Domenica 30 gennaio si svolgeranno le primarie del centrosinistra in vista delle le elezioni comunali di Capoterra. I candidati sono, in ordine alfabetico, Efisio Demuru, Francesco Dessi e Marco Zaccheddu. In questo articolo vorrei concentrarmi sul significato di questa competizione dal punto di vista di un elettore capoterrese. E' il nostro momento. I politici locali hanno imperversato nelle nostre vite e nei mass media per cinque anni. Hanno scelto dove dislocare le infrastrutture sportive (tutte nel centro storico), hanno deciso di abbandonare a se stessi i residenti di Pauliara (tanto sono di Poggio), hanno giocato allo scaricabarile per non prendersi le proprie responsabilità e cosi via.
Adesso tocca a noi scegliere chi guiderà il Comune per i prossimi cinque anni. Si lo so che esiste la partitocrazia, che gli apparati di partito si stanno muovendo, come hanno sempre fatto, per fare andare le elezioni nella direzione preferita da lobbies e centri di potere vari, ma ciò non toglie che spetta sempre a noi decidere. Anche la scelta di disattivare il cervello o di comportarsi da pecora è una scelta che fa carico sempre a noi.
Questo blog è attivo dalla fine del 2007 e da quel momento abbiamo trattato temi che, al 99% riguardavano il territorio di Capoterra e quindi, più o meno direttamente, coinvolgevano l'amministrazione comunale capoterrese.
In qualche caso abbiamo applaudito alle iniziative prese dalla giunta di Via Cagliari. Altre volte abbiamo messo in luce carenze più o meno gravi. Se è vero che in questo blog, e per la verità anche in altri siti capoterresi, non si è profusa molta tenerezza nei confronti della giunta capoterrese è anche vero che il principale quotidiano locale (Ugnone Sarda) ha instaurato una vera love story con il sindaco e la sua giunta.
Quando giunge il momento delle elezioni, come d'incanto, si alza il sipario sempre sulla stessa commedia. Quelli che sino al giorno prima non facevano altro che protestare per tutte le manchevolezze degli amministratori, si dimostrano improvvisamente comprensivi e di scarsa memoria. I candidati, dal canto loro, si attivano nella campagna elettorale, dicendo a tutti quello che vogliono sentirsi dire, ci manca solo che promettano "u pilo" come Cetto Laqualunque. E' il famoso teatrino della politica a cui partecipano attivamente anche gli elettori. Una parte considerevole dei voti, difatti, non viene conquistata dal candidato più meritevole, quelli che hanno amministrato meglio, quelli che dimostrano di avere le competenze più adatte e la visione del futuro che corrisponde alle aspettative dell'elettore. Le elezioni si vincono quasi sempre sulla base del voto di scambio, delle amicizie, delle lobbies, della capacità di promettere favori e intrallazzi.
Questo sistema ha portato allo sfascio l'Italia, traghettandola sempre più lontano dai livelli di di quei paesi, come la Francia e la Germania, che dovrebbero rappresentare il nostro punto di riferimento. Gli elettori italiani hanno cantato per decenni "finchè la barca va, lasciala andare, tu non remare", ma adesso la barca non va più. Una possibile risposta, adottata da molti elettori, è quella dell'astensionismo. Come dimenticare che alle recenti elezioni provinciali ha votato solo il 24% degli aventi diritto e che il vincitore di quella competizione, Grazianeddu Milia, è stato scelto dal 13% dell'elettorato?
Certo in quell'occasione gli elettori hanno dato un segnale forte di insofferenza, però la scelta astensionistica significa anche rinunciare a incidere sul futuro della società in cui viviamo, lavoriamo, andiamo a scuola. Io credo invece che proprio in questo momento sia necessario "remare", parafrasando la canzone della mitica Orietta nazionale. Anche il singolo cittadino può fare la sua parte e il momento delle elezioni è uno dei pochi in cui anche noi poveri cristi abbiamo la possibilità di dire la nostra. Dopo non sarà più possibile, per cinque lunghi anni, la nuova giunta comunale molto probabilmente andrà per i fatti suoi, come hanno fatto tutte quelle precedenti e se non siete un cosiddetto "grande elettore" sarete costretti a subire e basta.
