Nel fine settimana si è tenuta l'assemblea dei soci della Cooperativa che, oltre alla scontata approvazione del bilancio (peraltro in notevole miglioramento rispetto al passato) e all'elezione del nuovo collegio Sindacale, ha anche sancito la sostituzione di 3 consiglieri cooptati dal CdA (Ibba, Mulas e Piras) con altrettanti consiglieri sostenuti da quel gruppo di soci, collegati con il precedente consiglio di amministrazione, che sin dal primo giorno ha assunto una posizione di netta contrapposizione su qualsiasi argomento, talvolta legato a scelte difficili prese in un momento difficile per la vita della Cooperativa, altre volte a situazioni pretestuose.
Se da un punto di vista formale possiamo dire che la maggior parte dei votanti ha ritenuto di non accordare propria fiducia ai consiglieri cooptati, in realtà è palese che in cooperativa si è svolta l'ennesima battaglia politica che, questa volta, ha visto prevalere i "soci sfondatori" con circa 200 schede (molte le deleghe raccolte con il porta a porta come sempre); gli stessi voti e le stesse facce che due anni fa avevano espresso la loro preferenza per la lista guidata da Tonino Secchi e collegata alla vecchia guardia poggina. In quell'occasione erano stati superati da circa 320 soci che hanno preferito affidare la gestione della Cooperativa e il suo risanamento a persone completamente nuove. Questa volta però i fautori del rinnovamento non si sono presentati in massa, come era avvenuto due anni fa, pertanto il CdA è "andato sotto" di circa 70 voti.
Senza volermi addentrare più di tanto nelle cause e nei meccanismi che hanno portato a questo risultato, appare evidente che, mentre la vecchia guardia è apparsa meglio organizzata nell'attività di radunare il proprio consenso, anche grazie al molto tempo libero di pensionati e di alcuni sfaccendati che da tempo fanno il porta a porta per Poggio dei Pini, l'attuale CdA ha mostrato di essere meno abile politicamente e di avere meno risorse da dedicare (ricordiamoci che si tratta di soci volontari), tantopiù che, a differenza degli oppositori, sono impegnati a risolvere i problemi dei soci, oltre che ad occuparsi delle proprie attività personali.
Si potrebbe anche dire che, evidentemente, basare la propria azione solo sul consenso derivante dalla bontà del lavoro svolto non è stato sufficiente, in un clima altamente politicizzato come l'attuale, a motivare il corpo elettorale alla partecipazione e al sostegno. Questa lezione non colpisce solamente il CdA, ma anche tutti quei soci che, pur approvandone le iniziative, hanno sottovalutato per pigrizia l'importanza di fornire, perlomeno, il proprio supporto. D'altronde è comprensibile l'insostenibilità e la negatività di un ambiente imperniato da una lotta politica praticamente quotidiana.
Non ininfluente anche l'influenza di soggetti esterni che da tempo remano contro il nuovo CdA.
Non ininfluente anche l'influenza di soggetti esterni che da tempo remano contro il nuovo CdA.
Indubbiamente l'attuale potente giunta comunale non vede di buon occhio il nuovo corso della Cooperativa, che ha dimostrato di non voler proseguire il tacito accordo basato sul "vi diamo un po di cubatura ogni tanto e vi lasciamo governare Poggio come un comune e voi, in cambio, vi tenete la gestione di tutte le opere di urbanizzazione che, da tempo, avreste dovuto cedere a noi". Anche sul fronte della possibilità di ricevere raccomandazioni per l'assunzione di personale a tempo determinato era stato sollevato un muro impenetrabile. E' vero che Poggio dei Pini è l'unico comune privato italiano, ma non riceve introiti dalle tasse, bensì dai soci. Non ci sono nemmeno più i soldi dei lotti gettati al vento anche da quei soloni dell'economia che ad ogni assemblea puntualmente giochicchiano con i numeri, evidenziando o sottovalutando quello che gli fa comodo.
Non è un caso che tra gli attuali consiglieri di amministrazione, almeno sino a sabato scorso, non ve ne era alcuno che avesse alcun interesse diretto o rapporto economico con il Comune di Capoterra (leggi pure conflitti di interesse).
Come forse ricorderete nel giugno di due anni fa le elezioni avevano portato alla nomina di 15 consiglieri. Dieci di essi provenivano dalla lista del rinnovamento (Cocco), mentre cinque dalla lista collegata alla vecchia guardia (Secchi).
Nel corso dei due anni, quasi subito, uno dei consiglieri della c.d. "maggioranza" (Aldo Piras) aveva avuto un "ripensamento" che lo ha portato, in sintesi, a far parte della minoranza. Ovviamente non ripeto tutta la tiritera sul fatto che in una cooperativa non dovrebbero esistere maggioranza e minoranza etc etc. ho semplificato riferendomi a una terminologia che viene utilizzata anche da molti altri consiglieri. Se qualcuno ah dei dubbi comunque può accedere ai verbali con le votazioni e verificare.
