sono ampie? E quali sono gli eventi eccezionali, 100 mm in un'ora come nel 1999 oppure 148 come nel 2008? E ancora, un'area che può essere inondata in caso di eventi eccezionali è un'area a rischio oppure no? Dalla mappa si direbbe di no, allora cosa è?, la mappatura del Diluvio Universale? A cosa serve? ci si può costruire tanto quando arriva l'acqua significa che è la fine del mondo? Oppure è solo un modo per pararsi il ... inserendo quasi tutto il territorio tra le aree "sensibili" con quella bella campitura obliqua in modo da poter dire "ma io l'avevo detto che in caso di evento eccezionale ....". E' il gioco di non volere prendersi responsabilità, cosi' comune nel nostro paese.

Giorgio Plazzotta ha detto...

aggiungo anche che il lettore mi informa circa l'esistenza di una seconda mappa del rischio per il comune di Capoterra datata 2006. Vediamo se qualcuno me la invia in allegato.

francomagi ha detto...

La mappa a cui si riferisce il Geologo si riferisce ad una delibera della G.R. del 2006 che, a seguito del collaudo dei canali di guardia, ha tolto gran parte dei vincoli sul Santa Lucia (e dunque sul centro storico).
I vincoli sul Rio San Gerolamo e sul Masone Ollastu risulterebbero essere identici.

Franco Magi

Giorgio Plazzotta ha detto...

Gent.le Sig. Plazzotta

In merito alle aree contrasseganate con le linee rosse diagononali
da
lei mostrate nel blog, sono le aree ritenute alluvionabili
dall'Ufficio
geologico provinciale così come appaiono nelle carte di pericolosità
dello stesso PAI (le carte da lei mostate si riferiscono invece al
rischio). Nella carta del rischio l'area è riitenuta inondabile solo
per eventi eccezionali (?).
Mi risulta inoltre che Capoterra ha aggiornato il PAI nel 2006,
quindi sono in vigore dei limiti diversi da quelli riportati in
queste
carte.

cordiali saluti
Alessandro Forci - Geologo.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Rispondo all’invito di Giorgio Plazzotta sull’esigenza di approfondire meglio i contenuti del PAI di Capoterra.
Premetto che non ho nulla a che fare con il PAI di Capoterra neanche indirettamente.

Per semplicità procederò per punti:

a) Dopo l’alluvione del 1999 l’Ufficio Geologico della Provincia di Cagliari redige, su base geomorfologica, la carta delle aree alluvionabili di Capoterra.

b) Nel marzo 2005 viene definitivamente approvata la cartografia del PAI che contiene le aree a maggior pericolosità e rischio per quanto riguarda le piene e le frane.

c) Nella cartografia PAI di Capoterra l’area di cui al punto a) viene inserita nella carta del rischio come “aree già alluvionate da calamità naturali eccezionali”. Di fatto quindi è stato deciso di non inserirla tra le aree a vincolo PAI perché la probabilità che venisse alluvionata è stata ritenuta molto bassa (tempo di ritorno superiore a 500 anni).

d) Nel 2006 il comune di Capoterra, in seguito agli studi di maggior dettaglio ed alle opere di protezione realizzate chiede ed ottiene dalla regione di svincolare alcune aree del centro abitato principale.
Questo almeno, senza aver visto le carte, si può desumere dalle notizie di stampa (l’Unione Sarda del 27 aprile 2006).

e) Per quanto riguarda i compluvi di ordine minore gravanti sui centri abitati (ovvero i fiumiciattoli che passano anche al lato delle
case) il PAI prevede che la loro perimetrazione in termini di pericolosità e rischio sia di competenza dei comuni. Mi risulta che Capoterra stia adeguando il PUC al PAI e al PPR (Piano Paesistico
Regionale) ma credo che il lavoro sia ancora in corso.

Alessandro Forci

Giorgio Plazzotta ha detto...

se non sbaglio capoterra non ha ancora realizzato un vero e proprio PUC ma ha ancora il precedente strumento urbanistico rattoppato da numerose varianti. E' cosi'?

Anonimo ha detto...