Veniamo quindi alla nostra Capoterra. Il mio è un ragionamento personale e non rappresenta una analisi politica approfondita che richiederebbe l'esame di tutte le delibere comunali, le votazioni etc. Da qualche anno seguo abbastanza da vicino le vicende politiche del comune, anch'io svegliato dalla valanga d'acqua del 22 ottobre 2008.
Ho scritto e lo ribadisco che questa giunta ha commesso alcuni errori molto gravi e non voglio entrare nel merito per non dilungarmi. C'è però una "questione capoterrese" che doveva trovare risposte negli anni scorsi e deve rappresentare, a mio avviso, una delle direttive principali di qualsiasi azione futura di governo. Mi riferisco alla necessità di costruire, non con i mattoni, ma innanzitutto con le teste, la consapevolezza che la Capoterra di oggi è diversa da quella di 50 anni fa; è abitata da 25 mila residenti (non da capoterresi e intrusi) e composta da diversi nuclei urbani. La giunta che ha governato il paese negli ultimi dieci anni si è dimostrata totalmente inadeguata e incapace di risolvere questo problema e, anzi, ha aggravato la situazione con alcune scelte molto discutibili. Il fatto che si sia verificata l'"alluvione del millennio" ha amplificato le responsabilità di una politica basata sulla concentrazione delle risorse di tutti a vantaggio di pochi e cioè delle lobbies manovrate da alcune famiglie capoterresi del centro storico.
In definitiva il mio giudizio sulla giunta uscente è negativo. Inoltre non ho trovato nell'azione di questa giunta quei valori in cui un elettore di sinistra dovrebbe riconoscersi, in particolare la solidarietà e l'ugualianza. Quando si alimentano le divisioni, quando si gioca allo scaricabarile sulla pelle dei cittadini che abitano in zone più o meno privilegiate non si può parlare di solidarietà. Poco importa quale sia il simbolo o il colore, quello che conta sono i fatti.
Pur essendo un elettore orientato a sinistra, in queste condizioni non avrei problemi a votare per altri schieramenti, soprattutto a livello comunale; in un ambito in cui il valore delle singole persone riesce talvolta a emergere rispetto al lacci e lacciuoli degli apparati di partito o delle lobby nazionali e internazionali che governano la nazione. Sono anni che mi chiedo dove sia la destra a Capoterra, da chi sia composta e che cosa proponga. I casi sono due: o sono sordo io, o sono muti loro. Non so se ciò sia dovuto a scarso spessore dei rappresentanti del centro destra capoterrese oppure se, come al solito, quella parte politica si muove esclusivamente nel sottobosco delle lobbies e delle clientele. Questo spiegherebbe il perchè io non sia riuscito a sentirne nemmeno la voce. Si tratta della "mala politica" che ho cercato di descrivere in un post precedente. Certamente non rappresenta la risposta migliore per la nostra comunità. Inoltre stiamo parlando di quei soggetti che in passato hanno costruito nel letto del fiume e che sarebbero stati pronti, se non avessero perso le elezioni, a completare l'opera trasformando la tuerra capoterrese in una metropoli di cemento e desolazione. Questi signori direi che è meglio continuare a lasciarli all'opposizione.
Ci sono poi altri due soggetti che, probabilmente, cercheranno di incidere sulla società capoterrese: Carlo Carcangiu che propone sopratutto la rivolta delle frazioni costiere in risposta alla politica di emarginazione di tutte le giunte capoterresi del passato e Franco Bayre, alfiere di una politica nuova e fuori dagli schemi e dalle logiche di partito. Intorno a lui negli ultimi anni si è riunito un nutrito gruppo di persone che potrebbero davvero far voltare pagina alla politica capoterrese, con la certezza che non vi sarebbero "debiti di riconoscenza" e impegni all'obbedienza nei confronti di ordini provenienti da Cagliari se non addiruttura da Roma. Non nego che mi piacerebbe assistere a questo cambiamento e spero che Franco Bayre, oggi cavaliere solitario della giunta capoterrese, possa avere un ruolo di primo piano in quella futura.
Ad ogni modo Franco non è tra i candidati delle primarie del centrosinistra. Il 30 non sarà scelto ilsindaco, ma il candidato del centrosinistra. Gli elettori che fanno riferimento a quest'area politica saranno invitati a scegliere tra tre candidati che hanno fatto parte della giunta uscente.... (continua)
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