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martedì 17 maggio 2011

A Capoterra stravince Francesco Dessì

Francesco Dessì
nuovo Sindaco di Capoterra
Finalmente le elezioni comunali sono terminate. Adesso i riflettori si spegneranno e, dopo le formalità di rito, la nuova giunta si metterà al lavoro. Il centrosinistra guidato da Francesco Dessì ha stravinto, ottenendo un risultato pari al 62%, contro il 32% della coalizione antagonista guidata da Maria Lucia Baire.  Carlo Carcangiu raggiunge il 6% ed esce di scena a mani vuote. La dimensione del risultato non lascia alcuno spazio a dubbi di sorta. 

Un risultato elettorale è sempre influenzato da molti fattori, alcuni dei quali esterni al territorio comunale, ma in questo caso si tratta di una vittoria netta in cui la casualità di un momento politicamente favorevole per il centro sinistra non ha avuto un peso decisivo. Sebbene un non insignificante numero di consensi "fluttuanti" sia certamente arrivato anche dal "vento antiberlusconiano" che ha soffiato in tutte le elezioni dei grandi comuni italiani, ritengo che il successo non sarebbe stato comunque messo in discussione. Si deve pertanto affermare che questa sarà la giunta che i capoterresi hanno voluto. Onore al merito. 

Come i lettori del blog sanno, non è il risultato che avrei preferito per Capoterra, sebbene fosse a mio avviso ampiamente atteso.  Non ribadisco qui le ragioni della mia preferenza, che non provengono certo da una scelta di campo o fazione, ma semmai dal far prevalere il giudizio di merito rispetto al voto di "bandiera".
La mia presa di posizione è stata compresa da pochissimi, il che testimonia che moltissimi italiani vivono la politica con lo stesso spirito di una competizione sportiva.
Una nuova esperienza anche per me, abituato da decenni ad essere attaccato dai "berluscoidi", appellato con decine di aggettivi poco simpatici ripetuti, come è noto, anche dallo stesso Presidente del Consiglio. Questa volta sono stati i tifosi in giacchetta rossa a darmi dell'incoerente, dell'ingenuo, del rincoglionito. Eppure chi legge questo blog sa che, a parte alcune iniziative meritorie che ho puntualmente sottolineato (vedi e vedi), in molte situazioni, tutte ampiamente motivate, ho ritenute dannose le scelte (o le non scelte) effettuate dalla giunta uscente. Dopo che le primarie hanno fornito una chiara indicazione di continuità rispetto alla linea politica della giunta, ho trovato del tutto coerente la mia scelta di sostenere un cambiamento appoggiando Lucia Baire e mi sembra invece molto incoerente chi per anni ha criticato la giunta uscente per poi calarsi le brache e intrupparsi con il proprio cammello al momento delle elezioni. 

Qualcuno ha ritenuto, del tutto legittimamente, che la proposta alternativa non fosse valida, ma le motivazioni che mi sono state addotte non hanno mai contenuto elementi significativi. Si addentravano, invece, in ambiti che nulla avevano a che vedere con la concretezza, la serietà e la preparazione. Io guardo soprattutto questi valori.  Essere cristiano praticante ed essere ben visto dagli ambienti ecclesiastici non rappresenta, almeno per me, un attestato di merito o di demerito, ma sono scelte che afferiscono alla sfera personale. Sono un grande estimatore di Rosy Bindi, ma anche di Niki Vendola che in tema di fede religiosa hanno senza dubbio idee diverse.  
Chi conosce Capoterra sa bene che è aleatorio parlare di destra e di sinistra. Ho già scritto un lungo post su questo argomento. Oltre alla provenienza politica dei due veri mattatori della politica capoterrese (Marongiu e Dessì, il primo ex-DC il secondo da sempre PSI) anche i risultati offrono spunti interessanti a supporto di questa "lettura". Non si può evitare di considerare, ad esempio, il risultato della lista civica "per crescere insieme" nella quale spiccano alcuni candidati che "vantano" un passato in Forza Italia e che ha ottenuto oltre il 10% dei voti e ben 2 seggi. La "conversione", un miracolo della sinistra capoterrese che, come vedrete, avrà echi molto forti anche a Poggio dei Pini. 