Sono un abitante del territorio di Capoterra ma, benchè colpito da lievi danni dall'acqua piovana del 22 Ottobre scorso,rispetto alle famiglie a cui non e rimasto praticamente niente, sono rimasto sconcertato prima di tutto dalle imprecisioni divulgate dai giornalisti... conosco molto bene la catena montuosa che ci circonda, come altrettanto sono molto affezionato al territorio di Poggio di Pini per via del rapporto stretto con la natura creato molto intelligentemente nel corso degli anni... considero una vera bestemmia la notizia che quasi sicuramente il genio(?) civile abbia deciso di abbattere lo sbarramento in terra battuta del laghetto di Poggio... vi assicuro che sarò il primo a piazzarmi davanti agli scavatori per impedire questo scempio!!! Ho letto il commento sul blog di Marco Espa della geologa signora Lai, e sono pienamente d'accordo... a frutti d'oro2 e san girolamo ancora nessuno ha spiegato ai residenti colpiti dalla valanga di fango,cosa realmente sia successo, peraltro molti sono ancora convinti sia stato lo straripamento del laghetto... in questi giorni io stesso mi sono adoperato ad accompagnare qualche conoscente che risiede in quelle zone, a fare un giro a partire da Capoterra-cimitero-hydrocontrol per farsi un'idea della valanga d'acqua e detriti scesa a valle, soffermandomi sul fatto che il laghetto di poggio ha sopratutto attenuato l'impeto della piena, e non come dicevano i tg nei giorni dell'alluvione, che la valanga era causata dallo straripamento della diga stessa...ne deriva la necessità di controllare l'operato del genio civile stesso che, essendo controllato dalla regione sardegna, ha i poteri di sovrastare ogni decisione della cooperativa poggio dei pini... non permettiamo che si compia uno scempio a costo di stare a turno giorno e notte a bloccare i lavori... lo sbarramento non dev'essere abbattuto e anzitutto si debba richiedere la sicurezza di avere un bacino d'acqua per agevolare l operazioni di antincendio nella zona (purtroppo tristemente martoriata dai piromani troppo spesso)... si richieda alla nuova gestione di abbanoa di ripulire l'alveo del fiume e sopratutto su faccia una petizione per ripristinare l'alveo originale, eliminando le deviazioni a monte (per costruire l'hydrocontrol), e riassettare a valle eliminando la deviazione che ha permesso di lottizzare nel rio san girolamo, abbattendo per prima la scuola materna costruita a bordo dell'alveo, e poi eseguire uno studio per decidere se abbattere alcune abitazioni troppo vicine e indennizzare alla pari i proprietari, ma sopratutto chiedere con forte determinazione che siano individuati i colpevoli (di cui i nomi si sanno bene), al fine che siano processati e conannati per procurata strage. Non permettiamo più una minima scalfitura al nostro territorio.
Un cittadino stufo.

Giorgio Plazzotta ha detto...

invito cortesemente il cittadino stufo a comunicare il proprio nome, perche in questo blog, cosi come in tutte le pubblicazioni giornalistiche, abbiamo da sempre deciso che si fa cosi. se lo ritiene opportuno, sebbene non rilevo nessun elemento di "timore" nelle affermazioni di questo lettore, mi impegno a non pubblicare il suo nome, ma questo deve essere conosciuto perlomeno al sottoscritto. Senza nominativo saro purtroppomcostretto a rimuovere il commento alle 13 di oggi.

giacomo ha detto...

Ciao vorrei chiedere a tutti questi luminari come mai si è inziato a mettere in sciurezza i fiumi ( rii masono ollastu e san gerolamo ) dalla foce ( cementificandoli ) e non da monte con sistemi che siano di tipo ingegneristico-naturalistici, io da ignorante penso che la valanga d'acqua bisognerebbe incominciare a fermarla da monte, e oggi si sta rifacendo lo stesso sbaglio.

Voorei sapere quanto sono costate le opere di cui ho appena parlato cioè: cementificazione alla foce dei rii masoni ollastu e san gerolamo, vorrei sapere chi sono stati i progettisti, vorrei sapere chi ha segato il bosco di ontani, pioppi ed eucaliptus secolari sempre alla foce , vorrei sapere chi stava per segare il più grande eucaliptus della Sardegna affianco alla chiesetta di Su Loi, vorrei sapere chi ha progettato quel canale alla foce del Rio masoni ollastu alla foce, mi fa ridere solo a guardarlo, li c'èra una foce bellissima che esondava dentro un bosco e con una larghezza di circa 200.

Per i mille geologi che parlano e che ne sanno più di Giove mi potete rispondete per favore, vorrei sapere nomi, cognomi importi e il perchè di queste opere, cioè perchè si è inziato dalla foce anzichè dal monte.

Vi rignrazio vivamente e attendo queste notizie che possono essere utili per tutti e che tutti sicuramente stanno aspettando.

Giacomo Cillocu

Giorgio Plazzotta ha detto...

Giacomo, non ho quelle risposte,
Ma nel PAI che ho pubblicato ci sono indicati degli importi. Non so se poi in fase di realizzazione quegli importi siano stati rispettati. Nel PAI pubblicato vengono riportati circa 900 mila euro per il Rio S. Girolamo ed altrettanti per il Masone Ollastu.

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