In seguito alle elezioni di sabato, i nuovi rapporti di forza sono: 8 per la maggioranza e 7 per la minoranza.
Dato che, come ho da tempo sottolineato, in ballo non ci sono questioni reali, ma soprattutto una lotta per il potere politico, appare ovvio che, in una tale situazione numerica, il famoso "ribaltone" è dietro l'angolo. Sarà sufficiente il "ripensamento" di un solo consigliere per realizzarlo. Ci sarà quindi, uno Scilipoti poggino, oppure la maggioranza farà quadrato e cercherà di continuare l'azione di risanamento avviata? Avremo anche a Poggio "i responsabili"?
Attendo serenamente tale responso, convinto come sempre che ogni comunità ha l'amministrazione che si merita. E i soci "non sfondatori" che faranno? Sono nel frattempo giunte al Presidente ed al CdA alcuni inviti a "non mollare". In questo momento i soci che spesso sono silenziosi e che vorrebbero proseguire l'azione di risanamento della Cooperativa avviata quasi due anni fa, dovrebbero comprendere la gravita del momento e a far sentire la propria voce di persona o per iscritto.
Nel frattempo, dato che ognuno ha una responsabilità nei confronti dei suoi elettori, sarà meglio ricordare chi sono i 15 consiglieri eletti due anni fa e da quali delle due liste, chiaramente antagoniste, provenivano:
Lista Giacomo Cocco Presidente
Gian Giacomo Cocco
Ettore Baielli
Carlo Congiu
Maria Rita Lai
Manuele Levanti
Andrea Loi Zedda
Giuseppe Elia Monni
Aldo Piras
Giorgio Plazzotta
Francesco Elias Sanna Lista Antonio Secchi Presidente
Secchi Antonio
Cabizza Pasqualino
Madeddu Luca
Mariani Mario
Murgia Gianluca
2 commenti:
messaggio inviatomi da Antonio Zedda:
Ciao Giorgio, ho appreso con un certo stupore il risultato della votazione tenutasi lo scorso sabato. Non nascondo tuttavia che vi era nell'aria un diffuso malumore, ritengo dovuto al fatto che e' certamente difficile far ammettere "a chi non vuole ammettere" che si sta facendo un lavoro concreto che inizia a dare frutti concreti. I poggini sono abituati per tanti anni hanno sopportato ora manifestano il loro malumore fornendo segnali chiari e danno esprimendo in maniera chiara la loro disapprovazione con in voto che vuole esprimere una protesta. Spiace che non si siano fatte le giuste valutazioni .Oggi per effetto degli equilibri venutisi a creare potrebbe crearsi una contrapposizione netta che non consentirebbe quelle decisioni o quelle scelte importanti per tutti i poggini.
Anche io non ho condiviso alcune scelte del CDA, tra queste alcune anche dolorose e impopolari. Ritengo che amministrare possa portare a scelte non facili ma che in questo momento andare avanti sia la via maestra riservando ogni valutazione a fine mandato. Per questo esprimo e confermo la mia fiducia a Giacomo Cocco affinche' prosegua l'azione appena iniziata.
Antonio Zedda
Antonio concordo solo in parte con quello che hai detto. La volontà di chi non si è recato a votare non può essere interpretata in un senso o nell'altro. Sarebbe troppo facile la strumentalizzazione.
Si potrebbe affermare con altrettanta incertezza che chi non ha votato si è sentito tranquillizzato dal'andamento della situazione. L'assemblea stessa, a differenza di quanto avvenne alcuni anni fa, non ha evidenziato particolari critiche, se non il solito paio di interventi pretestuosi.
Un dato che invece è certo è che si trattava dell'assemblea per l'approvazione del bilancio e non di quella per il rinnovo del CdA.
La maggior parte dei soci, sopratutto quelli in buona fede, non potevano immaginare il rischio ribaltone e molto correttamente, questa possibilità non è stata messa in evidenza negli strumenti informativi ufficiali della cooperativa che pure vengono calunniati da pochi politicanti che perseguono interessi personali molto evidenti. Il fatto che io ne abbia parlato in questo mio blog mostra invece che questo timore era ben conosciuto.
Anche se da un punto di vista della politica da 4 soldi questa correttezza è risultata perdente, io sono fiero di avere, anche in questa occasione, mostrato uno stile che mi qualifica innanzitutto come uomo. Poco mi importa di essere un politico scadente.
Semmai saranno i soci a doversi chiedere se gli sta bene un cambiamento cosi radicale della guida della Cooperativa ottenuto in seguito a un ribaltone e non dopo una elezione democratica. Il fatto che, per quello che mi dicono, di ribaltoni ce ne sono già stati due in passato non mi consente purtroppo di considerare questa pratica come estranea alla tradizione poggina.
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