Gli altri seggi della maggioranza vanno al PD (5),  PSI (2), UDC (2), Rossomori (1) e SEL (1). In tutto la maggioranza ne conquista 14 e la minoranza 6. 
Se vogliamo continuare a ragionare con la logica destra/sinistra, considerando che il PD a Capoterra non ha quasi niente di "sinistra" (passi per Demuru) e farebbe certamente suicidare Nanni Moretti,  gli unici seggi che sono andati a forze politiche veramente "rosse" sono quelli di SEL e dei Rossomori. Quindi  3 seggi di sinistra su 14, mi sembrano un pò pochino per potere definire questa una giunta di centro sinistra, ma semmai una giunta di centro-centro-centro-centro-sinistra. Su questa base ritengo proprio che non ci siano condizioni per prospettare una gestione del territorio che nei prossimi 5 anni sia diversa da quella portata avanti negli ultimi 10. Sarò ben lieto di essere smentito dai fatti.

Vediamo che succede nel fronte opposto: 2 seggi al PDL, 1 al Psd'AZ, 1 alla Lista della Baire, uno ad Alleanza cittadina, uno ai riformatori. Fuori i miei amici Franco Bayre e Ignazio Gregorini di Demos con cui rifletteremo sulla difficoltà di operare un vero cambiamento in una società così intrisa di quei meccanismi della "mala politica" che pure la stanno stritolando. 

Come sempre, mi interessa analizzare la situazione di Poggio dei Pini che, ricordiamo, presentava ben 19 candidati sparsi nelle varie liste, soprattutto di centrosinistra. 
Esaminando le differenze tra i risultati dei 2 seggi di Poggio-Residenza con la media comunale, spiccano i buoni risultati di PsdAz (17% contro una media del 6%), SEL (13% contro 5%) e IDV (9% contro 2,5%) dovuti alla presenza di candidati locali. 
L'unico che sembra avercela fatta è Franco Magi del Psd'Az che ha ottenuto un buon successo personale con 322 preferenze, risultando il secondo consigliere più votato in tutto il comune. Come sappiamo, sedere nei banchi della minoranza ha una importanza molto limitata e sarebbe stato meglio, per la comunità poggina, avere perlomeno un consigliere nella maggioranza. Nonostante il buon risultato personale, non ce l'hanno fatta Giorgio Manunza e Nicolò Scalici nell'IDV così come Giuseppe Cabiddu e Stefano Fratta in SEL. Una manciata di voti per tutti gli altri, compreso, un pò a sorpresa, l'ex presidente della Cooperativa Tonino Secchi. 
Come ho ampiamente anticipato in questo blog, sin dallo scorso novembre, la strategia della divisione adottata a Poggio è la peggiore che si potesse mai attuare. Le altre due possibili soluzioni avrebbero portato a uno scenario molto differente, ma richiedevano quell'unità che ormai, a Poggio, troviamo solo nei racconti degli anni '70 che presto potremo tutti leggere nel nuovo libro di Mauro Dadea.

Gli elettori votanti del seggio Poggio-Residenza sono stati  1727. Ipotizziamo che di fronte a una proposta unitaria ben organizzata il 70% avesse aderito all'invito di concentrare i voti su un numero limitato di candidati o su una lista autonoma. Diciamo quindi che questa "azione" avrebbe potuto contare su 1.200 voti. 
Se si fosse inserito un candidato di Poggio/Residenza nel PD, uno nell'UDC, uno PDL, e uno nel Psd'AZ avrebbero potuto disporre mediamente di 300 voti e sarebbero stati eletti tutti e 4, due nella maggioranza e due nell'opposizione.  
Se invece si fosse creata una lista autonoma, con 1200 voti si sarebbero ottenuti 2 seggi che sarebbero stati probabilmente di maggioranza. La realtà invece adesso la conosciamo con certezza. Avremo un unico seggio di minoranza, e l'unico simbolo che ne esce vincente è quello del divide et impera
Attendiamo questa nuova giunta alla prova dei fatti che cercheremo di analizzare e commentare insieme.
Nota certamente positiva è il risultato del referendum contro il nucleare. E' stato un plebiscito con quasi il 95% dei SI.

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